Cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia. E' stato difficile decidere se essere o meno in piazza il 4/11 visto che questo processo è stato avviato da quei personaggi (Cgil e Prc) che nei loro ruoli e nelle loro poltrone (municipi, comuni, province, regioni, consigli d'amministrazione.....) sono responsabili della nostra precarietà. E se certo era ridicolo veder arrivare alle riunioni di "stop precarietà ora" podda con macchinone ed autista, il fatto che se ne sia andato non ha depurato la manifestazione, visto che di poltronieri ce ne sono tanti altri. Comunque siamo anche consapevoli che molte lavoratrici e molti lavoratori saranno in piazza per dire realmente no alla precarietà ed alla finanziaria di prodi e damiano "amici dei padroni". Quindi noi, del Collettivo PrecariAtesia, dell'Assemblea coordinata e continuativa contro la precarietà, del C.S.O. "I po'", del LRO "Gatto selvaggio", dello Spazio sociale occupato "Ex51", del Collettivo Precari Roma Est e del C.S.O. "Macchia Rossa" come realtà romane che cercano di praticare l'autorganizzazione sociale lontani dai luoghi istituzionali, dalle leggine regionali sul reddito, e da qualsivoglia scorciatoia politicista, saremo in piazza. Saremo visibili e troveremo le forme per far sentire la nostra ostilità a dirigenti sindacali e membri parlamentari che con la loro politica cercano in tutti i modi di stroncare ogni esperienza di lotta autorganizzata (basti pensare all'art. 178 della legge finanziaria ed all'avviso comune firmato da cgil-cisl-uil- padroni ed il loro amico Damiano il 4/10 contro la lotta di Atesia). Il 4/11 festeggeremo un mese dall'avviso comune e lo festeggeremo a modo nostro. Di seguito il volantino che distribuiremo il 4/11
IL MOVIMENTO CONTRO LA PRECARIETA’ VA ANCORA COSTRUITO
Il padronato negli ultimi vent’anni ha destrutturato il mercato del lavoro utilizzando: esternalizzazioni, delocalizzazioni, appalti, lavoro nero, milioni di partite IVA e collaborazioni false. Tale trasformazione è stata tradotta legislativamente in una serie di provvedimenti di cui i più rilevanti sono il pacchetto Treu nel ’97 e la legge 30 nel 2003.
Attraverso questo attacco il padronato ha abbattuto il costo del lavoro, massimizzato i profitti ed azzerato l’autonoma progettualità dei settori sociali subordinati anticapitalistici. Negli ultimi anni questo equilibrio della miseria di massa si è venuto incrinando.
A noi lavoratrici e lavoratori vengono negati i nostri bisogni: un salario sufficiente alle nostre necessità, la continuità del reddito, la possibilità di decidere della nostra vita senza delegare questa prerogativa ad alcun ente esterno, padrone, manager, partito, sindacato, amministratore.
Per questo affermiamo la necessità di: non disgiungere la lotta alla precarietà dalla rivendicazione della continuità del reddito ed entrambe dall’autorganizzazione sociale.
La lotta delle precarie e dei precari di Atesia è in questo senso un esempio da sostenere e moltiplicare.
Questa lotta organizzata dal Collettivo PrecariAtesia a partire dal 12 maggio 2005 fino al 27 ottobre scorso ha prodotto otto scioperi per l’intera giornata, mai andati sotto l’adesione del 60%, con punte dell’80/90 %, cortei, azioni al ministero, all’ispettorato, agli enti locali, all’INPS, ai tribunali, ed ha dunque posto a livello nazionale la questione dei call center, sono stati respinti due accordi firmati a livello nazionale tra padroni e confederali tendenti a confermare precarietà e ricattabilità.
Oggi nel tentativo di stroncare questa lotta e l’esempio che può rappresentare per milioni di precarie e precari si inserisce un apposito articolo nella legge finanziaria: l’articolo 178, per condonare i padroni e continuare a condannare la nostra vita alla precarietà. Ma non basta, perché governo, imprenditori e sindacati confederali hanno firmato il 4 ottobre un avviso comune che applica l’articolo 178 (prima ancora che venga approvato in parlamento!) per condannare i lavoratori out bound (chiamate in uscita) a restare con il contratto di collaborazione a progetto, varie tipologie precarie per gli in bound (chiamate in entrata), soldi e condoni per i padroni. Una vera e propria provocazione, oltre che per la lotta, anche perché è l’esatto contrario dell’esito dell’attività ispettiva conclusa lo scorso agosto dall’ispettorato del lavoro di Roma.
La questione allora non può essere se gratificare o no Damiano della qualifica di ‘amico dei padroni’, perché Damiano la sua amicizia con i padroni l’ha dimostrata coi fatti.
La lotta alla precarietà si misura dall’iniziativa di tutti i giorni oltre la partecipazione alle ‘grosse manifestazioni’: se Podda, Panini e il loro codazzo, che abbandonano il progetto “stop precarietà ora”, sono coerenti con le loro politiche precarizzanti, ma quelli che rimangono da Rinaldini a Cremaschi, dai rifondaroli ai verdi a tutti gli altri come intendono cambiare la loro attuale politica che la precarietà – nella migliore delle ipotesi – ha tentato di gestirla?.
Siete voi i responsabili della finanziaria e quindi?!! QUESTO ARTICOLO 178 LO CANCELLATE O NO? L’AVVISO COMUNE TRIPARTITO LO STRAPPATE O NO? Cancellerete dai contratti, come quello dei metalmeccanici che consente fino a 60 mesi di contratti di apprendistato, ogni norma che applica la legge 30 ed il pacchetto Treu?
Certo, al di là di queste domande provocatorie, sta a noi che lavoriamo alla costruzione del movimento contro la precarietà e dunque anticapitalista ed antagonista riprodurre 10-100-1000 vertenze simili a quella di Atesia: nelle cattedrali del commercio, dei servizi, delle fabbriche, delle mille cooperative, della distribuzione, del recapito, del trasporto aereo e cosi via. Sta a noi ricostruire un tessuto territoriale che faccia dell’autorganizzazione sociale la protagonista della lotta alla precarietà per i contratti a tempo indeterminato insieme rivendicando la continuità del reddito
E’ per lavorare a questo obiettivo che saremo protagonisti dello sciopero generale del prossimo 17 novembre, pur consapevoli che anche in questo caso si è preferito indire lo sciopero con il metodo delle riunioni fra i vertici delle organizzazioni del sindacalismo di base piuttosto che attraverso la partecipazione diretta di tutte e tutti. Cercheremo nei prossimi giorni di costruire assemblee e confronti nei vari territori per dare forza allo sciopero del 17 evitando così che sia il solito rituale sciopero annuale contro la finanziaria.
CONTRO LA PRECARIETA’ E PER IL REDDITO
COSTRUIRE CONFLITTO - RADICARE AUTORGANIZZAZIONE
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