5.11.06

L'Arci dice: 150 mila a Roma In corteo le mille precarietà

A Roma si sfila sotto lo slogan «Stop precarietà». Ma la partecipazione di nove sottosegretari fa discutere. «Non manifestiamo contro il governo, ma a sostegno di una piattaforma precisa», spiegano loro, con una motivazione che però non convince tutti all´interno dell´Unione. Fatto sta che contro la precarietà, la riforma Moratti e la legge Bossi-Fini ci saranno anche esponenti del governo insieme ai Cobas, a spezzoni consistenti della Fiom-Cgil, Arci, Un ponte per, Action, Attac, Libera, Sult, Beati i costruttori di pace. Sono Sentinelli, Rinaldi (particolarmente nell´occhio del ciclone, visto che di precarietà si occupa per delega) , Gianni, Bonato, Linguiti, Marchetti e Mazzonis (Prci), Patta (in quota Pdci) e Cento (Verdi). Molti di loro sono da sempre abituati a sfilare con il movimento. Rifondazione sarà presente in massa, con capigruppo e segretario, ma mancherà il Ministro Ferrero.

In piazza per i Ds, l´area Salvi e Fulvia Bandoli. Mentre Mussi e la Sinistra ecologista ci hanno tenuto a sottolineare che non andranno. Ventimila persone attese, secondo gli organizzatori. «Partecipare è uno dei modi per perseguire degli obiettivi insieme all´azione di governo», dice Cento. «È una manifestazione contro il precariato», spiega Gianni. «Condivido la piattaforma. Non c´è nessuna contraddizione», dichiara anche la Sentinelli.

Parole che pesano come pietre sul corteo sono però quelle pronunciate dai Cobas, che hanno definito il Ministro del Lavoro, Damiano, «amico dei padroni», tentando di virare la manifestazione in una protesta contro il governo. Posizione che ha portato la stessa Cgil a sfilarsi dal corteo, alla quale parteciperà la sola Fiom, con una scelta, però, non indolore. Durante, membro della segreteria nazionale, aveva denunciato qualche giorno fa che «il senso e lo spirito originari dell'iniziativa in programma sono stati stravolti». Ma dalla Fiom ribattono che nonostante le raccomandazioni contrarie di Epifani «molte strutture territoriali e di categoria saranno in piazza».

Non ci sarà, ma approva Bertinotti. «La lotta alla precarietà deve essere un punto fondamentale per la costruzione di una civiltà del lavoro», dice. E nel metodo, ricorda che «la partecipazione anche nelle forme dello sciopero e delle manifestazioni è utile per la democrazia del Paese». E anche il ministro delgli Esteri D'Alema si dice favorevole alla manifestazione e, in un'intervista al Messaggero, smorza le polemiche: «La manifestazione è a favore del governo e non contro il governo. È una manifestazione contro il precariato. E io la condivido». «Il precariato - dice ancora il vicepremier - danneggia il futuro delle giovani generazioni. E questa non è una manifestazione avversa al ministro Damiano, che sta lavorando benissimo, ma contro il lavoro precario. Qual è il problema?».

Non cita la manifestazione, ma ribadisce la necessità di un nuovo «patto per lo sviluppo, il lavoro e la competitività», Fassino. «Si deve essere consapevoli che c'è bisogno di una buona flessibilità che non si trasformi - come troppo spesso invece accade - in precarietà esistenziale», dice. Definisce la manifestazione «un appuntamento di grande importanza», Ferrero, ma, per evitare strumentalizzazioni annuncia che non ci sarà. «Che il precariato sia una questione cruciale per tutti i governi del mondo e in particolare per l'Italia e che ridurre il lavoro precario sia una grande missione è verissimo», dichiara il Ministro Mussi, ma dice «il governo sarebbe un bersaglio sbagliato». «Sono d'accordo - tiene a precisare il sottosegretario Grandi (Ds)- con tutto quello che si muove contro la precarietà, ma non mi è piaciuto il modo in cui si è sviluppata l'iniziativa». E dal canto suo replica Damiano: «L'importante è che ci sia una dialettica e che sia molto chiara».

Pubblicato il: 04.11.06

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