5.11.06

Invisibili, esternalizzati, incerti. In piazza le mille precarietà

Per l'Arci erano in 200mila a Roma
Beatrice Montini

Roma, manifestazione contro il precariato, Vittorio Agnoletto - 4 novembre 2006 - 220x131
«Fate qualcosa di sinistra: assumeteci. Firmato: i lavoratori fantasma del Sant´Andrea di Roma ». A tenere lo striscione dei precari dell'Azienda Ospedaliera capitolina ci sono una decina di persone vestite da fantasma: lenzuolo bianco con i classici buchi per gli occhi e megafono in mano. «Rappresentiamo i 316 esternalizzati che lavorano al S.Andrea da 5 anni facendo un po´ di tutto e con tutti i tipi di contratti atipici – ci spiega Caterina Avati, 39 anni, ovviamente precaria – Siamo ausiliari, infermieri, amministratori, abbiamo contratti di cooperazione, interinali, a tempo, a co co pro e da un anno abbiamo deciso di unirci per essere assunti, per la precisione internalizzati». Per questo dal 10 ottobre hanno messo su una tenda davanti all´ospedale e li resteranno, promettono, finché non saranno assunti.

Poco più in là un gruppo di una decina di uomini tengono lo striscione dei «Lavoratori Bluvia, navi traghetto Stretto di Messina». «Viviamo una realtà preoccupante e forse unica nel suo genere – spiega Mariano Massaro, della segreteria dell´Orsa navigazione - Siamo assunti con un contratto a viaggio che ci garantisce solo per i 40 minuti necessari per percorrere in traghetto lo Stretto, da Messina a San Giovanni, poi siamo licenziabili. Su 700 lavoratori della Bluvia, che fa parte della Rfi (ndr. le ferrovie) 220 sono assunti così, o con contratti di 70 giorni all´anno. Ovviamente se non ti "comporti male"».

Sabato pomeriggio a Roma, per dire «Stop alla precarietà», c´era effettivamente una parte di Governo, come largamente anticipato nei giorni scorsi, c´erano molti politici e leader sindacali: dal viceministro degli Esteri, Patrizia Sentinelli, al segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano, dal numero Uno della Fiom Gianni Rinaldini, al presidente Arci, Paolo Beni. Ma soprattutto c´erano decine di migliaia di persone, un po´ di tutte le età, con storie simili a quella di Caterina, dei "lavoratori fantasma" dell´Azienda Ospedaliera romana o dei "lavoratori a viaggio" della Bluvia: secondo gli organizzatori, ma forse esagerano un po´, hanno partecipato al corteo almeno 200mila persone.

Nonostante le polemiche dei giorni scorsi e la paura che la manifestazione contro la precarietà potesse diventare una manifestazione contro il Governo, l´impressione è la gente che è scesa in piazza lo abbia fatto soprattutto per parlare di problemi concreti e chiedere risposte. «Quando c´era il governo di centrodestra era peggio – dice esplicitamente Caterina – negli ultimi 5 anni di governo Belrusconi il S.Andrea si è riempito di raccomandati. Ma proprio per questo adesso ci aspettiamo che qualcosa cambi davvero». «Dal governo di centro sinistra ci aspettiamo qualcosa di più – incalza Mariano della Bluvia – perchè questo dovrebbe essere un governo più vicino alla gente ai lavoratori. Però, per quanto ci riguarda, è già importante che abbiano tolto dalle priorità la costruzione del ponte. Per questo chiediamo qualcosa di preciso e concreto: che i soldi che Rfi aveva previsto per la compartecipazione alla costruzione del ponte siano riconvertiti sui traghetti».

Certamente, nel lungo e colorato corteo che si è partito da piazza del Repubblica per arrivare, lentamente, a piazza Navona, gli striscioni "duri" contro il governo ci sono. Anche se per lo più sono dei Cobas che, più o meno a metà del percorso, esibiscono un: «Damiano amico dei padroni, vattene». «Questa è certamente una manifestazione contro la precarietà e per rivendicare l´abrogazione della legge Moratti, della Bossi Fini e della Legge 30 – ci spiega Francesco Amodio, professore 58enne di Napoli che porta una delle (numerosissime anzi predominanti insieme a quelle del Prc) bandiere rosse dei Cobas – Ma quello che vogliamo dire oggi è anche che per i movimenti non esistono governi amici. Se certe cose le avesse fatte Berlusconi sarebbe venuto giù il mondo invece adesso... ». Ma non tutti sono d´accordo. Le voci nel corteo sono diverse e rappresentano un po´ tutte le sfumature, indipendentemente dalle appartenenze associative o militanze politiche. Marco, 18enne universitario di Trieste, iscritto a Rifondazione, è esplicito: «È una manifestazione contro la precarietà e contro la Finanziaria. Certo non si può dire che sia rimasto tutto uguale rispetto al governo Berlusconi, qualcosa è stato atto, ma se poi si mettono i ticket e si taglia ai Comuni, vuol dire che è cambiato poco». Giuseppe invece è iscritto al Pdci, è di Chieti, e porta uno striscione che recita: «Precari e tempo indeterminato». Però è molto più ottimista: «Non è una manifestazione per criticare il governo ma per incentivarlo. Per dire forza, coraggio, non siate timidi. Comunque per ora io sono soddisfatto di quello che stanno facendo».

Quello che certo è che la Finanziaria non trova molti sostenitori. «le polemiche pro o contro governo non ci interessano – dicono sicuri Delio Di Blasi e Giuseppe Tiano della Nidil Cgil di Cosenza (anche se la Cgil ha ritirato l´adesione alla manifestazione dopo le dichiarazioni anti Damiano dei Cobas, le bandiere e gli aderenti al sindacato non sono mancate) – Noi siamo venuti dalla Calabria per rappresentare gli 8mila lavoratori precari Lsu e Lpu (ndr. lavoratori socialmente utili) della Regione. Si tratta di lavoro in nero legalizzato e quindi chiediamo la riapertura delle assunzioni nel pubblico impiego e il rispetto degli impegni presi da questo governo di cui non c´è traccia in Finanziaria: l´assunzione stabilizzazione di 3mila lavoratori nel 2007».

«No alla precarietà Finanziaria: casa e reddito per tutti». C´è invece scritto su un altro striscione. «La precarietà non è solo quella lavorativa ma riguarda tutti gli aspetti della vita compresi quelli abitativi – ci dicono Elisabetta di Patti del centro Sociale ex carcere di Palermo e Giusi Lello del Comitato di Lotta per la casa 12 luglio – A Palermo dopo 25 giorni di occupazione della Cattedrale siamo riusciti ad ottenere un accordo con l´amministrazione per la riapertura delle liste di emergenza abitativa che consentivano la sistemazione temporanea di famiglie, che si trovavano letteralmente sulla strada, in abitazioni confiscate alla mafia. ma questo non basta. La situazione è drammatica. Nelle graduatorie per l´assegnazione delle case popolari sono iscritte 10mila famiglia. In due anni sono stati assegnati solo 30 alloggi. Per questo siamo qui: per dire no a una Finanziaria che non risolve questi problemi. E perché un governo di centrosinistra, da cui ovviamente ci aspettiamo di più che da uno di centrodestra, non ha fatto passare il decreto di proroga degli sfratti».

Alla fine, nonostante imbarazzi, divisioni, polemiche, gli organizzatori della manifestazione (dalla Fiom a Rifondazione comunista, dai Cobas all'Arci, ai movimenti sociali come Action) sintetizzano le richieste e lo spirito del corteo in un comunicato unitario in cui chiedono l´abrogazione delle tre leggi simbolo della politica per la precarietà del governo delle destre: legge 30, la legge Bossi-Fini, le leggi Moratti sulla scuola e l'università.

Pubblicato il: 04.11.06

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