Riuscita manifestazione di Cobas e associazioni per chiedere l'abrogazione della Biagi
"L'abuso del lavoro a tempo è la grande emergenza di questo Paese"
Striscioni e slogan contro la Finanziaria e il ministro del Lavoro Damiano
L'opposizione attacca: "Siamo al ridicolo, vuol dire che il governo non fa nulla"
ROMA - Duecentomila secondo i Cobas, 150 mila secondo l'Arci, molti di meno secondo la questura: ma fa poca differenza. I numeri del corteo contro il precariato destinati a far discutere sono altri. Si contano sulla punta delle dita e sono quelli degli esponenti di governo e maggioranza scesi in piazza oggi pomeriggio a Roma nella grande manifestazione convocata per chiedere l'abrogazione della legge Biagi, della Bossi-Fini e della riforma Moratti. "Un corteo pacifico contro il precariato - ha commentato da Bologna il presidente del Consiglio, Romano Prodi - non contro il governo".
La risposta, ha aggiunto Prodi, "è stata già data in anticipo, cioè abbiamo un impegno per ridurre il precariato, per utilizzarlo solo nelle situazioni in cui è assolutamente funzionale. Noi, il governo con il ministro Damiano, stiamo marciando in questa direzione. Non c'è nessun problema. Già la scorsa settimana - ha concluso - avevo commentato i progetti di manifestazioni della destra, dicendo che ognuno ha il diritto di manifestare".
A sfilare insieme a esponenti di Cobas, dell'associazionismo e di Fiom-Cgil c'erano infatti il segretario di Rifondazione Comunista Franco Giordano, il sottosegretario all'Economia Paolo Cento (Verdi), il viceministro degli Esteri Patrizia Sentinelli (anche lei del Prc), il parlamentare del Pdci Marco Rizzo, il presidente della commissione Cultura della Camera Pietro Folena (Prc), il sottosegretario allo Sviluppo economico Alfonso Gianni, il presidente del gruppo di Rifondazione al Senato Giovanni Russo Spena e la capogruppo di Verdi-Pdci al Senato Manuela Palermi.
"Questa manifestazione non è contro il governo, ma contro la precarietà", ha voluto chiarire Giordano. "Le manifestazioni - ha aggiunto - si fanno per raggiungere degli obiettivi, è giusto che ci sia una piazza che si muove anche quando c'è un governo di centrosinistra". Gli fa eco il sottosegretario Cento: "E' giusto che la piazza si muova anche con un governo di centrosinistra, io condivido la piattaforma e se si vuole una riforma vera degli ammortizzatori sociali bisogna introdurre il reddito sociale di cittadinanza".
Precisazioni che difficilmente, però, basteranno a placare la polemica. Il presidente dell'Arci Paolo Beni usa parole pacate. "La precarietà permanente per tanti giovani è un male davvero insostenibile, la grande emergenza di questo Paese, una minaccia per lo stesso principio di cittadinanza". Ma negli striscioni e gli slogan del corteo, da piazza della Repubblica a piazza Navona, uno dei bersagli preferiti è proprio il ministro del Lavoro Cesare Damiano. Invettive spesso dal sapore anni '70, come "No alla Finanziaria ammazza precari, Damiano amico dei padroni vattene".
"Si tratta di una manifestazione molto critica nei confronti del governo - ammette Manuela Palermi - vediamola come ci pare, ma così è. Bisogna correggere la Finanziaria e dare risposte a questa gente, si tratta di una condizione irrinunciabile". La senatrice ha spiegato che occorre "un segnale" e ha sostenuto che "costerebbe pochissimo assumere i 250 mila precari del pubblico impiego. Si tratta di posti fissi, di cui non si può fare a meno, e che oggi vengono rinnovati comunque e di continuo".
Ma se per chi ha partecipato al corteo pur avendo responsabilità di governo si stratta di una dialettica fisiologica, il ministro Damiano, nel mirino delle contestazioni, la vede diversamente: "E' perlomeno stravagante che alcuni esponenti del governo partecipino al corteo dei precari. Ogni manifestazione è legittima, io sono persona che va nella direzione del dialogo, della dialettica, ma - aggiunge - questo è un elemento di contraddizione che ovviamente va valutato".
Contraddizione nel quale l'opposizione affonda la lama della polemica. "Arrivare a dei sottosegretari in piazza significa che il governo non sta facendo nulla", incalza il leader di An Gianfranco Fini. "Con la manifestazione di oggi organizzata dai Cobas, alla quale hanno aderito anche diversi esponenti del governo e della maggioranza, il centrosinistra ha raggiunto il massimo del ridicolo", sostiene il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto.
"In Italia - insiste il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti - c'è una vecchia sinistra di piazza e di lotta, oppure una sinistra europea di governo? Agli osservatori stranieri questa sinistra di piazza Navona ha mostrato oggi il suo vero volto confuso, velleitario e confusionario che l'ha portata a formare, assieme a Prodi, il peggior governo del dopoguerra".
(4 novembre 2006)
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