12.11.06

10/11 Roma Tre, la protesta di studenti e ricercatori

I ragazzi dei collettivi chiedono un «Piano quinquennale e stabilità» (citando una canzone dei Cccp) Il rappresentante degli studenti vicino ad An improvvisa attacchi al governo. Il rettore: università in ebollizione

di Paolo Molinari

Per Guido Fabiani, rettore di Roma Tre, l'università italiana «è una pentola in ebollizione». Una pentola il cui borbottio ha raggiunto ieri, nell'aula magna della Facoltà di Economia, le dimensioni di un boato.
Studenti di destra e di sinistra, dapprima sfidandosi a suon di fischi e insulti, poi rivolgendosi direttamente alle istituzioni presenti sul palco e in platea, hanno interrotto più volte il discorso di inaugurazione dell'anno accademico letto dal rettore.
«Voglio un piano quinquennale, la stabilità», recitava lo striscione degli studenti dei collettivi, con riferimento ad una canzone dei Cccp, ma soprattutto allo stato di estrema precarietà che vive la ricerca e che non sembra destinato ad avere termine nel prossimo futuro: «La finanziaria attuale - ha detto Fabiani - pone sull’università interrogativi pesanti. L'atteggiamento esasperatamente critico degli studenti è la spia di una situazione che rischia di esplodere».
Le contestazioni cominciano dal quando sul palco sale Andrea Volpi, rappresentante degli studenti in senato accademico. Andrea è stato eletto tra i candidati di Alleanza Universitaria, lista vicina ad An.
«È la prima volta - dice - che uno studente di destra parla all'inaugurazione dell'anno accademico qui a Roma Tre». Un gesto di pacificazione del rettore dopo le dure contestazioni dell'anno scorso, quando agli studenti di An non fu concesso l'atrio della facoltà di Lettere per esporre la loro mostra sulle foibe.
Una pace durata lo spazio di tre cartelle dattiloscritte: lo studente mette via il discorso preparato e attacca con un comizio contro il governo, la sinistra e «questa finanziaria molto peggiore di quella dell'anno scorso».
Il rettore fa cenno che lo spazio disponibile è finito e che il ragazzo deve abbandonare il palco.
Parole alle quali il ministro non ha potuto controbattere perché assente: «Sarà impegnato a salvare l'università - azzarda Fabiani suscitando l'ilarità della platea -. Ma non sono ironico, badate bene. Il discorso non può riguardare solo Fabio Mussi che, lo sappiamo, su questo piano si sta battendo. Il discorso riguarda il Governo e le parti politiche che su di esso esercitano la loro pressione».

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