Si allontana la prospettiva di una sistemazione
Torna a far discutere l’annosa, per per molti versi penosa, situazione dei precari della scuola, tutti nessuno escluso, dal dirigente scolastico al bidello. Il Governo continua a promettere che immetterà in ruolo 170.000 precari, un quantitativo che comunque non basterebbe se non in minima parte a sopperire alle grandi difficoltà in cui versa la scuola italiana, anche in considerazione del fatto che in questa cifra sono previsti anche i posti del personale Ata(una miseria!).
I 150.000 posti per i docenti devono essere reali, e non solo sulla carta. E’ pertanto necessario riconsiderare la questione, partendo dalla conversione dei contratti dal 30/06 al 31/08. I corsi, ammesso che effettivamente inizino, come è stato recentemente annunciato, sono ancora una volta un chiaro esempio di come vadano, male peraltro, le cose in Italia.
Dopo aver subito tre screening volti ad accertare la reale possibilità da parte dei docenti di poter effettivamente fequentare i corsi per averne i requisiti, una nota dell’Ufficio Regionale della Lombardia annuncia che potrebbero esserci ulteriori verifiche, soprattutto per le classi 43/A e 50/A, materie letterarie e materie lettarie negli istituti tecnici e professionali, fatta salva la precedenza a chi non ha ancora un’abilitazione. Già, perché a maggio incombe la spada di Damocle delle graduatorie permanenti, che verranno aggiornate ufficialmente dopo due anni.
Ed è proprio qui che il groviglio dei problemi si fa sempre più stretto: nelle GP ci sono docenti che si devono accontentare delle nomine annuali ed altri che non aspettano altro se non il ruolo, motivo per cui ad esempio a Milano quest’anno per la prima volta sono sate esaurite le graduatorie di lettere, sia delle medie inferiori che della 50/A, per la prima volta dopo anni, in quanto molti preferiscono rimanere nella scuola paritaria dove sono da anni o accettare incarichi di supplenza (anche brevi) nella provincia di residenza perché aspettano solo l’immissione in ruolo.
In Lombardia il 40% dei precari non è in possesso di alcuna abilitazione, e sa che da una parte non è ancora ben chiaro se e quando i corsi abilitanti inizieranno, dall’altra si hanno ancor meno certezze sulla loro conclusione, prevedibile in non meno di due anni. Ed a quel punto una schiera di docenti precari verrebbe soppiantata da quanti hanno già concluso i corsi nelle proprie città, dove sono iniziati prima, e che per mancanza di posti si sono iscritti al Csa più conveniente.
Ecco che allora Iuniscuola ribadisce la necessità di approntare un albo regionale dei docenti per la piena e prioritaria sistemazione dei docenti già selezionati, in modo da evitare il caos burocratico, con i tragici balletti di inizio anno scolastico.
Pur comprendendo dunque i diritti da parte degli aspiranti docenti in graduatoria si insiste sulla necessità di un intervento radicale volto a risolvere la situazione creatasi, per poi riformare urgentemente il sistema di reclutamento dei precari, altrimenti non si risolve nulla, la scuola non funziona e tutto resta sempre come prima.
Basta con le offese e col negare diritti a chi ha già dato.
Leonardo Donofrio
Presidente IUniScuola
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