La manifestazione oggi a Roma, Unione divisa. Bertinotti: è utile
ROMA - Unione divisa sulla manifestazione contro il precariato. Alla vigilia del corteo che oggi sfilerà per le strade della capitale e nel giorno in cui i No Global guidati da Luca Casarini occupano il palazzo Ducale di Venezia contestando il ministro del Lavoro, Cesare Damiano (Ds), con striscioni certamente poco indulgenti ("stop alla finanziaria anti precari" e "ministro Damiano vergogna"), la maggioranza vive con imbarazzo la partecipazione di Rifondazione comunista, del Pdci, dei verdi e di quattro sottosegretari alla giornata contro il lavoro precario organizzata dalla Fiom, dai movimenti e dai Cobas.
A difendere la protesta e chi vi partecipa ci pensa Fausto Bertinotti per il quale la partecipazione in tutte le forme, compreso lo sciopero, è «utile» per la democrazia. «Quando di mestiere facevo il segretario di partito lo dicevo con nettezza: la lotta alla precarietà è un punto fondamentale per la costruzione della civiltà del lavoro» ricorda il presidente della Camera.
Il rischio che la manifestazione diventi contro il governo è reale e Francesco Rutelli non nasconde la sua preoccupazione. «Sconsiglierei polemiche e discussioni di giornata su un tema come quello del lavoro che è assolutamente cruciale» avverte il vicepremier per il quale ridurre la precarizzazione del lavoro «è uno dei punti» del programma del governo.
Sulla protesta interviene anche Massimo D'Alema che definisce il precariato un «problema serio» e ricorda che il governo ha messo a punto delle prime misure per affrontarlo.
«Questa finanziaria rende meno costoso assumere a tempo indeterminato e rende invece più costoso assumere in modo precario e si comincia così - precisa il ministro degli Esteri e vicepremier - ad affrontare una piaga che riguarda soprattutto tanti giovani».
I più preoccupati sono i centristi della Margherita. Pier Luigi Castagnetti auspica che la maggioranza «non perda pezzi» e boccia l'annunciata partecipazione di quattro sottosegretari (Rosa Rinaldi ed Alfonso Gianni di Rifondazione Comunista, Giampaolo Patta dei Comunisti italiani e Paolo Cento dei verdi) al corteo.
«Non possiamo far finta di non vedere che questo è un vulnus molto serio per la coesione della coalizione. E questo - ammette il vicepresidente della Camera - Ci preoccupa moltissimo».
A non essere affatto preoccupati di scendere in piazza pur stando al governo sono invece i leader della sinistra dell'Unione che condividono gli obiettivi della protesta: cancellare la legge 30, la Bossi-Fini e la riforma Moratti.
«Noi stiamo nel governo, nella maggioranza e continuiamo a pensare che sia giusto che vi sia una mobilitazione civile e sociale contro la precarietà che - precisa il capogruppo del Prc alla Camera, Gennaro Migliore - è un male assoluto dell'attuale sistema sociale».
La manifestazione alla quale parteciperanno i Cobas ma anche la corrente della Quercia guidata da Cesare Salvi e Franca Rame (Idv) ed altri parlamentari, non è contro il governo né contro la maggioranza ma contro la precarietà. Ad assicurarlo è il capogruppo dei verdi alla Camera, Angelo Bonelli, per il quale il corteo sarà un «sostegno» al programma di governo. «Scenderemo in piazza per il futuro dei giovani» aggiunge Manuela Palermi, capogruppo dei Verdi-Pdci al Senato.
Gabriele Rizzardi
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