31/10/2006
Richiamati in servizio da domani gli agenti precari il cui contratto era scaduto. Esclusa l’ultima assunta, scavalcata da una collega che aveva rinunciato
di MARCO SETACCIOLI
Rientreranno in servizio domani 20 vigili urbani il cui contratto era scaduto nelle scorse settimane.
Come promesso, infatti, dopo un breve periodo di interruzione, i 20 ultimi arrivati nel corpo della Polizia Municipale ritorneranno a circolare per le strade e ad alleviare la carenza di organico più volte sottolineata almeno per i prossimi sei mesi.
Tuttavia, la delibera messa a punto dall’assessore al Bilancio Pino Cascianelli, ha di fatto lasciato “a piedi” l’ultima assunta del gruppo, Ilaria Telesi.
La giovane, giunta ventiquattresima al concorso indetto dal Comune nel 2004 era infatti riuscita ad entrare ugualmente nel gruppo degli assunti, dopo che in 4 avevano rinunciato (due dei quali addirittura prima dell’inizio del corso di formazione, durato due mesi). In seguito, quindi, l’amministrazione aveva provveduto, come negli altri casi, a pagarle il corso e a comprare la costosissima divisa.
Ieri però l’amara sorpresa. La delibera di giunta approvata nei giorni scorsi impone infatti agli uffici di ricontattare tutti i componenti la graduatoria, inclusi i rinunciatari e dunque anche coloro che non hanno nemmeno seguito il corso di formazione. È quindi bastato un solo sì per far tornare la giovane vigilessa (peraltro già formata e dotata di divisa) al ventunesimo posto e tagliarla quindi fuori dalle nuove assunzioni, per far posto a chi nel 2004 scelse liberamente di farsi da parte.
Una situazione paradossale, se si pensa che solitamente i rinunciatari finiscono in fondo alle graduatorie e spesso vengono addirittura depennati dalle liste. Per non parlare per le spese che dovrà affrontare il Comune per un nuovo corso di formazione ed una nuova divisa.
Fermo restando che, una volta creato il precedente, il Pincio d’ora in avanti potrebbe trovarsi in simili situazioni con cadenza praticamente semestrale ed inventare così una nuova e più ‘‘cinica’’ forma di precarizzazione del lavoro.
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