2.11.06

4 novembre: in onda il cabaret!!!

Un contributo sul 4 novembre

Sabato 4 novembre non saremo a Roma per la manifestazione nazionale che chiede l’abolizione di tre leggi del governo Berlusconi, (legge Biagi sul lavoro, Bossi-Fini sull’immigrazione e Moratti sulla scuola) indetta, già dal lontano luglio, da un cartello di strutture che va dall’Arci alla conf. Cobas, passando da Prc e settori di Cgil. Non siamo soliti fare comunicati di non adesione ma pensiamo che il significato assunto da questa giornata necessiti del massimo di chiarezza. Crediamo, infatti, che fin dall’inizio questa mobilitazione portasse con se elementi di ambiguità e di divisione; elementi che con il passare del tempo sono emersi chiaramente. Che servisse più ad alcune strutture, attualmente al governo o “amiche del governo”, per rappresentarsi come paladini dei precari e principali artefici della lotta al precariato, mentre ne sono forse tra i principali coautori, grazie a tutti gli accordi firmati dal lontano 1993 in poi. Un’operazione di palazzo, portata avanti fino ad oggi esclusivamente da funzionariato politico e sindacale, che volutamente dimentica tutte le mobilitazioni da 6 anni a questa parte (mayday …), dove la parola ai precari non è mai stata realmente data; altrimenti avrebbero potuto ricordare che la finanziaria accentua il dramma della precarietà, prevede poche briciole per le assunzioni, che la Cgil ha appena firmato l’ennesimo accordo truffa con i call center, che i Cpt non saranno certo chiusi da Amato e così via. Ed è anche questo a nostro avviso il motivo per cui in piazza di precari ce ne saranno ben pochi, come la mancata adesione del Collettivo Precari Atesia, dei Chainworkers di Milano e, nella nostra città, del Cooordinamento Firenze Precaria, dimostra ampiamente.
Già convocare da luglio una manifestazione contro Berlusconi, mentre è in via d’approvazione la legge finanziaria del governo Prodi da bene, a nostro avviso, il senso di questa mobilitazione. Ma il teatrino della visibilità mediatica della rappresentanza ha fatto presto a mostrare la farsa: la farsa di organizzazioni che prima hanno definito unitaria, con sprezzo del ridicolo, una manifestazione che divideva e poi si sono addirittura sbranati tra loro con avvisi a pagamento sul Manifesto in cui ci si accusava a vicenda. Il collante, ormai logoro dell’anti-berlusconismo si è dissolto con una ridicola farsa appunto giocata però sulla pelle dei precari, dove qualcuno afferma che la finanziaria ammazza i precari e qualcun altro (Montagni sul Manifesto) che è un corteo di appoggio al programma dell’Unione e per “sconfiggere i Cobas”.
Beh, se è chiaro che adesso al governo Berlusconi non c’è e che una fase è chiusa, è finito il momento in cui tutto andava bene contro le destre. I “compagni di viaggio di ieri” al Governo, quella sinistra poco di lotta e tanto di governo, l'appoggio confederale alla Finanziaria, le generiche piattaforme contro la precarietà prive di una reale volontà di una scelta radicale in tal senso, i voti a favore delle missioni militari, tutto questo pone anche a noi come realtà di territorio, di aggregazione politica e sociale la domanda da dove ripartire se, all'interno di quella varietà di soggetti che ci attraversa ogni giorno, vogliamo ricominciare a dare un messaggio chiaro. La nostra collocazione oggi non può che essere a fianco del sindacalismo di base che cerca realmente, a partire dai posti di lavoro e con il coinvolgimento dei lavoratori, di mettere in discussione le basi stesse di un sistema ormai marcio, dove i sindacati si azzuffano con il governo non per dare di più ai lavoratori ma …per avere i TFR da introdurre nel mercato finanziario. Se questo è un sindacato…….Ed è per questo che a nostro parere lo sciopero generale del 17 novembre del sindacalismo di base deve essere un giorno da rilanciare e praticare.
Non ci interessa candidarci ad avere la nostra piccola quota di visibilità, non è mai stato il nostro obiettivo e di essere subordinati al quadro istituzionale non ne abbiamo voglia; ci sono circostanze in cui la chiarezza è ancor più necessaria.

Centro Popolare Autogestito Firenze sud

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