3.11.06

Manovra: pubblici accontentati, precari a mani vuote

Manovra: pubblici accontentati, precari a mani vuote
Scontro a sinistra. L’ala radicale sfilerà con i co.co.co. Fassino: «La loro protesta è strumentale»
3/11/2006
di a.ba.

Geografia degli atipici
ROMA. Gli statali stavano preparando le bandiere per lo sciopero generale. Ma probabilmente le riporranno. Il governo promette di mantenere gli impegni presi sul rinnovo del contratto 2006-2007. Dal cantiere di una Finanziaria che tenta di accontentare tutti per ora restano fuori giovani e anziani. O meglio, i più sfortunati di loro. Chi guadagna così poco da non ricevere alcun vantaggio dalla riforma delle aliquote Irpef. Dopo la manifestazione di lunedì scorso dei pensionati, sabato sarà la volta dei precari. Con lo slogan «stop alla precarietà ora» arriveranno a Roma da tutta Italia iscritti alle Acli, Fiom, Cobas e alla componente «Cambiare rotta» della Cgil. Gli organizzatori si aspettano adesioni alte. Solo il Piemonte conta di mobilitare duemila persone per le quali sarà a disposizione anche un treno speciale. Con loro sfileranno i Verdi, Rifondazione Comunista e l’ala sinistra dei Ds guidata da Cesare Salvi. «Non è una manifestazione contro il governo», precisano Salvi e il Verde Angelo Bonelli. Ma nella maggioranza la loro adesione alla protesta non piace granché, risponde da Berlino il leader della Quercia Piero Fassino. «La protesta della sinistra radicale è infondata e strumentale».

Per trovare soluzioni a favore di chi resta ai margini del mercato del lavoro - dalle regole che lo governano all’introduzione di un sistema di ammortizzatori sociali - il governo chiede tempo. Più semplice è disinnescare la protesta degli statali che rivendicano il rinnovo del biennio contrattuale. Ieri mattina le confederazioni del pubblico impiego avevano avviato le procedure per la proclamazione dello sciopero in tutti i settori. Dalla scuola alle agenzie fiscali. Poi il ministro della Funzione Pubblica Luigi Nicolais ha garantito il rispetto degli accordi già presi con i sindacati. Ai piani alti di Cgil, Cisl e Uil si era sparso il sospetto che il governo - e in particolare il Tesoro - volesse far saltare il rinnovo per dirottare altrove le risorse. Oggetto del contendere un emendamento (rimasto fino a ieri nel cassetto) di Nicolais che prevedeva l’impegno ad accelerare i tempi per l’erogazione degli aumenti entro quaranta giorni dalla firma. Governo e sindacati avevano già trovato un accordo di massima su tempi ed entità degli aumenti: 1,1 miliardi nel 2007, altri 2,2 miliardi con la Finanziaria per il 2008. Secondo quanto riportano fonti sindacali, al compromesso - al quale avrebbe lavorato il sottosegretario Enrico Letta - avevano posto obiezioni tecniche sia la Ragioneria che il sottosegretario al Tesoro (e uomo di fiducia del ministro Padoa-Schioppa) Nicola Sartor. Obiezioni a quanto pare superate: «Siamo convinti che l’emendamento scongiurerà lo sciopero», ha fatto sapere ieri sera lo stesso Sartor.

I vertici confederali di categoria restano guardinghi. «Aspettiamo di vedere approvata la norma», dice subito dopo il segretario confederale Cgil Carlo Podda. Al di là della schiarita sui contratti, per il pubblico impiego ammainare la bandiera dello sciopero non è facile. La Finanziaria infatti non mette in discussione solo l’entità dell’aumento salariale (e che sarà comunque di molto inferiore ai circa cinque miliardi concessi dal governo Berlusconi). Sono in fibrillazione il personale del ministero dell’Economia, delle Prefetture, delle Province (tutti interessati da piani di riorganizzazione), il mondo della scuola - che chiede alla maggioranza di fare marcia indietro sui tagli all’organico - e quello degli enti locali, che vedrà ridotti i trasferimenti. I più preoccupati di tutti, nella scuola e non solo, sono i precari. I quali temono di essere i primi a pagare il prezzo dei tagli. Ieri i sindacati di base (i più rappresentativi fra di loro) contestavano al governo di «non voler trovare una soluzione definitiva» al problema. «I rappresentanti della funzione pubblica hanno reso noto che i precari stabilizzati nel 2007 saranno circa mille in più dei settemila previsti dalla Finanziaria Berlusconi. L’unica novità è un emendamento proposto che vorrebbe trasformare alcune tipologie di precariato - di collaborazione coordinata e continuativa - in contratti a tempo determinato. Da precari a precari».

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