31.3.06

Saiwa: è più buono il biscotto non precario (il Manifesto)

SAIWA, E' PIU' BUONO IL BISCOTTO NON PRECARIO

Accordo all'interno dell'azienda (400 dipendenti, gruppo Danone). Dopo una lunga vertenza ha accettato di regolarizzare, con contratti a tempo indeterminato, 40 lavoratori precari. Intesa anche sulla professionalità (abolito di fatto il 5° livello)


E' un accordo per certi versi 'storico'. E non a caso le rsu lo raccontano con orgoglio. Anche perché non è stata certo una passeggiata. Ma alla fine la Saiwa, (che fa parte del gruppo multinazionale Danone) ha accettato la trattativa e soprattutto ha accolto alcune richieste importanti delle rsu. In concreto, l'accordo ha permesso l'assunzione a tempo indeterminato di venti lavoratori interinali presenti in azienda, più la trasformazione a tempo indeterminato degli ultimi otto contratti a tempo. Aggiunti ad un'altra decina di posizioni, in totale vengono stabilizzate circa quaranta posizioni. Non solo, l'accordo prevede anche un capitolo professionalità.

«Un'altra chicca - dice Anna Poggio, della Flai Cgil - perché il nuovo sistema di professionalità prevede livelli crescenti in funzione dell'esperienza e delle competenze maturate. Per tutti inoltre il passaggio al 4° livello avverrà dopo sei mesi anche non continuativi. In altre parole aggiunge Poggio - viene eliminato il 5° livello questo è il giusto riconoscimento anche a quei lavoratori, quasi tutte donne, impegnate nel confezionamento e sempre confinate al livello più basso». Infine, l'accordo sulla professionalità riguarda sia i lavoratori a tempo indeterminato che quelli interinali. Quella della Saiwa, stabilimento di Capriata (unico stabilimento rimasto per la storica produttrice di biscotti e patatine), una vicenda importante perché ha visto una lotta compatta dei quattrocento dipendenti, molti dei quali interinali e quindi più ricattabili e meno propensi a scioperare. Invece, complice anche l'alta sindacalizzazione dell'azienda, le battaglie sono state sempre unitarie.

«A gennaio 2005 - racconta Anna Poggio - l'azienda ha dichiarato di non voler confermare un terzo dei contratti a tempo determinato con scadenza dicembre 2005. E questo - aggiunge - nonostante si trattasse di personale presente in azienda da più di tre anni, prima come interinale e poi assunto con contratto a tempo determinato di due anni». Gli scioperi per l'occupazione, come sottolineano le rsu, sono iniziati subito. A marzo dell'anno scorso. Si chiede la conferma dei contratti a tempo determinato, anche perché «in azienda - dice Mario Grosso, delegato Flai Cgil - un terzo dei lavoratori sono precari».

E giovani: un censimento svolto dal sindacato rivela infatti che più del 50% dei lavoratori ha meno di trent'anni. Ci sono attimi di tensione, nella vertenza lunga un anno. Come quando l'azienda, a maggio, non conferma il primo contratto a tempo determinato e vuole cambiare mansione ad un lavoratore della Cgil. Immediata la risposta, con la proclamazione di uno sciopero ad oltranza. I lavoratori stanno davanti ai cancelli e la situazione si sblocca dopo 23 ore di sciopero con un accordo che vede il ritiro dei provvedimenti lasciando ancora aperta la strada per la conferma dei precari. I momenti di tensione non sono finiti. A giugno infatti l'azienda, al tavolo delle trattative, riesce a dividere i sindacati e dopo assemblee molto tese ed un confuso referendum voluto dalla Cisl «si arriva ad un accordo separato. La Flai Cgil - dice Anna Poggio - non poteva firmare un accordo che nei fatti prevedeva un ulteriore aumento del lavoro interinale a fronte di un accordo solo salariale su sabati lavorativi che non ha mai avuto una giusta applicazione».

La trattativa è ancora lunga. Dopo le ferie la situazione in fabbrica rimane tesa. A novembre però si firma un primo accordo per il reparto magazzino che prevede sei assunzioni stabili (un interinale e cinque ex a tempo determinato). Le elezioni delle rsu confermano il primato della Cgil, che ottiene il 48,5% dei consensi. Il 2006 non si apre bene. Un mese fa infatti, dopo una forte nevicata, l'azienda non rispetta quanto concordato sugli orari con le rsu. Sciopero immediato. I vertici della Saiwa capiscono che è meglio arretrare. E si arriva a qualche giorno fa, con la sigla del triplice accordo. Oltre alla stabilizzazione dei quaranta lavoratori e alla professionalità viene anche trovata un'intesa sui sabati lavorativi in flessibilità. Per ogni sabato di sei ore lavorato, il lavoratore accantonerà otto ore di recupero. E non è ancora finita. Perché adesso i lavoratori vogliono definire i numeri ed i criteri delle assunzioni part time e stagionali, gli organici e l'organizzazione dei reparti.

Il Manifesto, 31 marzo 2006

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