30.3.06

Lavoro: agli studenti piace fisso

Lavoro: agli studenti piace fisso
Secondo un'indagine del mensile"Campus"

Meglio un posto fisso, sicuro, con uno stipendio magari non proprio esaltante, rispetto a un lavoro interessante ma a rischio, a una carriera dinamica ma densa di incognite. Altro che flessibilità e adattabilità: tra i giovani resiste il mito del posto sicuro, possibilmente a orario fisso e "da ufficio" che garantisce a fine mese lo stipendio. E' questo il risultato di un'indagine realizzata dal mensile "Campus" in occasione del Salone dello Studente - Campus Orienta di Firenze.

Insomma, la legge Biagi resta ancora "sulla carta" e gli universitari italiani direbbero volentieri no a stage, lavoro a tempo determinato, contratti a progetto e "co.co.pro." L'indagine è stata realizzata intervistando un campione di oltre mille universitari, maschi e femmine, di età compresa tra i 18 e i 25 anni. E, dai risultati risulta che ben sei giovani su dieci hanno il mito del posto fisso: per raggiungerlo sarebbero disposti a rinunciare anche al lavoro dei loro sogni o a una retribuzione particolarmente alta. E infatti a flessibilità, dinamicità, intraprendenza i giovani preferiscono sicurezza, stabilità, tranquillità, ma anche e soprattutto comodità. Insomma, lavorare stanca, e per gli under 25 oggi è meglio un anno da disoccupato che tre mesi da stagista. Uno stipendio sicuro, orari fissi e poche responsabilità sono preferibili rispetto all'ipotesi di sgobbare tutta la vita rischiando magari di non raggiungere il successo sperato.

Oltre un ragazzo su due (il 54%) è infatti convinto che gli atenei italiani non preparino adeguatamente per entrare nel modo migliore nel mondo del lavoro. Tuttavia sembra anche che i ragazzi non vogliano più sentir parlare di apprendistato o di lavori precari in attesa di imparare un mestiere. E così sei su dieci (64%) mettono in conto di dover aspettare almeno n anno per trovare un lavoro degno delle loro aspirazioni. Che per quasi sette giovani su dieci significa soprattutto un "posto fisso".

Gli studenti ritengono che le aziende ai giovani, neo-laureati compresi, dovrebbero offrire soprattutto garanzie di sicurezza e stabilità (31%) e una equa retribuzione (22%), più che una formazione adeguata (16%) o un periodo in cui fare esperienza (14%) per poi scegliere quale carriera intraprendere. Un dato confermato anche dal fatto che soltanto l'8% pensa soprattutto a un'occupazione davvero gratificante o a un ambiente in cui crescere e migliorare assumendosi responsabilità sempre più importanti (4%).

Risulta che tra i giovani non ancora laureati lo stage e i periodi di prova, così diffusi ormai per "introdurre" negli ambienti di lavoro, non siano molto graditi. Per uno studente su tre (31%) lo stage dovrebbe essere prerogativa soltanto di chi ha conseguito una laurea breve, in pratica in sostituzione del biennio di specializzazione, mentre il 24% ritengono più formativo frequentare un master, e un periodo in azienda consisterebbe in sostanza di una alternativa ai corsi di specializzazione post laurea.

Soltanto 16 su cento ritengono che un periodo da stagista sia comunque molto importante per imparare un mestiere, mentre il 18% bocciano in toto il sistema dello stage. Che in ogni caso, per sette ragazzi su dieci (68%) non dovrebbe mai essere gratuito, ma ben retribuito. Quanto? Almeno 500 euro al mese per il 36%. Un universitario su tre (30%) non accetterebbe mai per meno di 800 o mille euro al mese. Insomma, un vero e proprio stipendio.

Solo un ragazzo su cinque (19%) dice di essere disposto a lavorare gratis per un breve periodo pur di trovare un impiego. E allo stesso modo, il 24% accetterebbero un contratto a tempo determinato o part-time solo come prima occupazione, sempre che vi sia la conferma assicurata, e a tempo indeterminato, alla scadenza del contratto (22%). Soltanto il 15% accetterebbero di sicuro pur di lavorare. In ogni caso, secondo i giovani stage e contratti a progetto non dovrebbero superare i tre mesi (42%), o al massimo i sei (il 18%), ma c'è anche chi ritiene che un mese sia sufficiente (21%).

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