16.3.06

Emilia Romagna, futuro nero per i co.co.co.

Il 28 marzo protesta sotto le “torri” di Kenzo Tange

Benedetta Aledda
Un numero imprecisato di lavoratori a tempo determinato della Regione Emilia-Romagna rischia di non avere la conferma del contratto. La denuncia viene dal Coordinamento dei lavoratori atipici della Regione Emilia-Romagna. La riconferma, del resto, era il senso anche dell'accordo firmato il 13 febbraio scorso tra l’ente pubblico e i sindacati confederali. Due giorni dopo, però, una nota della direzione del personale - su cui Rifondazione ha presentato un’interpellanza in Consiglio - congelava l’iter e limitava le richieste di proroga ai contratti in scadenza a marzo 2006. Il rischio è che ad aprile i contratti in scadenza - una quindicina - non vengano rinnovati, anche quelli di 9 mesi che finora erano stati prorogati in automatico. E la situazione potrebbe ripetersi allo scadere di altri contratti nei mesi successivi.

Lunedì, in Commissione Bilancio, si è parlato della stabilizzazione di 150 precari. «Pura propaganda», commenta Massimo Betti, coordinatore delle RdB, riunite ieri in congresso regionale a Bologna, e spiega: «Le 150 persone che saranno assunte entro il 2008 sono interne alle graduatorie di concorso pubblico; tra queste ci sono appena 91 dei 400 precari della Regione, a cui se ne aggiungono altri 200 impiegati dagli enti collegati». In realtà saranno soltanto 30 i lavoratori che vedranno il proprio contratto atipico trasformato in un tempo indeterminato in base alla graduatoria del 2005 per titoli o per concorso. Di questi, solo 3 sono collaboratori.

Non ci sono dati ufficiali sul numero di co. co. co. impiegati in Regione: «L’amministrazione parla di 30, ma secondo noi sono qualche centinaio», dice Cristina Karadole del Coordinamento. Proprio sui co. co. co. le R. d. B. prevedono di non chiudere la trattativa in corso, perché, sostengono, la Regione non li riconosce come tali, e li considera invece veri e propri consulenti, ai quali non spetterebbero né diritti sindacali né ferie.

Tramite una mailing list, gli atipici si sono contati: sono 600 su un totale di 3.000 lavoratori e hanno le forme contrattuali più disparate, anche borse di studio e interinali. Un ordine del giorno sul precariato è stato sottoscritto dai Verdi, da Rifondazione e dai Comunisti italiani, ma se ne discuterà solo nella seduta rinviata dopo le elezioni.

Il 28 marzo, intanto, tutti a manifestare sotto le torri di Kenzo Tange.

Intanto, la Regione Emilia-Romagna si appresta a ricorrere alla Consulta contro il taglio delle spese per il personale per i prossimi tre anni.

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