Pubblico impiego
Precario da otto anni. Assunto nel ’98, prima come lavoratore socialmente utile e poi, dal 2001, con un contratto di lavoro a tempo determinato, rinnovato da allora di anno in anno. Alberto Pisacane è delegato sindacale per la Funzione pubblica presso l’Agenzia del territorio di Napoli, che dipende direttamente dal ministero delle Finanze. Quarantadue anni, una moglie (precaria anche lei) che lavora nella scuola, due figli e un contratto in scadenza il prossimo 31 dicembre, per Alberto il futuro è un’incognita. Sono quasi un’ottantina i lavoratori che, come lui, vivono la medesima situazione d’insicurezza all’Agenzia del territorio del capoluogo campano. Tecnici geometri per lo più, tutti assunti come Lsu otto anni fa con il compito d’aggiornare la banca dati dell’agenzia. Spiega Alberto che la carenza d’organico fa sì che spesso, lui e i suoi colleghi, siano chiamati a svolgere mansioni ordinarie, sportelli, front office e via dicendo.
Insomma, lavoratori a pieno regime, ma senza il diritto di progettare il proprio futuro. “Sì, perché quando sei precario non puoi nemmeno pensare di comprarti una casa, non hai nessun tipo di sicurezza, e poi gli stipendi sono quello che sono, si sa”. Racconta ancora Alberto che, tra i vari enti, agenzie, sanità, beni culturali e giustizia, ci sono in Italia diverse migliaia di precari. Tutti sulla stessa barca.
Il contratto scadrà alla fine dell’anno, ma desta preoccupazione, tra i non garantiti dell’Agenzia del territorio di Napoli, anche il frequente parlare di un possibile concorso finalizzato alla stabilizzazione di alcuni. “E come non potrei essere preoccupato – argomenta Alberto –: il concorso non ci dà alcuna garanzia”. “Prima di essere assunti siamo stati formati e quello che ci viene detto ora è che potremmo risultare non vincitori di un concorso? Non parlo solo a nome mio – chiarisce Alberto –, ma di migliaia di precari che versano nella mia stessa condizione”. Con la Finanziaria di quest’anno, il governo autorizza gli enti a stabilizzare con contratti a tempo indeterminato 7.000 precari e a questo scopo stanzia delle risorse. Eppure a loro, ai lavoratori dell’Agenzia del territorio di Napoli, non è dato sapere se – ed eventualmente quanti di loro – rientreranno nel novero dei neoassunti. Hanno investito anni in questo lavoro e ora rivendicano il diritto ad avere un po’ di sicurezza. Chiedono troppo?
(www.rassegna.it, Rassegna sindacale, n. 11, marzo 2006)
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