30.3.06

Le Schifezze di DelTurco [1a Puntata]

FRANCAVILLA. Un bando “bizzarro” che prevede uno stipendio inferiore al minimo sindacale e dei requisiti non proprio “popolari”. In sindacato insorge.

Ha già creato scalpore e malumore, soprattutto per coloro che vorrebbero parteciparvi.
E così la Cgil scrive una lettera all’assessore Betty Mura e chiede di rivedere
alcuni “particolari” del bando pubblico per l’assegnazione dei servizi di
assistenza domiciliare integrata (leggi
il bando) pubblicato dall’Ambito Territoriale Sociale n.29 “Foro Alento”.
Si cercano operatori sociali qualificati ma l’importo orario indicato è di 12 euro, «assolutamente incongruente», dichiara il segretario Franco Leone, «rispetto all’applicazione del contratto nazionale del lavoro delle cooperative sociali».
Infatti, lo stipendio per le figure di operatori richieste nel bando è per i contratti nazionali collettivi superiore, come dire che il bando pubblico non rispetta nemmeno il “minimo sindacale”.
Una gaffe nonda poco visto che l’amministrazione pubblica dovrebbe essere la prima a rispettare tali tariffe e a non incentivare situazioni di fastidioso sfruttamento del lavoro.
Per l’assistenza domiciliare il contratto nazionale prevede 13,98 euro all’ora (3° livello), per gli operatori di assistenza domiciliare minori e centro diurno anziani 15,03 euro (4° livello) e per il Coordinatore Assistente Sociale, (figura non considerata nel bando, ma per la Cgil necessario per «l’ottimale gestione del servizio») 16,82 euro (6° livello).
«Se aggiungiamo», continua Leone, «che uno dei criteri di valutazione, ai fini dell’aggiudicazione, è l’offerta di ribasso sull’importo orario a base d’asta, i calcoli vengono presto fatti. E’ insopportabile», spiega a gran voce il sindacato, «l’idea che l' Amministrazione pubblica prosegua nella sua azione negativa di ampliamento del fenomeno del “Lavoro nero” e che una risposta concreta deve essere data a quanto già denunciato dalla Cgil nel suo Congresso Regionale».
I Progetti e i bandi, sono frutto di finanziamenti partecipati dalla Regione Abruzzo, «la quale è tenuta», sottolinea Leone, «unitamente agli enti aggiudicatori, nella predisposizione delle gare di appalto, a valutare che il valore economico sia adeguato e sufficiente rispetto al costo del lavoro, come determinato dal Ministero del Lavoro e dai rispettivi contratti collettivi di lavoro».
Sarebbe inoltre «inquietante» un altro dei passaggi dal bando in questione ovvero «la previsione del possesso della sede operativa nell’Ambito Territoriale Sociale Foro Alento, come requisito per l’ammissione alla gara».
Il sindacato considera questa come una «evidente violazione dei principi della libera concorrenza sanciti dall’ordinamento nazionale e comunitario».
Quanti interessati potrebbero avere a disposizione già una sede per il progetto?
Difficile dare una risposta ma c’è da scommetterci: questo bando non andrà deserto.
La Cgil invita ad una verifica attenta del bando e a «prendere provvedimenti».

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