28.3.06

Bologna: occupazione stabilimento Arena

L'Arena è stata comprata qualche tempo fa da un gruppo finanziario fortemente indebitato, finendo vittima di un grosso affare speculativo.
L'impresa aveva una posizione di punta in alcuni settori dell'alimentazione, dai geleati alle pizze, oltre ovviamente al comparto avicolo. La strategia della neo-proprietà è stata parcellizzare e segmentare i comparti, per poi venderli separatamente, tirare su liquidità e pagarsi parte dei debiti.
Sin dall'inizio quindi lo scopo era fare cassa e non mantenere in floridità il gruppo.
Per quanto riguarda il settore avicolo, Arena consta di 3 stabilimenti (uno nelle Marche, uno in Molise e uno a Gatteo in provincia di Forlì-Cesena). Quello di Gatteo è il più appetibile per la vendita. Causa la crisi inaspettata dovuta all'influenza aviaria il mercato del pollame è colato a picco. Dal momento che esistevano gia piani per la liquidazione di Gatteo la proprietà si è mossa in tal senso con più decisione. Ha mentito più volte al personale, sull'intenzione di salvare i posti di lavoro. Ha chiesto sacrifici e lo spostamento delle spedizioni in altra sede per ridurre le spese. Gli operai hanno concesso per poi trovarsi fregati e con la lettera che annunciava la chiusura.
La situazione è drammatica. Buona parte delle Famiglie della zona ha un reddito (e a volte 2) legato alle sorti dell'Arena. 600 persone stanno perdendo il lavoro.
Alla ditta si è proposto di tutto, ma nulla è stato accettato, nemmeno la rotazione della produzione e della cassa integrazione tra i tre stabilimenti italiani. La linea di lavorazione dei tacchini avrebbe ancora la possibilità di lavorare per almeno 3 mesi, ma è stata chiusa anche quella.
Al momento l'occupazione continua con 50 operai sempre presenti la notte e un numero molto maggiore di giorno. I comuni della zona si stanno tutti mobilitando per risolvere la crisi, ed oggi pomeriggio è previsto un tavolo istituzionale.
Il rischio di sgombero, dopo essere stato ventilato e sottolineato da 2 camionette di celerini l'altro ieri, è rientrato. Ma la paura resta. Molti lavoratori sono immigrati, e rischiano gravi ritorsioni sul permesso di soggiorno se la situazione precipita. in fine ci sono 15.000 euro in pollame che stanno marcendo sulle linee ferme da giorni. I lavoratori si sono offerti di lavorare gratis la carne e di congelarla nelle celle. La proprietà non concede il permesso a entrare nello stabilimento (l'occupazione è nel cortile, dove si dorme anche) proponendo solo di mandare i camion a prendere la merce e portarla altrove. Ma questo decreterebbe la fine per gli operai e per la protesta. Il passo successivo sarebbe inevitabilmente la chiusura, non avendo più la ditta alcun interessa nella fabbrica. Il pollame in via di marcescenza è una spada di Damocle costante. Lasciarlo sulla linea a infradiciarsi porterà presto la Ausl locale a mettere i sigilli allo stabilimento, decretando la quarantena per il ripristino dalla salubrità e ugualmente stroncando la protesta. Su questa impasse sembra contare la direzione. Al tavolo istituzionale la delegazione degli operai cercherà di risolvere quanto prima il problema.



Tensione nella notte ad Arena occupata
GATTEO - Tensione nella notte scorsa all'interno dello stabilimento Arena di S. Angelo, occupato dai lavoratori. Era stato pianificato un blitz per uno sgombero forzato. I rappresentanti sindacali hanno sollecitato un intervento del sindaco di Gatteo, Tiziano Gasperoni. Arrivato sul posto, ha contattato i manager del gruppo avicolo, convicendoli a lasciar perdere. Gli operai si erano barricati ed erano pronti a resistere con decisione. Questa mattina nel piazzale dello stabilimento è proseguito il raduno dei dipendenti, davanti alle telecamere della Rai. Sono arrivati anche vari sindaci del Rubicone per esprimere la loro solidarietà: oltre a Gasperoni, c'erano Elena Battistini (Savignano), Gianfranco Miro Gori (San Mauro Pascoli) e Iader Garavina (Gambettola). In queste ore è in programma un incontro tra i rappresentanti di categoria di Cgil, Cisl e Uil e i segretari provinciali per cercare una via d'uscita. Nel pomeriggio, invece, riunione per definire le modalità d'erogazione della cassa integrazione.
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