31.10.06

Un precario fortunato!

(29 ottobre 2006)

Ebbene si, sono un lavoratore precario fortunato perchè nel 2006 ho guadagnato 9500 lorde e forse con altri tre o quattro lavori precari a fine anno arrivo a 13.500 euro lordi: sono fortunato e ringrazio riconoscente questa Italia perchè guadagno quasi come un ristoratore italiano, più di un taxista italiano, e se prendessi altri 20 lavori precari arriverò a guadagnare quanto un gioielliere italiano.

Esattamente dal quel giorno di novembre del 2001 in cui mi sono laureato in Scienze Biologiche con 110 e lode (laurea quinquennale, vecchio ordinamento con alcuni esami Erasmus sostenuti in lingua all'estero ) sono un precario.

Ho 30 anni, conosco due lingue, francese e inglese con conoscenza Word, Excel, Access, Explorer, Front Page, Power Point, M.V.S.P. (Multi-Variate Statistical Package v.3.12e ed ESRI ArcView-GIS e discreta conoscenza del linguaggio HTML e delle tecniche di realizzazione di siti web.

Non parliamo dell’ università italiana: mi limito a dire che è una università gerontofila e dedita a coltivare la genealogia delle “baronie”.

In questi anni non ho aspettato che il lavoro mi venisse incontro: non ho fatto il calciatore, né il muratore, né il portaborse, ho fatto l’impiegato co.coc.co in un ente del parastato, ho fatto l’autista-operaio come co.co.co., ho fatto il servizio civile in un comune, ho fatto tre anni esatti di contratto a tempo determinato in un ente pubblico regionale in quanto primo in graduatoria di un concorso pubblico, ho fatto consulenze scientifiche per il Ministero dell'Ambiente e enti vari e lavori informatici.
Ho delle pubblicazioni in campo scientifico.

Scaduto il contratto a tempo determinato e non più rinnovabile mi sono iscritto nelle liste dei disoccupati.
Ho fatto lavori vari definiti "prestazioni occasionali di lavoro autonomo" e adesso per lavorare all'interno di una pubblica amministrazione sono obbligato ad aprire la partita iva all'Agenzia delle entrate optando per l'assistenza fiscale.

Ma che cosa vuole da me questa Italia?!.
E’ da cinque anni che sto facendo un “percorso di guerra”di cui non vedo ancora la fine.
Qui in Italia noi precari siamo come i dannati della terra senza futuro e dobbiamo in alcuni casi persino nascondere la laurea perché la stessa infastidisce alcuni e ostacola mentre si regalano e si facilitano esami universitari ai dipendenti di certe amministrazioni convenzionate con certe università.
Qui in Italia essere flessibile vuol dire essere disponibile a tutti gli sfruttamenti, a tutti i ricatti di orario, vuol dire adattabile, essere utilizzato da operaio, da impiegato a laureato.

Questa è la flessibilità inaugurata da Treu, accentuata dal governo di Berlusconi e incancrenitasi con le finanziarie berlusconiane e la legge 30.

La mia ragazza è laureata anche lei in Scienze Biologiche con 110 e lode e stampa nel 2001, laurea scientifica 2001 menzionata dall'Unione Industriale, master in bioinformatica, postdoc, conoscenza di inglese e francese, pubblicazioni varie e attualmente con borsa di ricerca per un anno ancora presso l’università: sei anni di ricerche sul DNA.
Risultato? precaria anche lei.
Non riusciamo a programmare il nostro futuro.
Non siamo calciatori, non siamo idraulici o fabbri, non siamo taxisti e non siamo extracomunitari e purtroppo siamo cresciuti in Italia colpevolmente studiando fisica, matematica, chimica organica, biologia ovvero insegnamenti dai quali in Italia, considerando le inesistenti opportunità di lavoro, giustamente si scappa.

Noi precari siamo veramente tanti ma siamo invisibili: pare che nella pubblica amministrazione (ricerca, università, scuola, enti territoriali ecc.) sono 350.000 i precari e ovviamente molti di noi non sono figli di parlamentari o di giornalisti o di industriali, di dirigenti industriali o di docenti universitari..

Non siamo rappresentati a livello sindacale fatta eccezione per quei precari delle grosse amministrazioni.
Vi sono precari co.co.co. (adesso co.co.pro) da oltre 10 anni.

Adesso basta! Le testimonianze, i dibattiti, i fiumi di parole sul lavoro precario non sono serviti a invertire l'aumento dei lavoratori precari.

O cambia qualcosa oppure tolgo al sistema-Italia il fastidio di vivere in Italia emigrando e lasciando così spazio a quei poveri extracomunitari cinesi, indiani, marocchini e rumeni tanto richiesti dal mercato e agli autonomi poveri.

Questo nuovo governo deve porre all’ordine del giorno il lavoro precario e dare un segnale di cambiamento anche graduale viceversa la protesta assumerà forme più incisive o in caso di ricorso alle urne il centrosinistra avrà un notevole assenteismo non solo da parte dei giovani precari delusi ma anche dei loro genitori e se ci pensate sono tanti, ma tanti voti.

E oggi su "Repubblica" leggo l'articolo a pag.4 sull'evasione e mi scopro improvvisamente più ricco di certi affiliati a corporazioni medievali che minacciano manifestazioni contro la finanziaria: noi precari dobbiamo essere flessibili al mercato globale, noi precari dobbiamo essere "moderni" , loro, gli "apolitici", manifestano contro la finanziaria ma in realtà manifestano contro qualsiasi concezione di Stato.
Viva l'Italia!

Enrico, uno dei tanti precari fortunati

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' uno scandalo! La società non utilizza al meglio le potenzialità professionali di una generazione. Il problema del precariato deve essere prioriatario per questo governo.