(10 ottobre 2006)
Cronaca di un bluff. La tanto attesa stabilizzazione per i precari Asu (attività socialmente utili) e Puc (progetti di utilità collettiva) che prestano servizio negli enti locali siciliani diventa un miraggio lontano e irraggiungibile. La legge regionale n° 16 del 14 aprile 2006, seguita da due circolari attuative (le n° 70 e 71), non trova attuazione nonostante i tempi in essa stabiliti – il 1° luglio 2006 per la stipula di contratti a 24 ore settimanali per gli Asu e l’adeguamento dell’orario di lavoro, da 18 a 24 ore ore, per i Puc – siano abbondantemente trascorsi. «Si tratta di una legge già finanziata», dice Orazio Calì dell’esecutivo nazionale dello Slai Cobas. «Non si capisce - aggiunge Calì – il motivo di questo ritardo a meno che non si voglia continuare a prenderci in giro portando avanti una beffa pre - elettorale».
I precari dallo scorso mese di luglio chiedono di incontrare il presidente della regione Salvatore Cuffaro e l’assessore regionale al lavoro Pippo Scalia, ma invano. «Non ci degnano neanche di darci un appuntamento. – dice il coordinatore regionale dello Slai Cobas Salvo Scuderi - Ma perché questi dinieghi. Forse hanno paura di incontrarci perché non sanno come giustificarsi?». Che il ritardo nell’attuazione della legge sulla stabilizzazione non sia più in alcun modo scusabile lo conferma anche l’avvenuta trasmissione alla regione, un paio di settimane fa, delle graduatorie stilate dagli uffici provinciali del lavoro. Ad aggravare ancor di più il clima di beffa l’approvazione lo scorso 26 settembre di un decreto a firma dell’assessore al lavoro Scalia con cui venivano stanziati 121 milioni e mezzo di euro, sufficienti per un anno, per la stipula di contratti a 24 ore settimanali per 7.593 precari. Decreto non ancora pubblicato nella gazzetta ufficiale e quindi non attuabile. E sul punto i toni di Calì si fanno più duri: «L’assessore al lavoro ha preso in giro i precari buttando solo fumo negli occhi. Le ipotesi sull’assessore Scalia sono due: o non ha alcun peso all’interno della giunta dove il comando spetta esclusivamente al presidente Cuffaro; oppure sconosce del tutto la materia declamando in pompa magna una sorta di stabilizzazione che poi vera stabilizzazione non è in quanto trattasi di contratti a tempo determinato della durata di cinque anni e a 24 ore settimanali molto lontani dal tempo pieno, con l’approvazione di un decreto che resta solo sulla carta».
Sta di fatto, comunque che a farla da padrona sono ormai l’incertezza e il caos. Si vocifera anche che tra le cause della mancata attuazione della legge regionale n° 16 peserebbe come una pesante scure anche la promessa, fatta da qualcuno in campagna elettorale, ai precari stabilizzati per cinque anni e a 36 ore settimanali negli enti regionali. “Prima l’aumento di categoria da A a B per i contratti dei regionali e poi la stipula di contratti per i precari degli enti locali”, avrebbero promesso. Calì sbotta: «E’ inammissibile che una semplice promessa, che è un niente di fatto, possa bloccare l’attuazione di una legge approvata e pubblicata. Non dimentichiamo che ci sono lavoratori che aspettano da diciotto anni un minimo di cambiamento». I precari non hanno più tempo da perdere: “Se non arriveranno risposte concrete entro qualche giorno – annuncia Scuderi – riprenderemo le nostre battaglie a suon di scioperi e di occupazioni!”.
Catania 08/10/2006.
Per l’esecutivo nazionale dello Slai Cobas
Orazio Calì
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