30 ottobre 2006
Nel corso dell'ultimo week-end l'apertura del nostro giornale è stata dedicata all'incontro avuto dal ministro Mussi con varie rappresentanze del mondo universitario e della ricerca, tenutosi presso l'Auditorium della Cgil di Roma in Via Rieti, e non della facoltà di Scienze della Comunicazione, come da noi erroneamente riportato.
Ce ne scusiamo con i nostri lettori, come ci scusiamo per aver dato l'impressione di essere stati eccessivamente prodighi di elogi nei confronti del ministro, in virtù di una ricostruzione dei fatti da molti giudicata non veritiera e di parte. Non era nelle nostre intenzioni: considerando le molte cose accadute nel pomeriggio di venerdì e lo spazio a disposizione per offrirne un resoconto, probabilmente non è stato dato sufficiente rilievo ai numerosi interventi della cosiddetta "base", rappresentata nell'occasione da ricercatori in attesa di contratto, precari di vario genere che ruotano intorno al mondo accademico, e gruppi d studenti che hanno protestato con calore e vivacità, in particolare nei confronti del sottosegretario Modica, rispolverando slogan che rendevano omaggio all'imminente trentennale del movimento del 1977.
Confondere tutto questo con un asservimento del nostro giornale alla causa di governo ci sembra però accusa francamente eccessiva, così come il mettere di conseguenza in discussione la generale credibilità dei nostri articoli.
Scorrendo soltanto alcuni dei numeri più recenti di "Aprileonline", si possono infatti annotare il contributo di Paolo Saracco della segreteria nazionale della Cgil-Flc, fortemente critico con l'operato di questi primi sei mesi del dicastero in questione ("Italia, davvero uno strano paese", 17 ottobre); quello di Domenico Jervolino, responsabile nazionale università e ricerca di Prc ("Università: le ragioni di Mussi", 23 ottobre); infine un articolo di Marina Montacutelli, ricercatrice presso il Cnr di Roma ("Ricerca, una finanziaria placebo", 26 ottobre).
Come si può intuire, la discussione tenuta viva dalle colonne di questo giornale è stata caratterizzata da una notevole varietà di opinioni, fortemente arricchita dal dibattito aperto dai nostri lettori in questi ultimi giorni, in verità spesso tra loro in contraddizione. Tutto questo non perché siamo un quotidiano "vicino" alle corde politiche di Fabio Mussi, ma perché riteniamo che il problema di una riorganizzazione del mondo universitario e un investimento mirato e concreto nelle attività di ricerca, siano una delle questioni fondamentali per tentare una vera e vitale "resurrezione" delle penose condizioni sociali ed economiche in cui verte oggi il nostro paese.
Ciò non significa però affossare dopo neanche sei mesi l'attività di un ministero, seppure le sue prime azioni possano legittimamente apparire a molti inadeguate e insufficienti: per università e ricerca di certo questa finanziaria non sorride affatto (è stato lo stesso Mussi a ricordare il 30% destinato alla ricerca nell'ultima finanziaria a firma Zapatero), ma paragonare il nuovo corso a quello che lo ha preceduto, anzi addirittura sciorinare numeri e dati che certificherebbero la bontà del progetto-Moratti rispetto al programma proposto da Mussi, ci sembra sinceramente un salto azzardato verso un horror vacui dal quale sarebbe terribilmente complicato riemergere.
Ben vengano le critiche, dunque, sia al nostro operato che a quello del governo. Saremo qui, pronti ad ospitarle e a confrontarci con esse, come oramai accade da oltre due anni.
L'importante è non perdere mai il contatto con la nuda realtà, cercando di trovare soluzioni plausibili e percorribili all'attualità di una situazione che, lo si voglia o no, se non altro fisiologicamente risente di un lustro di governo, che definire tale è un insulto all'intelligenza di ogni cittadino italiano, senza con questo voler cercare delle giustificazioni. Per nessuno.
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