Cantieri: è allarme legalità e sicurezza. Un operaio edile su due è irregolare. E il resto dichiara la metà delle ore lavorate. Il quadro è della Fillea Cgil. La Asl conferma: «Non c'è cantiere senza lavoro nero». Sulla stessa linea Assimpredil: «Finché le aziende saranno scelte solo sul prezzo, le persone saranno scelte solo sul costo».
Prima conseguenza dell'illegalità è la mancanza di sicurezza. Emblematico, secondo il sindacato, che i due operai morti ieri in un cantiere fuori regola di Ceriano Laghetto fossero un pensionato e un albanese senza permesso di soggiorno, entrambi in nero. Il prefetto annuncia la convocazione delle parti sociali già settimana prossima. Mentre la Camera del lavoro propone: «Stipuliamo un accordo territoriale per selezionare le imprese affidabili».
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Le imprese: problema grave, ma fino a quando le ditte saranno scelte sul prezzo, le persone saranno scelte sul costo. L'Asl: non esistono cantieri senza lavoro nero.
«Illegalità diffusa». Ogni anno evasi mille miliardi di vecchie lire.
«Si salvi chi può». Nei cantieri milanesi è ormai questa l'unica legge rimasta in vigore. Dopo le morti, giovedì scorso, dei due operai sepolti vivi a Ceriano Laghetto, la denuncia dell'illegalità nell'edilizia è unanime. A gridare più forte sono i sindacati. Ma anche Asl, Ispettorato del lavoro e perfino le imprese del settore non nascondono la gravità del problema.
Lavoro nero e sicurezza negata: sono questi i frutti di una situazione conosciuta a tutti gli attori della partita. «Un carpentiere su due lavora in nero», denuncia Marco Di Girolamo, segretario generale della Fillea Cgil di Milano. Gli edili in provincia sono 55 mila, ma si stima che altrettanti siano irregolari. E anche i cosiddetti «regolari» nascondono qualche sorpresa. La Fillea fa notare come le ore di lavoro dichiarate in media in provincia da ciascun lavoratore siano molte meno del minimo contrattuale: 957 quelle dichiarate, 2.070 quelle da contratto. «Nella maggioranza dei cantieri le ore a libro paga sono solo una minima parte — denuncia il sindacato —. Secondo le nostre stime, solo con questo stratagemma ogni anno in provincia di Milano si evadono mille miliardi di vecchie lire. Visto che nel resto d'Italia si lavora allo stesso modo, sono dodici mila miliardi di vecchie lire l'anno in meno nelle casse dello Stato ogni anno. Il valore di una Finanziaria».
«L'irregolarità complica l'accertamento degli infortuni: molti negano di essersi fatti male sul lavoro — fa notare Susanna Cantoni, responsabile servizio sicurezza sul lavoro dell'Asl —. Ormai non esiste cantiere senza lavoro nero».
Le imprese edili si guardano dal negare l'evidenza. Anzi, si uniscono al coro di denuncia. «Il problema è gravissimo — ammette Piero Torretta, presidente di Assimpredil di Milano e Lodi —. Ma finché le aziende saranno scelte solo sul prezzo, le persone saranno scelte solo sul costo. E chi non si adegua all'illegalità viene buttato fuori dal mercato. E' quanto sta succedendo a molte imprese storiche».
Come intervenire? Gli incontri, gli accordi e i protocolli che si sono succeduti negli ultimi anni non hanno impedito il peggiorare della situazione. Ma la prefettura non si arrende. «Il problema della sicurezza nei cantieri è reale. Già da settimana prossima metterò attorno a un tavolo gli operatori del settore. E' necessario potenziare i controlli e far rispettare le regole», promette il prefetto, Gian Valerio Lombardi.
In attesa che l'illegalità venga arginata, a pagare il prezzo più alto sono spesso i lavoratori extracomunitari. «La manodopera straniera si adegua a condizioni di lavoro inaccettabili per gli italiani. La mancanza di permesso di soggiorno li tiene sotto ricatto. Non è un caso se negli ultimi otto anni gli stranieri sono passati dall'8 al 40 per cento della manodopera regolare. E tra gli irregolari sono la maggioranza», fa il punto Di Girolamo della Fillea.
Di tanto in tanto qualcuno si ribella a un sistema malato. A proprio rischio e pericolo. «Il rappresentante per la sicurezza nei cantieri della Brianza è stato malmenato — racconta Ferdinando Lioi, segretario generale della Feneal Uil provinciale —. Come presidente dell'associazione per la sicurezza dei lavoratori edili di Milano e Lodi ho presentato un esposto alla procura di Monza: siamo convinti che l'aggressione sia da collegare all'attività di ispezione fatta negli ultimi mesi. E alle denunce presentate alla Asl».
Categorie: marzo2006, lombardia, operai, lavoro_in_nero, fillea_cgil, cgil, camera_del_lavoro, imprese
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