Dal Manifesto del 7 marzo 2006
Trasferiti o liquidati
Atradius: decine di impiegati destinati a Milano
Laureati e multilingue; ma il 70% è assunto con contratti a tempo determinato. Il gruppo olandese è un colosso specializzato in crediti, cauzioni e riassicurazioni
FRANCESCO PICCIONI
Fai presto a dire che se hai una laurea, una professionalità nel mondo economico-finanziario e parli tre lingue, un posto di lavoro lo troverai sempre. I 200 lavoratori della sede romana di Atradius hanno tutti queste caratteristiche, anche se solo una sessantina di loro, forse meno, hanno un contratto a tempo indeterminato. Il resto sono interinali, con contratti a termine. Ieri mattina hanno scioperato per due ore sotto la sede di via Crescenzio per protestare contro la decisione dell'azienda di spostare buona parte di loro nella sede di Milano. Naturalmente ci si può rifiutare, finendo però licenziati e sostituiti, lassù, da qualcun altro. Di dialogo con i lavoratori e sindacati, ovviamente, neppure l'ombra. Atradius è un gruppo assicurativo internazionale, con base ad Amsterdam, specializzato in un campo molto particolare - crediti, cauzioni e riassicurazioni. In Italia è entrato comprando, nel dicembre 2004, la Società italiana cauzioni, fondata nel 1948. Oltre alla sede romana c'è quella milanese, con altri 150 impiegati, eredità dell'acquisto delle italiane Ncm e Gerling. A sua volta ha una partecipazione azionaria complessa, vista la presenza delle spagnole Seguros catalana occidente e Credito y caucion, nonché della Swiss Re e Deutsche Bank. Tra le ragioni addotte ci sarebbe anche quella di bilanci non proprio floridi, ma non sono molti a crederlo possibile, visto questa attività resta tra le più floride e il gruppo si colloca al quarto posto nella classifica mondiale del ramo.
I lavoratori sono certi che la società stia per smobilitare la sede romana e non sono comunque disponibili a essere considerati dei pacchi postali. I tempi del trasferimento sono strettissimi e gli indennizzi prospettati per coloro che rifiuteranno non vanno molto al di là della semplice, e dovuta, liquidazione. Ma soprattutto pesa la notizia che il gruppo abbia messo a punto un piano di contenimento dei costi» che prevede un'altra settantina di posti in meno entro due anni. Tutte mosse tese ad un solo obiettivo: ripulire i bilanci in vista della quotazione in borsa, nel 2007. Eppure, nonostante il fatturato non sia aumentato, negli ultimi tempi la società aveva provveduto ad assumere numerosi giovani per «elaborare procedure e sistemi organizzativi interni». Ora, invece, si precipita a tagliare.
Mobilitazioni e brevi scioperi si susseguono ormai da qualche settimana, ma non sono stati fatti passi avanti; anzi, la trattativa non si è neppure aperta. Un'interrogazione parlamentare non ha avuto finora seguito. A questo punto lavoratori e sindacalisti stanno pensando di far intervenire la Regione Lazio, e hanno preparato una lettera per l'assessore Luigi Nieri. Esclusa la possibilità, soprattutto per quelli meno giovani, di abbandonare famiglie, case e impegni, esiste infatti il problema di governare una crisi che presenta aspetti davvero paradossali. Come si diceva all'inizio, i livelli culturali e professionali di questi impiegati, anche dei più giovani, sono ai massimi livelli. Quasi tutti parlano correntemente almeno due lingue, molti tre; ci sono persino esperti di arabo, turco, ecc. Un patrimonio di competenze nel campo assicurativo, inoltre, che dovrebbe garantire di per sé facilità occupazionale. Ma tra i luoghi comuni e la realtà concreta, come si vede, la distanza è davvero tanta.
Categorie: atradius, olanda, milano, marzo2006, il_manifesto, roma, sciopero
1 commento:
ma se a Roma stanno solo a mangiare e bere, un'eterna vacanza sul Roof a fumare e prendere il sole. Parlo per esperienza.
Livio Cavalli
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