20.4.06

Scuola. I precari al nuovo governo: ora faccia le assunzioni

I precari al nuovo Governo: ora faccia le assunzioni
di Alessandro Giuliani

Appello dei Comitati insegnanti precari della scuola (Cip) ai parlamentari dell’Unione: “se hanno vinto lo devono alla centralità attribuita alla lotta al precariato: occorre partire dal comparto scuola, il più precarizzato degli ultimi anni con un incremento del 153%”. Secondo una stima della Flc-Cgil dal prossimo settembre il personale scolastico non di ruolo supererà la quota record di 220.000 unità.
“Partire dal comparto scuola, il più precarizzato degli ultimi anni - con un incremento del 153%” - rilanciando l'istruzione pubblica, ripristinando le quantità falcidiate dalla Moratti. Restituendo, insomma, dignità e qualità alla scuola statale”.
E’ quanto chiedono i Comitati insegnanti precari della scuola (Cip) ai parlamentari dell'Unione cui spetterà nelle prossime settimane formare il nuovo Governo. Nel loro appello i Cip inviano un messaggio chiaro proprio a chi spetterà scegliere le strategie e priorità della politica al centro della prossimo legislatura.
Secondo i docenti precari “un governo coerente e serio deve dare un esempio forte e chiaro all'imprenditoria privata convertendo i contratti a tempo determinato degli statali in assunzioni in ruolo”. Nemmeno le assunzioni di 35.000 unità nel 2005 ed altri 23.500 (tra insegnanti ed Ata), programmate per l’inizio del prossimo anno scolastico, sono servite a placare il fenomeno del precariato scolastico: le recenti immissioni in ruolo sono state infatti “compensate” dall’impennata del numero di pensionamenti. Secondo una stima della Flc-Cgil dal prossimo settembre il personale scolastico non di ruolo supererà la quota record di 220.000 unità.
Le aspettative verso il nuovo governo, che si formerà sulla base del risultato delle elezioni politiche, confermato dalla Cassazione, sono quindi molto alte. Per i precari i politici del centro-sinistra “hanno rischiato di perdere per la scarsa chiarezza sulle future imposizioni fiscali e se hanno vinto lo devono alla centralità attribuita alla lotta al precariato. La maggioranza degli italiani ha scelto e questo basta. Basta a far sì che i prescelti onorino gli impegni assunti e realizzino il loro programma. Non a caso i Cip hanno abbandonato la tradizionale neutralità e preso posizione esplicita e ferma a favore dell'Unione. Ora ci aspettiamo i fatti. Le chiacchiere – concludono i Cip - le abbiamo già tutte sorbite nel quinquennio trascorso”.
20/04/2006

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