11/04/2006 10.23.52
Il precariato? Fattore globale
Lo rileva la Cgia di Mestre
La più volte denunciata precarietà dell’Italia negli ultimi anni sembra non essere troppo distante da quella registrata nei principali paesi europei. Insomma, flessibilità occupazionale sì, ma assolutamente in linea con ciò che avviene oltreconfine ed oltremanica rileva l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, indicando che è stato un tema al centro della campagna elettorale.
In Italia, stando ad un’elaborazione della Cgia, i lavoratori a tempo determinato dal ’94 al 2004 sono aumentati del 4,5% arrivando a rappresentare con due milioni 486 mila 900 persone il 15,5% del totale dei lavoratori della penisola. Una percentuale, quest’ultima, ben lontana da quella rilevata dagli esperti della Cgia di Mestre per il Regno Unito, il 24,1% del totale dei lavoratori inglesi), e dal 20,5% della Germania. Solo la Spagna e la Francia fanno registrare incidenze di lavoratori ’flessibilì inferiori rispetto all’Italia, rispettivamente con l’8,7 e il 14%. Questo il panorama del mercato del lavoro europeo definito dalla Cgia.
E, se quando si parla di percentuali di lavoratori part-time il nostro paese si rivela in linea con l’Europa, non si discosta neppure quando si osserva l’andamento dei precari dal ’94 al 2004. E infatti, accanto all’Italia in cui la percentuale di incremento rilevata è del 4,5%, si evidenzia quella della Germania (7%), della Spagna (2,5%, e del Regno Unito (1,5%). Unica eccezione è la Francia dove la percentuale dei precari sul totale dei lavoratori a tempo pieno è rimasta pressocchè invariata (-0,4%). Accanto alle variazioni delle incidenze risulta, poi, altrettanto interessante nella ricerca della Cgia di Mestre anche l’indagine sul numero dei lavoratori a tempo determinato. A vincere questa volta è la Germania con ben 6 milioni 387 mila 200 precari. Seguono il Regno Unito (5 milioni 814 mila 500), la Francia (quasi 3 milioni), l’Italia (2 milioni 486 mila 900) e la Spagna (un milione 208 mila 500 lavoratori).
Chi ha visto crescere maggiormente l’occupazione in termini numerici? Sicuramente la Spagna. Dal 1994 al 2004 i lavoratori precari sono più che raddoppiati mentre i lavoratori a tempo indeterminato sono aumentati di oltre 4 milioni di unità. In Francia tra tutti i lavoratori, l’incremento è di poco più di 3 milioni di persone; in Italia di quasi 2 milioni circa, mentre nel Regno Unito di circa 2 milioni e mezzo.
«La flessibilità - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA - è aumentata in virtù delle nuove leggi come il pacchetto Treu e la Legge n. 30. Prima dell’introduzione di queste 2 leggi la flessibilità, almeno ufficialmente, non c’era perchè annegata nel sommerso».
Categorie: precari europa aprile2006 dati cgia_mestre legge30 pacchetto_treu flessibilità sommerso
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