13.4.06

Precari Invalsi sul piede di guerra

Ricercatori dell’istruzione sul piede di guerra

La Finanziaria vuole tagliare il 40% dei collaboratori dell’Invalsi, l’istituto del Ministero
È IL fiore all’occhiello del Ministero dell’Istruzione in tema di ricerca nazionale e internazionale educativa, si chiama Invalsi e ha pure una bella e prestigiosa sede, la cinquecentesca villa Falconieri immersa nel verde delle colline di Frascati. Oggi però l’Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema Istruzione rischia una drastica riduzione della sua attività che potrebbe mettere in forse la sua stessa esistenza. Le attività di ricerca e dei servizi di supporto e sviluppo dell’istituto sono svolte per il 70% da ricercatori precari i cui contratti di collaborazione sono in scadenza il 30 giugno e, per ora, solo un terzo di loro ha una prospettiva di rinnovo fino a dicembre 2006. «Questo vuol dire che ben 51 ricercatori su 72 dovranno lasciare il loro lavoro - spiega Saida Volpe che da più di sei anni collabora con l’Invalsi - e di fatto sarebbe la scomparsa di un Istituto che è lo strumento della promozione della cultura e della valutazione nel nostro Paese». Secondo i ricercatori la loro «è una situazione paradossale» perchè i fondi per finanziare i progetti fino a dicembre 2006 ci sarebbero. «Ma la dirigenza non ha ancora preso i provvedimenti opportuni per assicurare il proseguimento e il completamento delle ricerche - spiega ancora la ricercatrice - L’unica cosa positiva è che c’è finalmente un incontro con il presidente dell’Istituto Giacomo Elias fissato per il 26 aprile. Il dilemma burocratico è l’interpretazione di un decreto ministeriale del novembre 2004. Il ministero deve decidere se il decreto in questione istituisce l’Invalsi oppure riordina un istituto già esistente dal 2002. In tal caso s’abbatterebbe su di noi la scure della Finanziara che prevede un taglio del 40% sui fondi stanziati nel 2003». Significa, anche, mettere sulla strada 51 ricercatori che, seppur legati da un contratto di collaborazione con l’istituto, di fatto vi lavorano a tempo pieno, da quattro, cinque, perfino nove anni. Ma quanto guadagnano? «All’incirca 20.000 euro lordi l’anno - dice la dottoressa Volpe - in pratica il nostro unico introito. Un terzo dello stipendio ogni mese ci viene decurtato per Irpef, Inail e altre deduzioni. L’ultima mensilità praticamente non esiste a causa dei conguagli. E naturalmente niente tredicesima». L’interesse nazionale, di addetti ai lavori e non, per le ricerche dell’Invalsi è innegabile: «Facciamo la rilevazione del sistema d’istruzione e a livello internazionale le indagini promosse dall’Ocse e dall’Iea come il PISA che accerta le competenze dei quindicenni in matematica scienza e lettura e i PIRLS sui bambini di quarta elementare». La paralisi della ricerca, se la situazione non si sblocca, è una conseguenza. «E l’arresto di queste importanti ricerche - conclude la ricercatrice - taglia fuori l’Italia dalla comunità scientifica internazionale sulla ricerca dell’istruzione». Nat. Pog.

giovedì 13 aprile 2006

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