27.4.06

Parigi chiama! asssemblea a Scienze politiche (Roma)

MAY DAY 06 Parigi
Dall’autunno italiano al marzo francese, in viaggio contro la precarietà!

Il movimento francese ha riempito questo 2006 di una musica diversa, che in tante e tanti, nel resto d’Europa, hanno subito riconosciuto. La musica del
conflitto, della differenza, della discontinuità.
Il “marzo francese” è stato caratterizzato da una potenza straordinaria, da una capacità inedita di produrre decisione comune, dai blocchi e dalle invasioni metropolitane dove si è praticata una riappropriazione senza precedenti dello spazio e del tempo: una scossa tellurica che ha fatto tremare De Villepin e Chirac. Ma questo “marzo” è stato segnato anche dall’incontro di lingue diverse, dalla partecipazione di una soggettività nomade europea in lotta, che in Francia è venuta a condividere gli
sforzi, la necessità del conflitto e l’autonomia del progetto, imparando dal desiderio e dalla rabbia, dalla passione e dall’intelligenza che si è espressa in questi mesi.

Le “facoltà ribelli” italiane hanno ingaggiato la loro battaglia durante l’autunno trascorso, in un paese dove la precarietà del lavoro e l’impoverimento dei contenuti e delle condizioni di studio dilaga da
anni, grazie a leggi e riforme trasversali ai diversi schieramenti di governo.
Contro il disastro riformistico che ha coinvolto in questi anni l’università, la scuola, la ricerca si è costituità la soggettività in lotta che ha attraversato le assemblee e i cortei francesi. Le facoltà ribelli
dell’autunno italiano hanno raggiunto Parigi, lottato al fianco del “marzo francese”, sentito la stessa speranza, praticato la stessa rottura.
La marcia indietro sul Cpe sicuramente ci consegna un dato ambiguo e parziale e nello stesso tempo un passaggio enorme è stato compiuto.
Nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile senza la radicalità dello sciopero metropolitano, del blocco, senza la capacità degli studenti francesi di trascinare con se precari e lavoro dipendente, sindacati e società
civile.
Quanto è accaduto e sta accadendo in Francia è una novità straordinaria, una discontinuità eccellente con cui fare i conti: di qui in poi un nuovo ciclo
di lotte si è aperto!

Sappiamo di una storia sindacale coraggiosa e piena di invenzione, una storia rivoluzionaria.
IWW, il sindacato statunitense che agli inizi del ‘900 ha organizzato le lotte dei nuovi, “selvaggi”, lavoratori dequalificati: una storia nomadica
che in molti modi parla della MayDayParade.
Nella consapevolezza di essere oggi, al pari degli studenti francesi ed europei, i nuovi lavoratori selvaggi del sapere e della conoscenza, abbiamo
deciso di rimetterci in viaggio, di raggiungere di nuovo Parigi, di partecipare alla MayDayParade parigina. La sfida, infatti, al seguito delle
battaglie decisive che hanno attraversato le facoltà europee (tanto italiane, quanto francesi) è quella di immaginare nuove forme di comunicazione, di condivisione di pratiche e di contenuti, di elaborazione di campi di vertenza comuni. Va da sé, quindi, che grande importanza assume per noi, non solo la Parade che partirà da Pigalle, ma l’assemblea europea del 2 maggio. Un’occasione per declinare socialmente, a partire dalle lotte concrete sul terreno della precarietà e della formazione, un nuovo tessuto
di relazione.

Saranno tante le facoltà italiane che organizzeranno pullman: Roma, Bologna, Venezia, Padova, Torino, Trento, Trieste, Pisa, Milano, Napoli, Cosenza, Verona, Cagliari. Una lunga carovana attraverserà i confini gridando il suo no alla precarietà, qualità e carattere condiviso dei saperi. Saranno anche tanti i precari e i migranti che prenderanno parte a questa nuova sfida.

Europe, debout! Réveilles-toi!

Nella gioia, nella rabbia, fuori dal ricatto!

Studenti e precari dalle facoltà e dalle scuole ribelli

adesioni e more info all'assemblea !
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