3.4.06

Precari? Mai così tanti. Troppi, talmente tanti da far gola a tutti

Mai così tanti. Troppi, talmente tanti da far gola a tutti

03 aprile 2006 - Gianfranco Pignatelli per i C.I.P. - Comitati Insegnanti Precari

Precari nella vita ma, da un po’, protagonisti della cronaca: quella politica, s’intende. Momenti di gloria, brevi quanto una campagna elettorale, ciclici come le legislature. La destra ci mette in carica tra i beneficiati dal suo governo, la sinistra ci blandisce con le sue ricette salvifiche. A parlarne, un ceto politico – sempre lo stesso - che ignora la precarietà; non conosce le cause né i rimedi e non ha la volontà né le capacità per porvi riparo

Nella scuola la destra ha dato il suo contributo perché gli insegnanti in ruolo diminuissero del 15% e quelli precari aumentassero del 153%. A sentir loro, tra una barzelletta ed un insulto elettorale, la premiata ditta CDL (Cifre Date in Libertà) s'è attribuita oltre 130.000 assunzioni in ruolo, con il conseguente dimezzamento del precariato storico. Ha tralasciato di raccontare il taglio di 25.936 cattedre e la messa in fuga, grazie alle riforme scolastica e previdenziale, di oltre 200.000 insegnanti. Ma questi dettagli, si sa, non fanno né ridere né audience.

Nella macedonia di cifre “donna Letizia” ha, invece, inserito le 60.000 cattedre del 2001, deliberate dal precedente governo di centro-sinistra, nessuna del 2002 e 2003, le 12.500 del 2004, le 35.000 del 2005 e, strabiliante, le 20.000 dell'anno prossimo e le 10.000 del 2007. Prodigi prima, durante e persino dopo: una vera “fata”. Ma l'impresario non l'ha apprezzata abbastanza, tant'è che l'ha scaricata dal carrozzone delle meraviglie per confinarla tra le nebbie lombarde.

Intanto, sull'altra sponda politica c'è un rilancio libero di proposte a favore dei precari. A sentirli, saremo i primi dopo essere stati gli ultimi. Diverremo ricchi e felici. Tutti faranno a gara per averci e trattenerci per lunga pezza. Rappresenteremo una manna per gli imprenditori privati e, nella scuola, la materia prima necessaria per porre riparo alla d-istruzione dell'era Moratti. A proposito, ma non sarà opportuno dare un colpo alle quantità ed uno alla qualità abrogando la riforma della discordia? Magari partendo da quell'art.5 che azzera i diritti dei precari e, con la chiamata diretta, favorisce i privilegi ed il nepotismo? Dalla sinistra non ci aspettiamo contratti (queste buffonate non le appartengono). Ci attendiamo consistenti investimenti economici ed umani in favore della scuola di tutti e per tutti, dove nessuno sia precario ma a tutti sia riconosciuta piena cittadinanza e dignità.

Categorie:

Nessun commento: