Scala mobile: ecco perchè la vogliamo
Pubblichiamo volentieri, la "replica" dell’RDB CUB al nostro intervento di ieri che evidenziava qualche perplessità in merito al ventilato ritornodi un meccanismo come la scala mobile.
Nell’intervento che proponiamo ai nostri lettori c’è una riflessione sul ruolo che i proponeti si ripromettono dal ritorno della scala mobile:
"Nel ringraziare la redazione di Giornal .it per lo spazio che dedica al nostro sindacato in generale, in relazione alla libera e lecita riflessione interpretativa del giornalista, secondo noi frettolosa e poco approfondita, a conclusione dell’articolo dei “comunali in piazza con le trombette” riguardo l’iniziativa sulla reintroduzione della scala mobile, chiediamo cortesemente, la possibilità di replicare non polemicamente ma costruttivamente, soprattutto che ci permetta di evidenziare meglio la proposta per essere capita meglio.
La proposta di legge già depositata in Cassazione, è stata sottoscritta dagli esponenti nazionali di un ampio arco di forze sindacali: Cub (Confederazione Unitaria di Base), Cib/Unicobas, Cnl, Conf.Cobas, Rete 28 Aprile nella Cgil, Sincobas e Sult. Sempre a livello nazionale alla campagna di raccolta firme hanno dato la loro adesione anche il Partito dei comunisti italiani, Rifondazione comunista, Verdi, Socialismo 2000, Attac, Associazione difesa consumatori e Associazione difesa inquilini tra cui Asia, Action e Unione inquilini. Ad Alessandria e provincia la CUB ha ricevuto per ora il sostegno di Rifondazione Comunista, Verdi, Partito dei Comunisti Italiani.
Questa iniziativa entra a gamba tesa nella campagna elettorale, mentre nessuno dei due schieramenti si è posto il problema di restituire ai salari un adeguamento automatico.
Dal ’92 in poi, ben dieci punti sono passati dal fattore lavoro al fattore impresa.
In tutto questo lasso di tempo si è assistito tuttavia ad un calo della retribuzione degli stipendi del 13% rispetto all’inflazione.
Questo perché senza la scala mobile e con lo strumento della concertazione, il calcolo di retribuzioni e pensioni è stato portato avanti sempre in rapporto all’inflazione programmata dal Governo, che come noto, ogni anno, è ben al di sotto dell’inflazione reale.
Lo scorso anno, ad esempio, l’inflazione reale è stata quasi tre punti percentuali superiore a quella preventivata dal Governo.
Il risultato è stato un drastico impoverimento del potere di acquisto dei salari, con le categorie più deboli come anziani e operai ormai spremute da un costo della vita insostenibile rispetto agli stipendi e alle pensioni corrisposte.
Alla faccia non solo dell’accordo del 1992 stipulato tra il governo Ciampi, la Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, che eliminò la scala mobile e perfezionò poi, nel 1993, l’accordo centrato sulla politica dei redditi e sulla contrattazione, inaugurando il meccanismo dell’inflazione programmata, ma anche del decreto di San Valentino del 1984 (e del referendum contro, organizzato dal Pci, che ne seguì, con relativa sconfitta) voluto dal governo Craxi e firmato da Cisl e Uil (ma non dalla Cgil) dell’abolizione di quel meccanismo automatico di difesa dei salari dall’inflazione rappresentò l’inizio della fine, è stata una scelta negativa per i lavoratori, perché la scala mobile adeguava le retribuzioni all’inflazione vera, chiaro, dunque, l’obiettivo della riesumazione: non solo per tutelare il potere d’acquisto dei salari, ma anche di attuare una politica più generale sulla ridistribuzione della ricchezza prodotta nel Paese.
Anche i pensionati sono nelle stesse condizioni riallacciare le pensioni ai salari e di adeguarle al costo reale della vita, con una nuova scala mobile che tenga conto delle sperequazioni, serve anche per spiegare ai giovani l’importanza di questo strumento nella cultura dei lavoratori e riproporre la centralità del lavoro, per rimettere in moto la nostra economia.
Sono sempre più le persone assunte in maniera "precaria", con contratti di lavoro a tempo determinato o co.co.co. interinali, che si vedono negare diritti elementari e garanzie per il futuro. Una scelta punitiva e negativa sia per i lavoratori che per i pensionati che non riescono ad arrivare alla fine del mese. I pensionati di venti anni fa sono alla fame perché la pensione è rimasta tale e quale.
A gran voce si chiede dunque, anche a vantaggio delle giovani generazioni che non l’hanno sperimentata, il ripristino di una scala mobile svincolata dai contratti nazionali che devono servire a migliorare la qualità della vita attraverso un reale aumento dello stipendio e non a poter fare la spesa.
Vogliamo una scala mobile basata sul punto unico universale per tutti coloro che, seppure precari con contratti a tempo, hanno una busta paga e non solo per chi ha il contratto nazionale.
La reintroduzione della scala mobile garantirebbe la fine di questa ingiustizia sociale soprattutto nel momento in cui, come suggerito nella nostra proposta di legge, la copertura economica per questo provvedimento sarebbe ricavata attraverso una maggiore tassazione sulle grandi rendite.
Per rilanciare gli investimenti delle aziende sul lavoro anziché su operazioni finanziarie e speculative. Vogliamo raccogliere molte di più delle 50.000 richieste, per rendere evidente a tutto il Paese e al Parlamento e al Governo che verrà dopo le elezioni, che esiste una gravissima emergenza salariale e che è venuto il momento di ripristinare uno strumento di indicizzazione automatico dei salari e delle pensioni. Valuteremo anche con attenzione l’atteggiamento di tutti i partiti sulla proposta di istituzione della nuova scala mobile, compreso quello di quei soggetti della sinistra cosiddetta radicale che oggi, in campagna elettorale, si spendono e spendono la nostra proposta di legge a fini decisamente elettorali.
indirizzo e mail perunanuovascalmobile@yahoogroups.com
Senza alcuna polemica, anzi, ringraziamo nuovamente per la possibilità di “replicare”, integrando con le ragioni della nostra iniziativa, a garanzia di libertà individuali quali quelle di pensiero e informazione che vi contraddistinguono. Nella certezza di aver fornito elementi in più di valutazione, oltre a quelli di noti prezzolati giornalisti ed economisti dagli ovvi interessi, ritenendo possibile la reincarnazione di questo sistema, inviamo i nostri più cordiali saluti.
Per il Coordinamento della Federazione Provinciale RdB/CUB di Alessandria
Giovanni Maccarino
Categorie: aprile2006 scala_mobile alessandria rdb_cub
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