Osservatorio England
Il rapporto dell’Università di Bristol
Lazzaro Pietragnoli
Uno studio sul credito personale commissionato dal Ministero delle Finanze inglese e realizzato dall'Università di Bristol ha rivelato un quadro finanziario disastroso per i giovani sudditi di Sua Maestà tra i diciotto e i trent'anni.
Dopo gli anni '80, caratterizzati dallo yuppismo e i '90, durante i quali giovanissimi imprenditori, spesso utilizzando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dall’uso delle reti telematiche, riuscivano ad accumulare fortune economiche assolutamente insperabili per i loro genitori, il nuovo millennio sembra riservare magre consolazioni (almeno dal punto di vista economico) a chi si appresta a fare i primi passi nel mondo del lavoro.
Secondo questo studio pubblicato in Gran Bretagna la settimana scorsa, infatti, la maggioranza delle nuove generazioni è incapace di fare fronte alla propria situazione economica, vive perennemente in debito, non riesce a comprare una casa e difficilmente riuscirà a costruirsi una pensione decente.
Il direttore esecutivo dei Servizi Finanziari del Ministero ha commentato lo studio rilevando che "c'è un bisogno enorme di aiutare i giovani: ci troviamo di fronte alla prima generazione che conclude gli studi avendo già accumulato un debito enorme, e con l'impossibilità di comperare una casa. Nello stesso tempo i giovani si sono trasformati in seri consumatori, e, grazie all'uso massiccio di carte di credito, possono fare fronte alle loro esigenze in un modo che era impensabile fino a vent'anni fa".
Il report mette in luce che un quarto delle persone tra i 18 e i 29 anni ha avuto seri problemi finanziari, in confronto con appena il 5% delle persone con più di 50 anni e sottolinea come le nuove generazioni debbano affrontare sfide maggiori di quelle che hanno dovuto affrontare i loro genitori, come ade esempio la necessità di finanziarsi una pensione integrativa o la impossibilità di poter accedere a mutui per l'acquisto della casa, in quanto già pesantemente indebitati con le banche per ripagare il corso dei propri studi.
All'ultima conferenza del Labour party, Tony Blair aveva pronunciato un discorso pieno di aspettative e fiducia nei confronti delle nuove generazioni e provando a delineare risposte positive da parte del governo per le sfide che essi devono affrontare, come quello della globalizzazione dei mercati e della trasformazione del sistema occupazionale.
Ma aveva dimenticato che, al di là delle grandi questioni, per questi ragazzi sembra essere un problema anche solo arrivare a fine mese. La situazione, inoltre sembra destinata a peggiorare nei prossimi anni, dato che, tra i giovani lavoratori nella fascia 20-40 anni, sempre secondo il report del Ministero, il 42% non possiede una copertura pensionistica e il 70% non ha significativi risparmi in banca.
Il Ministero delle Finanze ha lanciato alcune proposte per fare fronte a quella che viene ormai definita una vera e propria emergenza: prima di tutto una serie di seminari organizzati sui luoghi di lavoro per insegnare ad almeno 4 milioni di giovani impiegati come essere più attenti nelle spese; inoltre sta per essere elaborato una sorta di "cassetta delle emergenze finanziarie", contenente informazioni utili per affrontare le situazioni di forte indebitamento, che nei prossimi anni verrà inviata a tutte le famiglie di nuova costituzione.
Il Ministero dell'Educazione, inoltre, attiverà corsi di educazione finanziaria e sta addirittura pensando di introdurre questa materia come obbligatoria nei curricula scolastici.
Si tratta comunque di soluzioni palliative, che intervengono unicamente sul versante personale, provando ad educare le persone o ad aiutarle quando i problemi finanziari emergono.
Trattandosi, però, di un problema diffuso e generalizzato, sarebbe necessario provare ad intervenire alla radice del problema, ad esempio evitando l'indebitamento causato dalle tasse universitarie o agevolando forme creditizie per l'acquisto della prima casa anche per chi non ha quello che una volta veniva definito un "lavoro sicuro".
Alla già citata conferenza del Labour, Blair ha ricordato che "il mondo sta cambiando rapidamente e che probabilmente i nostri figli lo hanno capito meglio di noi": purtroppo però, almeno da quello che emerge da questo studio, i giovani inglesi non hanno imparato a fare fronte alle difficoltà che il cambiamento impone loro e le risposte che il governo sta provando a dare paiono del tutto inadeguate.
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