2.4.06

Reportage da Parigi, il movimento contro la precarizzazione del lavoro

Tre milioni di manifestanti nelle strade di Francia hanno partecipato alla manifestazione del 28 marzo(circa 500.00 a Parigi). I giornali e la televisione hanno dato grande spazio alle violenze perpetrate da parte di bande di giovani che hanno attaccato e rubato i manifestanti. Sicuramente il problema esiste ma non ha l' importanza che i mass media fgli hanno attribuito.

Reportage da Parigi



Quello che è rilevante e che i giovani ed una gran parte dei salariati hanno compreso che questa legge (CPE) fa parte di un ampio piano di precarizzazione dei lavoratori.

Questo CPE (Contratto di primo impiego) fa parte di una legge che ironicamente si chiama "Legge per la eguaglianza e opportunità" comprende varie disposizioni tutte tese ad aumentare la flessibilità del mercato del lavoro. Per esempio il CPE dispone che i giovani lavoratori di meno di 26 anni nel suo primo impiego possono essere licenziati senza nessun avviso nessuna giustificazione durante i primi 2 anni di impiego.

Questo , chiaramente, annuncia la distruzione completa dello Statuto dei lavoratori. Le imprese vogliono dei lavoratori docili e licenziabili secondo le necessità del mercato.

Per quanto riguarda le grandi organizzazioni sindacali, soprattutto la CGT, pare che temono convocare uno sciopero generale, però allo stesso tempo, la sua base e gli studenti ed alunni dei licei stanno premendo per lo sciopero e minacciano di ribellarsi. Per i grandi sindacati sarà difficile mantenere l'equilibrio, però siamo in molti a ricordare ancora il tradimento dell' immenso movimento di scioperi del 2003 contro la riforma delle pensioni, quando la CGT aveva indetto varie "giornate di azione" ben separate per creare disagio alla gente (lunedì sciopero delle poste, martedì sciopero dei trasporti pubblici, mercoledì sciopero della scuola, e mai sciopero dell' industria privata). Alla fine fu una sconfitta dolorosa e molta amarezza tra gli scioperanti.

In quanto alle "Canaglie" come si chiamano gli abitanti delle cittadine operaie delle periferie, che attaccano le manifestazioni per rubare e per il gusto alla violenza, bisogna capire che questi giovani (soprattutto neri) sono il prodotto della decomposizione della società capitalista, della ghettizzazione in quartieri tristi e poveri, prodotti dei livelli massimali di disoccupazione tra i figli degli immigranti dell' Africa nera e del Nord africa. Prima, quando il lavoro c'era, la integrazione degli immigranti nasceva dalla fraternità che nasceva dalle lotte comuni, dalla loro partecipazione ai sindacati e nei partiti operai. Ora, rimane solo la differenza di pelle per nascondere la differenza reale: la disoccupazione, il fallimento scolastico. E' vero che queste bande si comportano come branchi di sciacalli che approfittano delle manifestazioni per rubare telefoni mobili, borse, e per scontrarsi contro tutti (manifestanti, ma anche polizia). Però di chi è la colpa se parte della gioventù non ha nessuna prospettiva, nessun lavoro? Questi giovani condividono gli ideali della società capitalista: consumare. Il problema è che non hanno denaro per farlo legalmente. Tutto questo indica la debolezza del movimento dei lavoratori rivoluzionari nelle perifeerie delle grandi città.

Bernard, sindacato sanità-sociale (regione di Parigi) della CNT francese.

Trad. OACN-FAI

cnt-f.org/

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