Il 14 si fermano un'ora tutti i docenti. Poi sit in al Ministero di precari
e personale non docente e manifestazione a Roma domenica 17
di SALVO INTRAVAIA
Comincia una settimana di passione per la scuola italiana. Dopo lo sciopero del 7 indetto dai sindacati autonomi (Gilda, Cobas e Snals-Confsal), Flc Cgil, Cisl e Uil scuola hanno organizzato un pacchetto di scioperi, sit-in e manifestazioni di piazza malgrado gli impegni assunti nei giorni scorsi da autorevoli esponenti del governo sulle questioni che mettono in fibrillazione insegnanti, presidi e non docenti.
"Pur apprezzando i segnali positivi la settimana di mobilitazione ci sarà", spiegano i sindacati perché la discussione al Senato della Finanziaria va rilento e, dopo il maxiemendamento del governo, probabilmente sarà posta nuovamente la fiducia.
Ad aprire le ostilità con un sit-in, domani (12 dicembre) davanti al ministero della Pubblica istruzione, sarà il cosiddetto personale Ata (personale di segreteria, bidelli e tecnici di laboratorio). Giovedì 14 incroceranno le braccia per un'ora - la prima o l'ultima - gli tutti gli insegnanti. Nello stesso giorno viale Trastevere verrà bloccata dalla protesta dei precari - che organizzerenno un sit-in davanti al Palazzo della Minerva - e, sempre a Roma, scenderanno in piazza i presidi incaricati. La settimana si concluderà con una manifestazione nazionale per le strade della capitale domenica 17 dicembre.
I motivi del contendere. L'ok del governo al rinnovo del contratto della scuola e le assicurazioni del ministro Fioroni sull'esito del "pacchetto scuola" nelle Finanziaria, non fuga le preoccupazioni dei sindacati per l'impatto sulla scuola della manovra di bilancio disegnata dal ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa. Una delle questioni ancora controverse è la cosiddetta clausola di salvaguardia contenuta nella Finanziaria: quella 'noticina' che vincola le 170 mila assunzioni promesse dal governo alla realizzazione dei risparmi di spesa da ottenere con i tagli agli organici del personale. Scontenti anche gli Ata per i quali le 20 mila assunzioni (ne sono state richieste almeno 40 mila) previste sono poca cosa rispetto ai posti disponibili e per lo spauracchio di nuovi tagli in organico.
Resta ancora la questione precari. Il ministro Fioroni, dopo il lavoro delle scorse settimane, ripete ancora oggi: "L'accordo sui precari c'è, bisogna definire meglio gli aspetti tecnici delle novità per le graduatorie permanenti". Ma la tensione resta alta, e così la pressione sul governo per il rush finale della manovra. Non va giù ai rappresentanti di categoria neppure il taglio di circa 26 mila posti che si determinerebbe per effetto dell'aumento (pari a 0,4) del rapporto alunni-classi e brontolano anche i cosiddetti presidi incaricati che chiedono, per l'imminente concorso a loro riservato, almeno le stesse regole della procedura concorsuale ordinaria ormai quasi conclusa e un consistente aumento di posti.
(11 dicembre 2006)
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