21.12.06

Roma: Salta il consiglio sul precariato

sotto accusa c'è la maggioranza
L'accordo sindacale raggiunto il 18 dicembre scontenta tutte le categorie del pubblico
EPOLIS
Emanuela Lancianese

■Alla fine, come nell’ultimo atto di Romeo e Giulietta, tutti ne escono sconfitti. La mancanza del numero legale alla seduta del Consiglio comunale di ieri, dedicato al precariato nel pubblico impiego, ha lasciato facce sgomente e un senso di pena tra i lavoratori: assistenti sociali, amministrativi, maestre d’asilo e non solo. Che aspettavano da basso un cenno dei consiglieri sulla discussione con un tema non da poco: le loro vite. Ma nessun cenno è arrivato, per mancanza del numero legale provocata dall'assenza ingiustificata dei consiglieri di maggioranza.
L’ACCORDO concluso il 18 dicembre da Cgil Fp, Cisl Fp e Fpl Uil, Csa Diccap, per la “stabilizzazione” dei lavoratori comunali a tempo determinato, e entro tre anni anche di quelli impiegati in servizi ad evidenza pubblica, oltre agli interinali con prestazioni di durata superiore ai 12 mesi, lascia di fatto l’amaro in bocca a molte categorie.
Maestre d’asilo che non sanno se e quante saranno incluse nella prima infornata di gennaio; assistenti sociali interinali, che l’ultimo concorso lo
hanno visto nel 2000 e nel frattempo operano nei municipi prendendo impegni a nome e per conto del Comune; i poliziotti municipali, sorpresi per l’esclusione dall’unico accordo di massima finora concluso. Tutti a caccia di un perché il numero legale sia di fatto mancato per “volontà” o meglio assenza della maggioranza. Solo 27 i consiglieri presenti. Stizza, palesemente mal dissimulata, trapela nelle parole e nelle espressioni degli stessi consiglieri della lista del sindaco Veltroni.
Mentre l’assessore alle risorse umane, Lucio d’Ubaldo, artefice del pre-accordo, allo scioglimento della seduta è uscito livido in volto. Lapidario Mirko Coratti, (Moderati per Veltroni), presidente del consiglio comunale: «È scandaloso che i consiglieri eletti non siano presenti.
Non si tratta solo di rispetto verso le istituzioni, ma verso i cittadini che li hanno votati. Soprattutto quando il consiglio è chiamato a discutere di
temi importanti come il lavoro». Gli stessi consiglieri di An, usciti dall’aula al momento dell’appello, hanno deciso con la loro assenza di non avallare il comportamento sibillino della maggioranza. I commenti non si sono fatti attendere: «Di maggioranza allo sbando», ha parlato Luca Malcotti (An), di «maggioranza irresponsabile», Vincenzo Piso (An).■



Roma■ «Oggi non parteciperò al Consiglio straordinario sul precariato
perché non credo sia questo il modo per rispondere alle loro giuste esigenze. Non è infatti con misure straordinarie, coi ‘bla, bla, bla’ o la demagogia
che si supera il disagio in cui vergognosamente vivono tante e tanti impiegati del Comune di Roma legati all’Amministrazione da un contratto di
precariato». Lo ha reso noto ieri, prima del consiglio, il capo gruppo della Rosa nel Pugno al comune Gianluca Quadrana. «Esistono – ha aggiunto Quadrana
- una commissione consiliare Lavoro e una commissione consiliare Personale che insieme ai capi gruppo di maggioranza e opposizione e agli assessori competenti, in primis quello delle Risorse Umane, Lucio D’Ubaldo, hanno tutta la legittimità e il potere per affrontare il tema con la stessa concretezza con la quale il Comune ha stabilizzato le figure professionali all’interno degli asili nido e delle scuole dell’infanzia».
Il leader della Rosa nel Pugno non si è fermato qui e ha rincarato la dose: «Credo – ha concluso Quadrana – che questo sia il percorso autentico e sincero per ridurre e superare il precariato all’interno dell’amministrazione
pubblica dando a questi lavoratori una certezza per il domani. Inoltre occorre riaffermare il valore delle professionalità interne all’amministrazione troppo spesso frustrate dal ricorso a consulenti esterni con un dispendio di risorse pubbliche che invece potrebbero e dovrebbero essere utilizzate per la formazione e l’aggiornamento del personale comunale». Nel pomeriggio il consiglio comunale non si è riunito, per mancanza del numero legale. Un'azione di “sabotaggio” dell'opposizione, che si è detta stanca di contribuire al normale andamento delle attività consiliari, quando i consiglieri della maggioranza non si presentano in Aula. Un sabotaggio che non ha frenato le polemiche.

1 commento:

Anonimo ha detto...

GLI PIACEREBBE A QUADRANA ESSERE UN LEADER INVECE è SOLO UN PUPAZZO DI UN ALTRO PUPAZZO PIù GRANDE: VILLETTI.I SOCIALISTI VERI SONO ALTRI