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28.11.09

News - novembre 2009

Precari ISPRA
24/11: i precari ISPRA salgono sul tetto
la polizia interviene fra i precari
commenti politici
la notte sul tetto
sul tetto fino a una soluzione positiva
25/11: la prima notte sul tetto
una webcam sul tetto
si prepara la seconda notte sul tetto
26/11: i fantasmi dell'Ispra scaricati dallo Stato
i precari affrontano il terzo giorno sul tetto
Ancora sul tetto
27/11: primi risultati ma restiamo sul tetto
"vogliono denunciarci per la webcam"
un tavolo alla regione il 30 novembre
28/11 i precari attendono risposte

| il blog dei precari ispra | le foto | intervista rainews24 | segui in diretta con la webcam |

Lavoratori Agile (ex Eutelia)
2/11: serve un tavolo nazionale
4/11: occupata sede di Pregnana Milanese
5/11: assemblee permanenti negli stabilimenti di tutta Italia
No ai 237 licenziamenti
6/11: "Una messa per Agile"
7/11: il PD con i lavoratori
9/11: un incontro l'11 a Roma
10/11: blitz nella notte di una squadraccia al Tiburtino
il blitz dei bodyguard nella notte
Samuele Landi in questura
FIOM: il 17 sciopero e manifestazione a Roma
La società si dichiara estranea ai fatti
13/11: intervenga il governo
lavoratori occupano la sede di Padova
14/11: le ombre di Eutelia
14/11: in piazza la Cgil
"siamo più di 100mila"
in piazza per salvare Eutelia
17/11: Eutelia perde affare per 24 milioni
17/11: a Roma corteo Eutelia
urgente il congelamento del debito
la rabbia dei lavoratori invade Roma
Letta riceve i sindacati
assedio a Palazzo Chigi
Tra Rinaldini e Di Pietro, il sitin diventa assemblea
La vicenda Eutelia davanti a Palazzo Chigi
Tavolo convocato per il 27 novembre
23/11 all'Infedele i lavoratori Eutelia
24/11 la lotta va avanti colpo su colpo
spettacolo con i Tetes de Bois
Da Silvestri a Cristicchi il concerto per l'Eutelia
25/11 Eutelia guarda con fiducia al futuro
Eutelia: delibera conferimento ramo d'azienda
26/11: Eutelia in borsa -7,4%
Patria Socialista, RASH e Magazzini Popolari Casal Bertone occupano la sede del gruppo Barani
Giornalista minacciato, vado avanti
In piazza i dipendenti Eutelia
Vertice a Palazzo Chigi
Letta: azienda paghi stipendi e arretrati
Tremonti: commissariamento soluzione giusta
27/11: prosegue il sit in dei lavoratori a Palazzo Chigi
la notte dei lavoratori sotto Palazzo Chigi
Letta conferma l'impegno del governo
la rabbia dei lavoratori dalle piazze reali a quelle virtuali
Il governo si muove, ma i sindacati bocciano il piano
Sono il cattivo di Eutelia, ma le bugie le dice Santoro
Tremonti contro Eutelia, cattiva gestione

| coordinamento sindacale nazionale agile (ex eutelia) | AGILE workers |

Lavoratori Alcoa
3/11: disperazione sulla torre
Cappellacci: pronto a incontrare i lavoratori sul silos
Giovedì a Roma sit in dei sindaci del Sulcis
sit in a Cagliari
5/11 sit in dei sindaci a Roma
"Salvare l'industria del Sulcis"
Sindacati parzialmente soddisfatti
6/11 operai bloccano le strade
7/11 striscione allo stadio Sant'Elia
9/11 mercoledì nuovo sit in dei sindaci a Roma
10/11 malore a sessanta metri da terra
lavoratori bloccano l'attracco della nave Tirrenia
sesto giorno senza cibo
11/11 i lavoratori ALCOA a Palazzo Chigi
12/11 tavolo sull'energia, e Cappellacci sale sul silos
la decisione slitta dal 17 al 30 novembre
13/11 i lavoratori bloccano la SS130
14/11 i lavoratori ALCOA al corteo della Cgil
16/11 i lavoratori puntano a Palazzo Chigi
i sindacati uniti per il Sulcis
17/11 ALCOA premiata per la sostenibilità
18/11: scontri insulti e manganellate
video
Scajola incontra i vertici dell'azienda e i sindacati
Scajola: l'ALCOA non chiude
prima i manganelli, poi spiragli
19/11 FIOM: inaccettabile l'ottimismo del governo
arriva l'accordo, incognita per Vinyls
20/11 L'ALCOA sospende le attività a Fusina e Portovesme
L'ultimatum dell'azienda
Gli operai sequestrano dirigenti e stabilimenti
CGIL: non possiamo tollerare la chiusura dell'ALCOA
Operai sequestrano dirigenti: video choc
il vescovo di Iglesias: apprensione per la crisi
occupazione a oltranza
l'azienda si impegna a non intraprendere azioni per 15 giorni
Alcoa, il parassita (statale) che inquina
La crisi della multinazionale ALCOA
La Commissione Europea chiede 300 milioni all'ALCOA
Carabinieri: nessun sequestro di persona
21/11 tolto il blocco ai cancelli, resta il presidio
sit in a Roma il 26/11
Dopo 20 giorni gli operai scendono dal silos
Si allarga la protesta, assemblea degli operai
22/11 gli operai: lasceremo al buio l'intera Sardegna
23/11 blitz alla centrale ENEL
stop alla centrale ENEL nella notte
Agonia chiamata ALCOA
24/11 giovedì sciopero e manifestazione a Roma
corteo dei lavoratori in Regione
25/11 c'è Alcoa e Alcoa?
partono da Mestre i lavoratori Alcoa
in partenza 500 operai da Olbia
26/11 parte il corteo dei lavoratori ALCOA
scontri a Roma: ferito sindacalista
la questura: nessun poliziotto ha usato manganelli
tensione al corteo dei dipendeti ALCOA, c'è l'accordo
manganellate alla romana per l'ALCOA
questura: 3 agenti contusi
azienda disponibile a ritirare la CIG
ALCOA sospende la cassa integrazione
"ho ricevuto una manganellata alle spalle"
Roma: città chiusa per la rabbia del Sulcis
Alcoa: intesa per il futuro
27/11 assemblea a Marghera


Vinyls
27/11 Sospesa l'occupazione a Porto Torres

MTM-BRC
La fabbrica dei precari a Livorno

Università
Blitz alla CRUI
18/11: a Torino occupato il rettorato
L'Onda protesta anche di notte
19/11 protesta dei precari di lingue a Catania
20/11 il documento dell'assemblea nazionale
26/11 CRUI: a rischio stipendi

Scuola
2/11 sit in davanti alle sedi regionali RAI
La documentazione dell'occupazione del liceo di Ischia
11/11 occupato il Tasso a Roma
11/11 il "posto fisso day"
16/11 coordinamento precari: sciopero l'11 dicembre
17/11 studenti in piazza, tensioni a Milano
17/11 occupato il liceo Fracastoro a Verona
18/11 Decreto precari: ok del senato
19/11 occupato il Mamiani e flashmob a Roma
20/11 Torino. occupata sede del MIUR
23/11 sitin degli studenti al MIUR
23/11 ogni precario fa risparmiare allo stato 9mila euro
23/11 occupato il liceo Volta a Milano
26/11 duemila studenti in corteo a Roma in solidarietà col Mamiani occupato
27/11 il dramma dei precari della scuola diventa un calendario
28/11 Torino, corteo degli studenti

Pubblico impiego e enti locali
3/11 mobilitazione dei precari a Bologna
5/11 Proteste e tafferugli a Taranto
Protesta a Cagliari dei precari disabili della provincia
Calabria: protesta dei precari della regione
25/11 corteo dei precari a Palermo

Varie
l'agenda 2010 dei lavoratori INNSE

Diario delle aziende in crisi

Una mappa dell'Italia della crisi

Vale Rossi e la Yamaha che licenzia gli operai

Umbria. Prc e Sl: necessario reddito sociale

i precari della partita IVA

Giornalisti e precari: il futuro dell'informazione

il programma EXIT cerca precari

Posti di lavoro in palio al supermercato

28.5.07

Sabato 26 maggio, una giornata particolare… l'Open Day!

L’Università Statale di Milano si presenta agli studenti, si mostra luccicante e splendida alla città. Un paradiso di aule, laboratori, biblioteche, prestigiosi istituti, meravigliosi dipartimenti, nonché centro d’eccellenza per la ricerca.

continua

Atipici, anche la sicurezza è precaria

Di Massimo Malerba e Luciana Mongiovì

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- 27 maggio 2007

In un mercato del lavoro in cui tutto è precario, dai contratti alle retribuzioni, non è che la sicurezza - così pomposamente richiamata dalla legge 626/94- faccia poi eccezione. Anzi, volendosi soffermare sui dati dell’ultima ricerca condotta da Eurispes - Ispesl scopriamo innanzitutto che i tassi di mortalità e di infortunio tra i lavoratori precari sono almeno due, tre volte superiore rispetto a quello dei lavoratori subordinati. Ma dati i numeri andiamo alle cause che sono principalmente riconducibili alla diffusa e generalizzata tendenza ad assegnare ai lavoratori non stabilizzati compiti pericolosi, mansioni che vanno svolte in ambienti di lavoro insalubri o, comunque, in condizioni di lavoro problematiche: condizioni che il personale a tempo indeterminato, di norma, rifiuterebbe. A ciò si aggiunga la connotazione individualizzata del contratto atipico che, in quanto tale, è normalmente (ad eccezione dei rapporti in somministrazione) slegato dai parametri definiti in sede di contrattazione collettiva e la mancanza di tutele sindacali. Per contro, si registra una sottostima delle denunce di infortuni e di malattie professionali dei lavoratori precari che consegue alla loro condizione di ricattabilità e di soggezione psicologica nei confronti del datore di lavoro o del management aziendale. E come se non bastasse, a confermare la stretta correlazione che corre tra lavoro atipico e rischio di infortuni ci pensa ancora la ricerca Eurispes dalla quale emerge che il maggiore rischio infortunistico nel lavoro atipico rispetto a quello subordinato è fortemente legato alla mutata organizzazione del lavoro (Incidenti sul lavoro e lavoro atipico” - Eurispes-Ispesl). Ma c’è di più se persino la Giustizia Europea si è scomodata, nel 2003, emettendo una condanna nei confronti dell’Italia per il mancato recepimento della direttiva comunitaria lavorativa, che prevede l’obbligo per i datori di lavoro di prevenire tutti i rischi che possono incidere sulla salute dei lavoratori, anche di natura psico-sociale o trasversale. Negli ultimi anni si è sviluppata una accentuata sensibilità rispetto alle ricadute psicologiche delle mutate condizioni di lavoro che ha promosso l’attivazione di inchieste sui fattori di rischio occupazionali principalmente nel settore dei Call Center (Monitoraggio su inchieste nei call center - NidiL Cgil Catania, luglio 2006). La scelta dei Call Center come luogo di lavoro da indagare è dipesa dalla rapida crescita che ha caratterizzato questo settore. Già nel 2002 l’Europa impiegava circa 2 milioni di addetti, ossia l’1,3 % della popolazione attiva, che si aggiungono agli oltre 5 milioni di operatori negli Stati Uniti. In Italia sono stati censiti 700 aziende di Call Center che impiegano più di 250.000 addetti su 3 milioni e 244 mila lavoratori precari. Il Dipartimento Salute e Sicurezza della CGIL Regione Piemonte in collaborazione con l’ASL 5 ha avviato, su sollecitazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza di due Call Center, una indagine sull’esposizione ai rischi professionali focalizzando l’attenzione sugli aspetti legati all’organizzazione del lavoro. In particolare, sembra essere l’ambiente sociale ad influire sulla percezione del disagio da parte del lavoratore tra cui un basso livello di controllo sul proprio lavoro, l’imposizione di obiettivi di rendimento (numero e durata delle chiamate), la presenza di sistemi di monitoraggio delle prestazioni e la scarsità di pause (Studio R.O.C.C. Cgil Piemonte). Malgrado questo dato, è descritto che il management aziendale è più propenso a migliorare l’ergonomia e l’ambiente indoor piuttosto che l’organizzazione del lavoro ( Taylor et al, 2003). Fra i risultati attesi, usufruibili anche da parte del Servizio Sanitario della Regione Piemonte, è stata indicata la realizzazione di “Linee guida per la salute e la sicurezza nel settore dei Call Center”.

Infortuni in Sicilia, fra gli “atipici” è boom Presentato a Palermo l’ultimo Rapporto annuale regionale dell’Inail: crescono del 46% gli incidenti subiti dai lavoratori parasubordinati Il fenomeno infortunistico in Sicilia rappresenta il 3,6% del totale nazionale. Nell’anno 2005 sono stati denunciati all’Inail 33.756 infortuni sul lavoro di cui 28.165 nel settore industria e servizi, 3.295 in agricoltura e 2.296 tra i dipendenti dello Stato. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto Annuale Regionale di Inail Sicilia (7 dicembre 2006), presentato a Palazzo Steri a Palermo. Fra le città siciliane Catania, Palermo e Messina sono quelle in cui si è verificato il maggior numero di infortuni, mentre nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna e Siracusa il numero di incidenti sul lavoro è cresciuto rispetto al 2004. Ottanta sono stati gli incidenti mortali denunciati, uno in più rispetto al 2004. La maggior parte degli infortuni mortali (65) è avvenuta nel settore dell’industria e dei servizi, 13 in agricoltura e 2 tra i lavoratori in conto Stato. In particolare nell’ambito dell’industria e servizi, il settore economico maggiormente colpito è rappresentato dalle costruzioni con 18 casi, seguito da quello manifatturiero con 11. Infortuni stradali e in itinere. Gli incidenti in itinere (quelli avvenuti lungo il tragitto casa-lavoro e viceversa) nel settore dell’industria e dei servizi sono aumentati del 9% rispetto ai dati del 2004. L’aumento si è verificato soprattutto nelle province di Catania (413), Palermo (354), Messina (184) e Siracusa (173). Ma il Rapporto Regionale registra anche una diminuzione degli infortuni mortali (13) rispetto ai 18 del 2004. In crescita, infine, gli incidenti stradali avvenuti durante il lavoro con 3.365 casi del 2005 rispetto ai 2.348 del 2004. In crescita gli infortuni dei lavoratori parasubordinati, tra i quali si registra un aumento del 46% rispetto all’anno precedente. Il 79% dei casi si concentra nelle province di Catania, Palermo, Trapani e Messina. In diminuzione del 27% gli incidenti sul lavoro avvenuti agli immigrati impiegati nel settore agricolo. La provincia maggiormente interessata è Ragusa, che con i suoi 114 casi racchiude il 55% degli eventi ragionali (205). Il numero maggiore di infortuni nell’isola riguarda il settore industria e servizi con 610 casi in più rispetto al 2004. Fra i lavoratori immigrati presenti in Sicilia, 198 incidenti sono accaduti a lavoratori tunisini. Mano, ginocchio, caviglia e colonna vertebrale sono le parti del corpo più colpite dagli incidenti sul lavoro: rappresentano, infatti, il 47% degli organi interessati in agricoltura e il 51% nell’industria e nei servizi.

Precari universitari di tutta Italia, uniamoci!

A quasi cinque mesi dall’entrata in vigore della legge finanziaria 2007, molte amministrazioni universitarie continuano a non applicarne il comma 519.
Fino al mese scorso si attendeva che venisse emanata la tanto attesa circolare applicativa da parte della Funzione Pubblica, circolare poi manifestatasi nella direttiva n. 7 del 30 aprile u.s..
A quel punto avevamo sperato che fosse finalmente giunta l’ora della stabilizzazione.
Purtroppo ci eravamo sbagliati.

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15.5.07

Rete precari comune Milano:"Troppi precari!"

Nel Comune di Milano ci sono 1200 precari e precarie a tempo determinato, più altre centinaia di lavoratori somministrati, collaboratori coordinati, stagisti e lavoratori di cooperative.
Cari lettori sono precarie quelle persone che vi trovate davanti rivolgendovi a qualunque sportello del Comune; sono precarie le educatrici degli asili nido e delle scuole materne, e l'elenco potrebbe continuare.

Non siamo dei fannulloni, siamo noi che rispondiamo alle vostre esigenze, in noi, non nel dirigente, nel funzionario, trovate una risoluzione dei vostri problemi. Siamo noi che portiamo onore e gloria agli assessori, i quali non conoscono e mai conosceranno i nostri nomi, le nostre ansie per le continue scadenze contrattuali.

La nostra professionalità non viene riconosciuta, non abbiamo diritto a permessi studio, per concorsi, per visite mediche, non abbiamo una rappresentanza sindacale.

Viviamo il presente con incertezze e guardiamo al futuro con timore, i nostri contratti sono sempre in scadenza. Ci troviamo a lottare non per l'assunzione a tempo indeterminato, ma per la difesa del posto di lavoro precario, come se si volesse stabilizzare la precarietà, e non chi è precario.

Chiediamo di lavorare con certezza, quindi con un contratto a tempo indeterminato, per non continuare ad essere precari nella vita. La nostra assunzione potrebbe migliorare la qualità dei servizi? Secondo noi, Si

Rete precari comune di Milano

Scioperi, dopo i precari gli autisti dell'Atm

Inizio di settimana calda per i servizi pubblici milanesi a causa delle agitazioni sindacali di vigili del fuoco, precari del Comune e personale Atm.

Vigili del Fuoco Hanno protestato fino alle 14 di ieri i Vigili del Fuoco, con un presidio davanti al comando via Messina. "Lo sciopero è stato un successo, con una media di adesioni tra l'80 e il 90%" ha affermato Massimo Berto coordinatore provinciale Rdb. "Chiediamo il rinnovo del contratto scaduto da 15 mesi, con il pagamento degli arretrati e una rivalutazione dello stipendio, che oggi si aggira mediamente intorno ai 1200 euro" spiega Berto.
Precari del Comune Nel pomeriggio si è invece data appuntamento davanti a palazzo Marino la "Rete precaria". I lavoratori comunali precari si sono incatenati simbolicamente per chiedere l'assunzione immediata a tempo indeterminato. "Nel Comune di Milano ci sono 1200 precari e precarie a tempo determinato, più altre centinaia di lavoratori somministrati, collaboratori coordinati - scrivono in un comunicato i precari - che non hanno diritto a permessi di studio, per concorsi o per visite mediche".
Trasporti I dipendenti Atm aderenti a Cgil, Cisl e Uil sciopereranno invece oggi per 4 ore, dalle 18 alle 22. Probabile sia il blocco della metropolitana, sia una sostanziale riduzione del servizio in superficie. Ansa

La mia vita da insegnante precaria storica»

Ho cinquant’anni, sono insegnante di Scuola Primaria e precaria da circa … venti anni. Sono una precaria storica. Ho conseguito la prima delle tre Abilitazioni che possiedo nel lontano 1982. Le altre abilitazioni le ho ottenute dopo e sempre con le stesse modalità: concorsi pubblici con qualche centinaio di posti per migliaia di partecipanti. Naturalmente facevo parte di quelle migliaia che non risultavano vincitori. D’altronde i testi che presentavo per gli esami orali erano quelli che studiavo all’università forse non sempre conosciuti da tutti i membri delle commissioni magari gli stessi che non apprezzavano i testi di M.Lodi. Non ho certo migliorato la mia situazione accettando di farmi preparare da alcun Dirigente scolastico. Diversi anni fa ho conseguito la laurea in Lettere Moderne con tesi in Didattica. Una Laurea "vera" valutata 3 miseri punti, ovvero come un corso Forcom conseguito per via telematica e ottenuto anche con sole 500.000 lire. Non credo che avessimo bisogno di questa ulteriore vergogna! Non sono mancate le gratificazioni, tanta stima e affetto; alunni che mi hanno voluta bene e che mi hanno scritto lettere che augurerei a tutti di avere conservate nei cassetti.

Da diversi anni sono un’incaricata del CSA di Catania e quantomeno posso lavorare con contratti a termine ma cambiando ogni anno scuola, classe, colleghi; senza percepire stipendio nei mesi estivi e nessun scatto di stipendio. Come sempre alla fine dell’anno si prevedeva che non sarei potuta ritornare dai "miei bambini". Questa volta le preghierine dei miei 18 alunni hanno fatto il " miracolo".

Questo nuovo anno scolastico così mi vede nella stessa classe con degli alunni che hanno rischiato e purtroppo rischieranno di avere un forte distacco affettivo e una discontinuità metodologica. Non si sapranno dare una spiegazione ma ciò inciderà negativamente nella loro vita scolastica. Forse per loro sarà l’inizio di una mancanza di fiducia nelle istituzioni e forse di un più grave disagio giovanile. Speravo che il nuovo governo rivolgesse più attenzione al mondo della scuola e soprattutto al bene dei bambini per realizzare una società migliore che inizia proprio dal bambino. Signor ministro. Purtroppo la Sua scuola e la Mia sono ben lontane da modelli ideali e questo anche a causa di come viene reclutato e maltrattato il corpo insegnante e più che mai i docenti precari. In passato, così come oggi, potevo ottenere l’immissione immediata in ruolo tramite l’inserimento nelle graduatorie del nord. Sono, però, anche una mamma, una figlia, una moglie, una donna quindi che ha dei doveri. Oggi ho davanti a me il modello di domanda dell’aggiornamento alla Graduatoria Permanente. Sembrerebbe la solita domanda invece non è così !. Fra due anni io, come tanti altri docenti ,sarò ancora precaria. Infatti le assunzioni dalla Graduatoria permanente previste ,da fonti qualificate, a Catania per la Scuola Primaria, nonostante i titoloni sui giornali che annunciano tantissime nuovi assunzioni, vanno al di sotto del centinaio .Pertanto si seguirà la media delle assunzioni annue come nel passato. Inoltre, con le innovazioni introdotte nel provvedimento a seguito dell’emanazione della legge n. 296/06 e della sentenza n. 11/07, si consentirà, per l’ultima volta, di trasferire la propria posizione in altra provincia al prezzo però di essere di essere messi in coda in graduatoria. Anche potendo non ci sarà più permesso di fare i siciliani emigranti.

Io docente precaria della scuola italiana non ho e non avrò la possibilità di avere alcun trasferimento. Non ho il diritto di organizzare la mia vita come desidero. Non ho diritto alla continuità didattica. Non ho diritto allo stipendio estivo. Non ho il diritto di sapere cosa ne sarà di me! Mi si potrà rispondere che con tale intervento si è solo voluta bloccare una politica che ha visto troppe precarie del Sud emigrare e poi fare un figlio per starsene a casa e per poi avere l’assegnazione provvisoria (a cosa non siamo state costrette !). Ma allora, potrei sapere perché rimangono separate le graduatorie delle scuole con quelle dell’immissione in ruolo? Io una mia idea ce l’avrei. Sono convinta che le scuole del Nord non vivrebbero senza la manovalanza delle povere emigranti del Sud, così snellendo le graduatorie del Sud e gonfiando quelle scarne o del tutto esaurite del nord si sosterranno le scuole del Nord e gli si eviterà di cercare le supplenti disperatamente. Ma questa sarà una soluzione per i 4000(circa) docenti precari della Scuola Primaria della provincia di Catania?

Quale futuro per i precari che al SUD rimarranno nella graduatoria permanente? (Perché al Nord le graduatorie saranno esaurite visto che in molte città già lo sono). Quale futuro per i giovani precari che stanno investendo energie, risorse e speranze in questo ambito lavorativo? Quale futuro per le famiglie del Sud dove c’è un genitore docente precario (e ce ne sono proprio tanti) che può entrare di ruolo solo Padova, Venezia, Biella, etc? (Non mi pare si stia lavorando per la famiglia e poi si litiga in Parlamento per i DICO !)

Lo chiedo al ministro, perché l’ho eletto e non posso e non voglio aspettare un altro Ministro che per scelta politica non mi rappresenti. Penso che sia legittimo chiedere di fare chiarezza al più presto sulle nuove o "non" modalità di assunzione dei precari o meglio di coloro che hanno investito tanti anni della loro vita al servizio dello Stato e che non hanno avuto modo di oziare né in classe e né durante le vacanze estive (non pagate e sempre in attesa di comunicati stampa che annuncino novità, incarichi, nuovi corsi abilitanti, ecc.).

CARMELA COCO

(da www.lasicilia.it)

12.5.07

Ricerca: i precari in piazza

2007-05-11 14:14

ROMA - Sono circa 800 secondo gli organizzatori, 200 per le forze dell'ordine, i precari della ricerca che manifestano da questa mattina davanti alla sede del ministero dell'Economia. La manifestazione a cui aderiscono trenta associazioni di ricercatori sia dell'Università sia di centri di ricerca pubblici, chiede un rilancio del settore, attraverso la regolarizzazione dei precari e l'aumento dei finanziamenti. "Se vuole davvero realizzare un'economia della conoscenza - sostiene Melania Del Santo, uno degli organizzatori - il Governo deve impegnarsi da subito ad immettere nuove risorse in questi settori, mantenendo le promesse della campagna elettorale". Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal capo di gabinetto del ministro Tommaso Padoa-Schioppa.

2.5.07

Comunicato Stampa PrecariAtesia 2/5/07

Nei giorni 5 e 12 aprile due individui, qualificatisi come funzionari del Ministero dell’Interno, appartenenti ad un fantomatico Centro Studi per la prevenzione dei conflitti sul lavoro, hanno atteso per strada due compagni, uno del LRO “Gatto Selvaggio” e uno rappresentante sindacale Aci Informatica, rispettivamente davanti l’abitazione e davanti al posto di lavoro. Ad entrambi i compagni è stato chiaramente fatto intendere che la loro attività politica e la loro vita privata erano attentamente seguite dall’apparato a cui i due individui dicevano di appartenere. In particolare ai compagni è stato ripetutamente richiesto di fornire informazioni sulla propria attività politica con specifico riferimento alla lotta alla precarietà ed alla vertenza Atesia.
Per quanto l’approccio di questi due individui sia stato improntato alla cortesia, non sfugge a noi e ai due compagni coinvolti il carattere intimidatorio della vicenda.
Se i due individui sono effettivamente agenti del Ministero degli Interni ci chiediamo quali possano essere i termini di legge che consentono tali procedure intimidatorie nei confronti di liberi cittadini. Le idee politiche dei due compagni coinvolti sono pubbliche, la loro attività politica è, fra le masse, alla luce del sole ed è nota a tutti a cominciare dai servizi repressivi dello stato, come gli stessi individui hanno mostrato di sapere. Per questo motivo i compagni, e noi con loro, non ritengono che sia dovuta alcuna informazione rispetto alla loro attività politica.
Vogliamo con questo comunicato stampa denunciare il tentativo di intimidazione nei confronti dei compagni, tanto più che le note vicende Telecom/servizi di sicurezza hanno evidenziato che esistono connivenze tra apparati dello stato e soggetti privati, volte alla schedatura di massa.
Ci appelliamo a tutto il movimento, ai democratici ed alle democratiche perché vengano respinte eventuali provocazioni e montature ai danni di questi compagni che appartengono al movimento di massa.

CONFERENZA STAMPA
VENERDI’ 4 MAGGIO 2007 h 11:00

presso Palazzo Valentini Via IV Novembre 119/A SALA DELLA PROVINCIA “Placido Martini”

Organizzatori: Coordinamento lavoratrici e lavoratori Roma Ovest, RSU
Autorganizzati ACI Informatica, Collettivo PrecariAtesia, CSO "I Pò" di
Marino e "Macchia Rossa" Magliana, LRO "Gatto Selvaggio", Comitato Precari
Roma Est, Coordinamento delle Autonomie, Assemblea Coordinata e Continuativa contro la Precarietà, Confederazione Cobas.

Partecipanti: On. Giovanni Russo Spena, On. Paolo Cento

Roma, 2 maggio 2007

May Day Parade the day after

[...]
Sono le 21:25 di martedì sera e finalmente sono davanti al mio pc. Le gambe sono a pezzi e il mal di testa impera. Ma ne è valsa la pena. Torno adesso dalla May Day Parade, e torno a piedi perchè i mezzi non vanno, con un buon bottino di foto e con un'ottima impressione della manifestazione dei precari ormai giunta alla sua settima edizione. Il corteo di quest'anno è stato contraddistinto dalla presenza dei tarocchi, XXI carte con varie figure (l'imprenditore, il telfonista, la catena, ecc.) che rappresentano il mondo del lavoro precario. Durante la manifestazione l'occupazione principale dei presenti era quella di correre da un capo all'altro del corteo per racimolare le carte mancanti, se non le trovavano si buttavano nel baratto con gli altri manifestanti. Insomma una vera festa di piazza che oltre a portrare avanti le istanze dei precari pompa ottima musica a tutto volume e soprattutto tanta birra.
[...]

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Doppio corteo per la sicurezza e i precari

Le manifestazioni per il Primo Maggio a Milano

Nessun problema di ordine pubblico, ma alla Mayday sono apparse scritte pro-Br. Rosati: «Una giornata per ricordare le morti bianche»

Centomila persone, secondo gli organizzatori, hanno partecipato alla Mayday parade a Milano, la manifestazione-happening organizzata da sindacati autonomi, come la Cub, e centri sociali in nome di maggiori tutele per i lavoratori precari. Il corteo, arrivato alla settima edizione, si è svolto contemporaneamente in tredici città e si è concluso in piazza del Cannone. Una manifestazione allegra e ordinata, rovinata però da alcune scritte pro-Br comparse sui muri all'inizio e alla fine del percorso. In via De Amicis, non lontano dal punto di concentramento del corteo, è stato scritto in spray nero e firmato con una stella dello stesso colore «Solidarietà al Gramigna», il centro sociale di Padova coinvolto negli arresti di presunti brigatisti a febbraio. Nelle vicinanze sono state state affisse e distribuite copie di una lettera spedita dal carcere di Opera da Davide Bortolato, accusato di appartenere alle nuove Br. In piazza Castello è poi stato scritto in spray rosso «Milo, Marta, Orlando e Fede liberi» e, in nero, «Milo free», alludendo a persone arrestate. Sempre sugli stessi palazzi, firmato con falce e martello, «Fuori i compagni!» e «Liberi tutti!», scritto in rosso.

La Mayday dei precari d'assalto

Michela Chimenti
2 maggio 2007
Centomila persone anche quest'anno hanno sfilato, ballato e cantato per le strade di Milano, urlando e protestando contro la condizione precaria del lavoro e della vita. Il carnevale milanese si ripete al grido di «Mayday!Mayday!» che, col passare degli anni, non è più un grido spaventato di aiuto, ma un urlo di consapevolezza e di voglia di cambiare. «Dai precari piagnoni del 2001 ai precari d'assalto del 2007!» urla un ragazzo dal carro. Ed è proprio così: precari sono e forse resteranno, ma la Mayday 2007 ha avuto una marcia in più rispetto agli scorsi anni, un miglioramento che l'accompagna di volta in volta.

C'è il signore che sfila sui trampoli, per dimostrare come si sente ogni giorno quando va al lavoro: traballante. C'è una signora con un cartello al collo che dice «scado il 3 maggio». C'è il tradizionale carro dei lavoratori autorganizzati del teatro alla Scala e dei precari dello spettacolo. E poi c'è il carro principale, quello a cui un pò più che ad altri è dedicata la Mayday di quest'anno: i giornalisti. Si denuncia il fatto che, ad esempio, nella holding che controlla il Corriere della sera, Rcs, tre quarti degli articoli provengano da giornalisti precari e senza contratto. Ma il vero grido d'allarme per l'informazione arriva dai freelance, che denunciano il loro malessere [«Informare e NON essere, questo è il freelance»], e dicono di sentirsi come prodotti sul banco di un supermarket, come fantasmi nel mondo del lavoro.
Anche quest'anno, non sono mancati i gadget: un mazzo di «Tarocchi della Precariomanzia», da raccogliere lungo il percorso del corteo, suddivisi in quattro livelli di difficoltà, il più difficile dei quali è il Tarocco XXI, Il Reddito.

Un altro carro si è fatto notare: quello dei cittadini che non vogliono più farsi chiamare immigrati. Persone di varie nazionalità hanno urlato di essere italiani, di sentirsi italiani e soprattutto di lavorare per l'Italia e per il suo benessere. Una sola richiesta, a gran voce: uguali leggi e uguali diritti. Sono arrabbiati e delusi dalle parole della sindaca Letizia Moratti, che nell'ultimo periodo non ha fatto molto più che parlare di «zone franche da sgomberare». Mai. Nemmeno per distinguere fra «buoni e cattivi», soprattutto quando parla di quella ChinaTown milanese che tanto ha sconvolto l'opinione pubblica in queste settimane. Ecco quindi che da un carro spunta un bimbo cinese che sorride, appena sotto di lui due bandiere: una cinese e una italiana. Sono queste le zone franche di cui tanto si ha paura?

Come ogni anno, dopo i carri e i gadget, sfilano immancabili «le polemiche per il futuro». Quest'anno arrivano da Onorio Rosati, segretario generale della Camera del lavoro di Milano, il quale ha fatto un appello affinché nel futuro si possa fare una sola manifestazione del primo maggio milanese e non due [quella dei sindacati al mattino e la Mayday al pomeriggio]. Non che nel corteo mancassero bandiere o sindacati [i Cub in prima linea], ma se si continua a trattare i precari come presenze oscure, che si manifestano per le strade in un pomeriggio assolato, e non si prova a parlare con loro direttamente, non dalle radio o dai giornali la mattina del primo maggio, forse per il corteo comune qualcuno non è ancora pronto...

Michela Chimenti [Precaria]

30.4.07

Giornalisti precari. Anche l’informazione è a rischio

Costanza Alvaro Venerdì 27 Aprile 2007

Il precariato è un virus che si è espanso a macchia d’olio, silenziosamente, contagiando ogni settore. Col tempo è diventato fenomeno: generazionale, sociale, di massa. Quindi culturale. È oggetto di riflessione per chi è in quarantena e per chi, da una posizione privilegiata, ne constata gli effetti: chi volesse leggere racconti, saggi o romanzi sul tema ha l’imbarazzo della scelta. Il giornalismo, da sempre considerato mestiere ricco di privilegi, non è affatto esente dal contagio.

Dei circa 30mila giornalisti presenti in Italia solo 12mila sono contrattualizzati. Ciò significa che l’informazione in Italia è affidata per due terzi a persone che hanno una debolezza contrattuale tale da essere esposte a ricatti d’ogni sorta. “Come è possibile raccontare i fatti con la schiena dritta, come chiese l’allora Capo dello Stato Ciampi, se proprio chi dovrebbe farle, le denunce, è sotto lo schiaffo continuo di un minaccioso licenziamento?”, si chiede Chiara Lico, 32 anni, giornalista Rai, che nel romanzo Zitto e scrivi, edito da Stampa alternativa, riflette su quella che considera un’emergenza nazionale. La grottesca storia di Pieffe, “giornalista praticante con contratto a termine da metalmeccanico” è l’emblema di un disagio sempre più diffuso, che fa male allo stesso sistema dell’informazione.
Alle stesse conclusioni giunge anche la seconda edizione del Libro bianco sul lavoro nero: storie di violazioni e soprusi nel mondo dell’informazione raccolte dal Fnsi. Nella prefazione Paolo Serventi Longhi, segretario del sindacato dei giornalisti, ricorda che “ciò che sta avvenendo da alcuni anni è la violazione sistematica di ogni regola nella maggioranza delle imprese editoriali, dalla carta stampata all’emittenza nazionale, dalle televisioni locali alle agenzie di informazione, dai siti internet ai canali tematici satellitari”.

Il panorama italiano non è però l’unico a essere dipinto a tinte fosche: anche un esponente del Sindacato Giornalisti Francese, Saafi Allag-Morris, considera che più i freelance sono mal pagati, più questi ultimi rappresenteranno un’attrattiva interessante agli occhi dei gruppi editoriali.
Lo ha detto in un convegno svoltosi in Belgio alla fine di marzo e intitolato “Pigeons, pas pigistes“, arguto gioco di parole che significa “Fessi, non freelance”.

Primo Maggio, il SISA sfilera' coi centri sociali

LUGANO - Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), come lo scorso anno, non parteciper� al corteo ufficiale del 1° Maggio con i sindacati aderenti all'Unione Sindacale Svizzera. Lo rende noto con un comunicato stampa il Sindacato stesso.

La ragione addotta a questa scelta è dovuta ai "metodi sindacali di queste federazioni lontani dai nostri". Il SISA infatti non accetta la concertazione dei sindacati dell'Unione Sindacale poich� "le loro rivendicazioni sono votate al mantenimento della "Pace del lavoro", che ha letteralmente distrutto la capacità di resistenza dei lavoratori in Svizzera".

Il SISA comunica di partecipare e di aderire al 1� maggio alternativo organizzato dal Coordinamento Precari Esistenziali martedì pomeriggio a Lugano-Besso e prenderà parte alla Street Parade per le vie della città insieme.

In questa manifestazione il SISA appoggerà la causa dei lavoratori precari e degli apprendisti e dimostreranno ancora una volta contro la riforma liceale che introduce il concetto di "scuola sempre più selettiva".

24.4.07

Roma, nella Capitale un esercito di quasi 160 mila precari

(ECO) Roma, 24 apr (Velino) - Sono soprattutto donne, giovani e laureati i 126 mila lavoratori atipici della Capitale, che rappresentano l’11,6 per cento degli occupati romani. Questa la fotografia scattata dall’ufficio statistico del Comune, che ha rielaborato dati Istat e Isfol. L’indagine è riferita al 2005 e contenuta nella rivista periodica I numeri di Roma, statistiche per la città, presentata in Campidoglio dall’assessore capitolino al Bilancio, Marco Causi. Dai dati emerge che le persone fra i 15 e i 34 anni sono il 59 per cento del totale degli atipici, la componente femminile copre il 58 per cento e vi è una forte incidenza di laureati e diplomati (34 per cento). A quei 126 mila, però, bisogna aggiungere anche coloro che si trovano in una “fase intermittente”, avendo appena concluso un contratto temporaneo e in attesa di un’altra occupazione: un bacino che conta circa 33 mila unità. Il totale, quindi, dei precari a Roma è di 158 mila persone (33 per cento), esclusi quanti possiedono la partita Iva. Numero che è cresciuto quasi del 20 per cento rispetto al quinquienno 1996-2000, in cui i contratti non standard costituivano il 10,4 per cento del totale. I settori in cui prevale “l’atipico” sono i call center, ma anche il commercio e l’informatica. Non mancano i tecnici, i ricercatori, i restauratori e gli specialisti di marketing. Circa l’80 per cento degli atipici, svolge un lavoro autonomo su richiesta del committente. Questo significa che la flessibilità per la maggior parte dei precari non è una scelta, ma un obbligo. Inoltre, il sospetto che dietro i contratti di collaborazione si celi in molti casi un lavoro dipendente a tutti gli effetti, con una notevole convenienza per il datore di lavoro, è avvalorato dalle analisi delle modalità di svolgimento di queste forme di occupazione.

A Roma, infatti, il 67,8 per cento dei collaboratori svolge incarichi per un’unica società, il 53 per cento è tenuto a garantire la sua presenza nella sede di lavoro, il 64 per cento ha concordato un orario giornaliero con il datore di lavoro e quasi il 50 per cento ha visto rinnovato il suo contratto più di una volta. Tuttavia, il mercato del lavoro, nella Capitale, offre possibilità maggiori di stabilizzazione rispetto a ciò che accade nel resto del paese: negli ultimi cinque anni il 34 per cento dei lavoratori a tempo determinato ha mantenuto un contratto atipico, contro il 37 per cento nazionale. Lo stesso è avvenuto per il 30 per cento di lavoratori impiegati in altre forme di lavoro dipendente, contro il 39 per cento nazionale. La durata media di un contratto flessibile, a Roma e nel resto del paese, è di un anno: per i lavoratori a tempo determinato, tuttavia, la situazione romana è migliore, perché i contratti con durata più lunga, tra i due e i tre anni, sono quasi il doppio della media nazionale (15,2 per cento rispetto all’8,3 per cento). Dall’indagine emerge che nel complesso il 56 per cento di tutti i lavoratori atipici esprime un livello medio o basso di soddisfazione e il 66 per cento manifesta una esplicita insoddisfazione sulle condizioni di stabilità e sicurezza del proprio posto di lavoro. Al titolo di studio, inoltre, non corrisponde nemmeno una retribuzione proporzionale, dal momento che il 68,5 per cento dei lavoratori atipici con laurea o titoli superiori manifestano insoddisfazione per il reddito percepito. Parzialmente migliore appare la condizione retributiva dei lavoratori diplomati, che nel 50 per cento dei casi sono soddisfatti nel loro stipendio.

“Il mercato del lavoro – ha sottolineato Causi – ha vissuto negli ultimi anni un forte dinamismo, con un complessivo aumento degli occupati di 207 mila unità (+15 per cento). Ma questa evoluzione – ha continuato l’assessore – ha evidenziato anche le criticità dei moderni mercati: la principale è la sottile linea grigia che distingue la flessibilità dalla precarietà e che determina la possibilità per i giovani di seguire percorsi professionali che permettano una crescita umana, senza restare al margine delle garanzie e dei diritti dei lavoratori”. Causi, inoltre, si è soffermato sulle prime pagine della rivista, in cui sono contenuti diversi dati riferiti agli stranieri: “Dalla ricerca dell’ufficio statistica – ha detto l’assessore – emerge che nel periodo 2002-2006 gli extracomunitari sono aumentati di 64 mila unità, ma in tutto la crescita della città è stata di 23 mila persone. Questo significa – ha concluso – che se non ci fossero stati gli stranieri la popolazione a Roma sarebbe diminuita di 41 mila unità”.
(mic) 24 apr 14:37

Scuola,Assunzioni, 150 mila non bastano.

Rapporto del ministero dell'istruzione: pochi i prof di matematica.

I precari in attesa di un posto fisso sono almeno 237 mila

da Italia Oggi del 24/4/2007

Le immissioni in ruolo programmate dal governo nel prossimo triennio non basteranno a dare un lavoro stabile a tutti i docenti precari abilitati. È quanto si evince confrontando i dati previsionali delle immissioni in ruolo con quelli delle graduatorie permanenti aggiornati al 19 ottobre 2006. Stando a quanto previsto nella Finanziaria di quest'anno, nel prossimo triennio dovrebbero essere disposte 150 mila immissioni in ruolo. Troppo poche se si pensa che nelle graduatorie permanenti attualmente in vigore ci sono non meno di 237 mila precari. E che, a partire dal prossimo anno, se ne aggiungeranno almeno altri 100 mila. I dati sul precariato sono contenuti in un rapporto elaborato dal ministero della pubblica istruzione, denominato Osservatorio sulle graduatorie permanenti 2006, pubblicato sul sito.

In realtà i soggetti inseriti nelle graduatorie permanenti sono esattamente 444.852, ma gli aspiranti in condizioni di effettivo precariato sono 237 mila. La differenza è costituita generalmente da docenti di ruolo, che hanno scelto di rimanere inclusi, sperando in una possibilità in più per la mobilità. Specialmente per quanto riguarda eventuali passaggi di cattedra e di ruolo. Oppure per la mobilità interprovinciale, che è preclusa per 3 anni ai neoimmessi in ruolo. Un altro dato importante è costituito dall'elevato tasso di specializzazione: il 60% dei candidati ha conseguito l'abilitazione tramite il superamento di un concorso per titoli ed esami. E si fa via via più consistente la percentuale dei titolari di laurea specialistica in scienze della formazione primaria fra gli aspiranti all'insegnamento nella scuola dell'infanzia e primaria (tra gli iscritti 2005 è rispettivamente del 24,3% e del 40,9%). Cresce anche la quota dei diplomati presso le scuole di specializzazione all'insegnamento secondario (Ssis) nelle graduatorie per la scuola secondaria, pari al 27,5% degli iscritti alle graduatorie per la scuola media, e al 26,6% degli iscritti alle graduatorie per la scuola superiore.

Ma è anche vero che, ad oggi, le scuole di specializzazione all'insegnamento secondario costituiscono l'unico percorso ordinario per conseguire l'abilitazione. E il numero delle sanatorie è diminuito rispetto al passato. Nel rapporto emerge anche nel Mezzogiorno c'è il numero più alto di precari: il 46,8% del totale nazionale. Pochi i docenti di matematica: una presenza percentuale del solo 10,8%, sempre per la secondaria di primo grado, degli aspiranti all'area della matematica (a fronte di un 17% dell'organico). Anche nella secondaria di secondo grado ci sono percentuali analoghe, con indice molto basso di aspiranti agli insegnamenti di matematica, fisica, informatica, discipline tecnologiche.

Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d'Autore: Precari esordi

Il 23 aprile, alle 17.30, alla Biblioteca "Appia" di via La Spezia 21, in occasione della "Giornata Mondiale del Libro 2007" patrocinata dall'Unesco, ci sarà l'incontro dal titolo "Precari esordi. L'esordio della precarietà, la precarietà dell'esordio", occasione nella quale saranno presentati i libri Voi siete qui. Sedici esordi narrativi (minimum fax) e Laboriosi Oroscopi. Diciotto racconti sul lavoro, la precarietà e la disoccupazione (Ediesse).
Partecipano gli autori Giulia Fazzi, Cristiano de Majo,Mario Desiati, Marco Di Marco,Tommaso Giagni, Lorenzo Pavolini, Christian Raimo.
Modera Andrea Capocci.

Università: meno 1500 milioni. E' emergenza.

23/04/2007
Mancano i fondi, l’università è in crisi, e gli allarmi arrivano da tutte le parti: CRUI, CNR, Movimenti Studenteschi, docenti universitari. Cronaca di una emergenza che toccherà tutti.

Il crollo del sistema?

E’ ufficiale, la crisi universitaria tanto spesso annunciata e temuta è arrivata. Con tutto il peso massimo che può avere una crisi in un settore strategico per il paese come quello della ricerca e degli studi.
Cos’è accaduto esattamente? A lanciare l’allarme è la C.R.U.I., conferenza dei rettori delle università italiane, che in una nota ufficiale fa presente che mancano 1.5 miliardi di euro, per il sistema italiano che si trova cosi ad essere stritolato. Per capire quanto stritolato, basti pensare che servono a pagare gli aumenti normali degli stipendi. E dato che tali aumenti sono obbligatori per legge, gli atenei dovranno onorare i propri impegni, tagliando i fondi per ricerca e nuove assunzioni. Ovviamente pagheranno i giovani in prima persona, dato che delle diverse decine di migliaia di precari che concorrono per un posto di ricercatore, ne potranno essere assunti appena 500.
Questo però è un onere sociale che il paese pagherà anche in futuro: niente ricerca vuol dire niente avanzamento scientifico, niente volano produttivo, e alla fine una perdita secca per il sistema economico nazionale. Insomma alla fine pagheremo tutti, con un paese che perderà sempre più terreno anche nei confronti delle altre nazioni.
All’allarme della CRUI, si è unito subito il CNR, che per bocca del suo presidente Fabio Pistella ha dichiarato che “La riduzione progressiva degli ultimi anni della quota di finanziamento proveniente dallo Stato, ha raggiunto un livello non ulteriormente sostenibile. Soltanto grazie alla capacità dell’Ente di reperire consistenti risorse dall’esterno con accordi di partnership sottoscritti con soggetti esterni (Istituzioni, Regioni, operatori industriali, Consorzi Interuniversitari) è stato possibile continuare a sviluppare importanti filoni della ricerca scientifica”.
Basta un dato per capire: generalmente per ogni euro speso in ricerca istituti come il CNR (consiglio nazionale delle ricerche) ne riescono a produrre 1,8 attirando capitali industriali e investitori esterni. Come dire: se qualcosa funziona (un euro dato in ricerca), e produce (1,8 euro prodotti), meglio smettere di farla.

Commenti – Allarmati e preoccupati i commenti degli studenti di destra e sinistra. Andrea Volpi, componente dell’Esecutivo Nazionale di Azione Universitaria e candidato al prossimo Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari dichiarata che "Come conferma anche la CRUI i giovani e gli studenti stanno pagando i danni causati dai tagli che il Governo ha effettuato al sistema universitario italiano: è tangibile la diminuzione della qualità dei servizi ed è evidente lo scadimento del valore della didattica, anche per l'eccessivo numero di contratti a tempo dei docenti ed il crescente precariato tra i ricercatori. Quest'ultimo è una conseguenza ovvia dell'impossibilità di assumere per mancanza di soldi". E prosegue “Ha sbagliato il Governo Prodi con un decreto taglia-spese che sta andando tutto a danno degli studenti, visto che vengono chiuse prima le biblioteche, i laboratori e le aule. Poi ci sono i tagli di tanti altri servizi essenziali. Ma hanno sbagliato anche gli Atenei perché, se è vero che mancano 1,5 miliardi di euro per pagare gli aumenti stipendiali dei docenti e del personale tecnico-amministrativo, questo è accaduto per gli eccessi di regalie e di nepotismo del passato. È un fenomeno che doveva essere arginato prima e che noi denunciamo da anni. Troppe assunzioni di amici degli amici, tanto poi pagano i contribuenti con le loro tasse”.
Non mancano, e non sono meno teneri i commenti dell’UDU, che dichiara “Già eravamo molto delusi dalla finanziaria 2007, priva di qualsiasi incremento e investimento su diritto allo studio, borse, e servizi essenziali agli studenti. E’ palese come detto dalla CRUI, che l’università è al collasso, e che il paese e gli studenti ne pagheranno le conseguenze. Abbiamo chiesto da subito l’esclusione degli atenei dal decreto taglia spese di Bersani, speriamo almeno nella trimestrale di cassa.”

Avevamo promesso, dopo gli interventi di Prodi dal Giappone, di seguire la politica del governo sulle università. Il primo ministro non ha ancora commentato, mentre nulla trapela dal Ministero, nonostante ripetute sollecitazioni anche da parte nostra per un intervista.
Come sempre, il dubbio, molto forte, è che a pagare saremo noi e il paese.

Roberto Chibbaro

Cuneo:precari in Provincia, in 37 forse stabilizzati a breve

Il presidente della Provincia Raffaele Costa ha incontrato questa mattina - venerdì 20 aprile - una delegazione di sindacalisti della Cisl, al termine del presidio organizzato davanti la palazzo della Provincia a Cuneo per chiedere la stabilizzazione dei dipendenti precari sulla base della nuova legge Finanziaria.

Sarebbero 37 i dipendenti della Provincia con contratto a termine che, se sussisteranno i requisiti di legge, potrebbero essere stabilizzati entro metà maggio. La delegazione sindacale ha chiesto che la Provincia facesse da capofila per altri casi di precariato, stimati tra i 300 e i 500, nei diversi enti pubblici della Granda, in modo particolare nel comparto sanitario. “La Provincia – ha spiegato il presidente Costa – svolgerà un ruolo di coordinamento. Esprimo soddisfazione per l'incontro con i sindacati. Nonostante l'assorbimento di questi 37 lavoratori, complessivamente la Provincia in questi ultimi anni ha ridotto il personale di alcune decine di unità e mantenuto un buon indice di produttività e di non assenteismo”.

Nelle foto, il presidio di questa mattina davanti alla Provincia

E. M.

Una lettera dei precari milanesi

tratta da 02blog

Buongiorno. Ci presentiamo: siamo la Rete Precaria del Comune di Milano, un gruppo di lavoratori precari auto-organizzati, nell’intento di affrontare uniti le difficoltà che incontriamo nel lavoro e nella vita. Essere lavoratori precari da anni significa vivere il presente con incertezza e guardare al futuro con timore, perché siamo sempre in scadenza.

Ogni giorno, siamo a contatto con i cittadini, in quanto siamo in prima linea negli sportelli di relazione con il pubblico, nelle informazioni al telefono, nell’evasione delle più svariate pratiche. I lavoratori con contratto a tempo determinato sono presenti in tutte le Direzioni Centrali. Ci sono 188 funzionari dei servizi formativi (docenti scuole comunali), 56 istruttori dei servizi formativi, 291 educatrici delle scuole dell’infanzia e 164 dei nidi, a queste bisogna aggiungere le educatrici chiamate dalle graduatorie statali e le educatrici delle cooperative.

Una cinquantina di collaboratori amministrativi (80% dell’intero personale), mandano avanti da anni gli uffici Ici e Tarsu. Una ventina di collaboratori amministrativi sono presenti presso la Direzione dei Servizi Socio Sanitari,ventina di precari che rappresenta la metà del personale in servizio presso l’Ufficio Invalidi Civili ed il Settore Edilizia Popolare. Un centinaio di precari amministrativi svolge funzioni di segreteria presso le scuole civiche,le scuole paritarie,ecc. L’Ufficio del Difensore Civico è formato in gran parte da personale con rapporto di lavoro a tempo determinato. Gran parte dei 1220 precari lavorano per il Comune di Milano da più anni.

Ai 1220 bisogna aggiungere circa 100 interinali (ora somministrati).L’agenzia che ha vinto l’appalto per la somministrazione di lavoro è la EWORK,trattandosi di spese di servizio,il costo di questo personale è maggiore rispetto al personale a tempo determinato. Più difficile risalire al numero di collaboratori coordinati e continuativi o sotto altre forme di lavoro flessibile,secondo fonti sindacali sarebbero circa 1800 persone. Nel settore Finanze ed Oneri Tributari sono presenti una ventina di lavoratori a progetto di una società privata. Grazie al vostro aiuto,vorremmo inviare questa lettera ai cittadini milanesi.

Per info www.precarimilano.altervista.org