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31.1.08

Atesia, di nuovo precari

di Michela Bevere

31/01/2008

Dopo solo un anno di stabilizzazione, torna il mostro della precarietà per i ragazzi del call center Atesia del gruppo Almaviva di proprietà di Alberto Tripi. Gli ultimi contratti a tempo indeterminato sono stati firmati a dicembre, grazie al decreto del Ministro del Lavoro Cesare Damiano, che però quasi il 30% dei lavoratori Atesia ha rifiutato. "Ora nonostante abbia fatturato più delle previsioni, come riportato nelle pagine del Sole 24 Ore - racconta Valerio, uno dei cinque ragazzi licenziati nel luglio del 2005 - l'azienda minaccia di chiudere le sedi romane del gruppo Almaviva per l'eccessivo costo del lavoro e vorrebbe, quindi, tornare ai contratti a progetto, dopo aver oltretutto attinto ai finanziamenti statali presenti nella Legge Finanziaria 296/06".

Per questo lunedì i sindacati hanno indetto uno sciopero, a cui ha partecipato l'80% dei lavoratori del gruppo Almaviva. La mobilitazione è stata organizzata per protestare contro la minaccia di chiusura di alcune sedi aziendali, la reintroduzione dei contratti a progetto, e la mancata applicazione degli accordi per il miglioramento salariale. "Da qualche mese - dichiara Alessio De Luca, Cdlt Cgil Roma Sud - si stava affrontando la contrattazione tra il Gruppo Almaviva e i sindacati per il miglioramento salariale e delle condizioni di lavoro. Fase in questi giorni interrotta bruscamente da parte datoriale".

I contratti a tempo indeterminato firmati nell'arco del 2007 sono, infatti, part time con un compenso di 550 euro e con una clausola che imponeva la rinuncia del pregresso. "In realtà -secondo Cristian, uno dei lavoratori che non ha firmato il contratto a dicembre - tutta questa operazione fa gioco a Tripi, che mira all'assegnazione di altre commesse pubbliche, nonostante abbia ultimamente preso il servizio del Comune di Milano 020202". Se non si interviene immediatamente il rischio è che tornino i contratti a progetto, siano messi in cassa integrazione gli operatori stabilizzati prima del decreto Damiano e un radicale peggioramento delle condizioni e dell'orario di lavoro.

Questa è la situazione dei lavoratori del call center Atesia e del gruppo Almaviva. Tra l'altro del Collettivo Precari Atesia ormai non lavora più nessuno, tra chi è stato licenziato e chi non ha ceduto a un trattamento contrattuale iniquo. E domani esce il film di Ascanio Celestini, che fornisce un quadro della vicenda di queste ragazze e di questi ragazzi, vittime del lavoro precario.

26.10.07

Con Celestini i precari di Atesia

Alla presentazione domani alla Festa del Cinema di Parole Sante, di Ascanio Celestini, saranno presenti anche i veri protagonisti del documentario: i lavoratori precari riuniti nel collettivo Atesia del call center romano di Cinecittà, una realtà lavorativa divenuta un simbolo del mondo del lavoro nell'era del precariato.

Dopo la proiezione e il dibattiro di domani sera all'Auditorium, si terrà un concerto con Ascanio Celestini e i musicisti del disco di Parole Sante, edito da Radiofandango.

2.5.07

Comunicato Stampa PrecariAtesia 2/5/07

Nei giorni 5 e 12 aprile due individui, qualificatisi come funzionari del Ministero dell’Interno, appartenenti ad un fantomatico Centro Studi per la prevenzione dei conflitti sul lavoro, hanno atteso per strada due compagni, uno del LRO “Gatto Selvaggio” e uno rappresentante sindacale Aci Informatica, rispettivamente davanti l’abitazione e davanti al posto di lavoro. Ad entrambi i compagni è stato chiaramente fatto intendere che la loro attività politica e la loro vita privata erano attentamente seguite dall’apparato a cui i due individui dicevano di appartenere. In particolare ai compagni è stato ripetutamente richiesto di fornire informazioni sulla propria attività politica con specifico riferimento alla lotta alla precarietà ed alla vertenza Atesia.
Per quanto l’approccio di questi due individui sia stato improntato alla cortesia, non sfugge a noi e ai due compagni coinvolti il carattere intimidatorio della vicenda.
Se i due individui sono effettivamente agenti del Ministero degli Interni ci chiediamo quali possano essere i termini di legge che consentono tali procedure intimidatorie nei confronti di liberi cittadini. Le idee politiche dei due compagni coinvolti sono pubbliche, la loro attività politica è, fra le masse, alla luce del sole ed è nota a tutti a cominciare dai servizi repressivi dello stato, come gli stessi individui hanno mostrato di sapere. Per questo motivo i compagni, e noi con loro, non ritengono che sia dovuta alcuna informazione rispetto alla loro attività politica.
Vogliamo con questo comunicato stampa denunciare il tentativo di intimidazione nei confronti dei compagni, tanto più che le note vicende Telecom/servizi di sicurezza hanno evidenziato che esistono connivenze tra apparati dello stato e soggetti privati, volte alla schedatura di massa.
Ci appelliamo a tutto il movimento, ai democratici ed alle democratiche perché vengano respinte eventuali provocazioni e montature ai danni di questi compagni che appartengono al movimento di massa.

CONFERENZA STAMPA
VENERDI’ 4 MAGGIO 2007 h 11:00

presso Palazzo Valentini Via IV Novembre 119/A SALA DELLA PROVINCIA “Placido Martini”

Organizzatori: Coordinamento lavoratrici e lavoratori Roma Ovest, RSU
Autorganizzati ACI Informatica, Collettivo PrecariAtesia, CSO "I Pò" di
Marino e "Macchia Rossa" Magliana, LRO "Gatto Selvaggio", Comitato Precari
Roma Est, Coordinamento delle Autonomie, Assemblea Coordinata e Continuativa contro la Precarietà, Confederazione Cobas.

Partecipanti: On. Giovanni Russo Spena, On. Paolo Cento

Roma, 2 maggio 2007

17.3.07

Precari Atesia: denunciamo all’opinione pubblica la decisione del ministro del lavoro Cesare Damiano

(14 marzo 2007)

Dopo un incontro ufficiale con l’Ispettorato del Lavoro, nella persona del dott. Notaro, denunciamo all’opinione pubblica la decisione del ministro del lavoro Cesare Damiano di rinunciare a ricorrere al Consiglio di Stato contro il provvedimento di sospensione del TAR degli effetti dei verbali ispettivi emessi il 22 agosto scorso contro Atesia.

Con tale decisione il ministro del lavoro viene meno alla propria funzione di tutela del lavoro e delle attività ispettive dei propri organi pur di sostenere Alberto Tripi, proprietario di Atesia ed “imprenditore” amico e finanziatore dell’Unione.

Vogliamo ricordare che l’Ispettorato del Lavoro di Roma con i verbali, che concludevano la propria indagine ispettiva durata oltre un anno presso la società Atesia, rilevava l’assoluta illegalità della condizione contrattuale di lavoratori e lavoratrici. Tale condizione era esemplificata dall’utilizzo illegale di migliaia di contratti a progetto.

Le disposizioni dell’Ispettorato del Lavoro di Roma hanno il merito di aver costretto non solo Atesia, ma tutte le aziende del settore dei call center, ad utilizzare solamente contratti di natura subordinata.

Il lavoro dell’Ispettorato è nato su denuncia di un gruppo di lavoratrici e lavoratori del Collettivo Precariatesia (ricordiamo che quasi tutti i firmatari dell’esposto hanno visto il proprio contratto non rinnovato nel maggio del 2006) ed è stato sostenuto e seguito dalla lotta degli stessi, in corso ormai da due anni, e che ha conquistato il contratto a tempo indeterminato per tutte e tutti.

Nessuno ha potuto smentire il merito dei risultati ispettivi ed anzi la stessa legge finanziaria recentemente approvata ha dovuto sancire la natura subordinata del lavoro nei call center, provvedendo però, al condono e finanziamento di 300 milioni per aiutare i “poveri” imprenditori illegali.

Il provvedimento del TAR ha solo sospeso gli effetti applicativi dei verbali ispettivi senza nulla dire nel merito ed appare chiaro che ha l’unico scopo di permettere a sindacati, governo e confindustria di applicare gli accordi di povertà recentemente siglati che costringono le lavoratrici ed i lavoratori a rinunciare al pregresso ed a lavorare a 550 euro al mese.

Il Collettivo Precariatesia e le altre strutture firmatarie di questo comunicato sono però determinate a continuare la lotta e ad utilizzare tutti gli strumenti utili, anche quelli legali. Per questo stiamo autonomamente presentando ricorso al Consiglio di Stato contro il provvedimento del TAR, denunciando la mancanza di dignità del ministro Cesare Damiano.

Le lavoratrici ed i lavoratori continuano a lottare per migliorare le condizioni dell’accordo

Mercoledì 14 marzo 2007 SCIOPERO di 24 ore

Sul sito http://precariatesia.altervista.org nella sezione documenti è possibile consultare il verbale dell’ispettorato del lavoro relativo ad Atesia, grazie al quale è possibile rendersi conto della reale situazione vissuta dai lavoratori e che giustifica le nostre rivendicazioni.

Collettivo PrecariAtesia
RdB - Ministero del lavoro
Cobas del Lavoro Privato

24.12.06

No al precariato, si protesta ancora contro i call center

In via Lamaro i dipendenti di Atesia protestano ancora contro le dure condizioni contrattuali imposte

di Veronica D’Amico

Nessuna tregua natalizia per i dipendenti di Atesia, l’enorme call center di Via Lamaro a Cinecittà, che non contenti dei recenti risultati ottenuti grazie al sindacato si ritrovano ancora una volta tutti in strada per protestare contro le nuove condizioni contrattuali imposte loro dall’azienda.

Appena qualche mese fa, grazie all’intervento dei mass media, era venuta alla luce l’inquietante situazione dei dipendenti dei call center, tutti precari dal primo all’ultimo, spesso assunti con un contratto stagionale o a progetto, ed altrettanto frequentemente subordinati ad uno stipendio non solo scarsamente gratificante ma scarno al tempo stesso. Quindici centesimi a contatti utili sono tutte quelle telefonate dove l’operatore riesce a trattenere in linea l’utente per almeno un minuto d’orologio, e dunque a presentargli il servizio su cui in quel momento il call center ha l’appalto. Ma quanti di noi, spesso stufi di sentirsi rifilare questo o quel prodotto, mettono giù la cornetta lasciando inconsapevoli dall’altra parte un povero operatore che neanche quella volta sarà riuscito nell’intento di guadagnarsi il ricco emolumento?

Così per ovviare ad una situazione occupazionale drammatica dove il precariato la fa da padroni, il 13 dicembre sindacati e Atesia hanno firmato un accordo secondo cui l’azienda prometteva di assumere tutti i suoi dipendenti attuali con un contratto a tempo indeterminato. E la promessa è stata ad oggi mantenuta ma con risultati men che meno allettanti per i lavoratori: i contratti a tempo indeterminato stipulati recentemente sono infatti tutti dei part-time orizzontali dove ai dipendenti viene richiesta una disponibilità oraria totalmente flessibile. Ciò significa lavorare 20 ore a settimana, 4 ore al giorno con turni che possono variare dalla mattina alla sera, impedendo agli assunti di avere la possibilità di trovare un secondo lavoro per arrotondare con il primo. Non solo, ma a sentire le recenti proteste sfociate in Via Lamaro, l’occupazione part-time produce una remunerazione mensile inutile per vivere, mentre prima seppur precari si aveva l’opportunità di lavorare per più ore e guadagnare di più.

Insomma per le 6.004 persone che oggi hanno un contratto Atesia la dura lotta contro il potere per ottenere un minimo di dignità occupazionale non si ferma qui.
22/12/2006

19.12.06

Atesia, riunione a Cinecittà «Il part time è una beffa»

Via Lamaro. Contratto per 6.004 persone, 20 ore a settimana a 550 euro al mese

L'accordo con Almaviva non soddisfa i lavoratori: «Si guadagnava meglio da precari»
Roma
Delusione. «È un ricatto senza fine»
Tempo indeterminato a quattro ore al giorno

Simona Caleo

■ “Tutti assunti” dichiarano trionfanti i manifesti affissi in giro per la città, anche in via Lamaro, a Cinecittà, dove si trova la sede di Atesia.
MA SI TRATTA di un trionfo a metà, una conquista zoppicante, una vittoria di Pirro, che vede riconosciuto il diritto a un lavoro stabile ma non prevede
ancora la possibilità di viverci dignitosamente. Il 13 dicembre società e sindacati hanno firmato un accordo con Atesia e le aziende sorelle in Action, Cosmed e Alicos, tutte della famiglia Almaviva. Risultato: l’assunzione di 6.004 persone a tempo indeterminato. Fin qui la vittoria, il primo esito positivo di una battaglia che dura da più di due anni, durante i quali
400 precari hanno perso il lavoro. Tra loro, quelli che più si sono esposti, in prima linea anche ieri nell’assemblea organizzata in via Lamaro per spiegare meglio i contenuti dell’accordo e chiedere il pieno rispetto delle
istanze dell’Ispettorato del Lavoro: assunzione per tutti a tempo indeterminato, 36 ore la settimana. Il contratto che Atesia offre oggi è sì a tempo indeterminato. Ma è di sole 20 ore settimanali e può essere sottoscritto soltanto firmando una liberatoria con la quale si rinuncia
a tutti i diritti pregressi - tranne i contributi, che l’azienda si vede pagare per il 50 per cento dallo Stato. Tra Tfr, ferie non godute, permessi, adeguamento dello stipendio e contributi non versati ogni lavoratore dovrebbe ricevere 10 - 12 mila euro per ogni anno al call center.
Di questa cifra, i contributi sono una piccola parte e al resto si chiede di rinunciare in cambio dell’agognato contratto: quattro ore di lavoro nell'arco
della giornata, a orari variabili e vincolanti che che impediscono all’impiegato part time di trovare una seconda occupazione.
Alla fine, i precari di ieri guadagnavano più dei regolarizzati di domani. «Come si può esserecontenti – domanda il collettivo precari - di guadagnare solo 550 euro fissi al mese?»


■ «Quando dicono che questo accordo è il più importante raggiunto nel settore dicono la verità», commentava amaramente Marco ieri mattina davanti alle persone raccolte in assemblea all’ingresso di Atesia. Il gruppo ascoltava e applaudiva gli interventi, mentre altri passavano e si infilavano veloci dentro la porta a vetri. Ma poi, nel corso della giornata, si sono fermati in parecchi a fare domande sui particolari di questo accordo dove, per il momento, sta scritto nero su bianco il loro destino professionale. Nessuno è contento delle quattro ore al giorno e della flessibilità richiesta per lavorare queste quattro ore giornaliere, che possono cadere alla mattina
come alla sera. E neanche di dover rinunciare ai soldi che gli spettano. Per svestire i panni del precario sono costretti ancora al compromesso. «È un ricatto senza fine» dice una ragazza, a testa bassa. Si scusa per non riuscire a parlare meglio, ma è una faccenda triste e lo è anche lei ormai. Mi spiega che se firma questo contratto difficilmente potrà fare un secondo
lavoro e si chiede se riuscirà a continuare a vivere da sola, con 550 euro al mese. «Il tempo indeterminato è una bella vittoria, ci dicevano che era impossibile e invece lo abbiamo ottenuto. Ma ci stanno prendendo in giro, perché questo contratto è il risultato dei favori che hanno fatto al presidente Alberto Tripi, a partire dall’articolo 178 della Finanziaria». Quello che diceva Christian all’assemblea lo diceva a nome di tutti: «davvero
un bel regalo da parte del governo di centrosinistra».■

14.12.06

Call center, accordo raggiunto per l'assunzione di 6500 precari

Roma 13/12/2006 19:40
CALL CENTER, ACCORDO RAGGIUNTO PER ASSUNZIONE 6.500 PRECARI

Roma, 13 dic. (Apcom) - Accordo raggiunto tra sindacati e Atesia per l'assunzione a tempo indeterminato di 6.500 precari. Oggi infatti le organizzazioni sindacali confederali Uil-Uilcom, Cgil-Slc, Cisl-Fistel e il Gruppo Almaviva (Atesia-Cos-Cosmed-Aticos- In-action) sono giunte all'intesa che prevede che la stabilizzazione avverrà entro il 2007 e riguarderà 4000 lavoratori inbound e 2500 in attività mista, con l'assunzione a tempo indeterminato part-time a 4 ore al terzo livello del contratto delle Tlc.

30.11.06

Atesia, un caso ancora aperto

"Si legge nell'ordinanza 6365 del Tar del Lazio, pronunciata il 22 novembre: l'esercizio di potere di diffida da parte degli ispettori del lavoro 'appare idoneo ad arrecare una lesione concreta ed attuale all'impresa destinataria dell'accertamento... a fronte dei molteplici rischi paventati dalla ricorrente ed alla luce dell'imminente (ancorchè eventuale) mutamento del quadro giuridico di riferimento appare preminente garantire il mantenimento della situazione in essere'. Ma qual è l'imminente mutamento del quadro giuridico di riferimento' che ha condizionato la sospensiva del Tar del Lazio sui provvedimenti presi dagli ispettori?". Così il coordinamento nazionale Rdb Ministero del Lavoro interviene in merito alla vicenda Atesia. "E' l'articolo 178 della Finanziaria 2007 - si legge nella nota - che, se dovesse passare, modificherebbe in peggio il decreto legislativo 10 settembre 2003, 276 (Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro di cui alla legge 14/2/2003 30). Infatti l'art. 69 del decreto legislativo 276 attuativo della legge 30 (Divieto di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa atipici e conversione del contratto) al primo comma recita: 'i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa instaurati senza l'individuazione di uno specifico progetto, programma di lavoro o fase di esso ai sensi dell'articolo 61, comma 1, sono considerati rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dalla data di costituzione del rapporto'. Gli ispettori del lavoro nel loro rapporto, a seguito dell'accesso ispettivo presso l'Atesia, hanno applicato, tra gli altri, gli artt. 61 e 69 di una legge iper liberista come la Biagi che solo al Capo I (lavoro a progetto e lavoro occasionale), offre alcune garanzie ai lavoratori co.co.co. e co. co.pro proprio negli articoli sopracitati". "Potevano durare quegli articoli? - sottolinea Rdb - Certo che no. E così la Riforma Biagi è stata modificata, ma in peggio. Ci hanno, infatti, pensato Cgil, Cisl, Uil con la loro ormai consolidata tradizione di accordi aziendali peggiorativi della legge 30 e con i loro 'avvisi comuni' (es. quello siglato il 4 ottobre
2006 insieme a Confindustria alla presenza di Damiano), e ci ha pensato il Ministro con la sua circolare salomonica (la n.17 del 14 giugno 2006) a predisporre il 'clima giusto' a cancellare gli unici e imbarazzanti articoli della riforma Biagi potenzialmente a favore dei collaboratori a progetto. Questo a seguito dei risultati ottenuti dagli ispettori che, va ricordato, hanno agito in piena autonomia tanto che, secondo qualche illustre personaggio politico del centrosinistra, non hanno avuto la 'creanza' di avvisare per tempo il Ministro del loro operato, spiazzandolo". "Ecco allora l'inserimento nella legge Finanziaria del 2007 dell'articolo 178 - aggiunge la nota - che prevede che mediante accordi sindacali e con atti di conciliazione individuali sottoscritti dai lavoratori, questi vedranno trasformati i contratti di lavoro autonomo in contratti di lavoro subordinato a condizione però di rinunciare a qualsiasi rivendicazione pregressa". "L'Atesia ringrazia - conclude la nota - continuerà a macinare miliardi sulla pelle di migliaia di precari sottopagati e ricattati e a minacciare la chiusura se costretta a rispettare le leggi. Ci auguriamo che l'Unione al Governo dimostri di non essere del tutto subalterna alla Confindustra e che l'articolo 178 sia quindi cancellato dalla Finanziaria o seriamente emendato. Una cosa è certa: la lotta dei precari, di Atesia e non solo, si farà ancora più incisiva: c'è da giurarlo. Noi continueremo a sostenerla".