Bologna Sciopero a sorpresa all'inaugurazione del McDonald's della stazione di Bologna | |
Benedetta Aledda |
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11.7.08
Bologna Sciopero a sorpresa all'inaugurazione del McDonald's della stazione di Bologna
25.10.07
Mobilitazione sindacati sardi il 1 dicembre
mercoledì, 24 ottobre 2007

Tutti in piazza il primo dicembre per chiedere più lavoro e politiche adeguate per lo sviluppo economico e sociale dell'Isola. E' questo l'obiettivo dei sindacati confederali sardi che contano di portare a Cagliari almeno 30mila persone tra lavoratori dipendenti, precari e pensionati. La giornata di mobilitazione avrà il suo culmine in un corteo che si snoderà per le vie del capoluogo isolano. I dettagli del percorso e l'articolazione della protesta verranno forniti dai sindacati in una conferenza stampa in programma il prossimo 12 novembre. Nel frattempo, i leader delle tre organizzazioni sindacali hanno completato un documento unitario con le rivendicazioni al governo nazionale e regionale.
CAGLIARI – Sarà una “iniziativa straordinaria di mobilitazione e lotta” quella annunciata dalle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, nel documento unitario in vista della manifestazione che si terrà il primo dicembre a Cagliari. “Una giornata di mobilitazione e lotta per richiamare le responsabilità della Regione, del Governo e del sistema delle imprese. Sono infatti necessarie politiche di sviluppo economico capaci di incontrare la forte domanda di lavoro di qualità e di coesione sociale, che ormai riguardano tutti i territori – scrivono Mario Medde, Giampaolo Diana e Francesca Ticca – La Sardegna è attraversata da una profonda crisi che interessa l’intero sistema produttivo e, più in generale, il sistema economico con riflessi di forte disagio sociale. Cgil, Cisl e Uil – è scritto ancora - da tempo impegnate per contrastare il continuo depauperamento del sistema produttivo, ritengono indispensabile un impegno concreto della Regione e del Governo per rimuovere le cause della crisi e rilanciare le attività produttive e il sistema economico”.
Molti i settori su cui si chiede un intervento “tempestivo, se si vuole recuperare fiducia nel futuro anche da parte di tutti gli operatori economici”: energia, continuità territoriale delle persone e delle merci, industria, servitù militari, istruzione e formazione professionale, lavoro e precariato, zone franche urbane, trasporto pubblico locale, politiche del credito turismo, beni culturali e ambiente, senza dimenticare il comparto agricolo ed ittico.
Le tre segreterie, rimarcando “l’urgenza di modernizzare la pubblica amministrazione”, auspicano infine che il Piano paesaggistico ''restituisca ai Comuni la facoltà di pianificare il proprio territorio e
programmare lo sviluppo” e “ribadiscono le critiche sulla legge statutaria relativamente al ruolo delle parti sociali e del mondo del lavoro, di cui - nel testo di legge - non si trova riscontro”.
Molti i settori su cui si chiede un intervento “tempestivo, se si vuole recuperare fiducia nel futuro anche da parte di tutti gli operatori economici”: energia, continuità territoriale delle persone e delle merci, industria, servitù militari, istruzione e formazione professionale, lavoro e precariato, zone franche urbane, trasporto pubblico locale, politiche del credito turismo, beni culturali e ambiente, senza dimenticare il comparto agricolo ed ittico.
Le tre segreterie, rimarcando “l’urgenza di modernizzare la pubblica amministrazione”, auspicano infine che il Piano paesaggistico ''restituisca ai Comuni la facoltà di pianificare il proprio territorio e
programmare lo sviluppo” e “ribadiscono le critiche sulla legge statutaria relativamente al ruolo delle parti sociali e del mondo del lavoro, di cui - nel testo di legge - non si trova riscontro”.
3.4.07
Formez, 2/4 assemblea dei lavoratori
Napoli
Si è svolta ieri a Napoli l’assemblea generale dei lavoratori del Formez Cgil, Cisl e Uil. Durante l’incontro, l’assemblea ha evidenziato il valore del lavoro svolto dal personale del Formez affianco delle pubbliche ammnistrazioni e supporto di processi di innovazione e la preoccupazione che questo patrimonio di professionalità possa andare disperso e non adeguatamente valorizzato a seguito dei processi di riforma in atto nel settore della formazione pubblica. Nella fase di riorganizzazione di tutti gli enti pubblici, infatti, desta preoccupazione anche il futuro di Formez e della sede napoletana dell’istituto. Ecco perchè, i lavoratori indiranno indire a breve una conferenza programmatica con la presenza di istituzioni nazionali e locali I lavoratori hanno chiesto di esercitare un ruolo nella definizione del futuro dell’Istituto, con particolare riguardo: alla missione dell’Istituto, al suo riassetto organizzativo; alla specificità ed al rilancio della sede di Napoli alla valorizzazione delle competenze dei lavoratori precari. All’incontro sono intervenuti il segretario generale della Cgil di settore, Antonella Pezzullo; il segretario generale della Cisl di settore, Antonio Follo e il segretario della Uil di settore, Davide Sarnataro.
3-04-2007
Si è svolta ieri a Napoli l’assemblea generale dei lavoratori del Formez Cgil, Cisl e Uil. Durante l’incontro, l’assemblea ha evidenziato il valore del lavoro svolto dal personale del Formez affianco delle pubbliche ammnistrazioni e supporto di processi di innovazione e la preoccupazione che questo patrimonio di professionalità possa andare disperso e non adeguatamente valorizzato a seguito dei processi di riforma in atto nel settore della formazione pubblica. Nella fase di riorganizzazione di tutti gli enti pubblici, infatti, desta preoccupazione anche il futuro di Formez e della sede napoletana dell’istituto. Ecco perchè, i lavoratori indiranno indire a breve una conferenza programmatica con la presenza di istituzioni nazionali e locali I lavoratori hanno chiesto di esercitare un ruolo nella definizione del futuro dell’Istituto, con particolare riguardo: alla missione dell’Istituto, al suo riassetto organizzativo; alla specificità ed al rilancio della sede di Napoli alla valorizzazione delle competenze dei lavoratori precari. All’incontro sono intervenuti il segretario generale della Cgil di settore, Antonella Pezzullo; il segretario generale della Cisl di settore, Antonio Follo e il segretario della Uil di settore, Davide Sarnataro.
3-04-2007
22.3.07
Pubblico Impiego. Firmata Intesa per istituzione tavolo permanente sui precari
21-MAR-07
Roma, 21 mar. - (Adnkronos) - E' stata firmata oggi a palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione pubblica, una intesa tra il ministro Luigi Nicolais e alcune sigle sindacali tra le quali Cgil, Cisl e Uil per l'istituzione di un tavolo permanente per la stabilizzazione dei precari. Nel documento che definisce un percorso di un piano di lavoro, viene messa in evidenza la necessita' del tavolo "con l'obiettivo di assicurare l'applicazione in modo uniforme e puntuale delle disposizioni contenute nella legge finanziaria sulla stabilizzazione del personale precario e per consentire la completa assunzione nel corso della legislatura del personale, cosi' come prevista anche dal Memorandum d'intesa su lavoro pubblico e riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche", firmato il 18 gennaio.
Roma, 21 mar. - (Adnkronos) - E' stata firmata oggi a palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione pubblica, una intesa tra il ministro Luigi Nicolais e alcune sigle sindacali tra le quali Cgil, Cisl e Uil per l'istituzione di un tavolo permanente per la stabilizzazione dei precari. Nel documento che definisce un percorso di un piano di lavoro, viene messa in evidenza la necessita' del tavolo "con l'obiettivo di assicurare l'applicazione in modo uniforme e puntuale delle disposizioni contenute nella legge finanziaria sulla stabilizzazione del personale precario e per consentire la completa assunzione nel corso della legislatura del personale, cosi' come prevista anche dal Memorandum d'intesa su lavoro pubblico e riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche", firmato il 18 gennaio.
Statali:previsto sciopero ad aprile
Agitazione per rinnovo contratto
Saltano le trattative sul rinnovo del contratto per oltre tre milioni di lavoratori pubblici. Il ministro Tommaso Padoa-Schioppa e i sindacati non hanno trovato un accordo e adesso le organizzazioni di categoria minacciano lo sciopero generale. Al termine di un incontro a via XX Settembre, i sindacati hanno deciso di convocare al più presto i consigli generali per organizzare l'astensione dal lavoro in massa nel mese di aprile.
I sindacati accusano il ministro di non rispettare accordi precedenti e temono che si voglia mettere in discussione un biennio economico: quello 2006-2007 o il successivo 2008-2009. Secondo indiscrezioni, infatti, per la copertura dei contratti (scaduti a dicembre 2005) servono ancora due miliardi per tutte le amministrazioni per consentire la decorrenza degli aumenti contrattuali dal 2007. Come, sostengono i sindacati, pattuito in precedenza con il governo.
Una rottura che non potrà non pesare sull'avvio del confronto che si avvia a Palazzo Chigi con i sindacati proprio in queste ore. Anche perchè uno dei tre tavoli che si aprirà sarà quello sulla pubblica amministrazione. ''L'incontro con il ministro Padoa-Schioppa è andato male'', dicono i segretari generali della Fp-Cgil, Carlo Podda, della Fps-Cisl, Rino Tarelli, della Uil-Pa, Salvatore Bosco, e della Fpl-Uil, Carlo Fiordaliso. "Il ministro" aggiungono "nega l'accordo che è stato raggiunto a novembre e non è stato possibile concordare la data per un nuovo confronto. Si viene meno anche agli stessi impegni previsti dal Memorandum d'intesa sul lavoro pubblico, sottoscritto insieme allo stesso Padoa-Schioppa e Nicolais lo scorso gennaio''.
A scendere in campo anche le confederazioni.
''Sarebbe paradossale" sostiene il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani "aprire i tavoli di concertazione con una rottura su una questione così decisiva come quella dei rinnovi contrattuali. E' evidente che l'auspicato accordo per un patto sociale su sviluppo e tutela redditi si regge anche sul rispetto degli impegni presi e, specie, su quelli relativi alla salvaguardia dei diritti contrattuali dei lavoratori. Il governo, invece, si sta muovendo in maniera confusa: non emerge una chiara politica per il pubblico impiego''. Per il segretario confederale della Cgil, Paolo Nerozzi, ''lo sciopero sarà inevitabile se si continua così. Non si può firmare un accordo a novembre e un memorandum d'intesa a gennaio e poi non avere ancora oggi le direttive per i rinnovi contrattuali''. E il segretario confederale della Cisl, Gianni Baratta, chiede un intervento del ministro per le Riforme, Luigi Nicolais. Emani le direttive, dice, riconfermando il percorso contrattuale e le quantità economiche previste.
Intanto Cgil, Cisl e Uil hanno raggiunto un accordo con Nicolais sui precari, che riguardo però solo il percorso che dovrà portare alla stabilizzazione del personale, con la decisione di istituire un tavolo permanente. Entro metà aprile sarà predisposto il regolamento per l'attivazione del fondo straordinario. La dotazione iniziale è di soli 5 milioni di euro ovviamente del tutto insufficienti. Andranno, quindi, aggiunte risorse. Tra le ipotesi quelle di usare somme dai conti correnti dormienti non piu' utilizzati da anni. Secondo i sindacati, si potrebbe far ricorso anche a risorse provenienti dall'extra-gettito. Le Rdb-Cub, che non hanno sottoscritto l'accordo, hanno occupato la sala della riunione ad oltranza, minacciando di pernottarvi. Vogliono avere assicurazioni che saranno incontrate da Prodi perchè maggiormente rappresentative. ''L'unico vero sciopero" afferma Paolo Leonardi (Rdb-Cub) "è il nostro del 30 marzo. I confederali scoprono l'acqua calda, che non ci sono i soldi per i contratti''.
Saltano le trattative sul rinnovo del contratto per oltre tre milioni di lavoratori pubblici. Il ministro Tommaso Padoa-Schioppa e i sindacati non hanno trovato un accordo e adesso le organizzazioni di categoria minacciano lo sciopero generale. Al termine di un incontro a via XX Settembre, i sindacati hanno deciso di convocare al più presto i consigli generali per organizzare l'astensione dal lavoro in massa nel mese di aprile.
I sindacati accusano il ministro di non rispettare accordi precedenti e temono che si voglia mettere in discussione un biennio economico: quello 2006-2007 o il successivo 2008-2009. Secondo indiscrezioni, infatti, per la copertura dei contratti (scaduti a dicembre 2005) servono ancora due miliardi per tutte le amministrazioni per consentire la decorrenza degli aumenti contrattuali dal 2007. Come, sostengono i sindacati, pattuito in precedenza con il governo.
Una rottura che non potrà non pesare sull'avvio del confronto che si avvia a Palazzo Chigi con i sindacati proprio in queste ore. Anche perchè uno dei tre tavoli che si aprirà sarà quello sulla pubblica amministrazione. ''L'incontro con il ministro Padoa-Schioppa è andato male'', dicono i segretari generali della Fp-Cgil, Carlo Podda, della Fps-Cisl, Rino Tarelli, della Uil-Pa, Salvatore Bosco, e della Fpl-Uil, Carlo Fiordaliso. "Il ministro" aggiungono "nega l'accordo che è stato raggiunto a novembre e non è stato possibile concordare la data per un nuovo confronto. Si viene meno anche agli stessi impegni previsti dal Memorandum d'intesa sul lavoro pubblico, sottoscritto insieme allo stesso Padoa-Schioppa e Nicolais lo scorso gennaio''.
A scendere in campo anche le confederazioni.
''Sarebbe paradossale" sostiene il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani "aprire i tavoli di concertazione con una rottura su una questione così decisiva come quella dei rinnovi contrattuali. E' evidente che l'auspicato accordo per un patto sociale su sviluppo e tutela redditi si regge anche sul rispetto degli impegni presi e, specie, su quelli relativi alla salvaguardia dei diritti contrattuali dei lavoratori. Il governo, invece, si sta muovendo in maniera confusa: non emerge una chiara politica per il pubblico impiego''. Per il segretario confederale della Cgil, Paolo Nerozzi, ''lo sciopero sarà inevitabile se si continua così. Non si può firmare un accordo a novembre e un memorandum d'intesa a gennaio e poi non avere ancora oggi le direttive per i rinnovi contrattuali''. E il segretario confederale della Cisl, Gianni Baratta, chiede un intervento del ministro per le Riforme, Luigi Nicolais. Emani le direttive, dice, riconfermando il percorso contrattuale e le quantità economiche previste.
Intanto Cgil, Cisl e Uil hanno raggiunto un accordo con Nicolais sui precari, che riguardo però solo il percorso che dovrà portare alla stabilizzazione del personale, con la decisione di istituire un tavolo permanente. Entro metà aprile sarà predisposto il regolamento per l'attivazione del fondo straordinario. La dotazione iniziale è di soli 5 milioni di euro ovviamente del tutto insufficienti. Andranno, quindi, aggiunte risorse. Tra le ipotesi quelle di usare somme dai conti correnti dormienti non piu' utilizzati da anni. Secondo i sindacati, si potrebbe far ricorso anche a risorse provenienti dall'extra-gettito. Le Rdb-Cub, che non hanno sottoscritto l'accordo, hanno occupato la sala della riunione ad oltranza, minacciando di pernottarvi. Vogliono avere assicurazioni che saranno incontrate da Prodi perchè maggiormente rappresentative. ''L'unico vero sciopero" afferma Paolo Leonardi (Rdb-Cub) "è il nostro del 30 marzo. I confederali scoprono l'acqua calda, che non ci sono i soldi per i contratti''.
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18.1.07
Val d'Aosta: da sindacati un ddl su ammortizzatori sociali
LAVORO: VDA; DA SINDACATI UN DDL SU AMMORTIZZATORI SOCIALI
(ANSA) - AOSTA, 11 GEN - Promuovere in Valle d'Aosta una serie di ammortizzatori sociali destinati a disoccupati, precari e giovani che integrino il sistema di tutele nazionale. E' quanto si propone una bozza di disegno di legge presentata dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Savt all'assessore regionale alle Attività produttive, Leonardo La Torre.
"Il prolungarsi nella nostra regione - spiega Claudio Viale, segretario generale della Cgil Valle d'Aosta - di una fase difficile per il settore industriale sta creando situazioni di disagio sociale che richiedono risposte urgenti, adeguate e innovative".
Nel progetto di norma, costituito da 9 articoli, elaborato dalle categorie sindacali dei metalmeccanici e fatto proprio dalle segreterie generali, vengono previsti, tra gli altri, delle indennità regionali a favore dei disoccupati, il sostegno al reddito per i lavoratori parasubordinati e alcuni interventi a favore dell'apprendistato. I sindacati introducono nel disegno di legge anche il 'reddito di cittadinanza', un sostegno economico compreso tra i 450 e i 700 euro, destinato ai valdostani più poveri.
"Ci auspichiamo - aggiunge il segretario Claudio Viale - di poter confrontarci quanto prima con l'assessore La Torre sulla nostra proposta: l'obiettivo è che la Giunta regionale possa fare proprio il nostro disegno di legge così come hanno già fatto le Province autonome di Trento e Bolzano e alcune Regioni a statuto ordinario". (ANSA).
(ANSA) - AOSTA, 11 GEN - Promuovere in Valle d'Aosta una serie di ammortizzatori sociali destinati a disoccupati, precari e giovani che integrino il sistema di tutele nazionale. E' quanto si propone una bozza di disegno di legge presentata dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Savt all'assessore regionale alle Attività produttive, Leonardo La Torre.
"Il prolungarsi nella nostra regione - spiega Claudio Viale, segretario generale della Cgil Valle d'Aosta - di una fase difficile per il settore industriale sta creando situazioni di disagio sociale che richiedono risposte urgenti, adeguate e innovative".
Nel progetto di norma, costituito da 9 articoli, elaborato dalle categorie sindacali dei metalmeccanici e fatto proprio dalle segreterie generali, vengono previsti, tra gli altri, delle indennità regionali a favore dei disoccupati, il sostegno al reddito per i lavoratori parasubordinati e alcuni interventi a favore dell'apprendistato. I sindacati introducono nel disegno di legge anche il 'reddito di cittadinanza', un sostegno economico compreso tra i 450 e i 700 euro, destinato ai valdostani più poveri.
"Ci auspichiamo - aggiunge il segretario Claudio Viale - di poter confrontarci quanto prima con l'assessore La Torre sulla nostra proposta: l'obiettivo è che la Giunta regionale possa fare proprio il nostro disegno di legge così come hanno già fatto le Province autonome di Trento e Bolzano e alcune Regioni a statuto ordinario". (ANSA).
14.12.06
Call center, accordo raggiunto per l'assunzione di 6500 precari
Roma 13/12/2006 19:40
CALL CENTER, ACCORDO RAGGIUNTO PER ASSUNZIONE 6.500 PRECARI
Roma, 13 dic. (Apcom) - Accordo raggiunto tra sindacati e Atesia per l'assunzione a tempo indeterminato di 6.500 precari. Oggi infatti le organizzazioni sindacali confederali Uil-Uilcom, Cgil-Slc, Cisl-Fistel e il Gruppo Almaviva (Atesia-Cos-Cosmed-Aticos- In-action) sono giunte all'intesa che prevede che la stabilizzazione avverrà entro il 2007 e riguarderà 4000 lavoratori inbound e 2500 in attività mista, con l'assunzione a tempo indeterminato part-time a 4 ore al terzo livello del contratto delle Tlc.
CALL CENTER, ACCORDO RAGGIUNTO PER ASSUNZIONE 6.500 PRECARI
Roma, 13 dic. (Apcom) - Accordo raggiunto tra sindacati e Atesia per l'assunzione a tempo indeterminato di 6.500 precari. Oggi infatti le organizzazioni sindacali confederali Uil-Uilcom, Cgil-Slc, Cisl-Fistel e il Gruppo Almaviva (Atesia-Cos-Cosmed-Aticos- In-action) sono giunte all'intesa che prevede che la stabilizzazione avverrà entro il 2007 e riguarderà 4000 lavoratori inbound e 2500 in attività mista, con l'assunzione a tempo indeterminato part-time a 4 ore al terzo livello del contratto delle Tlc.
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7.12.06
La manifestazione dei vigili del fuoco 6/12
di EMANUELA ZONCU «VERGOGNA, vergogna».
Un messaggio carico di rabbia, quello gridato ieri dai Vigili del Fuoco davanti al Parlamento. Un corteo che secondo gli organizzatori ha visto sfilare circa 2000 pompieri aderenti ai tre sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, personale libero dal servizio perché il lavoro dei vigili del fuoco viene garantito costantemente. Rigorosamente con la divisa, sono arrivati da tutta Italia per gridare il loro «no» alla Finanziaria. A spiegare le ragioni della protesta, Fabio Angiulli, coordinatore generale della Uil dei vigili del fuoco: «Ora è prevista una ulteriore decurtazione del personale. In tante zone d’Italia si rischia la chiusura delle caserme per la mancanza di personale e turni sempre più massacranti». Angiulli ha ricordato le «carenze organiche» e «i tagli per le spese del normale funzionamento dei mezzi. Inoltre c’è la questione dello stipendio: dopo 15 anni di servizio un vigile del fuoco prende 1.200 euro al mese». Problematiche ribadite anche da Pompeo Mannone, segretario generale della Cisl del Corpo: «Tra i punti critici - ha detto - c’è la carenza insopportabile di organico. Un turn over pesante e il rischio di chiusure delle sedi di servizio». Mannone, facendo riferimento alla retribuzione, ha sottolineato che «da tempo i Vigili del Fuoco non vengono pagati per il lavoro svolto». Intanto, ieri, in mattinata, una delegazione sindacale è stata ricevuta in Senato dalle commissioni Lavoro e Finanza. Il Governo adesso sembrerebbe infatti intenzionato a soddisfare le richieste, con un fondo di 57 milioni di euro. Al termine dell’incontro i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno riferito ai partecipanti della mobilitazione nazionale che le due commissioni hanno preso l’impegno a «sostenere tutti i punti della vertenza». «Si sono resi disponibili a una seria riforma strutturale già da gennaio e ad affrontare le questioni che abbiamo presentato», ha detto Fabio Angiulli della Uil. Il sindacalista ha ribadito che se poi non «saremo soddisfatti scenderemo di nuovo in piazza e proporremo delle agitazioni in tutte le province d’Italia con manifestazioni spontanee». Pompeo Mannone della Cisl ha aggiunto che le due commissioni «hanno ascoltato i tre punti fondamentali: la questione degli organici legata anche ai precari, il bilancio e la retribuzione, perchè deve essere riconosciuto il nostro lavoro altamente professionale e fortemente a rischio. Siamo stanchi delle promesse e vogliamo fatti concreti. Ci aspettiamo quindi impegni precisi». «Oggi (ieri, ndr) ho detto loro - ha spiegato Stefano Zuccherini vicepresidente della commissione Lavoro del Senato - che siamo consapevoli dei gravi problemi della categoria e in particolare di quelli dei discontinui, lavoratori precari che possono raggiungere solo un dato monte di ore di lavoro dopo il quale il comando non li chiama più a prestare servizio». Secondo Zuccherini «la misura su cui è stato trovato l’accordo nella riunione della Cabina di regia della finanziaria al Senato è un primo passo nella direzione giusta». La misura in questione, come spiega Zuccherini, «prevede l’assunzione di 600 vigili e aumenta le giornate lavorative che i vigili discontinui possono effettuare, da 120 a 160, così da poter rientrare nelle graduatorie per l’assunzione. Rifondazione chiederà al Governo l'istituzione di un tavolo di confronto con le organizzzazioni sindacali». «Ieri la polizia, oggi i vigili del fuoco sono la testimonianza di come l’Esecutivo abbiamo completamente ignorato le esigenze del comparto sicurezza» è stato invece il commento di Jole Santelli, Responsabile sicurezza e immigrazione di Forza Italia. Mentre con una nota, la deputata Udc Anna Teresa Formisano chiede che «il Governo salvaguardi la funzione indispensabile svolta dai Vigili del Fuoco».
giovedì 7 dicembre 2006
Un messaggio carico di rabbia, quello gridato ieri dai Vigili del Fuoco davanti al Parlamento. Un corteo che secondo gli organizzatori ha visto sfilare circa 2000 pompieri aderenti ai tre sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, personale libero dal servizio perché il lavoro dei vigili del fuoco viene garantito costantemente. Rigorosamente con la divisa, sono arrivati da tutta Italia per gridare il loro «no» alla Finanziaria. A spiegare le ragioni della protesta, Fabio Angiulli, coordinatore generale della Uil dei vigili del fuoco: «Ora è prevista una ulteriore decurtazione del personale. In tante zone d’Italia si rischia la chiusura delle caserme per la mancanza di personale e turni sempre più massacranti». Angiulli ha ricordato le «carenze organiche» e «i tagli per le spese del normale funzionamento dei mezzi. Inoltre c’è la questione dello stipendio: dopo 15 anni di servizio un vigile del fuoco prende 1.200 euro al mese». Problematiche ribadite anche da Pompeo Mannone, segretario generale della Cisl del Corpo: «Tra i punti critici - ha detto - c’è la carenza insopportabile di organico. Un turn over pesante e il rischio di chiusure delle sedi di servizio». Mannone, facendo riferimento alla retribuzione, ha sottolineato che «da tempo i Vigili del Fuoco non vengono pagati per il lavoro svolto». Intanto, ieri, in mattinata, una delegazione sindacale è stata ricevuta in Senato dalle commissioni Lavoro e Finanza. Il Governo adesso sembrerebbe infatti intenzionato a soddisfare le richieste, con un fondo di 57 milioni di euro. Al termine dell’incontro i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno riferito ai partecipanti della mobilitazione nazionale che le due commissioni hanno preso l’impegno a «sostenere tutti i punti della vertenza». «Si sono resi disponibili a una seria riforma strutturale già da gennaio e ad affrontare le questioni che abbiamo presentato», ha detto Fabio Angiulli della Uil. Il sindacalista ha ribadito che se poi non «saremo soddisfatti scenderemo di nuovo in piazza e proporremo delle agitazioni in tutte le province d’Italia con manifestazioni spontanee». Pompeo Mannone della Cisl ha aggiunto che le due commissioni «hanno ascoltato i tre punti fondamentali: la questione degli organici legata anche ai precari, il bilancio e la retribuzione, perchè deve essere riconosciuto il nostro lavoro altamente professionale e fortemente a rischio. Siamo stanchi delle promesse e vogliamo fatti concreti. Ci aspettiamo quindi impegni precisi». «Oggi (ieri, ndr) ho detto loro - ha spiegato Stefano Zuccherini vicepresidente della commissione Lavoro del Senato - che siamo consapevoli dei gravi problemi della categoria e in particolare di quelli dei discontinui, lavoratori precari che possono raggiungere solo un dato monte di ore di lavoro dopo il quale il comando non li chiama più a prestare servizio». Secondo Zuccherini «la misura su cui è stato trovato l’accordo nella riunione della Cabina di regia della finanziaria al Senato è un primo passo nella direzione giusta». La misura in questione, come spiega Zuccherini, «prevede l’assunzione di 600 vigili e aumenta le giornate lavorative che i vigili discontinui possono effettuare, da 120 a 160, così da poter rientrare nelle graduatorie per l’assunzione. Rifondazione chiederà al Governo l'istituzione di un tavolo di confronto con le organizzzazioni sindacali». «Ieri la polizia, oggi i vigili del fuoco sono la testimonianza di come l’Esecutivo abbiamo completamente ignorato le esigenze del comparto sicurezza» è stato invece il commento di Jole Santelli, Responsabile sicurezza e immigrazione di Forza Italia. Mentre con una nota, la deputata Udc Anna Teresa Formisano chiede che «il Governo salvaguardi la funzione indispensabile svolta dai Vigili del Fuoco».
giovedì 7 dicembre 2006
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Mirafiori, alle assemblee sulla Finanziaria contestati Epifani, Angeletti e l'Ugl
Diversi operai intervenuti nel corso degli incontri hanno chiesto un atteggiamento maggiormente critico nei confronti del governo
TORINO - Sindacati confederali contestati stamane nel corso delle assemblee sulla Finanziaria allo stabilimento Mirafiori della Fiat. In particolare gli operai hanno incalzato i segretari generali di Cgil e Uil, Guglielmo Epifani e Luigi Angeletti. Nel pomeriggio è previsto anche l'intervento del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni in un'altra assemblea.
"Guglielmo, questa non può essere la Finanziaria dei lavoratori, il sindacato deve mantenere un atteggiamento critico e incalzare il governo anche quando è di centrosinistra", ha detto un operaio delle Carrozzerie, dove si sono riuniti circa duemila lavoratori nella grandissima sala dove si fanno i test delle auto.
Stesso tono, poco distante, alle Presse, dove Angeletti parlava davanti a 1.500 dipendenti anche delle ex Meccaniche e della Costruzione stampi. Negli interventi introduttivi dei leader c'è stato qualche momento di contestazione quando si è parlato di pensioni e di Tfr.
Alle Presse è stato anche presentato un ordine del giorno su Tfr e altre questioni della Finanziaria. "Non dobbiamo fare la stampella del governo", ha detto un lavoratore ad Angeletti, che ha respinto questa critica: "Ci dipingono così ma non è vero, non ci sono governi amici. Gli unici amici siamo noi stessi e dobbiamo pensare a difenderci".
E c'è stato anche chi ha chiesto di scioperare contro il governo: "Lo abbiamo fatto contro Berlusconi, perché non lo facciamo anche ora?". Alle Carrozzerie è stato molto fischiato l'intervento di un rappresentante della Ugl, il sindacato vicino ad An.
(7 dicembre 2006)
TORINO - Sindacati confederali contestati stamane nel corso delle assemblee sulla Finanziaria allo stabilimento Mirafiori della Fiat. In particolare gli operai hanno incalzato i segretari generali di Cgil e Uil, Guglielmo Epifani e Luigi Angeletti. Nel pomeriggio è previsto anche l'intervento del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni in un'altra assemblea.
"Guglielmo, questa non può essere la Finanziaria dei lavoratori, il sindacato deve mantenere un atteggiamento critico e incalzare il governo anche quando è di centrosinistra", ha detto un operaio delle Carrozzerie, dove si sono riuniti circa duemila lavoratori nella grandissima sala dove si fanno i test delle auto.
Stesso tono, poco distante, alle Presse, dove Angeletti parlava davanti a 1.500 dipendenti anche delle ex Meccaniche e della Costruzione stampi. Negli interventi introduttivi dei leader c'è stato qualche momento di contestazione quando si è parlato di pensioni e di Tfr.
Alle Presse è stato anche presentato un ordine del giorno su Tfr e altre questioni della Finanziaria. "Non dobbiamo fare la stampella del governo", ha detto un lavoratore ad Angeletti, che ha respinto questa critica: "Ci dipingono così ma non è vero, non ci sono governi amici. Gli unici amici siamo noi stessi e dobbiamo pensare a difenderci".
E c'è stato anche chi ha chiesto di scioperare contro il governo: "Lo abbiamo fatto contro Berlusconi, perché non lo facciamo anche ora?". Alle Carrozzerie è stato molto fischiato l'intervento di un rappresentante della Ugl, il sindacato vicino ad An.
(7 dicembre 2006)
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Calabria: LSU in piazza a Catanzaro il 23/1
Il 23 gennaio sciopero generale
Lsu-Lpu/ Prevista una manifestazione a Catanzaro contro “l’immobilismo della Regione”
CATANZARO. I sindacati hanno proclamato lo sciopero generale dei Lpu-Lsu della Calabria per martedì 23 gennaio 2007 con manifestazione a Catanzaro “contro l’immobilismo della Giunta regionale e per il rilancio del processo di stabilizzazione dell’intero bacino regionale”. La decisione è stata presa al termine di una riunione dei responsabili sindacali provinciali dei Lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, cui hanno preso parte i segretari regionali Orlando Bonadies (Cgil), Domenico Zannino (Cisl) e Luciano Prestia (Uil), per fare il punto sulle diverse problematiche ed in particolare sul percorso di stabilizzazione che interessa oltre 8.000 lavoratori precari del bacino regionale calabrese tra Lpu e Lsu. Nel corso della riunione è stato confermato lo stato di agitazione della categoria, già proclamato da Cgil, Cisl e Uil a conclusione “del deludente incontro del 2 dicembre tenutosi a Reggio Calabria con l’assessore regionale al Lavoro, Nino De Gaetano, assumendo, tra l’altro, la decisione di intraprendere un percorso d’assemblee unitarie nei luoghi di lavoro e nelle 5 province calabresi in preparazione dello sciopero generale regionale dei Lpu-Lsu del 23 gennaio, e organizzando, a partire dalla settimana prossima, una serie di presidi da tenersi presso le Prefetture e la sede della Giunta regionale per sollecitare e rivendicare alla stessa la proroga dei progetti e dell’integrazione dell’orario settimanale per tutto il 2007”. “Il ricorso alla lotta e alla mobilitazione - è scritto in una nota dei sindacati - è stato condiviso unanimemente da tutti i dirigenti sindacali per come proposto a conclusione della riunione e si rende necessario dopo mesi di estenuanti solleciti e riunioni che non hanno portato a nessuna azione concreta da parte della Giunta e dall’Assessore al Lavoro, rispetto al percorso di stabilizzazione definito negli accordi sindacali di marzo 2006 risollecitati negli accordi sindacali di luglio e ottobre 2006 che impegnavano la Giunta alla predisposizione del disegno di legge per l’istituzione delle 2 Agenzie regionali, quella per il Rischio e quella per la gestione dei siti archeologici e dei musei, al fine di dare occupazione vera, stabile e duratura a oltre 3.000 precari”. “La mobilitazione, i presidi, lo sciopero generale con la manifestazione - prosegue la nota - scaturisce, infatti, per rivendicare il rispetto degli impegni dei tempi e delle scadenze senza dilazioni da parte di un governo regionale che si è caratterizzato nel corso dell’anno per annunci e promesse non mantenute. Per l’ennesima volta De Gaetano e la Giunta non hanno inteso approvare con formale delibera le modifiche e le integrazioni al Disciplinare Regionale più volte sollecitate fin da maggio e concertate e contrattate con il sindacato a novembre, tanto attese sia dagli Enti che dai lavoratori per porre fine a tanti equivoci interpretativi che hanno avvelenato i rapporti in questi mesi tra lavoratori ed alcuni enti e per riconoscere un minimo diritti e di tutele a favore dei precari”. Bonadies, Zannino e Prestia, a conclusione della riunione, prosegue la nota, “si sono impegnati a valutare positivamente il recente provvedimento legislativo sul precariato, in quanto in controtendenza dopo tre anni di totale blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, anche se parziale ed insufficiente ed a sollecitare tutta la deputazione parlamentare calabrese ad adoperarsi sul Parlamento affinché, il provvedimento approvato dalla Camera dei Deputati a fine novembre contenuto nel max emendamento presentato dal Governo alla Legge Finanziaria 2007”. “Tale provvedimento - conclude la nota -, consentirà una parziale stabilizzazione dei lavoratori Lpu-Lsu in quanto la deroga al blocco delle assunzioni nella Pubblica amministrazione, agirà solo nei comuni al disotto dei 5.000 abitanti. Per questo motivo ci si auspica che nel corso della discussione sulla Finanziaria in atto al Senato possano essere apportati ulteriori miglioramenti tendenti al superamento generalizzato del blocco all’assunzione in tutti i Comuni calabresi e in tutta la pubblica amministrazione che utilizza Lpu-Lsu, la copertura assicurativa e previdenziale del periodo d’utilizzo, il prepensionamento degli ultracinquantenni”.
Lsu-Lpu/ Prevista una manifestazione a Catanzaro contro “l’immobilismo della Regione”
CATANZARO. I sindacati hanno proclamato lo sciopero generale dei Lpu-Lsu della Calabria per martedì 23 gennaio 2007 con manifestazione a Catanzaro “contro l’immobilismo della Giunta regionale e per il rilancio del processo di stabilizzazione dell’intero bacino regionale”. La decisione è stata presa al termine di una riunione dei responsabili sindacali provinciali dei Lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, cui hanno preso parte i segretari regionali Orlando Bonadies (Cgil), Domenico Zannino (Cisl) e Luciano Prestia (Uil), per fare il punto sulle diverse problematiche ed in particolare sul percorso di stabilizzazione che interessa oltre 8.000 lavoratori precari del bacino regionale calabrese tra Lpu e Lsu. Nel corso della riunione è stato confermato lo stato di agitazione della categoria, già proclamato da Cgil, Cisl e Uil a conclusione “del deludente incontro del 2 dicembre tenutosi a Reggio Calabria con l’assessore regionale al Lavoro, Nino De Gaetano, assumendo, tra l’altro, la decisione di intraprendere un percorso d’assemblee unitarie nei luoghi di lavoro e nelle 5 province calabresi in preparazione dello sciopero generale regionale dei Lpu-Lsu del 23 gennaio, e organizzando, a partire dalla settimana prossima, una serie di presidi da tenersi presso le Prefetture e la sede della Giunta regionale per sollecitare e rivendicare alla stessa la proroga dei progetti e dell’integrazione dell’orario settimanale per tutto il 2007”. “Il ricorso alla lotta e alla mobilitazione - è scritto in una nota dei sindacati - è stato condiviso unanimemente da tutti i dirigenti sindacali per come proposto a conclusione della riunione e si rende necessario dopo mesi di estenuanti solleciti e riunioni che non hanno portato a nessuna azione concreta da parte della Giunta e dall’Assessore al Lavoro, rispetto al percorso di stabilizzazione definito negli accordi sindacali di marzo 2006 risollecitati negli accordi sindacali di luglio e ottobre 2006 che impegnavano la Giunta alla predisposizione del disegno di legge per l’istituzione delle 2 Agenzie regionali, quella per il Rischio e quella per la gestione dei siti archeologici e dei musei, al fine di dare occupazione vera, stabile e duratura a oltre 3.000 precari”. “La mobilitazione, i presidi, lo sciopero generale con la manifestazione - prosegue la nota - scaturisce, infatti, per rivendicare il rispetto degli impegni dei tempi e delle scadenze senza dilazioni da parte di un governo regionale che si è caratterizzato nel corso dell’anno per annunci e promesse non mantenute. Per l’ennesima volta De Gaetano e la Giunta non hanno inteso approvare con formale delibera le modifiche e le integrazioni al Disciplinare Regionale più volte sollecitate fin da maggio e concertate e contrattate con il sindacato a novembre, tanto attese sia dagli Enti che dai lavoratori per porre fine a tanti equivoci interpretativi che hanno avvelenato i rapporti in questi mesi tra lavoratori ed alcuni enti e per riconoscere un minimo diritti e di tutele a favore dei precari”. Bonadies, Zannino e Prestia, a conclusione della riunione, prosegue la nota, “si sono impegnati a valutare positivamente il recente provvedimento legislativo sul precariato, in quanto in controtendenza dopo tre anni di totale blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, anche se parziale ed insufficiente ed a sollecitare tutta la deputazione parlamentare calabrese ad adoperarsi sul Parlamento affinché, il provvedimento approvato dalla Camera dei Deputati a fine novembre contenuto nel max emendamento presentato dal Governo alla Legge Finanziaria 2007”. “Tale provvedimento - conclude la nota -, consentirà una parziale stabilizzazione dei lavoratori Lpu-Lsu in quanto la deroga al blocco delle assunzioni nella Pubblica amministrazione, agirà solo nei comuni al disotto dei 5.000 abitanti. Per questo motivo ci si auspica che nel corso della discussione sulla Finanziaria in atto al Senato possano essere apportati ulteriori miglioramenti tendenti al superamento generalizzato del blocco all’assunzione in tutti i Comuni calabresi e in tutta la pubblica amministrazione che utilizza Lpu-Lsu, la copertura assicurativa e previdenziale del periodo d’utilizzo, il prepensionamento degli ultracinquantenni”.
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4.12.06
Scuola, arriva la norma "salvasupplenti" le graduatorie diventano a esaurimento
Modificato l'emendamento: le liste che non saranno più cancellate nel giro
di 3 anni, ma congelate in attesa che tutti gli iscritti trovino una cattedra fissa
Scuola, arriva la norma "salvasupplenti"
le graduatorie diventano a esaurimento
E intanto rinviati ai 14 dicembre gli scioperi previsti per l'11 e il 13
di SALVO INTRAVAIA
In arrivo la norma "salvasupplenti" per la scuola. Il governo ha infatti presentato un emendamento al comma 262 della Finanziaria che dovrebbe porre fine alla querelle sulle graduatorie provinciali permanenti (le liste utilizzate il reclutamento del 50 per cento degli insegnanti assunti nella scuola) sollevate all'indomani della presentazione della manovra di bilancio alla Camera.
Il nuovo testo che, secondo le prime indiscrezioni ha già raccolto il parere favorevole di tutte le forze politiche all'interno della maggioranza, e di parte della opposizione, modifica la precedente formulazione - che prevedeva la cancellazione delle graduatorie permanenti a partire dall'anno scolastico 2010/2011 - nella versione più soft delle graduatorie 'ad esaurimento'. "Si vogliono tutelare, da un lato, tutti coloro che hanno maturato aspettative" - spiega Mariangela Bastico, veceministro della Pubblica istruzione. Ma non solo. "Bloccando l'aggiornamento delle graduatorie, tranne per coloro che hanno già intrapreso la strada dell'insegnamento - prosegue la Bastico - e dopo la verifica intermedia entro 18 mesi dall'entrata in vigore della Finanziaria, si vogliono riscrivere le regole per il reclutamento degli insegnanti per evitare di produrre nuovo precariato. L'auspicio è che l'eventuale approvazione dell'emendamento in commissione Bilancio del Senato produca la modifica del testo in aula".
In altre parole le graduatorie permanenti, che al momento vedono presenti a livello nazionale 304 mila insegnanti abilitati, non verrebbero più cancellate nel giro di tre anni ma, anche in vista delle 150 mila assunzioni programmate dal governo Prodi, verrebbero congelate in attesa che tutti gli iscritti trovino una cattedra fissa. Insomma, la modifica metterebbe al sicuro i diritti maturati da coloro che avevano investito sull'insegnamento.
Secondo le prime informazioni gli ultimi a potersi inserire in graduatoria saranno coloro che hanno iniziato un percorso di abilitazione (Ssis e corsi abilitanti riservati) o che sono già in possesso dell'abilitazione all'insegnamento. Dopo, l'esecutivo penserà un nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti, attualmente reclutati per metà attraverso le graduatorie permanenti e per l'altro 50 per cento per mezzo dei concorsi a cattedre banditi ogni tre anni.
I sindacati. Le prime reazioni dei sindacati, che anche per questo motivo hanno proclamato scioperi per dicembre (che ora dovranno essere spostati, ma ci torniamo dopo) sono positive. "Si tratterebbe di un atto di giustizia nei confronti di tutti gli insegnanti che hanno maturato diritti negli ultimi anni e per coloro che hanno già intrapreso la strada dell'insegnamento - dichiara Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola - Ma allo stesso tempo una risposta alle rivendicazioni del sindacato e un importante segnale positivo di continuità per l'intero sistema scolastico nazionale".
Più cauto Massimo Di Menna, della Uil Scuola. "Se verrà approvato, è un fatto sicuramente positivo per chi aspetta da anni l'immissione in ruolo - dice Di Menna - Ma si tratta solo di un punto della vertenza sulla scuola che resta aperta".
"Soddisfatto" Enrico Panini, della Flc Cgil, che valuta l'apertura del governo come "Un primo passo. Occorre vigilare l'iter parlamentare della Finanziaria - aggiunge - per non avere sorprese finali".
Gli scioperi spostati. Slitta lo sciopero della scuola dell'11 e 13 dicembre. Le due giornate di astensione per un'ora dalle lezioni indette da Flc Cgil, Cisl e Uil scuola - l'11 per gli insegnanti della scuola materna, elementare e media e il 13 per quelli del superiore - sono state accorpate in un unico sciopero per giovedì 14 dicembre cui parteciperanno docenti, dirigenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). La decisione è maturata dopo i rilievi sollevati dalla Commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero che ha contestato il mancato rispetto dell'intervallo minimo (7 giorni) fra uno sciopero e il successivo dello stesso comparto. Giovedì 7 infatti scenderà in piazza il personale della scuola aderente a Gilda e Snals.
(4 dicembre 2006)
di 3 anni, ma congelate in attesa che tutti gli iscritti trovino una cattedra fissa
Scuola, arriva la norma "salvasupplenti"
le graduatorie diventano a esaurimento
E intanto rinviati ai 14 dicembre gli scioperi previsti per l'11 e il 13
di SALVO INTRAVAIA
In arrivo la norma "salvasupplenti" per la scuola. Il governo ha infatti presentato un emendamento al comma 262 della Finanziaria che dovrebbe porre fine alla querelle sulle graduatorie provinciali permanenti (le liste utilizzate il reclutamento del 50 per cento degli insegnanti assunti nella scuola) sollevate all'indomani della presentazione della manovra di bilancio alla Camera.
Il nuovo testo che, secondo le prime indiscrezioni ha già raccolto il parere favorevole di tutte le forze politiche all'interno della maggioranza, e di parte della opposizione, modifica la precedente formulazione - che prevedeva la cancellazione delle graduatorie permanenti a partire dall'anno scolastico 2010/2011 - nella versione più soft delle graduatorie 'ad esaurimento'. "Si vogliono tutelare, da un lato, tutti coloro che hanno maturato aspettative" - spiega Mariangela Bastico, veceministro della Pubblica istruzione. Ma non solo. "Bloccando l'aggiornamento delle graduatorie, tranne per coloro che hanno già intrapreso la strada dell'insegnamento - prosegue la Bastico - e dopo la verifica intermedia entro 18 mesi dall'entrata in vigore della Finanziaria, si vogliono riscrivere le regole per il reclutamento degli insegnanti per evitare di produrre nuovo precariato. L'auspicio è che l'eventuale approvazione dell'emendamento in commissione Bilancio del Senato produca la modifica del testo in aula".
In altre parole le graduatorie permanenti, che al momento vedono presenti a livello nazionale 304 mila insegnanti abilitati, non verrebbero più cancellate nel giro di tre anni ma, anche in vista delle 150 mila assunzioni programmate dal governo Prodi, verrebbero congelate in attesa che tutti gli iscritti trovino una cattedra fissa. Insomma, la modifica metterebbe al sicuro i diritti maturati da coloro che avevano investito sull'insegnamento.
Secondo le prime informazioni gli ultimi a potersi inserire in graduatoria saranno coloro che hanno iniziato un percorso di abilitazione (Ssis e corsi abilitanti riservati) o che sono già in possesso dell'abilitazione all'insegnamento. Dopo, l'esecutivo penserà un nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti, attualmente reclutati per metà attraverso le graduatorie permanenti e per l'altro 50 per cento per mezzo dei concorsi a cattedre banditi ogni tre anni.
I sindacati. Le prime reazioni dei sindacati, che anche per questo motivo hanno proclamato scioperi per dicembre (che ora dovranno essere spostati, ma ci torniamo dopo) sono positive. "Si tratterebbe di un atto di giustizia nei confronti di tutti gli insegnanti che hanno maturato diritti negli ultimi anni e per coloro che hanno già intrapreso la strada dell'insegnamento - dichiara Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola - Ma allo stesso tempo una risposta alle rivendicazioni del sindacato e un importante segnale positivo di continuità per l'intero sistema scolastico nazionale".
Più cauto Massimo Di Menna, della Uil Scuola. "Se verrà approvato, è un fatto sicuramente positivo per chi aspetta da anni l'immissione in ruolo - dice Di Menna - Ma si tratta solo di un punto della vertenza sulla scuola che resta aperta".
"Soddisfatto" Enrico Panini, della Flc Cgil, che valuta l'apertura del governo come "Un primo passo. Occorre vigilare l'iter parlamentare della Finanziaria - aggiunge - per non avere sorprese finali".
Gli scioperi spostati. Slitta lo sciopero della scuola dell'11 e 13 dicembre. Le due giornate di astensione per un'ora dalle lezioni indette da Flc Cgil, Cisl e Uil scuola - l'11 per gli insegnanti della scuola materna, elementare e media e il 13 per quelli del superiore - sono state accorpate in un unico sciopero per giovedì 14 dicembre cui parteciperanno docenti, dirigenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). La decisione è maturata dopo i rilievi sollevati dalla Commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero che ha contestato il mancato rispetto dell'intervallo minimo (7 giorni) fra uno sciopero e il successivo dello stesso comparto. Giovedì 7 infatti scenderà in piazza il personale della scuola aderente a Gilda e Snals.
(4 dicembre 2006)
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