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2.5.07
Reggio Calabria: manifestazione dei precari davanti al Consiglio regionale
(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 30 APR - Manifestazione di centinaia di precari davanti al Consiglio regionale dove e' in programma la discussione del bilancio. Varie le categorie di lavoratori provenienti da tutta la regione, tra cui i precari della pubblica amministrazione, i dipendenti dei lavoratori privati convenzionati, Lsu-Lpu e i lavoratori del fondo sollievo di S.Giovanni in Fiore. Un gruppo e' entrato nel palazzo tentando di raggiungere l'aula dell'assemblea, ma e' stato bloccato dalle forze dell'ordine.
27.3.07
Enna, i sempre precari o contrattisti
Enna 26/03/07 - Li chiamavano, fino a mesi fa, “precari” o “contrattisti”, oppure con gli acronimi LSU, LPU che indicavano lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. Chi e quanti erano? È presto detto. In questa provincia dei 175000 abitanti formavano un esercito di 1500 giovani (prima erano 2000) reclutati in tutti i modi in ragione di un sostegno a chi era nell’attesa d’un lavoro. Per dieci anni e più sono stati distaccati negli Enti pubblici, poco pagati e senza diritti primari.
Oggi, sono definiti “stabilizzati” essendo stati inseriti negli organici degli Enti Locali e della Regione con un contratto a tempo indeterminato. I più fortunati, si fa per dire, sono i 500 assegnati, con livelli retributivi bassi, agli uffici regionali per 36 ore di impiego settimanale. Meno favoriti dalla sorte sono i 1000 assorbiti dalla Provincia e dai Comuni, i quali hanno una paga mensile tra i 700 e gli 800 euro per 20 o 24 ore d’attività settimanale. Non si lagnano, anzi si sentono appagati perché il posto è assicurato e, prima o dopo, sarà a tempo pieno, così come per i colleghi regionali. L’attesa durerà altri cinque o dieci anni e s’avvicineranno ai 50 anni? Si sono imposti molta pazienza, poiché quel che conta alla fine per loro è il cosiddetto ventisette, per quanto misero è. Prima erano “precari”, oggi sono “stabilizzati” e domani avranno l’appellativo di “settecentisti o ottocentisti” per richiamare la loro misera situazione economica. Enna e Sicilia sono pure queste: anni ed anni per il diritto al lavoro pieno. Hanno aspettato e sperato, e i mille dei Comuni e della Provincia, che più non sono giovani, seguiteranno ad aspettare e sperare.
Come si manifesta tale condizione umana? Non hanno potuto e non potranno costruire un futuro certo, hanno avuto e avranno la necessità d’un sostegno economico, e non solo, dei familiari, solo in pochissimi hanno messo e metteranno su famiglia. Nei luoghi di lavoro, sia pur capaci e validi, sono stati e saranno considerati professionalmente inferiori. Hanno vissuto e vivranno con la testa di chi sa che la ruota della loro vita non gira per il verso giusto. Sono oramai ingessati in un anomalo status sociale ove il lavoro non appaga e non di certo è amato.
L’altra faccia della medaglia è quella dei Comuni e Provincia. Non hanno soldi, tuttavia dovranno tirare la cinghia col pericolo di ridursi a stipendifici. Anche
questo è un aspetto rilevante di una questione infinita e, guarda caso, solo ennese e siciliana.
Vincenzo Cimino
Inserita il 26/03/2007
Oggi, sono definiti “stabilizzati” essendo stati inseriti negli organici degli Enti Locali e della Regione con un contratto a tempo indeterminato. I più fortunati, si fa per dire, sono i 500 assegnati, con livelli retributivi bassi, agli uffici regionali per 36 ore di impiego settimanale. Meno favoriti dalla sorte sono i 1000 assorbiti dalla Provincia e dai Comuni, i quali hanno una paga mensile tra i 700 e gli 800 euro per 20 o 24 ore d’attività settimanale. Non si lagnano, anzi si sentono appagati perché il posto è assicurato e, prima o dopo, sarà a tempo pieno, così come per i colleghi regionali. L’attesa durerà altri cinque o dieci anni e s’avvicineranno ai 50 anni? Si sono imposti molta pazienza, poiché quel che conta alla fine per loro è il cosiddetto ventisette, per quanto misero è. Prima erano “precari”, oggi sono “stabilizzati” e domani avranno l’appellativo di “settecentisti o ottocentisti” per richiamare la loro misera situazione economica. Enna e Sicilia sono pure queste: anni ed anni per il diritto al lavoro pieno. Hanno aspettato e sperato, e i mille dei Comuni e della Provincia, che più non sono giovani, seguiteranno ad aspettare e sperare.
Come si manifesta tale condizione umana? Non hanno potuto e non potranno costruire un futuro certo, hanno avuto e avranno la necessità d’un sostegno economico, e non solo, dei familiari, solo in pochissimi hanno messo e metteranno su famiglia. Nei luoghi di lavoro, sia pur capaci e validi, sono stati e saranno considerati professionalmente inferiori. Hanno vissuto e vivranno con la testa di chi sa che la ruota della loro vita non gira per il verso giusto. Sono oramai ingessati in un anomalo status sociale ove il lavoro non appaga e non di certo è amato.
L’altra faccia della medaglia è quella dei Comuni e Provincia. Non hanno soldi, tuttavia dovranno tirare la cinghia col pericolo di ridursi a stipendifici. Anche
questo è un aspetto rilevante di una questione infinita e, guarda caso, solo ennese e siciliana.
Vincenzo Cimino
Inserita il 26/03/2007
16.2.07
Incontro a Palazzo Chigi per precari calabresi
Presenti il presidente del Consiglio, il ministro del lavoro, il presidente della Regione e i rappresentanti dei lavoratori
Loiero: ''Stiamo cercando di trovare una soluzione occupazionale stabile a un bacino storico di precariato ignorato dal precedente governo''
Lamezia Terme, 30 gen. - (Adnkronos) - Incontro per gli Lsu-Lpu calabresi giovedi' prossimo alle 10,30 a Palazzo Chigi, presenti il premier Romano Prodi, il governatore della Calabria Agazio Loiero, il ministro del Lavoro Cesare Damiano e i rappresentanti dei lavoratori. Ne ha dato notizia il portavoce del presidente della Regione Calabria Agazio Loiero.
''Non e' una cosa semplice ma stiamo cercando di trovare una soluzione occupazionale stabile a un bacino storico di precariato che e' stato ignorato dal precedente governo di centrodestra - ha detto il presidente Loiero che ha contattato il premier dopo l'incontro di ieri sera con i sindacati calabresi - e devo riconoscere che Prodi ha dato la sua immediata disponibilita' a questo primo incontro, ai massimi livelli e preparatorio a quello gia' previsto in sede ministeriale''.
La vertenza degli Lsu-Lpu si sposta quindi a Roma anche perche' e' da governo centrale che dovranno arrivare le risposte capaci di risolvere il problema che in Calabria riguarda oltre ottomila persone. ''Come Regione - ha affermato Loiero - abbiamo prodotto lo sforzo massimo possibile. Oltre non possiamo andare. Ci auguriamo che il governo centrale convenga sulla necessita' di stabilizzazione di questi lavoratori, come in passato e' stato fatto per la Sicilia e la Campania''.
''Dopo la protesta dei giorni scorsi - ha concluso Loiero - il lungo incontro con i sindacati e' stato molto proficuo. Solo facendo fronte comune sara' possibile accelerare i tempi e sanare una situazione di precariato che si trascina da due lustri e alla quale abbiamo posto mano con concretezza, aumentando le ore di lavoro e garantendo tutto quello che potevamo garantire. La parte nostra l'abbiamo fatta e continueremo a farla. Speriamo che dopo l'incontro di giovedi' con Prodi si apra l'ultima fase, quella che dovra' normalizzare una realta' lavorativa anormale e intollerabile''.
Loiero: ''Stiamo cercando di trovare una soluzione occupazionale stabile a un bacino storico di precariato ignorato dal precedente governo''
Lamezia Terme, 30 gen. - (Adnkronos) - Incontro per gli Lsu-Lpu calabresi giovedi' prossimo alle 10,30 a Palazzo Chigi, presenti il premier Romano Prodi, il governatore della Calabria Agazio Loiero, il ministro del Lavoro Cesare Damiano e i rappresentanti dei lavoratori. Ne ha dato notizia il portavoce del presidente della Regione Calabria Agazio Loiero.
''Non e' una cosa semplice ma stiamo cercando di trovare una soluzione occupazionale stabile a un bacino storico di precariato che e' stato ignorato dal precedente governo di centrodestra - ha detto il presidente Loiero che ha contattato il premier dopo l'incontro di ieri sera con i sindacati calabresi - e devo riconoscere che Prodi ha dato la sua immediata disponibilita' a questo primo incontro, ai massimi livelli e preparatorio a quello gia' previsto in sede ministeriale''.
La vertenza degli Lsu-Lpu si sposta quindi a Roma anche perche' e' da governo centrale che dovranno arrivare le risposte capaci di risolvere il problema che in Calabria riguarda oltre ottomila persone. ''Come Regione - ha affermato Loiero - abbiamo prodotto lo sforzo massimo possibile. Oltre non possiamo andare. Ci auguriamo che il governo centrale convenga sulla necessita' di stabilizzazione di questi lavoratori, come in passato e' stato fatto per la Sicilia e la Campania''.
''Dopo la protesta dei giorni scorsi - ha concluso Loiero - il lungo incontro con i sindacati e' stato molto proficuo. Solo facendo fronte comune sara' possibile accelerare i tempi e sanare una situazione di precariato che si trascina da due lustri e alla quale abbiamo posto mano con concretezza, aumentando le ore di lavoro e garantendo tutto quello che potevamo garantire. La parte nostra l'abbiamo fatta e continueremo a farla. Speriamo che dopo l'incontro di giovedi' con Prodi si apra l'ultima fase, quella che dovra' normalizzare una realta' lavorativa anormale e intollerabile''.
Catania - Ateneo: stabilizzazione per 224 lavoratori precari
CATANIA - ATENEO: STABILIZZAZIONE PER 224 LAVORATORI 'PRECARI' (SIC!)
Scritto il Martedì, 30 gennaio ore 12-33 di red5
Lavoro & Sindacati Anche per i 224 lavoratori "precari" dell'Università di Catania arriva la tanto agognata, sospirata, desiderata stabilizzazione.
CATANIA - Svolta per il destino dei 224 lavoratori “precari” dell’Università di Catania. Nei giorni scorsi è stato infatti firmato il protocollo di pre-intesa tra l’amministrazione universitaria, le organizzazioni sindacali di categoria (Flc-Cgil, Cisl università, Uil pa-U.R., Confsal Snals Università-Cisapuni, Csa di Cisal, Ugl Università) e le rsu per l’avvio del processo di stabilizzazione del precariato “storico” Puc-Asu (ex Lsu e Lpu) presente nell’Ateneo.
In particolare, i provvedimenti concordati, che oggi pomeriggio saranno sottoposti al vaglio del Consiglio di amministrazione dell’Università, riguardano 30 lavoratori impegnati in attività socialmente utili (ex articolo 23), 44 lavoratori di pubblica utilità e 150 lavoratori impegnati in progetti di utilità collettiva, che per un decennio circa sono stati impiegati nelle varie attività istituzionali dell’Ente, acquisendo le adeguate conoscenze lavorative e divenendo di fatto importanti per le attività istituzionali dell’Ateneo, con particolare riferimento ai servizi offerti agli studenti e all’utenza in generale.
Pur dovendo tenere conto dei pesanti tagli subiti in questi ultimi anni al finanziamento ordinario del sistema universitario, l’Ateneo ha pertanto inteso avviare, per la definitiva soluzione del problema del precariato, un processo a tappe.
Il primo momento di questo percorso riguarda proprio l’attivazione immediata di tutte le procedure consentite dalle attuali normative regionali e nazionali per garantire, già nel breve periodo e nel rispetto dei vincoli di bilancio dell’Ateneo, il massimo impiego orario di tutti i lavoratori (si passa da 18 a 36 ore settimanali complessive), nonché un’adeguata copertura previdenziale.
(R.A.)
Scritto il Martedì, 30 gennaio ore 12-33 di red5
Lavoro & Sindacati Anche per i 224 lavoratori "precari" dell'Università di Catania arriva la tanto agognata, sospirata, desiderata stabilizzazione.
CATANIA - Svolta per il destino dei 224 lavoratori “precari” dell’Università di Catania. Nei giorni scorsi è stato infatti firmato il protocollo di pre-intesa tra l’amministrazione universitaria, le organizzazioni sindacali di categoria (Flc-Cgil, Cisl università, Uil pa-U.R., Confsal Snals Università-Cisapuni, Csa di Cisal, Ugl Università) e le rsu per l’avvio del processo di stabilizzazione del precariato “storico” Puc-Asu (ex Lsu e Lpu) presente nell’Ateneo.
In particolare, i provvedimenti concordati, che oggi pomeriggio saranno sottoposti al vaglio del Consiglio di amministrazione dell’Università, riguardano 30 lavoratori impegnati in attività socialmente utili (ex articolo 23), 44 lavoratori di pubblica utilità e 150 lavoratori impegnati in progetti di utilità collettiva, che per un decennio circa sono stati impiegati nelle varie attività istituzionali dell’Ente, acquisendo le adeguate conoscenze lavorative e divenendo di fatto importanti per le attività istituzionali dell’Ateneo, con particolare riferimento ai servizi offerti agli studenti e all’utenza in generale.
Pur dovendo tenere conto dei pesanti tagli subiti in questi ultimi anni al finanziamento ordinario del sistema universitario, l’Ateneo ha pertanto inteso avviare, per la definitiva soluzione del problema del precariato, un processo a tappe.
Il primo momento di questo percorso riguarda proprio l’attivazione immediata di tutte le procedure consentite dalle attuali normative regionali e nazionali per garantire, già nel breve periodo e nel rispetto dei vincoli di bilancio dell’Ateneo, il massimo impiego orario di tutti i lavoratori (si passa da 18 a 36 ore settimanali complessive), nonché un’adeguata copertura previdenziale.
(R.A.)
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25.1.07
Protesta precari a Catanzaro, scontri tra manifestanti e forze dell'ordine
Incendiati cassonetti, 4 feriti
Durante la manifestazione promossa dal Cgil, Cil e Uil
Lamezia Terme, 24 gen. - (Adnkronos) - Alcuni lavoratori socialmente utili e di pubblica utilita' che da stamattina stanno manifestando davanti alla sede della giunta regionale della Calabria, nel corso di una manifestazione promossa dal Cgil, Cil e Uil, hanno lanciato contro le forze dell'ordine poste a presidio della sede della regione alcuni oggetti tentando inoltre di forzare i cancelli. Alla ''provocazione'' dei lavoratori le Forze dell'ordine hanno reagito intervenendo per evitare un tentativo di forzare i cancelli di ingresso della sede regionale. Quattro lavoratori sono rimasti feriti. I manifestanti hanno anche incendiato alcuni cassonetti per la raccolta dei rifiuti.
La riunione in corso nella sala giunta, alla quale erano presenti gli assessori al Lavoro, Antonino De Gaetano, al Bilancio, Vincenzo Spaziante, i dirigenti di settore, i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, e una rappresentanza di dieci lavoratori, e' stata sospesa.
Durante la manifestazione promossa dal Cgil, Cil e Uil
Lamezia Terme, 24 gen. - (Adnkronos) - Alcuni lavoratori socialmente utili e di pubblica utilita' che da stamattina stanno manifestando davanti alla sede della giunta regionale della Calabria, nel corso di una manifestazione promossa dal Cgil, Cil e Uil, hanno lanciato contro le forze dell'ordine poste a presidio della sede della regione alcuni oggetti tentando inoltre di forzare i cancelli. Alla ''provocazione'' dei lavoratori le Forze dell'ordine hanno reagito intervenendo per evitare un tentativo di forzare i cancelli di ingresso della sede regionale. Quattro lavoratori sono rimasti feriti. I manifestanti hanno anche incendiato alcuni cassonetti per la raccolta dei rifiuti.
La riunione in corso nella sala giunta, alla quale erano presenti gli assessori al Lavoro, Antonino De Gaetano, al Bilancio, Vincenzo Spaziante, i dirigenti di settore, i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, e una rappresentanza di dieci lavoratori, e' stata sospesa.
LSU/LPU - Protesta 6 mila manifestanti bloccano la città
Contributo di Francesco VALLONE
24 gennaio 2007
Oltre 6 mila precari, secondo i Sindacati, partecipano nalla manifestazione di sciopero generale a Catanzaro. I Precari, dopo aver sfilato per le vie cittadine, si sono portati dinanzi alla Sede della Giunta
regionele, in attesa di essere ricevuti dagli Amministratori.. ''Se non arrivano, nelle prossime ore, segnali da parte del Governo e del Ministro del Lavoro, On. Cesare Damiano, con la convocazione di un tavolo di concertazione nazionale sulla vertenza dei Lpu-Lsu calabresi, la giornata di protesta dei precari con lo sciopero , la manifestazione e il presidio davanti alla sede della Giunta Regionale di oggi, dovra', per forza di cose, continuare con altre iniziative di lotta e di mobilitazione''. E' quanto affermato da Luigi Sbarra segretario generale Cisl Calabria. La Giunta Regionale e Il Ministro del Lavoro - continua Sbarra - che sono stati sollecitati per tempo attraverso l'invio della piattaforma, che sta alla base della protesta dei lavoratori, non possono ignorare la necessita' di dover dare risposte chiare esaustive e verificabili, con scadenze certe, per rispondere ad una sacrosanta richiesta di superamento del lungo periodo di precariato attraverso un processo di stabilizzazione che porti nel giro di qualche anno , partendo da subito, alla regolarizzazione del rapporto di lavoro''. ''Le risposte le deve dare la Giunta Regionale - dice Sbarra - onorando gli impegni assunti negli accordi sindacali del 2006 , ma altrettante risposte non meno importanti li aspettiamo dal Ministro del Lavoro''.
'' La Cisl Regionale ritiene urgente ed inderogabile la risposta da parte del Governo Nazionale alla copertura assicurativa e previdenziale dei periodi lavorativi d'utilizzo dei Lpu-Lsu ( periodo d'utilizzo che varia per ogni lavoratore da 8 a 15 anni) e al ripristino della norma sul prepensionamento per i precari anziani , che dovra' trovare spazio e soluzione all'interno della verifica che partira' in questi giorni con organizzazioni sindacali nazionali ''sulla manutenzione del sistema previdenziale'' per affrontare congiuntamente al problema del corretto equilibrio di gestione del sistema non solo le problematicita' dei lavori usuranti e degli incentivi, ma anche la giusta soluzione previdenziale per i lavoratori precari''.
''Sarebbe importante e suggeriamo al Ministro del Lavoro Damiano - dice Sbarra - di mettere nell'agenda delle misure finanziarie della previdenza complementare annunciate per i lavori flessibili anche i LPU-LSU, al fine di consentire a migliaia di giovani e non, la possibilita', in prospettiva, di una pensione futura dignitosa . Occorre, inoltre, attivare un confronto congiunto tra Ministero, Regione, ANCI e Sindacato per cogliere e attualizzare tutte le opportunita' previste dalla Legge Finanziaria 2007 in materia di stabilizzazioni che, anche se parziali e insufficienti, come il superamento del blocco delle assunzioni solo nei comuni al disotto dei 5.000 abitanti, possono rappresentare un concreto avvio di un nuovo percorso orientato al superamento del precariato e alla creazione di lavoro stabile e duraturo''.
''Anche la Regione, in ogni caso - secono Sbarra - deve fare la propria parte passando dalle parole ai fatti.
Recuperando ritardi, omissioni e colpevoli responsabilita' impegnandosi in una rinnovata azione politica, amministrativa e legislativa ed attivando, a tale scopo, un tavolo permanente di confronto e concertazione con il Sindacato per risolvere definitivamente la vertenza dei precari LSU - LPU''.
24 gennaio 2007
Oltre 6 mila precari, secondo i Sindacati, partecipano nalla manifestazione di sciopero generale a Catanzaro. I Precari, dopo aver sfilato per le vie cittadine, si sono portati dinanzi alla Sede della Giunta
regionele, in attesa di essere ricevuti dagli Amministratori.. ''Se non arrivano, nelle prossime ore, segnali da parte del Governo e del Ministro del Lavoro, On. Cesare Damiano, con la convocazione di un tavolo di concertazione nazionale sulla vertenza dei Lpu-Lsu calabresi, la giornata di protesta dei precari con lo sciopero , la manifestazione e il presidio davanti alla sede della Giunta Regionale di oggi, dovra', per forza di cose, continuare con altre iniziative di lotta e di mobilitazione''. E' quanto affermato da Luigi Sbarra segretario generale Cisl Calabria. La Giunta Regionale e Il Ministro del Lavoro - continua Sbarra - che sono stati sollecitati per tempo attraverso l'invio della piattaforma, che sta alla base della protesta dei lavoratori, non possono ignorare la necessita' di dover dare risposte chiare esaustive e verificabili, con scadenze certe, per rispondere ad una sacrosanta richiesta di superamento del lungo periodo di precariato attraverso un processo di stabilizzazione che porti nel giro di qualche anno , partendo da subito, alla regolarizzazione del rapporto di lavoro''. ''Le risposte le deve dare la Giunta Regionale - dice Sbarra - onorando gli impegni assunti negli accordi sindacali del 2006 , ma altrettante risposte non meno importanti li aspettiamo dal Ministro del Lavoro''.
'' La Cisl Regionale ritiene urgente ed inderogabile la risposta da parte del Governo Nazionale alla copertura assicurativa e previdenziale dei periodi lavorativi d'utilizzo dei Lpu-Lsu ( periodo d'utilizzo che varia per ogni lavoratore da 8 a 15 anni) e al ripristino della norma sul prepensionamento per i precari anziani , che dovra' trovare spazio e soluzione all'interno della verifica che partira' in questi giorni con organizzazioni sindacali nazionali ''sulla manutenzione del sistema previdenziale'' per affrontare congiuntamente al problema del corretto equilibrio di gestione del sistema non solo le problematicita' dei lavori usuranti e degli incentivi, ma anche la giusta soluzione previdenziale per i lavoratori precari''.
''Sarebbe importante e suggeriamo al Ministro del Lavoro Damiano - dice Sbarra - di mettere nell'agenda delle misure finanziarie della previdenza complementare annunciate per i lavori flessibili anche i LPU-LSU, al fine di consentire a migliaia di giovani e non, la possibilita', in prospettiva, di una pensione futura dignitosa . Occorre, inoltre, attivare un confronto congiunto tra Ministero, Regione, ANCI e Sindacato per cogliere e attualizzare tutte le opportunita' previste dalla Legge Finanziaria 2007 in materia di stabilizzazioni che, anche se parziali e insufficienti, come il superamento del blocco delle assunzioni solo nei comuni al disotto dei 5.000 abitanti, possono rappresentare un concreto avvio di un nuovo percorso orientato al superamento del precariato e alla creazione di lavoro stabile e duraturo''.
''Anche la Regione, in ogni caso - secono Sbarra - deve fare la propria parte passando dalle parole ai fatti.
Recuperando ritardi, omissioni e colpevoli responsabilita' impegnandosi in una rinnovata azione politica, amministrativa e legislativa ed attivando, a tale scopo, un tavolo permanente di confronto e concertazione con il Sindacato per risolvere definitivamente la vertenza dei precari LSU - LPU''.
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Foggia. Precari, la Provincia si impegna ad assumerne 160
FOGGIA, mercoledì 24 gennaio 2007
Pronti ad assumere 160 precari. La Provincia di Foggia potrebbe stabilizzare i lavoratori precari impiegati presso gli enti pubblici. Lo consentirebbero i decreti attuativi della Finanziaria. Una volta emanati la Provincia potrà a sua volta predisporre una delibera di indirizzo per procedere alla stabilizzazione. Lo rende noto la Cisl. I sindacati di categoria degli atipici di Cigl, Cisl e Uil, hanno partecipato ieri a una riunione della commissione lavoro e personale della Provincia, convocata dal presidente Vincenzo Brucoli proprio per discutere di queste nuove norme. All'incontro hanno partecipato anche l'assessore al Personale di Palazzo Dogana, Bernardo Lodispoto e alcuni funzionari. Alla Provincia tra collaboratori e ex Lsu sono circa 160 le unità con rapporto di lavoro precari. In tal senso NIDIL CGIL e ALAI CISL esprimono “soddisfazione sia per l'iniziativa presa dalla commissione di convocare le parti sindacali, sia per la decisione dell'ente provinciale di procedere appena possibile alla stabilizzazione”. I sindacati sperano anche che eguale attenzione e premura sia fatta propria da altri enti dove è ugualmente alto il numero di precari: “pensiamo al Comune di Foggia, - affermano Nidil e Alai - dove sono circa 90 le unità impegnate con contratti di collaborazione o ex Lsu: al Comune di Lucera, al Comune di Monte Sant'Angelo”. Dall'incontro a Palazzo Dogana è inoltre arrivato l'impegno della commissione ad attivare un tavolo con l'assessorato regionale al Lavoro, per quelle che saranno le competenze alla Regione previste in Finanziaria, che destinerà a questi enti quota parte dei finanziamenti per la stabilizzazione.
Daniela Zazzara
Pronti ad assumere 160 precari. La Provincia di Foggia potrebbe stabilizzare i lavoratori precari impiegati presso gli enti pubblici. Lo consentirebbero i decreti attuativi della Finanziaria. Una volta emanati la Provincia potrà a sua volta predisporre una delibera di indirizzo per procedere alla stabilizzazione. Lo rende noto la Cisl. I sindacati di categoria degli atipici di Cigl, Cisl e Uil, hanno partecipato ieri a una riunione della commissione lavoro e personale della Provincia, convocata dal presidente Vincenzo Brucoli proprio per discutere di queste nuove norme. All'incontro hanno partecipato anche l'assessore al Personale di Palazzo Dogana, Bernardo Lodispoto e alcuni funzionari. Alla Provincia tra collaboratori e ex Lsu sono circa 160 le unità con rapporto di lavoro precari. In tal senso NIDIL CGIL e ALAI CISL esprimono “soddisfazione sia per l'iniziativa presa dalla commissione di convocare le parti sindacali, sia per la decisione dell'ente provinciale di procedere appena possibile alla stabilizzazione”. I sindacati sperano anche che eguale attenzione e premura sia fatta propria da altri enti dove è ugualmente alto il numero di precari: “pensiamo al Comune di Foggia, - affermano Nidil e Alai - dove sono circa 90 le unità impegnate con contratti di collaborazione o ex Lsu: al Comune di Lucera, al Comune di Monte Sant'Angelo”. Dall'incontro a Palazzo Dogana è inoltre arrivato l'impegno della commissione ad attivare un tavolo con l'assessorato regionale al Lavoro, per quelle che saranno le competenze alla Regione previste in Finanziaria, che destinerà a questi enti quota parte dei finanziamenti per la stabilizzazione.
Daniela Zazzara
18.1.07
Manifestazione di precari a Catanzaro
CATANZARO. Una delegazione di lavoratori precari impegnati in lavori socialmente utili e di pubblica utilità in enti sub regionali ed in alcuni comuni ha attuato lunedì mattina un presidio davanti alla sede della Giunta regionale, a Catanzaro. I dimostranti, guidati dalla Uil, chiedono un incontro con gli assessori competenti affinché sia esaminata la loro situazione. I lavoratori interessati, in tutto circa 400, operano nelle Aterp, in alcune Asl, nell’assessorato regionale all’Ambiente, con un contratto di un anno, ma il loro rapporto si è interrotto dopo appena due mesi a causa della mancata approvazione della legge di bilancio.
Lamezia Terme: Precari Lsu a Palazzo Maddamme
LAMEZIA TERME - Precari Lsu a Palazzo Maddamme. Questo l'obiettivo da realizzare entro il prossimo 31 gennaio secondo un impegno preso dal sindaco Gianni Speranza concordato con Cgil e Cisl.
In sostanza c'è un gruppo di lavoratori socialmente utili che pur essendo lametini lavorano soprattutto negli uffici regionali di Catanzaro. Si vogliono creare le condizioni perchè possano tornare a Lamezia per alleggerirli quantomeno delle spese di trasferta che sono enormi rispetto a uno stipendio percepito da un precario Lsu-Lpu.
«Siamo certi», afferma Speranza, «che questo nostro impegno sarà apprezzato dai tanti lavoratori che da lungo tempo e con notevoli sacrifici stanno svolgendo attività in altri Comuni». Gli Lsu lametini che hanno fatto domanda di tornare avranno la qualifica di impiegato e gli Lpu quella di operaio.
In sostanza c'è un gruppo di lavoratori socialmente utili che pur essendo lametini lavorano soprattutto negli uffici regionali di Catanzaro. Si vogliono creare le condizioni perchè possano tornare a Lamezia per alleggerirli quantomeno delle spese di trasferta che sono enormi rispetto a uno stipendio percepito da un precario Lsu-Lpu.
«Siamo certi», afferma Speranza, «che questo nostro impegno sarà apprezzato dai tanti lavoratori che da lungo tempo e con notevoli sacrifici stanno svolgendo attività in altri Comuni». Gli Lsu lametini che hanno fatto domanda di tornare avranno la qualifica di impiegato e gli Lpu quella di operaio.
27.12.06
LSU, lavoratori in nero legalizzati
Ci attendono all’entrata del Comune di Aversa, scherzano tra di loro, si sono inventati il “toto-assunzione”. Vincerà chi indovina, tra i 120 Lsu, i due nomi che verranno stabilizzati. Si, due nomi, non due persone, perché gli Lsu non lo sono affatto. “Il nostro è una sorta di lavoro in nero legalizzato, siamo senza identità e una forza lavoro in nero per il Comune è una comodità!” – ci riferisce uno di loro. Ma cosa si intende per Lsu? Sono lavori socialmente utili tutte le attività che hanno per oggetto la realizzazione di opere e la fornitura di servizi di utilità collettiva, mediante l'utilizzo di lavoratori in mobilità o in cassa integrazione guadagni straordinaria o in disoccupazione speciale oppure mediante il coinvolgimento in progetti di lavori socialmente utili di soggetti in cerca di prima occupazione o disoccupati.
La gestione dei lavori socialmente utili è demandata alle Regioni che agiscono sulla base di convenzioni con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La normativa prevede una serie di incentivi per favorire la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili: incentivi per le imprese e le amministrazioni pubbliche che li assumono, finanziamenti per l'avvio di attività autonome, titoli di preferenza per le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni. Le Regioni possono finanziare con proprie risorse progetti di lavori socialmente utili (cosiddetti lavoratori socialmente utili autofinanziati) ed erogare incentivi per la stabilizzazione degli stessi in aggiunta a quelli finanziati dallo Stato. Lunedì 4 Dicembre, a margine di un confronto tra l’amministrazione comunale e i sindacati di categoria, che è iniziato a settembre con la creazione delle figure APO e la definizione della nuova dotazione organica, in Giunta Comunale è stato varato il Piano occupazionale. “Entro il 31 Dicembre – ci comunica Angelo Liguori dell’ufficio del personale – metteremo a concorso le nuove figure previste nella pianta organica; in particolare ci sarà un concorso interno per l’assunzione di due lavoratori socialmente utili”. Nel bando di concorso, pubblicato lo scorso 5 Dicembre, si legge che la selezione avverrà per titoli e colloquio. Lo scenario che viene fuori dalla nuova pianta organica è che nel piano comunale c’è una carenza di oltre 150 unità. “E’ chiaro che questi buchi vengono tappati da noi Lsu: in Comune ci utilizzano per coprire i buchi di chi va in pensione, siamo economici ed il Comune, che ha perso anche alcune occasioni per stabilizzarci, ne è contento” – ribatte un altro dei lavoratori “fantasma” che si unisce al gruppetto accorso all’entrata della Casa Comunale. Si, lavoratori “fantasma”, perché agli Lsu non vengono riconosciuti gli stessi diritti dei lavoratori dipendenti. Una grande contraddizione traspare da uno dei numerosi decreti legislativi in materia: anche se quello dei lavoratori socialmente utili viene riconosciuto come un tipo di lavoro assimilabile al lavoro dipendente, il loro non viene in alcun modo riconosciuto ai fini previdenziali. Con la nascita della figura dell’ Lsu nel Settembre del 1995 il Comune di Aversa ne contava più di 350. Oggi ne sono diventati 120, di cui 40 sono uomini, tutti con un’età superiore ai 50 anni d’età. Di questi il 30% è in possesso di un Diploma. “Eravamo tutti lavoratori fuoriusciti dalle industrie, molti dall’Indesit, operai, impiegati e l’Inps ha garantito ad ognuno di noi un sussidio di 495 euro, una cifra irrisoria se si pensa che in alcuni casi a trovarsi in questa situazione è il capofamiglia con la moglie casalinga” – continua un altro di loro. A partire dall’amministrazione Golia ad oggi, per 72 fortunati il Comune ha concesso l’integrazione che sommandosi al sussidio dell’Inps ha migliorato, seppur di poco, le condizioni in cui versava la stragrande maggioranza di loro. Nel corso di questi anni è stata trovata, per alcuni, una via d’uscita attraverso la costituzione di cooperative, le più note quelle afferenti al Consorzio di cooperative sociali Icaro, che ha stabilizzato circa 15 lavoratori socialmente utili, a quella dell’acquedotto, che ha inglobato 11 Lsu e degli ausiliari al traffico, che ne ha assunti sempre 11. Alcuni lavoratori sono poi riusciti a stabilizzarsi per conto proprio ed è lapalissiano che in questi interminabili anni molti siano andati in pensione. Dei 120 Lsu attualmente presenti ad Aversa non tutti sono impiegati negli uffici comunali: un gruppo è stato destinato all’assistenza per gli anziani, nelle scuole, alla cura del verde pubblico, alla collocazione della segnaletica stradale. “Siamo stanchi, scoraggiati, demotivati – esordisce uno tra loro, sarebbe ora che a livello governativo si provvedesse a trovare uno sbocco a un problema che lo Stato si porta dietro da anni; la nuova Finanziaria poi non ci è venuta incontro: il Governo ha dato la possibilità ai Comuni al di sotto di 5000 abitanti, una minima parte dei circa 800 comuni italiani, di stabilizzare i propri Lsu. Non ci sta bene in quanto la maggior parte dei comuni va dai 10000 abitanti in giù”. Apprendiamo che in uno dei più recenti decreti legislativi che ha regolato la normativa in materia è stato stabilito che ogni ente, in vista di assunzioni, deve impegnarsi a riservare il 50% dei posti disponibili ai lavoratori socialmente utili, ma non ci risulta che in tutto l’agro aversano in questo lungo periodo ciò sia avvenuto. Nella farraginosa e complicata vicenda degli Lsu una cosa è certa, che fin quando è lo Stato, attraverso l’Inps, a pagare in Comune fanno festa, si sfrutta al massimo una forza lavoro conveniente e a basso prezzo e si cerca di evitare nuove assunzioni per coprire le sedie vuote di coloro che sono andati in pensione, tanto ci sono i lavoratori socialmente utili a rendere un buon servizio che non ha nulla in meno di quello dei lavoratori dipendenti. “Allo stato attuale il Comune di Aversa con i suoi 120 Lsu, che non potrebbe mai stabilizzare tutti, altrimenti andrebbe in un ampio deficit di bilancio, è in una posizione senza dubbio più limpida rispetto a tutti gli altri comuni dell’agro aversano” – continua Angelo Liguori dell’ufficio del personale. “Ed è vero – conclude un Lsu che mi avvicina; in tutti questi anni qui al Comune di Aversa abbiamo sempre assicurato un ottimo lavoro ed abbiamo occupato dei posti importanti all’interno della macchina burocratica. Se, ad esempio, un giorno uno di noi viene meno non ci sarebbe un altro a fare il suo lavoro, l’apparato amministrativo, per quel determinato ambito, si fermerebbe appunto per un giorno”. Non ci troviamo certamente in un contesto come questo se ci spostiamo in qualsiasi altro comune dell’agro aversano in cui la stragrande maggioranza dei lavoratori socialmente utili timbrano il cartellino marcatempo la mattina e poi si dileguano, magari perché all’interno della loro macchina amministrativa sono un di più e non ci sarebbe lavoro per loro e soprattutto perché, se vogliono sostenere la propria famiglia, devono necessariamente intrattenere una seconda attività lavorativa.
La gestione dei lavori socialmente utili è demandata alle Regioni che agiscono sulla base di convenzioni con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La normativa prevede una serie di incentivi per favorire la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili: incentivi per le imprese e le amministrazioni pubbliche che li assumono, finanziamenti per l'avvio di attività autonome, titoli di preferenza per le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni. Le Regioni possono finanziare con proprie risorse progetti di lavori socialmente utili (cosiddetti lavoratori socialmente utili autofinanziati) ed erogare incentivi per la stabilizzazione degli stessi in aggiunta a quelli finanziati dallo Stato. Lunedì 4 Dicembre, a margine di un confronto tra l’amministrazione comunale e i sindacati di categoria, che è iniziato a settembre con la creazione delle figure APO e la definizione della nuova dotazione organica, in Giunta Comunale è stato varato il Piano occupazionale. “Entro il 31 Dicembre – ci comunica Angelo Liguori dell’ufficio del personale – metteremo a concorso le nuove figure previste nella pianta organica; in particolare ci sarà un concorso interno per l’assunzione di due lavoratori socialmente utili”. Nel bando di concorso, pubblicato lo scorso 5 Dicembre, si legge che la selezione avverrà per titoli e colloquio. Lo scenario che viene fuori dalla nuova pianta organica è che nel piano comunale c’è una carenza di oltre 150 unità. “E’ chiaro che questi buchi vengono tappati da noi Lsu: in Comune ci utilizzano per coprire i buchi di chi va in pensione, siamo economici ed il Comune, che ha perso anche alcune occasioni per stabilizzarci, ne è contento” – ribatte un altro dei lavoratori “fantasma” che si unisce al gruppetto accorso all’entrata della Casa Comunale. Si, lavoratori “fantasma”, perché agli Lsu non vengono riconosciuti gli stessi diritti dei lavoratori dipendenti. Una grande contraddizione traspare da uno dei numerosi decreti legislativi in materia: anche se quello dei lavoratori socialmente utili viene riconosciuto come un tipo di lavoro assimilabile al lavoro dipendente, il loro non viene in alcun modo riconosciuto ai fini previdenziali. Con la nascita della figura dell’ Lsu nel Settembre del 1995 il Comune di Aversa ne contava più di 350. Oggi ne sono diventati 120, di cui 40 sono uomini, tutti con un’età superiore ai 50 anni d’età. Di questi il 30% è in possesso di un Diploma. “Eravamo tutti lavoratori fuoriusciti dalle industrie, molti dall’Indesit, operai, impiegati e l’Inps ha garantito ad ognuno di noi un sussidio di 495 euro, una cifra irrisoria se si pensa che in alcuni casi a trovarsi in questa situazione è il capofamiglia con la moglie casalinga” – continua un altro di loro. A partire dall’amministrazione Golia ad oggi, per 72 fortunati il Comune ha concesso l’integrazione che sommandosi al sussidio dell’Inps ha migliorato, seppur di poco, le condizioni in cui versava la stragrande maggioranza di loro. Nel corso di questi anni è stata trovata, per alcuni, una via d’uscita attraverso la costituzione di cooperative, le più note quelle afferenti al Consorzio di cooperative sociali Icaro, che ha stabilizzato circa 15 lavoratori socialmente utili, a quella dell’acquedotto, che ha inglobato 11 Lsu e degli ausiliari al traffico, che ne ha assunti sempre 11. Alcuni lavoratori sono poi riusciti a stabilizzarsi per conto proprio ed è lapalissiano che in questi interminabili anni molti siano andati in pensione. Dei 120 Lsu attualmente presenti ad Aversa non tutti sono impiegati negli uffici comunali: un gruppo è stato destinato all’assistenza per gli anziani, nelle scuole, alla cura del verde pubblico, alla collocazione della segnaletica stradale. “Siamo stanchi, scoraggiati, demotivati – esordisce uno tra loro, sarebbe ora che a livello governativo si provvedesse a trovare uno sbocco a un problema che lo Stato si porta dietro da anni; la nuova Finanziaria poi non ci è venuta incontro: il Governo ha dato la possibilità ai Comuni al di sotto di 5000 abitanti, una minima parte dei circa 800 comuni italiani, di stabilizzare i propri Lsu. Non ci sta bene in quanto la maggior parte dei comuni va dai 10000 abitanti in giù”. Apprendiamo che in uno dei più recenti decreti legislativi che ha regolato la normativa in materia è stato stabilito che ogni ente, in vista di assunzioni, deve impegnarsi a riservare il 50% dei posti disponibili ai lavoratori socialmente utili, ma non ci risulta che in tutto l’agro aversano in questo lungo periodo ciò sia avvenuto. Nella farraginosa e complicata vicenda degli Lsu una cosa è certa, che fin quando è lo Stato, attraverso l’Inps, a pagare in Comune fanno festa, si sfrutta al massimo una forza lavoro conveniente e a basso prezzo e si cerca di evitare nuove assunzioni per coprire le sedie vuote di coloro che sono andati in pensione, tanto ci sono i lavoratori socialmente utili a rendere un buon servizio che non ha nulla in meno di quello dei lavoratori dipendenti. “Allo stato attuale il Comune di Aversa con i suoi 120 Lsu, che non potrebbe mai stabilizzare tutti, altrimenti andrebbe in un ampio deficit di bilancio, è in una posizione senza dubbio più limpida rispetto a tutti gli altri comuni dell’agro aversano” – continua Angelo Liguori dell’ufficio del personale. “Ed è vero – conclude un Lsu che mi avvicina; in tutti questi anni qui al Comune di Aversa abbiamo sempre assicurato un ottimo lavoro ed abbiamo occupato dei posti importanti all’interno della macchina burocratica. Se, ad esempio, un giorno uno di noi viene meno non ci sarebbe un altro a fare il suo lavoro, l’apparato amministrativo, per quel determinato ambito, si fermerebbe appunto per un giorno”. Non ci troviamo certamente in un contesto come questo se ci spostiamo in qualsiasi altro comune dell’agro aversano in cui la stragrande maggioranza dei lavoratori socialmente utili timbrano il cartellino marcatempo la mattina e poi si dileguano, magari perché all’interno della loro macchina amministrativa sono un di più e non ci sarebbe lavoro per loro e soprattutto perché, se vogliono sostenere la propria famiglia, devono necessariamente intrattenere una seconda attività lavorativa.
7.12.06
Calabria: LSU in piazza a Catanzaro il 23/1
Il 23 gennaio sciopero generale
Lsu-Lpu/ Prevista una manifestazione a Catanzaro contro “l’immobilismo della Regione”
CATANZARO. I sindacati hanno proclamato lo sciopero generale dei Lpu-Lsu della Calabria per martedì 23 gennaio 2007 con manifestazione a Catanzaro “contro l’immobilismo della Giunta regionale e per il rilancio del processo di stabilizzazione dell’intero bacino regionale”. La decisione è stata presa al termine di una riunione dei responsabili sindacali provinciali dei Lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, cui hanno preso parte i segretari regionali Orlando Bonadies (Cgil), Domenico Zannino (Cisl) e Luciano Prestia (Uil), per fare il punto sulle diverse problematiche ed in particolare sul percorso di stabilizzazione che interessa oltre 8.000 lavoratori precari del bacino regionale calabrese tra Lpu e Lsu. Nel corso della riunione è stato confermato lo stato di agitazione della categoria, già proclamato da Cgil, Cisl e Uil a conclusione “del deludente incontro del 2 dicembre tenutosi a Reggio Calabria con l’assessore regionale al Lavoro, Nino De Gaetano, assumendo, tra l’altro, la decisione di intraprendere un percorso d’assemblee unitarie nei luoghi di lavoro e nelle 5 province calabresi in preparazione dello sciopero generale regionale dei Lpu-Lsu del 23 gennaio, e organizzando, a partire dalla settimana prossima, una serie di presidi da tenersi presso le Prefetture e la sede della Giunta regionale per sollecitare e rivendicare alla stessa la proroga dei progetti e dell’integrazione dell’orario settimanale per tutto il 2007”. “Il ricorso alla lotta e alla mobilitazione - è scritto in una nota dei sindacati - è stato condiviso unanimemente da tutti i dirigenti sindacali per come proposto a conclusione della riunione e si rende necessario dopo mesi di estenuanti solleciti e riunioni che non hanno portato a nessuna azione concreta da parte della Giunta e dall’Assessore al Lavoro, rispetto al percorso di stabilizzazione definito negli accordi sindacali di marzo 2006 risollecitati negli accordi sindacali di luglio e ottobre 2006 che impegnavano la Giunta alla predisposizione del disegno di legge per l’istituzione delle 2 Agenzie regionali, quella per il Rischio e quella per la gestione dei siti archeologici e dei musei, al fine di dare occupazione vera, stabile e duratura a oltre 3.000 precari”. “La mobilitazione, i presidi, lo sciopero generale con la manifestazione - prosegue la nota - scaturisce, infatti, per rivendicare il rispetto degli impegni dei tempi e delle scadenze senza dilazioni da parte di un governo regionale che si è caratterizzato nel corso dell’anno per annunci e promesse non mantenute. Per l’ennesima volta De Gaetano e la Giunta non hanno inteso approvare con formale delibera le modifiche e le integrazioni al Disciplinare Regionale più volte sollecitate fin da maggio e concertate e contrattate con il sindacato a novembre, tanto attese sia dagli Enti che dai lavoratori per porre fine a tanti equivoci interpretativi che hanno avvelenato i rapporti in questi mesi tra lavoratori ed alcuni enti e per riconoscere un minimo diritti e di tutele a favore dei precari”. Bonadies, Zannino e Prestia, a conclusione della riunione, prosegue la nota, “si sono impegnati a valutare positivamente il recente provvedimento legislativo sul precariato, in quanto in controtendenza dopo tre anni di totale blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, anche se parziale ed insufficiente ed a sollecitare tutta la deputazione parlamentare calabrese ad adoperarsi sul Parlamento affinché, il provvedimento approvato dalla Camera dei Deputati a fine novembre contenuto nel max emendamento presentato dal Governo alla Legge Finanziaria 2007”. “Tale provvedimento - conclude la nota -, consentirà una parziale stabilizzazione dei lavoratori Lpu-Lsu in quanto la deroga al blocco delle assunzioni nella Pubblica amministrazione, agirà solo nei comuni al disotto dei 5.000 abitanti. Per questo motivo ci si auspica che nel corso della discussione sulla Finanziaria in atto al Senato possano essere apportati ulteriori miglioramenti tendenti al superamento generalizzato del blocco all’assunzione in tutti i Comuni calabresi e in tutta la pubblica amministrazione che utilizza Lpu-Lsu, la copertura assicurativa e previdenziale del periodo d’utilizzo, il prepensionamento degli ultracinquantenni”.
Lsu-Lpu/ Prevista una manifestazione a Catanzaro contro “l’immobilismo della Regione”
CATANZARO. I sindacati hanno proclamato lo sciopero generale dei Lpu-Lsu della Calabria per martedì 23 gennaio 2007 con manifestazione a Catanzaro “contro l’immobilismo della Giunta regionale e per il rilancio del processo di stabilizzazione dell’intero bacino regionale”. La decisione è stata presa al termine di una riunione dei responsabili sindacali provinciali dei Lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, cui hanno preso parte i segretari regionali Orlando Bonadies (Cgil), Domenico Zannino (Cisl) e Luciano Prestia (Uil), per fare il punto sulle diverse problematiche ed in particolare sul percorso di stabilizzazione che interessa oltre 8.000 lavoratori precari del bacino regionale calabrese tra Lpu e Lsu. Nel corso della riunione è stato confermato lo stato di agitazione della categoria, già proclamato da Cgil, Cisl e Uil a conclusione “del deludente incontro del 2 dicembre tenutosi a Reggio Calabria con l’assessore regionale al Lavoro, Nino De Gaetano, assumendo, tra l’altro, la decisione di intraprendere un percorso d’assemblee unitarie nei luoghi di lavoro e nelle 5 province calabresi in preparazione dello sciopero generale regionale dei Lpu-Lsu del 23 gennaio, e organizzando, a partire dalla settimana prossima, una serie di presidi da tenersi presso le Prefetture e la sede della Giunta regionale per sollecitare e rivendicare alla stessa la proroga dei progetti e dell’integrazione dell’orario settimanale per tutto il 2007”. “Il ricorso alla lotta e alla mobilitazione - è scritto in una nota dei sindacati - è stato condiviso unanimemente da tutti i dirigenti sindacali per come proposto a conclusione della riunione e si rende necessario dopo mesi di estenuanti solleciti e riunioni che non hanno portato a nessuna azione concreta da parte della Giunta e dall’Assessore al Lavoro, rispetto al percorso di stabilizzazione definito negli accordi sindacali di marzo 2006 risollecitati negli accordi sindacali di luglio e ottobre 2006 che impegnavano la Giunta alla predisposizione del disegno di legge per l’istituzione delle 2 Agenzie regionali, quella per il Rischio e quella per la gestione dei siti archeologici e dei musei, al fine di dare occupazione vera, stabile e duratura a oltre 3.000 precari”. “La mobilitazione, i presidi, lo sciopero generale con la manifestazione - prosegue la nota - scaturisce, infatti, per rivendicare il rispetto degli impegni dei tempi e delle scadenze senza dilazioni da parte di un governo regionale che si è caratterizzato nel corso dell’anno per annunci e promesse non mantenute. Per l’ennesima volta De Gaetano e la Giunta non hanno inteso approvare con formale delibera le modifiche e le integrazioni al Disciplinare Regionale più volte sollecitate fin da maggio e concertate e contrattate con il sindacato a novembre, tanto attese sia dagli Enti che dai lavoratori per porre fine a tanti equivoci interpretativi che hanno avvelenato i rapporti in questi mesi tra lavoratori ed alcuni enti e per riconoscere un minimo diritti e di tutele a favore dei precari”. Bonadies, Zannino e Prestia, a conclusione della riunione, prosegue la nota, “si sono impegnati a valutare positivamente il recente provvedimento legislativo sul precariato, in quanto in controtendenza dopo tre anni di totale blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, anche se parziale ed insufficiente ed a sollecitare tutta la deputazione parlamentare calabrese ad adoperarsi sul Parlamento affinché, il provvedimento approvato dalla Camera dei Deputati a fine novembre contenuto nel max emendamento presentato dal Governo alla Legge Finanziaria 2007”. “Tale provvedimento - conclude la nota -, consentirà una parziale stabilizzazione dei lavoratori Lpu-Lsu in quanto la deroga al blocco delle assunzioni nella Pubblica amministrazione, agirà solo nei comuni al disotto dei 5.000 abitanti. Per questo motivo ci si auspica che nel corso della discussione sulla Finanziaria in atto al Senato possano essere apportati ulteriori miglioramenti tendenti al superamento generalizzato del blocco all’assunzione in tutti i Comuni calabresi e in tutta la pubblica amministrazione che utilizza Lpu-Lsu, la copertura assicurativa e previdenziale del periodo d’utilizzo, il prepensionamento degli ultracinquantenni”.
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