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25.10.07

I precari del Formez: "Ministro Nicolais, ci metteremo in mutande!"

da Agorà magazine

I precari del Formez: "Ministro Nicolais, ci metteremo in mutande!"

Protestano i lavoratori del centro di formazione. Lettera aperta al Ministero per le Riforme e l’Innovazione

giovedì 25 ottobre 2007 di Cristina Liguori

Egregio Signor Ministro, Le diamo una notizia: il Formez sta morendo! A scriverLe sono i collaboratori del Formez e che hanno deciso di manifestarLe nuovamente il proprio sconcerto per quanto sta avvenendo, con la speranza che almeno questa volta ci risponda.

Nell’aprile 2007, con l’approvazione della nuova mission del Formez da partedell’Assemblea dei Soci, da Lei preseduta, sembrava esser terminata la disputa sull’utilità del Formez per il Paese Tuttavia, a distanza di un anno, si sente ancora parlare del progetto dell’AgenziaNazionale per la Formazione che prima vede coinvolto il Formez e poi non più.

Si parla di rilancio, di nuova mission e di nuove sedi per Roma e Napoli (da Palazzo Fuga a Villa Campolieto, dalla Reggia di Caserta a Santa Anastasia) ma, nei fatti, al Formez non è affidata alcuna attività, commessa o finanziamento. Speriamo vivamente che il Governo non metta più in discussione il Formez e che anzi ne apprezzi l’importanza del ruolo e l’efficacia della sua azione, prendendo una decisione che ci faccia uscire da quest’impasse.

L’incertezza è il nostro peggior male perché per noi si traduce in contratti scaduti e non più rinnovati e sempre meno lavoro, quindi, una forte riduzione dei compensi. Al Formez ci sono più di 200 giovani collaboratori (ricercatori, formatori, agenti di sviluppo) tutti laureati e in possesso di specializzazioni, master e dottorati di ricerca, che, nella maggioranza dei casi, non sono né liberi professionisti né consulenti pluricommittente, ma dipendenti "mascherati" che lavorano in media da 6/7 anni (in alcuni casi anche da 10) quotidianamente presso l’Istituto.

Egregio Ministro, l’Amministrazione del Formez si è impegnata da due anni con le organizzazioni sindacali ad avviare un processo di stabilizzazione dei rapporti di lavoro, ma l’unica cosa stabile è che il Formez continua a non dare seguito agli impegni assunti e, peggio ancora, si sta accingendo ad assumere nuovo personale esterno (proveniente dalle società partecipate, giustamente dismesse).

Egregio Ministro, Lei, ha manifestato l’intenzione di iniziare un percorso di modernizzazione e trasparenza di tutto l’operato della PA ed oggi ha modo di far seguire i fatti alle parole. Le chiediamo, con un atto di responsabilità politica, di assumersi l’impegno a tutelare le giovani risorse che si sono formate e specializzate al Formez, e che possono essere ancora un patrimonio utile per l’intero sistema della PA italiana.

Crediamo che Lei debba chiaramente e definitivamente esprimere le Sue intenzioni sul futuro del Formez, anche attraverso una conferenza con il personale, ascoltando le storie professionali di chi, come noi, non lavora nelle PP.AA. ma per le PP.AA.

In attesa di una Sua risposta, Le annunciamo che il prossimo 26 ottobre, alle ore 12, i precari del Formez, aderendo allo sciopero indetto da CGIL-CISL-UIL per il pubblico impiego, saranno simbolicamente "in mutande" davanti la sede del Formez su Second Life.

Fiduciosi, La salutiamo cordialmente. I collaboratori precari "storici "del Formez

3.4.07

30/3 Pubblico impiego: in piazza contro la precarietà

Quarantamila i partecipanti che hanno partecipato al corteo organizzato a Roma dalla Rdb-Cub, in concomitanza con lo sciopero generale. Il corteo si è concluso attorno alle 13.30

Roma, 30 marzo 2007 - 'Giù le mani dalla pubblica amministrazione': questo lo slogan lanciato stamani a Roma dalla Rdb-Cub del pubblico impiego che ha indetto una manifestazione nazionale, in concomitanza con lo sciopero generale, contro il precariato, il 'memorandum' e la mobilità selvaggia.

Il corteo di dimostranti, arrivati da tutta Italia - 40 mila persone, secondo gli organizzatori - è partito da piazza della Repubblica e si è concluso attorno alle 13.30 in corso Vittorio Emanuele, davanti al ministero della Funzione Pubblica.
Vigili del fuoco, precari della sanità, della ricerca, lavoratori della giustizia e della scuola, aderenti alle Red-Cub hanno sfilato per le vie del Centro sventolando in alto le bandiere della Federazione delle Rappresentanze di base-Cub. Ad aprire il lungo torpedone, lo striscione 'Per la dignità dei lavoratori pubblici, contro la precarietà'. Ma ogni gruppo di manifestanti ha gridato il proprio slogan. "Più precari VVF uguale meno sicurezza per i cittadini. Stabilizzazione per tutti i discontinui": è il cartello innalzato dai pompieri arrivati da Bologna. "No alla privatizzazione delle società miste", recita, invece, lo striscione di Rdb Sma Campania. Ci sono anche le educatrici Farmacap che innalzano "La stabilità del Paese è fondata sul lavoro ma se il lavoro non è stabile?".

In piazza pure i precari della sanità del Lazio che portano il cartello con su la scritta "Da Anni Verdi a Ri.Rei dalla padella alla brace". A sfilare nel lungo corteo anche lo striscione "La giustizia è morta... e anche i lavoratori non stanno tanto bene". E mentre dal camion che apre il serpentone una voce al megafono chiede "assunzione di tutti i precari, valorizzazione del lavoro pubblico" ricordando questa giornata di sciopero generale, il corteo è animato da musica, fischi e accompagnato a tratti dalla sirena accesa di un'ambulanza che sfila tra i manifestanti.

Alle 13.30, come spiegato dagli organizzatori della manifestazione di Roma, una delegazione della Rdb-Cub pubblico impiego si è recata a Palazzo Chigi per incontrare il sottosegretario Enrico Letta e il ministro della Funzione Pubblica Luigi Nicolais. Alle 14, inoltre, è previsto un altro incontro al Ministero della Pubblica Istruzione.

22.3.07

Pubblico Impiego. Firmata Intesa per istituzione tavolo permanente sui precari

21-MAR-07

Roma, 21 mar. - (Adnkronos) - E' stata firmata oggi a palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione pubblica, una intesa tra il ministro Luigi Nicolais e alcune sigle sindacali tra le quali Cgil, Cisl e Uil per l'istituzione di un tavolo permanente per la stabilizzazione dei precari. Nel documento che definisce un percorso di un piano di lavoro, viene messa in evidenza la necessita' del tavolo "con l'obiettivo di assicurare l'applicazione in modo uniforme e puntuale delle disposizioni contenute nella legge finanziaria sulla stabilizzazione del personale precario e per consentire la completa assunzione nel corso della legislatura del personale, cosi' come prevista anche dal Memorandum d'intesa su lavoro pubblico e riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche", firmato il 18 gennaio.

26.2.07

Nicolais: impegno contro precariato

Prossimo l'avvio dei nuovi concorsi per i ricercatori
(ANSA)-TORINO, 23 FEB-'Abbiamo preso l'impegno di eliminare il precariato entro fine legislatura e vale anche per le universita'', ha detto il ministro Nicolais. 'Per i precari delle universita'- ha detto il ministro per la Funzione Pubblica all'universita' di Torino - quest'anno sono stati stanziati 30 milioni di euro, a cui si aggiungeranno i 60 del prossimo anno e i 90 di quello dopo. L'avvio dei nuovi concorsi per i ricercatori - ha concluso il ministro - e' ormai pronto'.

14.12.06

Nicolais: Non ci sono fondi per assumere 500mila precari nella PA

Giovedì, 14 dicembre
Appunti Per assumere 500.000 precari nella pubblica amministrazione potrebbero essere necessari circa 15 miliardi l'anno e queste risorse nella Finanziaria "non ci sono". Lo afferma il ministro delle Riforme e innovazione nella pubblica amministrazione, Luigi Nicolais, in un'intervista video all'Ansa nella quale sottolinea che introdurre 500.000 persone "non sarebbe un vantaggio per l'amministrazione" che ha bisogno sì di giovani, ma inserendolo "in maniera graduale".

Secondo Nicolais, le risorse previste nell'emendamento alla manovra che punta alla costituzione di un fondo per la stabilizzazione di 350.000 precari tra ministeri, enti locali e sanità non sarebbero sufficienti anche perché - spiega - i fondi contenuti nei conti correnti bancari "dormienti" sarebbero "una tantum", mentre gli stipendi delle persone eventualmente assunte costituirebbero un costo annuale.

Altra cosa è invece la stabilizzazione nella scuola dei 150.000 insegnanti precari che hanno contratti di supplenza da almeno tre anni. "Questi non sarebbero un costo - dice - perché sono già retribuiti". Secondo Nicolais, nelle amministrazioni centrali nel 2007 dovrebbero essere assunti 8-10.000 precari, mentre altre stabilizzazioni potrebbero essere previste negli enti locali e nella sanità.

12.12.06

Finanziaria, nuove risorse per i precari

Niente contratti che non siano stabili per i prossimi 5 anni

Ma è incerto il numero di assunzioni nella pubblica amministrazione. Bersani contestato a Bologna

ROMA — Il fondo per la stabilizzazione dei precari si rafforza. Oltre agli interessi dai conti «dormienti», il governo sta pensando di incrementarlo con una parte (forse il 5%) degli aumenti dei ricchi dividendi delle società controllate dal Tesoro rispetto all'anno precedente. Tra le novità più importanti che saranno introdotte nell'emendamento pro precari anche il divieto assoluto — per le amministrazioni che utilizzeranno i fondi — di assumere nuovi precari per cinque anni. A parte la cifra di 5 milioni di euro, stanziati subito per attivare il fondo, non ci sono ulteriori indicazioni di quanti precari verrebbero regolarizzati né del costo maggiore per lo Stato. Mentre Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti Italiani, parla di 350 mila precari, ieri il ministro della Funzione pubblica Luigi Nicolais ha ridotto il numero a 8 mila per il 2007 per passare «fino a 240 mila nei prossimi 6 anni». Il ministro dello Sviluppo Pierluigi Bersani parla invece di 500 mila.

CONTI DORMIENTI - Mentre il governo cerca di arginare questa nuova grana, Bersani — peraltro contestato a Bologna da una cinquantina di precari della ricerca con striscioni e volantini — cerca di prendere le distanze dalle polemiche. «Con i soli conti dormienti non si risolve il problema dei precari — ha detto — non è che con la bacchetta magica domani mattina prendiamo quei soldi che sono in banca e risolviamo il problema dei 500 mila precari». A parte il presidente della Confindustria Luca di Montezemolo, che ieri ha colto l'occasione per precisare meglio il suo pensiero sostenendo come non sia «dubbio che c'è un'Italia che rema e una che sta seduta a poppa e che occorre premiare il merito», la polemica si è quasi tutta consumata a sinistra. Se il ministro degli Affari europei Emma Bonino dichiarava che l'emendamento sui precari era la «solita sanatoria» e il senatore Tiziano Treu (nonché presidente della Commissione lavoro a Palazzo Madama) si è detto «nettamente contrario a una infornata indifferenziata perché bisogna fare i concorsi», il senatore diessino Cesare Salvi se l'è presa con i politici.
«SCIOCCHEZZE» - «Stanno dicendo un cumulo di sciocchezze — ha tuonato il presidente della Commissione giustizia al Senato e uno degli autori dell'emendamento in questione — si tratta solo di trasformare lavoro precario in lavoro a tempo determinato. Quei politici che chiedono concorsi pubblici — ha continuato — comincino a liberarsi dei consulenti nei loro uffici che non hanno fatto alcun concorso, nel caso contrario non si devono meravigliare se vanno a Mirafiori e li fischiano». Non si sa con chi ce l'avesse Salvi, visto che a Torino hanno fischiato solo i tre leader sindacali, ma ieri la confusione è stata totale. Lo stesso Nicola Sartor, l'uomo che Romano Prodi ha messo di guardia alla Finanziaria, ha dovuto ammettere che sui precari «credo ci sia stato qualche malinteso». Per esempio, ha precisato, si tratta di mettere «nel fondo solo i risparmi sui minori interessi dal debito pubblico visto che i conti dormienti andranno alla riduzione del debito». «E' evidente — ha precisato — che non si può utilizzare una somma fissa a copertura di oneri permanenti».
PATTO SUL LAVORO - Il sindacato nel frattempo ha mandato un messaggio chiaro al governo: nessun Patto sul lavoro pubblico (destinato ad aumentare l'efficienza dei servizi e la produttività) senza la soluzione del problema del precariato. E sia la Cisl che la Cgil accusano l'esecutivo di «vaghezza di propositi con le sua posizioni inadeguate e lacunose che vanno ad alimentare irresponsabili demagogie». Paolo Nerozzi, della segreteria Cgil, butta acqua sul fuoco. «E' un problema che non esiste — spiega — si tratta di gente che lavora nella pubblica amministrazione (sanità, enti locali, ricerca) da molti anni con contratti a tempo determinato ed è giusto (qualora esistano i requisiti come i concorsi) che venga riconosciuto loro un contratto fisso». E' evidente che in questo caso — e secondo Nerozzi si tratta della stragrande maggioranza — i costi aggiuntivi sono minimi visto che prendono già uno stipendio.
LA GRANDE CONFUSIONE - Anche il ministro Nicolais, a Napoli a margine di un convegno, ha sposato la teoria della «grande confusione» e che comunque l'assunzione dei 300 mila precari della Pubblica amministrazione (che scendono a 240 mila al netto del turn over) «è possibile nel progetto varato con il collega al Lavoro Cesare Damiano». «Il problema dei precari l'abbiamo affrontato tutti insieme con i sindacati — ha detto — e nei prossimi giorni presenteremo il piano di stabilizzazione». Piano che, ha aggiunto, «parte dall'assunto che un precario da stabilizzare senza concorso è soltanto quel precario che ha già fatto un concorso e che lavora da più di tre anni». Quanto ai 150 mila precari «supplenti nella scuola e che stanno nella condizione di poter essere messi in ruolo perché sono nella graduatoria e hanno fatto supplenza per oltre tre anni, hanno già superato un concorso, ci sarà per loro un piano di tre anni di assunzioni». Ma questo era già previsto in un articolo nel maxiemendamento.
Roberto Bagnoli
12 dicembre 2006