12.12.06

Finanziaria, nuove risorse per i precari

Niente contratti che non siano stabili per i prossimi 5 anni

Ma è incerto il numero di assunzioni nella pubblica amministrazione. Bersani contestato a Bologna

ROMA — Il fondo per la stabilizzazione dei precari si rafforza. Oltre agli interessi dai conti «dormienti», il governo sta pensando di incrementarlo con una parte (forse il 5%) degli aumenti dei ricchi dividendi delle società controllate dal Tesoro rispetto all'anno precedente. Tra le novità più importanti che saranno introdotte nell'emendamento pro precari anche il divieto assoluto — per le amministrazioni che utilizzeranno i fondi — di assumere nuovi precari per cinque anni. A parte la cifra di 5 milioni di euro, stanziati subito per attivare il fondo, non ci sono ulteriori indicazioni di quanti precari verrebbero regolarizzati né del costo maggiore per lo Stato. Mentre Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti Italiani, parla di 350 mila precari, ieri il ministro della Funzione pubblica Luigi Nicolais ha ridotto il numero a 8 mila per il 2007 per passare «fino a 240 mila nei prossimi 6 anni». Il ministro dello Sviluppo Pierluigi Bersani parla invece di 500 mila.

CONTI DORMIENTI - Mentre il governo cerca di arginare questa nuova grana, Bersani — peraltro contestato a Bologna da una cinquantina di precari della ricerca con striscioni e volantini — cerca di prendere le distanze dalle polemiche. «Con i soli conti dormienti non si risolve il problema dei precari — ha detto — non è che con la bacchetta magica domani mattina prendiamo quei soldi che sono in banca e risolviamo il problema dei 500 mila precari». A parte il presidente della Confindustria Luca di Montezemolo, che ieri ha colto l'occasione per precisare meglio il suo pensiero sostenendo come non sia «dubbio che c'è un'Italia che rema e una che sta seduta a poppa e che occorre premiare il merito», la polemica si è quasi tutta consumata a sinistra. Se il ministro degli Affari europei Emma Bonino dichiarava che l'emendamento sui precari era la «solita sanatoria» e il senatore Tiziano Treu (nonché presidente della Commissione lavoro a Palazzo Madama) si è detto «nettamente contrario a una infornata indifferenziata perché bisogna fare i concorsi», il senatore diessino Cesare Salvi se l'è presa con i politici.
«SCIOCCHEZZE» - «Stanno dicendo un cumulo di sciocchezze — ha tuonato il presidente della Commissione giustizia al Senato e uno degli autori dell'emendamento in questione — si tratta solo di trasformare lavoro precario in lavoro a tempo determinato. Quei politici che chiedono concorsi pubblici — ha continuato — comincino a liberarsi dei consulenti nei loro uffici che non hanno fatto alcun concorso, nel caso contrario non si devono meravigliare se vanno a Mirafiori e li fischiano». Non si sa con chi ce l'avesse Salvi, visto che a Torino hanno fischiato solo i tre leader sindacali, ma ieri la confusione è stata totale. Lo stesso Nicola Sartor, l'uomo che Romano Prodi ha messo di guardia alla Finanziaria, ha dovuto ammettere che sui precari «credo ci sia stato qualche malinteso». Per esempio, ha precisato, si tratta di mettere «nel fondo solo i risparmi sui minori interessi dal debito pubblico visto che i conti dormienti andranno alla riduzione del debito». «E' evidente — ha precisato — che non si può utilizzare una somma fissa a copertura di oneri permanenti».
PATTO SUL LAVORO - Il sindacato nel frattempo ha mandato un messaggio chiaro al governo: nessun Patto sul lavoro pubblico (destinato ad aumentare l'efficienza dei servizi e la produttività) senza la soluzione del problema del precariato. E sia la Cisl che la Cgil accusano l'esecutivo di «vaghezza di propositi con le sua posizioni inadeguate e lacunose che vanno ad alimentare irresponsabili demagogie». Paolo Nerozzi, della segreteria Cgil, butta acqua sul fuoco. «E' un problema che non esiste — spiega — si tratta di gente che lavora nella pubblica amministrazione (sanità, enti locali, ricerca) da molti anni con contratti a tempo determinato ed è giusto (qualora esistano i requisiti come i concorsi) che venga riconosciuto loro un contratto fisso». E' evidente che in questo caso — e secondo Nerozzi si tratta della stragrande maggioranza — i costi aggiuntivi sono minimi visto che prendono già uno stipendio.
LA GRANDE CONFUSIONE - Anche il ministro Nicolais, a Napoli a margine di un convegno, ha sposato la teoria della «grande confusione» e che comunque l'assunzione dei 300 mila precari della Pubblica amministrazione (che scendono a 240 mila al netto del turn over) «è possibile nel progetto varato con il collega al Lavoro Cesare Damiano». «Il problema dei precari l'abbiamo affrontato tutti insieme con i sindacati — ha detto — e nei prossimi giorni presenteremo il piano di stabilizzazione». Piano che, ha aggiunto, «parte dall'assunto che un precario da stabilizzare senza concorso è soltanto quel precario che ha già fatto un concorso e che lavora da più di tre anni». Quanto ai 150 mila precari «supplenti nella scuola e che stanno nella condizione di poter essere messi in ruolo perché sono nella graduatoria e hanno fatto supplenza per oltre tre anni, hanno già superato un concorso, ci sarà per loro un piano di tre anni di assunzioni». Ma questo era già previsto in un articolo nel maxiemendamento.
Roberto Bagnoli
12 dicembre 2006

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