18.12.06

Censis: ecco l'identikit dei precari italiani

18/12/2006 15:34
Censis: ecco l'identikit dei precari italiani

Sono la pietra dello scandalo, una massa informe di “imboscati”, un insulto alla meritocrazia, un peso per la finanza pubblica o, al contrario, casi umani da sistemare, sfigati a tempo indeterminato. È questo il ritratto dei precari della pubblica amministrazione che emerge dal dibattito di questi giorni, dopo la decisione del governo di assumerne all’incirca mezzo milione in 5 anni. Ma la realtà riserva qualche sorpresa: i precari spesso sono qualificati, hanno vinto concorsi e, come nel caso degli insegnanti abilitati nelle scuole di specializzazione (SSIS), vantano una formazione (obbligatoria) post-laurea. Alcuni hanno studiato all’estero e hanno ottenuto un dottorato di ricerca, ma raramente l’amministrazione dà un peso adeguato a questi titoli né riconosce pubblicazioni ed esperienze professionali significative acquisite altrove. Anzi, a volte boccia pure i candidati che presentano questo tipo di credenziali.

Scuola/ Caos graduatorie e il ruolo arriva il giorno prima di andare in pensione In Italia è stata la P.A ad introdurre le prime forme di flessibilità, ma non ha saputo coniugarle con la stabilità e con l’efficienza degli organici.

Oggi, come rivela un’indagine del Censis (agosto 2006), il lavoratore atipico medio è donna, under 35, laureato, abita nel centro-sud e lavora nel settore pubblico. Nella pubblica amministrazione ci sono 10 atipici su 100, tra lavoratori a tempo determinato (8%) e collaboratori (1,4%). Nell’industria la percentuale è dell’8%. La situazione fotografata dal Censis risale a 2 anni fa. Nel frattempo la flessibilità si estesa a macchia d’olio, raggiungendo roccaforti un tempo inespugnabili: perfino negli uffici di collocamento pubblici gli impiegati hanno contratti a progetto. Nel 2004, in base ai dati della Ragioneria Generale dello Stato, erano oltre 300mila tra td (almeno 115mila), co.co.co. (più di 100mila), interinali (47mila), e lavoratori socialmente utili (40mila). Per contro l’età media del personale a tempo indeterminato avanza: nel 2004 era di 45,6 anni con 17,4 anni di anzianità. I 350mila che saranno assunti nella pubblica amministrazione-“in maniera graduale”, precisa il ministro Nicolais- , in aggiunta ai 150 mila della scuola, non sono extraterrestri catapultati da un altro pianeta. Il rapporto dei precari con la P.A è continuativo: uno su due ci lavora da più di 4 anni. Il dato emerge da una ricerca di NIdiL-Cgil, realizzata dall'Istituto di Ricerche Economiche e Sociali, diffusa il 26 ottobre scorso.

Fonte:Affari Italiani

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