18.12.06

L’odissea di chi cerca lavoro in Sicilia e Puglia due anni per un posto

18 dicembre 2006

Indagine Isfol: nelle regioni del Sud più di venti mesi per un impiego. Tra quattro e sei mesi invece in Lombardia, Friuli, Trentino e Umbria. Come cambiano i tempi di ricerca, la mobilità geografica e quanto si impiega per andare in ufficio nelle regioni italiane.
REGIONI: quanto ci vuole per un lavoro.
LAVORO ATIPICO: % per regione.
TROVARE LAVORO IN EUROPA: dove è facile e dove è difficile.
CASA-UFFICIO: i tempi di percorrenza.
ISFOL: "Premiare la qualità".
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di FEDERICO PACE

I centri per l’impiego, qualche sede delle agenzie per il lavoro. Curriculum spediti a centinaia in risposta agli annunci letti sui giornali e sui siti web. Qualche telefonata in giro. Persino un po’ di lavoro nero. I tentativi tanti, ma i risultati pochi. “Io ho fatto di tutto - racconta L.P., neolaureato di Catania - ho cercato per mesi e bussato a tante porte. Dopo quasi un anno senza risposte, ho deciso di fare un master, ma poi, alla fine, ho trovato solo uno stage di pochi mesi in un’impresa di Milano. Adesso che è finito non so più cosa fare”. Già, adesso, non resta che mettersi di nuovo a cercare.

Nonostante i posti siano sempre più atipici, flessibili o precari, per trovare un impiego ci si impiega sempre più tempo. Anche, e soprattutto, in quelle regioni dove il lavoro è meno standard. E così si apre ancora di più il divario tra le due Italie. E il lavoro diventa il termometro più spietato di una febbre che non accenna a scendere. Nelle regioni del Mezzogiorno, la ricerca di lavoro pare divenire sempre più una specie di odissea dove il tempo non trascorre mai o trascorre troppo rapidamente senza mai portare frutti.

Secondo i dati dell’indagine Plus dell’Isfol, sono i siciliani e i pugliesi quelli che più di ogni altro si ritrovano a dovere fare i conti con una ricerca che sembra non finire mai. In Sicilia, Puglia e Basilicata la durata media di ricerca di lavoro è di oltre ventidue mesi (vedi tabella). Ma anche in Calabria, Campania e Molise si superano i 19 mesi.

“Alle persone preme soprattutto trovare il lavoro in tempi brevi – ci ha detto Emiliano Mandrone, responsabile dell’indagine Plus (leggi l'intervista integrale) – Infatti dal punto di vista individuale ci si aspetta che la flessibilità riduca i tempi di ricerca di lavoro. Rimarchiamo che se la flessibilità assorbe i disoccupati è buona, ma è cattiva se riduce la stabilità e aumenta la precarietà degli occupati. Invece noi ci accorgiamo che la precarietà del lavoro è su livelli più alti al Sud che al Nord, con esiti preoccupanti a medio termine. Il mercato del lavoro del Sud assorbe poco, con tempi, quote e mesi di permanenza nella disoccupazione maggiori rispetto al Centro-Nord. Se al Nord il mercato tende al tipo anglosassone (se io perdo un lavoro, lo ritrovo velocemente), al Sud, invece, perdere il lavoro vuol dire entrare in un percorso di prove ed errori, di concorsi che non si fanno, di iniziative che partono e poi muoiono, se non anche di iniziative capestro. Con risvolti demoralizzanti.”

Si perché la probabilità di avere un lavoro standard al Sud è molto meno elevata che altrove. In Calabria e Puglia è atipico quasi un lavoro su cinque (il 18%). Elevate le proporzioni anche in Sicilia e Sardegna (vedi tabella). E’ il Piemonte invece la regione dove prevale significativamente il lavoro standard.

Spesso le scelte al Sud sono influenzate anche dal contesto familiare. Ed è proprio nelle regioni dove le pressioni familiari sono più elevate che sale la disponibilità ad accettare un lavoro qualunque. E non conta più se un lavoro è “buono” o meno. La stabilità nel tempo dell’occupazione del partner, scrivono gli autori dell’indagine, aumenta in maniera significativa la soglia di accettazione media per le offerte di lavoro. E così si osserva una forte polarizzazione tra Mezzogiorno da un lato e Centro-Nord dall’altro. In Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, ovvero la quota di persone con un partner con lavoro sicuro è più bassa (intorno all’80%) sale di molto la percentuale di chi si dice disposto a lavorare immediatamente (più del 25%). Mentre in Regioni come Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia dove la quota di persone con partner con un posto sicuro è molto elevata (sopra al 90%) la disponibilità immediata a lavorare anche di chi non ha un lavoro scende in maniera sensibile (tra il 7 e il 9%).

Ma vediamo dove le cose vanno meglio. La regione dove si impiega meno tempo per trovare un impiego è il Trentino Alto Adige dove ai disoccupati in media bastano poco più di quattro mesi. Dinamici anche i mercati della Lombardia (6,8 mesi), Friuli Venezia Giulia (6,9 mesi) ed Emilia Romagna (7,2). Nel Lazio invece si attende un anno circa prima di riuscire a trovare un impiego.

Nelle città europee, secondo i dati dell’Urban Audit Perception Survey, trovare lavoro viene considerato difficile mediamente dal 60% degli intervistati. Le città dove trovare lavoro sembra meno complicato sono Dublino, Manchester, Londra, Helsinki, Parigi e Amsterdam. A Dublino il 47% ritiene che in qualche modo sia semplice trovare un lavoro. All'altro estremo della classifica si trovano Napoli, Berlino, Lisbona, Lipsia e Torino (vedi tabella).

In Italia, dati Cnel-Istat, le persone alla ricerca di un impiego sono quasi due milioni. Più donne (985 mila) che uomini (899 mila). Di questi, 212mila sono laureati, circa 700mila hanno un diploma, altri 700mila la licenza media e 200mila la licenza elementare. Dei 212mila laureati la gran parte (134mila) sono donne mentre gli uomini sono solo 78 mila.

Quanto alla mobilità, circa il dieci per cento dei lavoratori in Italia si sono spostati dalla propria residenza originaria per una nuova. Sette su cento hanno cambiato regione. E’ al Sud che la quota dei lavoratori raggiunge livelli più elevati seppure ancora lontani dalle cifre di una volta. Il 16% dei lavoratori del Sud si sono spostati per lo più al Nord Ovest (il 6,9%) e al Nord Est (il 5,2%). Ma molti sono anche quelli che hanno cambiato residenza pur rimanendo nel Mezzogiorno (il 20,9). A muoversi oggi, a cambiare provincia di residenza, sono soprattutto i laureati (il 15%). E soprattutto ci si sposta per un lavoro a tempo indeterminato. Un sogno, però, difficile da realizzare.

CLASSIFICA REGIONI:
Quanto ci vuole per trovare un lavoro

INTERVISTA:
Emiliano Mandrone, Isfol, responsabile indagine Plus "Premiare la qualità"

LAVORO ATIPICO:
La classifica per regione

TROVARE LAVORO IN EUROPA: Le città dove è facile e dove è difficile

CASA-UFFICIO:
I tempi di percorrenza in minuti

BLOG:
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