IL TERRITORIO CHE CAMBIA
Su 10 assunti nei Servizi, 9 sono precari
Alessandro Abbadir
La Cgil lancia un appello ai Comuni: «Appalti solo a chi ha manodopera fissa»
DOLO. Il precariato sta diventando una vera piaga per la Riviera del Brenta e il Miranese. Qui nel giro di un anno i posti di lavoro precari sono aumentati del 25%. Ora i precari o lavoratori flessibili nei 17 comuni sfiorano le 10 mila unità e sono destinati ad aumentare. Il sindacato chiede una moratoria ai Comuni: date lavoro in appalto solo a ditte che non usano manodopera precaria.
«A chiedere sempre più precari sono le piccole e medie imprese della zona che - spiega Ezio De Rossi segretario della Cgil e della Riviera e del Miranese - puntano a licenziare e a riassumere a tempo determinato o con contratti come il coordinato continuativo e quello a progetto». Secondo De Rossi il precariato in Riviera e nel Miranese sta prendendo piede soprattutto nel settore dei Servizi. «In questo settore - spiega - i problemi sono legati ad una volontà delle aziende di assumere solo precari. La percentuale sfiora il 90 % delle assunzioni. C’è da chiedersi come può un giovane progettare il futuro con una situazione sociale di questo tipo. I giovani più colpiti poi sono quelli che hanno un grado di istruzione più alto. In settori come l’edilizia o il tessile invece si punta a fideizzare l’operaio anche se il fenomeno del tempo determinato ormai raggiunge percentuali che arrivano al 30 % della manodopera in metà delle aziende». Per ciò che riguarda la produzione i valori per il sindacato non sono buoni: ci sono valori positivi nel settore metalmeccanico, nei servizi e nella gomma-plastica. Il settore edile cresce solo del 0,2%, mentre il tessile calzaturiero registra una contrazione del 1,3%. Male l’occupazione nel settore metalmeccanico dove si registra un calo pari al 2%, nei servizi un saldo positivo del 1,5%. E’ entrato in una fase di stagnazione il settore edile. Insomma nonostante il lavoro precario sia utilizzato come metodo, l’occupazione non cresce. Stabile il settore chimico con licenziamenti e messa in mobilità aumentate del 5% rispetto allo scorso anno. Vanno bene Nuova Pansac e Reckitt Benckiser. Per De Rossi il governo e il sottosegretario Franca Donaggio, che è mirese, dovrebbero dare risposte più forti. In attesa di una revisione della Legge Biagi la Cgil lancia l’idea di una moratoria degli appalti con precari all’interno delle pubbliche amministrazioni. «Chiediamo ai Comuni - dice - di non dare appalti ad aziende che utilizzano la manodopera precaria in maniera massiccia. Questo dovrebbe diventare un principio etico discriminante da far partire da questo territorio come esempio». In realtà sono gli stessi Comuni a usare personale precario. La Cgil auspica un assorbimento in pianta stabile di tutti i giovani che vi lavorano, con nuove manovre finanziarie del governo.
(01 dicembre 2006)
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