atipici flessibili precari casa reddito mobilità licenziamenti repressione rappresentanza lotta sciopero manifestazione presidio assemblea dibattito contratto rinnovo mayday redditoxtutti precog incontrotempo lavoro non lavoro
6.11.07
Prima bamboccioni, ora persino "illegali"
PRIMA BAMBOCCIONI, ORA PERSINO “ILLEGALI”:
I PRECARI PUBBLICI RISPONDERANNO CON LO SCIOPERO AGLI ATTACCHI
CONTRO LA STABILIZZAZIONE
“Prima fannulloni, poi bamboccioni, ora persino “illegali”: non sono accettabili le dichiarazioni di Nicola Rossi, apparse oggi sul Corriere della sera, in cui la stabilizzazione dei precari viene configurata come un licenziamento dello stato di diritto”, dichiara Carmela Bovino delle RdB-CUB.
“Senza dati alla mano e con il classico metodo di chi vuole creare le lotte tra poveri che lascino in pace i potenti, Rossi fa finta di non sapere che i precari nelle pubbliche amministrazioni sono lavoratori sfruttati e ricattati. Si nasconde volutamente - prosegue Bovino - che i contratti di tipo flessibile sono stati usati in questi anni per coprire forti carenze di organico, nascondere nei bilanci pubblici sotto la voce “servizi” quello che di fatto è una “spesa del personale”, ed avere a disposizione lavoratori qualificati e sempre disponibili per il continuo ricatto del mancato rinnovo dei contratti”.
“Inoltre un precario che ha un contratto fintamente interinale o parasubordinato per conto di un’Amministrazione Pubblica in Italia non può giustizia proprio in virtù di una legge dello Stato (il D.lgs n. 165/01, Art. 36, Comma 2), che fa salve le Pubbliche Amministrazioni dal dover convertire a tempo indeterminato i contratti precari stipulati in violazione delle norme”, precisa ancora Bonvino. “Infine moltissimi lavoratori precari sono stati avviati nelle pubbliche amministrazioni secondo procedure concorsuali, ed il ricorso alle agenzie interinali è stato consentito proprio dalle leggi Treu e 30, che le RdB-CUB non hanno mai accettato, e che invece Rossi difende a spada tratta”.
“La risposta più adeguata a chi è contro la stabilizzazione verrà il 9 novembre dalle piazze di tutta Italia, quando in occasione dello sciopero generale, proclamato dal sindacalismo di base, i precari della Pubblica Amministrazione affermeranno con forza che uno Stato può dirsi veramente “di diritto” se garantisce il diritto al lavoro ed il diritto al reddito per chi un lavoro non ce l’ha”, conclude l’esponente RdB-CUB.
Roma, 5 novembre 2007
25.10.07
Liguria - Sciopero vietato per i vigili del fuoco
- 25/10/2007 |
www.quotidianoligure.it |
Vigili del fuoco sul sentiero di guerra per il rinnovo del contratto di lavoro scaduto da 22 mesi. Riceviamo questa comunicazione delle RdB CUB e volentieri lo pubblichiamo: |
15.5.07
Scioperi, dopo i precari gli autisti dell'Atm
Vigili del Fuoco Hanno protestato fino alle 14 di ieri i Vigili del Fuoco, con un presidio davanti al comando via Messina. "Lo sciopero è stato un successo, con una media di adesioni tra l'80 e il 90%" ha affermato Massimo Berto coordinatore provinciale Rdb. "Chiediamo il rinnovo del contratto scaduto da 15 mesi, con il pagamento degli arretrati e una rivalutazione dello stipendio, che oggi si aggira mediamente intorno ai 1200 euro" spiega Berto.
Precari del Comune Nel pomeriggio si è invece data appuntamento davanti a palazzo Marino la "Rete precaria". I lavoratori comunali precari si sono incatenati simbolicamente per chiedere l'assunzione immediata a tempo indeterminato. "Nel Comune di Milano ci sono 1200 precari e precarie a tempo determinato, più altre centinaia di lavoratori somministrati, collaboratori coordinati - scrivono in un comunicato i precari - che non hanno diritto a permessi di studio, per concorsi o per visite mediche".
Trasporti I dipendenti Atm aderenti a Cgil, Cisl e Uil sciopereranno invece oggi per 4 ore, dalle 18 alle 22. Probabile sia il blocco della metropolitana, sia una sostanziale riduzione del servizio in superficie. Ansa
16.4.07
12/4 Precariato: sanitari in catena davanti alla Regione
Roma, 12 aprile 2007 - In catene per protesta. Questo il simbolico reclamo dei precari della Asl RmH, che hanno scelto la cancellata della sede di via Rosa Raimondi Garibaldi della Regione Lazio per denunciare la loro situazione di disagio lavorativo. Una delegazione delle RdB-CUB ha addirittura occupato una sala dell'edificio per ottenere un colloquio diretto con l'Assessore alla Sanità Battaglia.
Questo il comunicato della rappresentanza di base: "La forte iniziativa di protesta prende avvio dalla vicenda dei lavoratori precari della Asl Rmh, che dopo aver garantito per anni i servizi della Asl dei Castelli Romani ed essere stati formati come Operatori Socio Sanitari a spese della Regione, rischiano di rimanere esclusi dal processo di stabilizzazione regionale derivante dagli
accordi siglati con Cgil, Cisl e Uil".
La delegazione ha stigmatizzato la politica della Regione testimoniando la propria "ferma contrarietà alle decisioni, parziali e di facciata, che questa Giunta ha assunto sul precariato. Considerato che l'organico della Asl RmH prevede un numero maggiore di Oss e che in sede di concordamento del budget 2006 sono stati stanziati i fondi necessari, si richiede all'assessore alla Sanità di
assumere precise responsabilità nei confronti del personale precario della Asl RmH, stabilizzando tutti i precari ed evitando 'guerre tra poveri".
E rimanendo in ambito sanitario, botta e risposta al fulmicotone tra il ministro della Salute, Livia Turco, e l'ex presidente della Regione Lazio Francesco Storace. "Stiamo adottando dei controlli severissimi sull'uso delle risorse - ha dichiarato il ministro ad un convegno sulla terza età - auspicando che le regioni in crisi (Lazio, Molise, Abruzzo e in particolare Sicilia) rientrino velocemente dalla condizione di conti in rosso". E, con un chiaro riferimento all'ex presidente, ha aggiunto: "I 9,8 miliardi di debito del Lazio hanno un nome e un cognome. Vogliamo combattere l'uso clientelare della sanità per costruire una rete efficiente di servizi".
La risposta di Storace non si è fatta attendere: "I cosiddetti debiti del Lazio, vorrei dire all'incredibile ministro Turco, hanno almeno due nomi e tre cognomi. Si sforzi di leggere le cifre e la smetterà di dire sciocchezze".
3.4.07
30/3 Pubblico impiego: in piazza contro la precarietà
Roma, 30 marzo 2007 - 'Giù le mani dalla pubblica amministrazione': questo lo slogan lanciato stamani a Roma dalla Rdb-Cub del pubblico impiego che ha indetto una manifestazione nazionale, in concomitanza con lo sciopero generale, contro il precariato, il 'memorandum' e la mobilità selvaggia.
Il corteo di dimostranti, arrivati da tutta Italia - 40 mila persone, secondo gli organizzatori - è partito da piazza della Repubblica e si è concluso attorno alle 13.30 in corso Vittorio Emanuele, davanti al ministero della Funzione Pubblica.
Vigili del fuoco, precari della sanità, della ricerca, lavoratori della giustizia e della scuola, aderenti alle Red-Cub hanno sfilato per le vie del Centro sventolando in alto le bandiere della Federazione delle Rappresentanze di base-Cub. Ad aprire il lungo torpedone, lo striscione 'Per la dignità dei lavoratori pubblici, contro la precarietà'. Ma ogni gruppo di manifestanti ha gridato il proprio slogan. "Più precari VVF uguale meno sicurezza per i cittadini. Stabilizzazione per tutti i discontinui": è il cartello innalzato dai pompieri arrivati da Bologna. "No alla privatizzazione delle società miste", recita, invece, lo striscione di Rdb Sma Campania. Ci sono anche le educatrici Farmacap che innalzano "La stabilità del Paese è fondata sul lavoro ma se il lavoro non è stabile?".
In piazza pure i precari della sanità del Lazio che portano il cartello con su la scritta "Da Anni Verdi a Ri.Rei dalla padella alla brace". A sfilare nel lungo corteo anche lo striscione "La giustizia è morta... e anche i lavoratori non stanno tanto bene". E mentre dal camion che apre il serpentone una voce al megafono chiede "assunzione di tutti i precari, valorizzazione del lavoro pubblico" ricordando questa giornata di sciopero generale, il corteo è animato da musica, fischi e accompagnato a tratti dalla sirena accesa di un'ambulanza che sfila tra i manifestanti.
Alle 13.30, come spiegato dagli organizzatori della manifestazione di Roma, una delegazione della Rdb-Cub pubblico impiego si è recata a Palazzo Chigi per incontrare il sottosegretario Enrico Letta e il ministro della Funzione Pubblica Luigi Nicolais. Alle 14, inoltre, è previsto un altro incontro al Ministero della Pubblica Istruzione.
30/3 Corrispondenza dal corteo nazionale delle Rdb
Oggi mi alzo e sciopero! In tanti hanno seguito questo invito a manifestare controlo smantellamento della Pubblica Amministrazione.
Il corteo partito dopo le 11 da piazza della Repubblica si sta snodando per le strade di Roma. Una partecipazione che Nazareno Festuccia delle RdB definisce enorme e variegata.
"All’interno del corteo di oggi si saldano i percorsi di lotta dei lavoratori precari e dei lavori stabili, un percorso di lotta che deve trovare la sua continuazione e la sua amplificazione in una opposizione sociale crescente alle politiche di questo governo, che coinvolga anche altri settori del mondo del lavoro e della società.
Oggi sono tanti i lavoratori della sanità in piazza. Noi subiamo in pochi anni una seconda riforma operata da questo governo che mira alla destrutturazione della sanità pubblica. Occorre costruire con gli utenti e i lavoratori la difesa delle strutture sanitarie nel territorio per evitare la proliferare degli errori e delle morti che tra l’altro vengono strumentalizzati per giustificare le scelte di privatizzazione. Noi lottiamo per un sistema sanitario pubblico che rispetti le esigenze dei cittadini e non i criteri dei manager."
Una lavoratrice di Bologna ha denunciato ai nostri microfoni l’oscuramento dello sciopero di oggi da parte dei mezzi di informazione, tra l’altro contravvenendo alle normative che impongono a quotidiani e Tv di informare correttamente e tempestivamente i cittadini sulle mobilitazioni sindacali.
"Si assunzioni, no esternalizzazioni" chiede uno striscione firmato dalle Flsu-Cub della scuola. "Sono cococo da ormai 11 anni, con contratti precari che si rinnovano ogni anno nel mese di dicembre. Ora ho 51 anni e non ne posso più di questa situazione. Il governo Prodi ha promesso fondi per stabilizzare i lavoratori precari ma finora non abbiamo visto nessun risultato concreto."
All’interno del corteo è presente un enorme pupazzo di Prodi che porta un pacco. Il riferimento è allo scippo del TFR a favore dei fondi pensione privati, contro il quale da settimane è in corso una campagna delle RdB con mobilitazioni territoriali.
Un altro striscione recita "Puglia deprecarizzata". "Con la scusa che siamo dei fannulloni vogliono regalare la pubblica amministrazione ai privati come succede ad esempio nella sanità. Le poche risorse pubbliche stanziate vengono regalate ai privati: il caso delle aziende che gestiscono l’erogazione dell’acqua, del gas e dell’elettricità è eclatante." La denuncia è di un lavoratore proveniente dalla provincia di Bari che mette in rilievo anche la violazione da parte del governo di una Legge sulla rappresentanza che è già di per sé antidemocratica e restrittiva ma che non viene rispettata escludendo dai tavoli di trattativa i sindacati di base. Il governo si sceglie i sindacati confederali come interlocutori di comodo escludendo le organizzazioni sindacali realmente rappresentative".
In piazza presente anche il deputato Francesco Caruso eletto nelle liste del PRC ma molto critico col Governo: "Sono convinto anch’io che la manifestazione di oggi è un segnale importante contro Palazzo Chigi da parte del mondo della disoccupazione e della precarietà che esige risposte concrete sul fronte della garanzia di un reddito e di un lavoro degno. Se il precariato è di per sé una aberrazione e rappresenta una forma estrema di sfruttamento che lo promuova lo Stato è qualcosa di vergognoso.
Questo corteo, tra l’altro di enorme impatto a livello di partecipazione, deve essere un trampolino di lancio per riaprire una vertenza nazionale per rimettere all’ordine del giorno gli interessi delle classi popolari e non i diktat del Fondo Monetario Internazionale che guidano l’azione dei ministri di questo governo che ha disatteso ampiamente le aspettative dei lavoratori. Reputo assurda l’esclusione delle RdB dai tavoli di trattativa col governo perché si deve discutere con chi rappresenta realmente i lavoratori e non con i sindacati conniventi e di comodo. Le differenze tra un governo di destra che ci spara addosso e uno di centrosinistra che fa finta di non sentire sono veramente minime. Occorre alzare il livello della mobilitazione anche a livello locale al di fuori dei sindacati confederali così come hanno fatto ad esempio i lavoratori LSU della Calabria che dopo essersi autorganizzati ed aver adoperato forme di lotta radicali hanno ottenuto qualche risultato".
Presenti all’interno del lungo corteo anche gli immigrati aderenti alle RdB che chiedono la chiusura definitiva dei CPT, definiti giustamente "prigioni etniche". "La proposta da parte del governo di rendere migliori le condizioni di detenzione è semplicemente ridicola" afferma il coordinatore nazionale delle Rdb immigrati che ricorda le tante iniziative locali - cortei e presidi - realizzati in questi giorni in numerose città italiane.
Lettera a Napolitano sulla Ricerca del Coordinamento Precari Usi/RdB
Illustre Presidente,
abbiamo apprezzato recentemente diversi Suoi interventi sull’importanza della Ricerca.
Questo ci ha convinti a scriverLe per fornirLe una visione più completa rispetto a quella che i mezzi di comunicazione normalmente evidenziano, permettendoLe così di comporre in maniera più ampia e veritiera il quadro della Ricerca Pubblica in Italia.
Innanzitutto, premettiamo che non è soltanto un problema di salari, anche se l’aspetto economico ha la sua importanza; a maggior ragione, non è un problema di fuga di cervelli, fenomeno estremamente limitato e per molti versi elitario, che può produrre glamour ma che non rappresenta la realtà globale della ricerca. È come se, per descrivere la ricerca degli anni ‘50 e ‘60 in Italia, si parlasse soltanto dei pur importantissimi Dulbecco dimenticando Amaldi e Levi-Montalcini, cioè si tralasciasse chi tornava e costruiva in Italia il successo del sapere per descrivere solamente chi all’estero portava lustro alla tradizione contribuendo però sostanzialmente al progresso del paese che lo aveva accolto.
La vera storia della ricerca vede oggi l’Italia con sempre meno ricercatori (3 ogni mille occupati, contro i 17 della Finlandia; siamo ormai all’ultimo posto in Europa, dietro Portogallo, Grecia e i Paesi dell’Est). La situazione è aggravata dal fatto che gli organici degli Enti di Ricerca sono costituiti per circa la metà da personale precario (ed un quadro simile si può tracciare anche nell’Università). Nonostante ciò i nostri ricercatori sono tra i più produttivi del mondo, secondi solo agli svizzeri per media di pubblicazioni scientifiche per ricercatore e molto più avanti di svedesi, francesi, tedeschi e americani (dati emersi dal nuovo “Rapporto su scienza e società” curato da Observanet).
Quindi, è evidente che la qualità e le funzioni della Ricerca Pubblica in Italia, nel corso degli anni, sono state garantite dal personale precario, reclutato attraverso tipologie contrattuali o meccanismi di formazione estremamente variegati ma sempre riconducibili a rapporti di lavoro subordinato, nati per sopperire al lungo periodo di blocco delle assunzioni sancito dai vari Governi che si sono succeduti.
Il costante “invecchiamento” degli organici di Università ed Enti di Ricerca è dovuto al decennale blocco delle assunzioni e alla cattiva gestione delle poche deroghe concesse per assumere che nella stragrande maggioranza dei casi sono state gestite con modalità clientelari e per niente meritocratiche. Quindi di fatto a questo organico se ne aggiunge uno parallelo, precario costituito ad esempio da:
ricercatori quarantenni ancora pagati con borse di studio, che formano nuove generazioni di precari; ricercatrici che prima di concedersi una maternità, attendono per anni un contratto a tempo determinato che gli consente di accedere ai diritti di cui giustamente godono tutte le loro colleghe, senza rischiare di esserelicenziate o di dover “elemosinare” i permessi per allattamento o malattia-figlio, come spesso accade alle lavoratrici parasubordinate (Co.Co.Co. od assegniste di ricerca);
lavoratori dimenticati quali magazzinieri, operai agricoli, uscieri, amministrativi, tecnici altamente specializzati con stipendi da fame, quasi tutti assunti come parasubordinati, ma in realtà dipendenti a tutti gli effetti e che, nei casi più “fortunati” hanno raggiunto il contratto a tempo determinato.
Sebbene precari ed ultra-precari, tutti partecipano attivamente alla vita della ricerca pubblica, tutti contribuiscono ad “attrarre” finanziamenti, a migliorare la produzione scientifica e quella istituzionale. Una ricerca che sul basso costo della manodopera ha costruito le proprie fondamenta. E su questa forza lavoro sfruttata, una casta baronale intende ancora centrare la propria attività.
Certamente con l’attenzione che Le riconosciamo, Le sarà nota molta della produzione scientifica. Riteniamo importante che Lei sappia che dietro ai rapporti tecnici di Isfol ed Apat, dietro la produzione di enti piccoli ma determinanti per la ricerca agricola come Inran, Inea e CRA, dietro le “fotografie al paese” dell’Istat, dietro i controlli ed i pareri su vaccini, farmaci, diagnostici e la ricerca sanitaria dell’ISS, dietro la ricerca sull’energia dell’Enea, dietro a quella “spaziale” dell’Inaf, dietro a quella “variegata” del CNR, dietro a quella “vulcanica” dell’INGV, c’è il lavoro, la creatività e l’impegno dei precari.
In questi anni di lotte come movimento di precari in USI-RdB-Ricerca abbiamo ottenuto vari, seppur parzialissimi, risultati: la conversione da cococo a tempo determinato di centinaia di lavoratori, l’inserimento dell’articolo 5 nel contratto degli Enti di Ricerca (che prevede l’assunzione a tempo indeterminato dei tempo determinato), il comma 520 della Legge Finanziaria 2007 (Legge 296/06). Abbiamo contribuito, con la partecipazione massiccia allo sciopero dei precari del pubblico impiego e alla manifestazione del 6 ottobre 2006, all’inserimento dei commi 417-420 della 296/06.
Ma sappiamo che ciò non basterà.
Per questo siamo nuovamente in mobilitazione.
Il precariato è inaccettabile non solo per noi come cittadini italiani, ma per lo stesso mantenimento della ricerca pubblica in Italia. Gli Enti di Ricerca e le Università rappresentano la ricerca pubblica che è l’unica riconducibile alla collettività, mentre quella privata, quando veramente esiste e i fondi non sono destinati alla fase di “commercializzazione” dei brevetti comperati all’estero, è comunque diretta unicamente al beneficio dell’impresa, spesso “delocalizzata” nelle applicazioni, e fortemente limitata nelle ricadute sul contesto della società italiana.
In questi anni l’Italia, al di là dei cambi di Governo, continua a rimanere fanalino di coda nella ricerca e la stessa Legge Finanziaria 2007 non ha fatto passi avanti, dedicando troppi fondi alla ricerca privata che, come affermato dallo stesso Ministro Mussi, è difficilmente controllabile, e diminuendo quelli destinati alla ricerca pubblica. Con i provvedimenti presenti nella Legge Finanziaria 2007 destinati alle assunzioni dei precari si sarebbe potuto dare una svolta alla politica sulla ricerca pubblica investendo sulle professionalità che già operano negli enti facendoli uscire dal tunnel della precarietà mettendoli finalmente nella condizione di lavorare al meglio e aumentandone conseguentemente la produttività. Invece si è scelto di destinare poche briciole e solo per alcuni. Una scelta a nostro avviso miope per un paese che si vanta di essere tra i Grandi d’Europa e del mondo e che non investe nel settore più strategico per lo sviluppo. Inoltre, esiste il rischio che una parte di questi fondi potrebbe pericolosamente essere indirizzata alla concorsualità che negli anni è stata usata quasi esclusivamente per favorire clientele come dimostrano anche le cronache giudiziarie. Chi di noi ha avuto la possibilità di partecipare ad un concorso, ha dimostrato ampiamente di essere “idoneo” alla funzione che svolge, in qualsiasi categoria. La concorsualità italiana nel mondo della ricerca e dell’Università, utilizzata dalla casta degli intoccabili baroni solo per perpetuare se stessa, non sarà mai la soluzione del problema occupazionale e non potrà mai essere la fine alla situazione di sfruttamento, soprattutto a fronte di una situazione di precariato già ampiamente sfociata nel patologico come dimostrano i numeri.
Per questo Le chiediamo un intervento su pochi fondamentali punti che, certamente, provocheranno una spesa per l’Italia, ma devono essere interpretati come investimenti nel settore che dovrebbe garantire lo sviluppo del paese portando enormi benefici a breve, medio e lungo termine. Un vero intervento per la ricerca pubblica. Un intervento che non si limiti ad una questione salariale, ma riconosca finalmente dignità a tutto il complesso della ricerca italiana, attraverso l’eliminazione del precariato. Riteniamo che i punti da sottoporLe siano i seguenti:
1) le piante organiche vanno ridimensionate: sia ampliate per assorbire tutti i precari assunti, sia rimodulate per permettere negli anni a venire il ricambio generazionale e gli sviluppi di carriera, verificati attraverso valutazioni veramente meritocratiche;
2) i fondi destinati al comma 520 dell’articolo 1 della Legge 296/96 sono insufficienti alla assunzione di tutti i lavoratori a tempo determinato che hanno i requisiti definiti dal comma 519; è necessario che siano triplicati, già dal 2007, con un opportuno e specifico intervento del Governo;
3) le procedure applicative per queste assunzioni devono considerare prioritariamente l’anzianità di servizio a vario titolo, per evitare che clientelismi nei singoli enti portino a discriminazioni (già conosciute dai precari della ricerca) e per riconoscere il ruolo che questo precariato ha avuto pur nell’asfittico sistema ricerca;
4) i fondi liberati dalle assunzioni a tempo indeterminato vanno diretti innanzitutto alla conversione degli assegnisti, dei Co.Co.Co., dei borsisti in rapporti di lavoro a tempo determinato. Il lavoro che segue la formazione deve essere sempre di tipo subordinato, eliminando l’elusione previdenziale e fiscale che vige con i contratti atipici e la falsa formazione;
5) la formazione post-diploma e post-laurea deve essere limitata ai primi tre anni che seguono l’acquisizione del titolo di studio;
6) stabilizzazione di tutti i precari della ricerca: il comma 417 dell’articolo 1 della legge 296/06 va applicato a tutti le forme di precariato del pubblico impiego e così come a quelli degli enti di ricerca (Co.Co.Co., Assegni di Ricerca, partite Iva, borsisti, dottorati, etc.) . I conti “dormienti” da subito devono consentire piani di assunzione veri, limitando sin da quest’anno il precariato. Siamo profondamente convinti che questa nostra lettera varrà la Sua attenzione. Mentre prevediamo che avrà poco riscontro a livello mediatico, pur proponendo temi molto vicini a quelli che vedono i giornalisti italiani in prima linea contro gli editori. La nostra adesione ad un sindacato base, seppur affiliato alla quarta confederazione sindacale italiana, ha i pro ed i contro dell’essere minoranza ed opposizione. Siamo, però, altrettanto convinti che un Suo intervento, super-partes, in favore delle richieste che Le abbiamo posto, non può passare inascoltato da parte del Governo.
Due generazioni di ricercatori, tecnici, amministrativi, operatori della ricerca, il corpo della stessa ricerca pubblica del futuro sono stati tenuti fuori da una vita lavorativa dignitosa, eppure continuano a produrre ricerca.
Due generazioni di lavoratori degli Enti di Ricerca hanno visto passare sulla loro testa concorsi destinati, nella maggioranza dei casi, ai “soliti noti”, eppure sono rimasti in laboratorio, in ufficio, nei magazzini e nelle officine degli Enti. Non è stata solo mancanza di alternativa. E’ stato soprattutto l’amore per questo tipo di lavoro. Ma questo non è più sostenibile per la società e per noi stessi.
Le chiediamo per questo un intervento, analogamente a quello del Presidente Ciampi, che due anni fa permise 5000 assunzioni nelle Università.
Certi di trovare ascolto, Le porgiamo i più calorosi saluti.
Roma 23 marzo 2007
Coordinamento Precari USI-RdB-Ricerca
27.3.07
Firenze: manifestazione in piazza contro il precariato

24/03/2007 - Basta con il precariato: con questa rivendicazione i lavoratori di tutte le categorie, dall'Universita' alla pubblica amministrazione, sono scesi in piazza questa mattina per chiedere la tutela dei loro diritti.
Un problema, quello del precariato, che secondo la Rappresentanza di Base coinvolge migliaia di persone solo nella provincia di Firenze e che finisce poi col creare situazioni di grave disagio, non ultimo il problema della casa e le relative difficolta' ad ottenere un mutuo. Partito da piazza San Marco, il corteo si e' soffermato sotto i palazzi del potere del capoluogo toscano, chiedendo alle istituzioni interventi indispensabili contro il lavoro nero, e soprattutto volti a regolarizzare la posizione di chi, con il precariato, rischia di perdere il lavoro da un giorno all'altro. Alla protesta organizzata dai sindacati hanno partecipato anche alcuni esponenti politici che non hanno risparmiato critiche alla giunta provinciale, rea di una grave immobilita' nei confronti di un problema reale, quello del lavoro precario, che invece richiede una serie di attenzioni e interventi urgenti. 'All'amministrazione chiediamo di ascoltare la voce dei precari - ha dichiarato Andrea Calo, consigliere provinciale di Rifondazione Comunista e presidente della Commissione lavoro - e non continuare a mostrarsi sorde di fronte a questi problema'.
22.3.07
Tavolo precari del Pubblico Impiego, sindacati di base: dal governo pretendiamo scelte vere
Statali:previsto sciopero ad aprile
Saltano le trattative sul rinnovo del contratto per oltre tre milioni di lavoratori pubblici. Il ministro Tommaso Padoa-Schioppa e i sindacati non hanno trovato un accordo e adesso le organizzazioni di categoria minacciano lo sciopero generale. Al termine di un incontro a via XX Settembre, i sindacati hanno deciso di convocare al più presto i consigli generali per organizzare l'astensione dal lavoro in massa nel mese di aprile.
I sindacati accusano il ministro di non rispettare accordi precedenti e temono che si voglia mettere in discussione un biennio economico: quello 2006-2007 o il successivo 2008-2009. Secondo indiscrezioni, infatti, per la copertura dei contratti (scaduti a dicembre 2005) servono ancora due miliardi per tutte le amministrazioni per consentire la decorrenza degli aumenti contrattuali dal 2007. Come, sostengono i sindacati, pattuito in precedenza con il governo.
Una rottura che non potrà non pesare sull'avvio del confronto che si avvia a Palazzo Chigi con i sindacati proprio in queste ore. Anche perchè uno dei tre tavoli che si aprirà sarà quello sulla pubblica amministrazione. ''L'incontro con il ministro Padoa-Schioppa è andato male'', dicono i segretari generali della Fp-Cgil, Carlo Podda, della Fps-Cisl, Rino Tarelli, della Uil-Pa, Salvatore Bosco, e della Fpl-Uil, Carlo Fiordaliso. "Il ministro" aggiungono "nega l'accordo che è stato raggiunto a novembre e non è stato possibile concordare la data per un nuovo confronto. Si viene meno anche agli stessi impegni previsti dal Memorandum d'intesa sul lavoro pubblico, sottoscritto insieme allo stesso Padoa-Schioppa e Nicolais lo scorso gennaio''.
A scendere in campo anche le confederazioni.
''Sarebbe paradossale" sostiene il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani "aprire i tavoli di concertazione con una rottura su una questione così decisiva come quella dei rinnovi contrattuali. E' evidente che l'auspicato accordo per un patto sociale su sviluppo e tutela redditi si regge anche sul rispetto degli impegni presi e, specie, su quelli relativi alla salvaguardia dei diritti contrattuali dei lavoratori. Il governo, invece, si sta muovendo in maniera confusa: non emerge una chiara politica per il pubblico impiego''. Per il segretario confederale della Cgil, Paolo Nerozzi, ''lo sciopero sarà inevitabile se si continua così. Non si può firmare un accordo a novembre e un memorandum d'intesa a gennaio e poi non avere ancora oggi le direttive per i rinnovi contrattuali''. E il segretario confederale della Cisl, Gianni Baratta, chiede un intervento del ministro per le Riforme, Luigi Nicolais. Emani le direttive, dice, riconfermando il percorso contrattuale e le quantità economiche previste.
Intanto Cgil, Cisl e Uil hanno raggiunto un accordo con Nicolais sui precari, che riguardo però solo il percorso che dovrà portare alla stabilizzazione del personale, con la decisione di istituire un tavolo permanente. Entro metà aprile sarà predisposto il regolamento per l'attivazione del fondo straordinario. La dotazione iniziale è di soli 5 milioni di euro ovviamente del tutto insufficienti. Andranno, quindi, aggiunte risorse. Tra le ipotesi quelle di usare somme dai conti correnti dormienti non piu' utilizzati da anni. Secondo i sindacati, si potrebbe far ricorso anche a risorse provenienti dall'extra-gettito. Le Rdb-Cub, che non hanno sottoscritto l'accordo, hanno occupato la sala della riunione ad oltranza, minacciando di pernottarvi. Vogliono avere assicurazioni che saranno incontrate da Prodi perchè maggiormente rappresentative. ''L'unico vero sciopero" afferma Paolo Leonardi (Rdb-Cub) "è il nostro del 30 marzo. I confederali scoprono l'acqua calda, che non ci sono i soldi per i contratti''.
17.3.07
Precari Atesia: denunciamo all’opinione pubblica la decisione del ministro del lavoro Cesare Damiano
Dopo un incontro ufficiale con l’Ispettorato del Lavoro, nella persona del dott. Notaro, denunciamo all’opinione pubblica la decisione del ministro del lavoro Cesare Damiano di rinunciare a ricorrere al Consiglio di Stato contro il provvedimento di sospensione del TAR degli effetti dei verbali ispettivi emessi il 22 agosto scorso contro Atesia.
Con tale decisione il ministro del lavoro viene meno alla propria funzione di tutela del lavoro e delle attività ispettive dei propri organi pur di sostenere Alberto Tripi, proprietario di Atesia ed “imprenditore” amico e finanziatore dell’Unione.
Vogliamo ricordare che l’Ispettorato del Lavoro di Roma con i verbali, che concludevano la propria indagine ispettiva durata oltre un anno presso la società Atesia, rilevava l’assoluta illegalità della condizione contrattuale di lavoratori e lavoratrici. Tale condizione era esemplificata dall’utilizzo illegale di migliaia di contratti a progetto.
Le disposizioni dell’Ispettorato del Lavoro di Roma hanno il merito di aver costretto non solo Atesia, ma tutte le aziende del settore dei call center, ad utilizzare solamente contratti di natura subordinata.
Il lavoro dell’Ispettorato è nato su denuncia di un gruppo di lavoratrici e lavoratori del Collettivo Precariatesia (ricordiamo che quasi tutti i firmatari dell’esposto hanno visto il proprio contratto non rinnovato nel maggio del 2006) ed è stato sostenuto e seguito dalla lotta degli stessi, in corso ormai da due anni, e che ha conquistato il contratto a tempo indeterminato per tutte e tutti.
Nessuno ha potuto smentire il merito dei risultati ispettivi ed anzi la stessa legge finanziaria recentemente approvata ha dovuto sancire la natura subordinata del lavoro nei call center, provvedendo però, al condono e finanziamento di 300 milioni per aiutare i “poveri” imprenditori illegali.
Il provvedimento del TAR ha solo sospeso gli effetti applicativi dei verbali ispettivi senza nulla dire nel merito ed appare chiaro che ha l’unico scopo di permettere a sindacati, governo e confindustria di applicare gli accordi di povertà recentemente siglati che costringono le lavoratrici ed i lavoratori a rinunciare al pregresso ed a lavorare a 550 euro al mese.
Il Collettivo Precariatesia e le altre strutture firmatarie di questo comunicato sono però determinate a continuare la lotta e ad utilizzare tutti gli strumenti utili, anche quelli legali. Per questo stiamo autonomamente presentando ricorso al Consiglio di Stato contro il provvedimento del TAR, denunciando la mancanza di dignità del ministro Cesare Damiano.
Le lavoratrici ed i lavoratori continuano a lottare per migliorare le condizioni dell’accordo
Mercoledì 14 marzo 2007 SCIOPERO di 24 ore
Sul sito http://precariatesia.altervista.org nella sezione documenti è possibile consultare il verbale dell’ispettorato del lavoro relativo ad Atesia, grazie al quale è possibile rendersi conto della reale situazione vissuta dai lavoratori e che giustifica le nostre rivendicazioni.
Collettivo PrecariAtesia
RdB - Ministero del lavoro
Cobas del Lavoro Privato
7.2.07
La precarietà non nega solo il diritto al lavoro ma il diritto ad una esistenza dignitosa
lunedì 29 gennaio 2007 di Maria Russo
Il lavoro precario può essere definito incostituzionale: La precarietà non nega solo il diritto al lavoro ma il diritto ad una esistenza dignitosa. L’articolo 1 dice che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro, altri articoli della Costituzione parlano di diritto alla casa, di diritto alla salute, di tutela dell’ambiente.
leggi tutta l'intervista
18.1.07
RdB solidale con i lavoratori di Tvn
CIVITAVECCHIA - Solidarietà dalla RDB/CUB agli operai coinvolti nell’incidente di Torre Valdaliga Nord ed a tutti i lavoratori che hanno sospeso le attività per manifestare davanti ai cancelli del cantiere.
La RDB/CUB chiede con forza
9.1.07
Roma. Licenziate 10 operatrici del CPA
Licenziate, senza nessun preavviso. Si è annunciato così il 2007 per dieci impiegate nel Centro di Prima Accoglienza di Roma, l’unico del Lazio, situato presso gli uffici del Centro Giustizia Minorile e dell’U.S.S.M. (Servizi Sociali). Si tratta di dipendenti a contratto determinato della cooperativa “Tartaruga Verde”, che hanno ricevuto per fax il 29 dicembre una lettera di licenziamento nonostante la proroga del servizio di appalto, fino a marzo 2007, il tempo necessario per indire una nuova gara. La denuncia è del sindacato RdB-CUB, che ha seguito le lavoratrici nella fase precedente il licenziamento, quando il sindacato è intervenuto a fine novembre presso l’amministrazione giudiziaria per sottolineare la mancata tutela di alcuni diritti e migliorare le loro condizioni di lavoro. Le operatrici sono a contatto con minori arrestati o fermati in attesa di processo. «I CPA - spiega Pio Congi di RdB CUB - ospitano, fino all’udienza di convalida, i minori arrestati o fermati e quelli per cui non è stato possibile l’accompagnamento presso l’abitazione familiare, che possono rimanere a disposizione dell’autorità giudiziaria (Procuratore minorile, PM, GIP) fino a 4 giorni (96 ore)». ■E.L.
15.12.06
Busto Arsizio - Precari "silurati", presidio all'ingresso dell'ospedale

Protesta contro i mancati rinnovi di vari contratti, e una situzione chiaramente insostenibile
Lasciati a casa dall'azienda ospedaliera, i precari protestano di fronte all'ospedale di Busto. Questa mattina una ventina di manifestanti aderenti al Coordinamento precari RdB/Cub si sono riuniti all'ingresso principale del nosocomio bustese, "armati" di volantini e cartelli, per protestatre contro una situazione non più sostenibile, che vede le vite di centinaia di lavoratori (circa 3000 fra Busto, Saronno e Tradate) e delle loro famiglie appese a rinnovi di contratti anche di soli sei mesi. Rinnovi che spesso non arrivano, con conseguenze intuibili: persone senza lavoro, e spesso in età tale da essere già considerate "vecchie" per il moderno mercato degli schiavi. Una delegazione si è recata dal direttore amministrativo dell'azienda ospedaliera per perorare la causa dei rinnovi contrattuali.
«Lavoro subito, lavoro per tutti, solidarietà», «Non siamo lavoratori di serie B», «Date un futuro a noi e alle nostre famiglie»: questi gli slogan che si disperdevano nell'aria, gelida quanto l'indifferenza dei passanti, che forse avevano ben altri problemi a cui pensare.
Non mancano vicende personali non facili fra queste "mozzarelle in scadenza", come sono stati definiti i precari dell'ospedale. Gaetana C. , ausiliaria a Saronno, è vedova ed ha due figli minorenni: anche lei è stata lasciata "a piedi". «Noi ci proviamo, lottiamo, ma se nessuno ci viene incontro e ci aiuta...» Antonietta P. invece era addetta, sempre come ausiliaria, alle cucine dell'ospedale di Busto, uno dei reaprti in cui maggiore è il ricorso ad esternalizzazioni. Anche per lei, contratto scaduto e non rinnovato: a casa col marito, pure lui al momento disoccupato. «Noi precari occupiamo posti che un tempo erano affidati a lavoratori a tempo indeterminato» raccontano i manifestanti. «C'è un turnover continuo di personale precario in tutti gli enti ospedalieri lombardi, non certo solo in questa azienda. Grazie ai "tetti" sulle assunzioni voluti dalla regione, le uniche persone cui si fanno contratti a tempo indeterminato sono gli infermieri professionali» riferisce Ivana Graglia; per gli altri, il lavoro oggi c'è, domani chissà. «Si appaltano ad esterni sempre più lavori, non più solo le cucine, oggi eprsino le vaccinazioni antinfluenzali vengono "esternalizzate" ai singoli medici, pagandoli e gonfiando ancora le spese delle aziende sanitarie..» che poi si rivalgono sui soliti noti, quelli che lo stipendio oggi lo incassano, domani chissà.
30.11.06
Atesia, un caso ancora aperto
2006 insieme a Confindustria alla presenza di Damiano), e ci ha pensato il Ministro con la sua circolare salomonica (la n.17 del 14 giugno 2006) a predisporre il 'clima giusto' a cancellare gli unici e imbarazzanti articoli della riforma Biagi potenzialmente a favore dei collaboratori a progetto. Questo a seguito dei risultati ottenuti dagli ispettori che, va ricordato, hanno agito in piena autonomia tanto che, secondo qualche illustre personaggio politico del centrosinistra, non hanno avuto la 'creanza' di avvisare per tempo il Ministro del loro operato, spiazzandolo". "Ecco allora l'inserimento nella legge Finanziaria del 2007 dell'articolo 178 - aggiunge la nota - che prevede che mediante accordi sindacali e con atti di conciliazione individuali sottoscritti dai lavoratori, questi vedranno trasformati i contratti di lavoro autonomo in contratti di lavoro subordinato a condizione però di rinunciare a qualsiasi rivendicazione pregressa". "L'Atesia ringrazia - conclude la nota - continuerà a macinare miliardi sulla pelle di migliaia di precari sottopagati e ricattati e a minacciare la chiusura se costretta a rispettare le leggi. Ci auguriamo che l'Unione al Governo dimostri di non essere del tutto subalterna alla Confindustra e che l'articolo 178 sia quindi cancellato dalla Finanziaria o seriamente emendato. Una cosa è certa: la lotta dei precari, di Atesia e non solo, si farà ancora più incisiva: c'è da giurarlo. Noi continueremo a sostenerla".
28.11.06
Civitavecchia: nasce il Comitato dei lavoratori precari del Comune
L'obiettivo è il rinnovo dei contratti e la stesura di un protocollo d'intesa per carare un piano di stabilizzazione
CIVITAVECCHIA - Si è costituito nella giornata di ieri, con la adesione di circa 50 persone, il Comitato dei Lavoratori Precari del Comune di Civitavecchia formato da lavoratori Co.Co.Co – Co.Co.Pro – Tempo Determinato e Vigili Urbani coadiuvati dalle sigle sindacali RDB-CUB Enti Locali e DICCAP-SULPM per gli agenti di Polizia Municipale.
Tra le tante motivazioni che hanno spinto i lavoratori a costituirsi in Comitato c’è la immediata scadenza di tutti i contratti di lavoro, rispettivamente 31 dicembre 2006 per i Tecnici e Amministrativi e 30 Aprile 2006 per i Vigili Urbani assunti a concorso Tempo Determinato.
Numerosi gli uffici comunali che si troverebbero in difficoltà per il mancato rinnovo dei contratti o appalti dei circa 90 lavoratori precari comunali con conseguente disagio anche per i cittadini utenti.
Oltre alla nomina dei suoi rappresentanti, Il Comitato ha deciso di chiedere un incontro a breve termine con il Sindaco e l’Assessore Finanze e Personale finalizzato al rinnovo immediato dei contratti di tutti i lavoratori precari e alla stesura di un protocollo d’intesa per un Piano di Stabilizzazione definitiva o eventuale trasformazione di tutti i contratti a tempo determinato con durata triennale.