10/03/2008 - 09:52
Tra i 400 e i 1000, grazie a una delibera della Regione LazioAlitalia si appresta a trasformare numerosi contratti a termine in apprendistati, che automaticamente diventeranno poi a tempo indeterminato, grazie alla Regione Lazio, con agevolazioni Ue. E' questa la notizia riportata da alcune fonti di stampa, anche se discorsi sul numero. C'è chi parla di 400 e chi di 1000 precari. Si tratterebbe della regolarizzazione di personale stagionale facente capo ad Az Servizi.
Si tratta di una delibera approvata dalla Giunta del Lazio, e riguardante personale come operai di pista, impiegati, ecc. Resta, ovviamente, la perplessità su come il vettore abbia deciso tale mossa a fronte delle sue perdite (anche se, tra i vantaggi delle assunzioni, ci sarebbero dei risparmi sui contributi previsti dalle norme Ue), e di farla proprio ora a un passo dalla vendita.
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10.3.08
2.2.08
TAR Lazio: Precari in graduatoria senza piu' riserva
SCUOLA/ TAR LAZIO: PRECARI IN GRADUATORIA SENZA PIU' RISERVA
Posizioni 300.000 docenti da rivedere: a rischio migliaia nomine
Roma, 1 feb. (Apcom) - Le graduatorie dei docenti per il conferimento di contratti di lavoro a tempo indeterminato e a determinato devono essere rifatte: è questo il parere del Tar del Lazio che, con la sentenza 708, ha riconosciuto il diritto dei docenti abilitati con i corsi riservati a essere utilmente inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, senza l'indicazione della riserva.
Il provvedimento riguarda la posizione di un numero altissimo di docenti: complessivamente i docenti abilitati inseriti nelle graduatorie ad esaurimento sono infatti quasi 300.0000. Di questi, circa 50 mila nei mesi scorsi hanno conseguito l'abilitazione e si sono visti concedere l'inclusione nelle graduatorie solo con riserva.
La sentenza del tribunale laziale potrebbe andare ora ad incidere sui destini di moltissimi insegnanti: se dovesse avere seguito potrebbero essere infatti riviste tutte le procedure di nomina sino ad oggi effettuate dagli uffici scolastici provinciali per l'anno scolastico 2007/08.
Un duro lavoro attenderebbe quindi gli Uffici scolastici provinciali di tutta Italia che a partire dallo scorso luglio hanno prodotto oltre 50.000 immissioni in ruolo e 120.000 contratti sino al termine dell'anno scolastico.
Soddisfatti i sindacati che hanno tutelato i docenti precari: "il tribunale ha accolto in pieno le richieste presentate da tutti quei docenti che avevano subito una evidente lesione dei loro diritti a causa del mancato riconoscimento del titolo conseguito - ha detto l'avvocato Domenico Naso - e le ha accettate in maniera inequivocabile, definendo l'impostazione adottata dall'amministrazione priva della dovuta base normativa, contraddittoria, irragionevole e lesiva del principio di buon andamento dell'azione amministrativa".
"ll decreto ministeriale 85/2005 - ha proseguito l'avvocato, che difende i docenti della Uil Scuola - aveva invece previsto norme precise in conformità alle pressanti esigenze connesse con la soluzione del problema del precariato. E le ha previste in piena consonanza con la tempistica relativa all'inserimento in graduatoria".
"Le successive note ministeriali che con questo ricorso abbiamo impugnato - ha chiarito ancora Naso - erano palesemente e arbitrariamente in contrasto con la traccia così chiaramente fissata dal decreto ministeriale 85".
Posizioni 300.000 docenti da rivedere: a rischio migliaia nomine
Roma, 1 feb. (Apcom) - Le graduatorie dei docenti per il conferimento di contratti di lavoro a tempo indeterminato e a determinato devono essere rifatte: è questo il parere del Tar del Lazio che, con la sentenza 708, ha riconosciuto il diritto dei docenti abilitati con i corsi riservati a essere utilmente inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, senza l'indicazione della riserva.
Il provvedimento riguarda la posizione di un numero altissimo di docenti: complessivamente i docenti abilitati inseriti nelle graduatorie ad esaurimento sono infatti quasi 300.0000. Di questi, circa 50 mila nei mesi scorsi hanno conseguito l'abilitazione e si sono visti concedere l'inclusione nelle graduatorie solo con riserva.
La sentenza del tribunale laziale potrebbe andare ora ad incidere sui destini di moltissimi insegnanti: se dovesse avere seguito potrebbero essere infatti riviste tutte le procedure di nomina sino ad oggi effettuate dagli uffici scolastici provinciali per l'anno scolastico 2007/08.
Un duro lavoro attenderebbe quindi gli Uffici scolastici provinciali di tutta Italia che a partire dallo scorso luglio hanno prodotto oltre 50.000 immissioni in ruolo e 120.000 contratti sino al termine dell'anno scolastico.
Soddisfatti i sindacati che hanno tutelato i docenti precari: "il tribunale ha accolto in pieno le richieste presentate da tutti quei docenti che avevano subito una evidente lesione dei loro diritti a causa del mancato riconoscimento del titolo conseguito - ha detto l'avvocato Domenico Naso - e le ha accettate in maniera inequivocabile, definendo l'impostazione adottata dall'amministrazione priva della dovuta base normativa, contraddittoria, irragionevole e lesiva del principio di buon andamento dell'azione amministrativa".
"ll decreto ministeriale 85/2005 - ha proseguito l'avvocato, che difende i docenti della Uil Scuola - aveva invece previsto norme precise in conformità alle pressanti esigenze connesse con la soluzione del problema del precariato. E le ha previste in piena consonanza con la tempistica relativa all'inserimento in graduatoria".
"Le successive note ministeriali che con questo ricorso abbiamo impugnato - ha chiarito ancora Naso - erano palesemente e arbitrariamente in contrasto con la traccia così chiaramente fissata dal decreto ministeriale 85".
16.4.07
12/4 Precariato: sanitari in catena davanti alla Regione
Protesta degli atipici dell'Asl RmH davanti ai cancelli della Pisana; presa d'assalto anche una sala riunioni al settimo piano dell'edificio. Duro botta e risposta Turco-Storace sul buco di bilancio di 9,8 miliardi
Roma, 12 aprile 2007 - In catene per protesta. Questo il simbolico reclamo dei precari della Asl RmH, che hanno scelto la cancellata della sede di via Rosa Raimondi Garibaldi della Regione Lazio per denunciare la loro situazione di disagio lavorativo. Una delegazione delle RdB-CUB ha addirittura occupato una sala dell'edificio per ottenere un colloquio diretto con l'Assessore alla Sanità Battaglia.
Questo il comunicato della rappresentanza di base: "La forte iniziativa di protesta prende avvio dalla vicenda dei lavoratori precari della Asl Rmh, che dopo aver garantito per anni i servizi della Asl dei Castelli Romani ed essere stati formati come Operatori Socio Sanitari a spese della Regione, rischiano di rimanere esclusi dal processo di stabilizzazione regionale derivante dagli
accordi siglati con Cgil, Cisl e Uil".
La delegazione ha stigmatizzato la politica della Regione testimoniando la propria "ferma contrarietà alle decisioni, parziali e di facciata, che questa Giunta ha assunto sul precariato. Considerato che l'organico della Asl RmH prevede un numero maggiore di Oss e che in sede di concordamento del budget 2006 sono stati stanziati i fondi necessari, si richiede all'assessore alla Sanità di
assumere precise responsabilità nei confronti del personale precario della Asl RmH, stabilizzando tutti i precari ed evitando 'guerre tra poveri".
E rimanendo in ambito sanitario, botta e risposta al fulmicotone tra il ministro della Salute, Livia Turco, e l'ex presidente della Regione Lazio Francesco Storace. "Stiamo adottando dei controlli severissimi sull'uso delle risorse - ha dichiarato il ministro ad un convegno sulla terza età - auspicando che le regioni in crisi (Lazio, Molise, Abruzzo e in particolare Sicilia) rientrino velocemente dalla condizione di conti in rosso". E, con un chiaro riferimento all'ex presidente, ha aggiunto: "I 9,8 miliardi di debito del Lazio hanno un nome e un cognome. Vogliamo combattere l'uso clientelare della sanità per costruire una rete efficiente di servizi".
La risposta di Storace non si è fatta attendere: "I cosiddetti debiti del Lazio, vorrei dire all'incredibile ministro Turco, hanno almeno due nomi e tre cognomi. Si sforzi di leggere le cifre e la smetterà di dire sciocchezze".
Roma, 12 aprile 2007 - In catene per protesta. Questo il simbolico reclamo dei precari della Asl RmH, che hanno scelto la cancellata della sede di via Rosa Raimondi Garibaldi della Regione Lazio per denunciare la loro situazione di disagio lavorativo. Una delegazione delle RdB-CUB ha addirittura occupato una sala dell'edificio per ottenere un colloquio diretto con l'Assessore alla Sanità Battaglia.
Questo il comunicato della rappresentanza di base: "La forte iniziativa di protesta prende avvio dalla vicenda dei lavoratori precari della Asl Rmh, che dopo aver garantito per anni i servizi della Asl dei Castelli Romani ed essere stati formati come Operatori Socio Sanitari a spese della Regione, rischiano di rimanere esclusi dal processo di stabilizzazione regionale derivante dagli
accordi siglati con Cgil, Cisl e Uil".
La delegazione ha stigmatizzato la politica della Regione testimoniando la propria "ferma contrarietà alle decisioni, parziali e di facciata, che questa Giunta ha assunto sul precariato. Considerato che l'organico della Asl RmH prevede un numero maggiore di Oss e che in sede di concordamento del budget 2006 sono stati stanziati i fondi necessari, si richiede all'assessore alla Sanità di
assumere precise responsabilità nei confronti del personale precario della Asl RmH, stabilizzando tutti i precari ed evitando 'guerre tra poveri".
E rimanendo in ambito sanitario, botta e risposta al fulmicotone tra il ministro della Salute, Livia Turco, e l'ex presidente della Regione Lazio Francesco Storace. "Stiamo adottando dei controlli severissimi sull'uso delle risorse - ha dichiarato il ministro ad un convegno sulla terza età - auspicando che le regioni in crisi (Lazio, Molise, Abruzzo e in particolare Sicilia) rientrino velocemente dalla condizione di conti in rosso". E, con un chiaro riferimento all'ex presidente, ha aggiunto: "I 9,8 miliardi di debito del Lazio hanno un nome e un cognome. Vogliamo combattere l'uso clientelare della sanità per costruire una rete efficiente di servizi".
La risposta di Storace non si è fatta attendere: "I cosiddetti debiti del Lazio, vorrei dire all'incredibile ministro Turco, hanno almeno due nomi e tre cognomi. Si sforzi di leggere le cifre e la smetterà di dire sciocchezze".
27.3.07
Lazio Service, iniziative per la stabilizzazione
25 marzo 2007
- L’assemblea dei dipendenti di Lazio Service ha approvato alla unanimità la proposta sindacale di iniziative per conquistare la stabilizzazione dei 900 lavoratori precari così come previsto dagli accordi sindacali.
Già nell’incontro dello scorso 16 marzo Cgil Cisl Uil e Fim Fiom Uilm avevano richiesto :
· la riconferma dei contenuti degli accordi del 6 luglio e del 29 dicembre 2006 e il superamento degli ostacoli intervenuti,
· la proroga di tutti i contratti già scaduti
· forme di sostegno al reddito per i lavoratori che avrebbero già dovuti essere stabilizzati ma che da circa due mesi sono senza lavoro e senza retribuzione. Si tratta di 280 lavoratori a cui si aggiungeranno almeno altri 140 lavoratori e lavoratrici interinali alla fine del mese di marzo.
La giunta ha riconfermato positivamente la validità degli accordi ma sulle proroghe non dà risposte mentre sulle forme di sostegno al reddito vi è una disponibilità che va però tutta concretizzata.
A fronte di tale situazione le Organizzazioni Sindacali e l’assemblea dei dipendenti di Lazio Service hanno deciso le seguenti iniziative:
· Realizzare a partire dal prossimo lunedì 26 marzo un presidio permanente dei lavoratori e delle lavoratrici sotto la Regione Lazio
· Indicono una conferenza stampa per il 26 marzo sotto la Regione Lazio per pubblicizzare e spiegare alla stampa e all’opinione pubblica gli obbiettivi e le motivazioni della protesta.
- L’assemblea dei dipendenti di Lazio Service ha approvato alla unanimità la proposta sindacale di iniziative per conquistare la stabilizzazione dei 900 lavoratori precari così come previsto dagli accordi sindacali.
Già nell’incontro dello scorso 16 marzo Cgil Cisl Uil e Fim Fiom Uilm avevano richiesto :
· la riconferma dei contenuti degli accordi del 6 luglio e del 29 dicembre 2006 e il superamento degli ostacoli intervenuti,
· la proroga di tutti i contratti già scaduti
· forme di sostegno al reddito per i lavoratori che avrebbero già dovuti essere stabilizzati ma che da circa due mesi sono senza lavoro e senza retribuzione. Si tratta di 280 lavoratori a cui si aggiungeranno almeno altri 140 lavoratori e lavoratrici interinali alla fine del mese di marzo.
La giunta ha riconfermato positivamente la validità degli accordi ma sulle proroghe non dà risposte mentre sulle forme di sostegno al reddito vi è una disponibilità che va però tutta concretizzata.
A fronte di tale situazione le Organizzazioni Sindacali e l’assemblea dei dipendenti di Lazio Service hanno deciso le seguenti iniziative:
· Realizzare a partire dal prossimo lunedì 26 marzo un presidio permanente dei lavoratori e delle lavoratrici sotto la Regione Lazio
· Indicono una conferenza stampa per il 26 marzo sotto la Regione Lazio per pubblicizzare e spiegare alla stampa e all’opinione pubblica gli obbiettivi e le motivazioni della protesta.
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17.3.07
Lazio, accordo su precari: lo sciopero è sospeso
15/03/2007
Lazio, accordo su precari: lo sciopero è sospeso
Intesa raggiunta fra le organizzazioni sindacali della funzione pubblica laziale e i rappresentanti della Regione sulla questione dei precari in materia di sanità. Lo sciopero generale indetto per il 23 marzo verrà revocato. Alla base di questa decisione l’incontro fra l’Assessore alla sanità Battaglia, l’Assessore al lavoro Tibaldi e CGIL Funzione Pubblica, CISL Funzione Pubblica e Uil Poteri Locali. Con un comunicato, i sindacati, annunciano l’accordo stipulato con la Regione. In primo piano la stabilizzazione dei precari e il piano occupazionale per il 2007. Sarebbe stata garantita inoltre la salvaguardia dei fondi contrattuali. Previsto anche un processo di reinternalizzazione dei servizi che negli ultimi anni sono stati appaltati all’esterno, definendo al tempo stesso procedure che tutelino l’occupazione del personale. Nel mese di marzo verrà attivato l’Osservatorio regionale sulle condizioni del lavoro nelle strutture sanitarie pubbliche e private. La Regione ha così accolto le proposte dei sindacati che, a questo punto, attendono la delibera della giunta regionale e l’emanazione delle direttive a tutti gli enti del servizio sanitario del Lazio. Al momento, CGIL FP,CISL FP e UIL FPL sono in attesa della conclusione formale dell’accordo per poter annunciare ufficialmente la revoca dello sciopero previsto per il 23 marzo.
di Emanuele Bianchi
Lazio, accordo su precari: lo sciopero è sospeso
Intesa raggiunta fra le organizzazioni sindacali della funzione pubblica laziale e i rappresentanti della Regione sulla questione dei precari in materia di sanità. Lo sciopero generale indetto per il 23 marzo verrà revocato. Alla base di questa decisione l’incontro fra l’Assessore alla sanità Battaglia, l’Assessore al lavoro Tibaldi e CGIL Funzione Pubblica, CISL Funzione Pubblica e Uil Poteri Locali. Con un comunicato, i sindacati, annunciano l’accordo stipulato con la Regione. In primo piano la stabilizzazione dei precari e il piano occupazionale per il 2007. Sarebbe stata garantita inoltre la salvaguardia dei fondi contrattuali. Previsto anche un processo di reinternalizzazione dei servizi che negli ultimi anni sono stati appaltati all’esterno, definendo al tempo stesso procedure che tutelino l’occupazione del personale. Nel mese di marzo verrà attivato l’Osservatorio regionale sulle condizioni del lavoro nelle strutture sanitarie pubbliche e private. La Regione ha così accolto le proposte dei sindacati che, a questo punto, attendono la delibera della giunta regionale e l’emanazione delle direttive a tutti gli enti del servizio sanitario del Lazio. Al momento, CGIL FP,CISL FP e UIL FPL sono in attesa della conclusione formale dell’accordo per poter annunciare ufficialmente la revoca dello sciopero previsto per il 23 marzo.
di Emanuele Bianchi
16.2.07
Il Lazio paga malattia e ferie ai precari
MALATTIA, ferie, maternità e un’indennità pari a due mesi di stipendio in caso di licenziamento. Tutte misure destinate ai precari. La Regione Lazio potrebbe essere la prima in Italia ad approvare una legge specifica. L’obiettivo è quello di completare la cosiddetta legge Biagi, varata dal governo di centrodestra. Si tratta, insomma, di assegnare gli ammortizzatori sociali ai lavoratori a tempo determinato. Alla Pisana è stata presentata la proposta di legge. Primo firmatario è Donato Robilotta (Rosa nel Pugno): «È necessario - spiega - dare previdenza, assistenza e formazione ai precari». INTANTO, assemblea infuocata ieri alla Pisana. Tutti i provvedimenti sono stati approvati grazie ai voti dell’opposizione. Vertice serale tra Ds e Margherita.
9.1.07
Lazio Service, assunti in 600 entro il 2007
Contratti a tempo indeterminato nella società della Regione. Il vicepresidente della Giunta Pompili: "Diamo maggiore autonomia gestionale". A gennaio stabilizzati i primi 300
Roma, 4 gennaio 2006 - Entro la fine del 2007 circa 600 dipendenti della societa' Lazio Service saranno assunti con un contratto a tempo indeterminato. Lo hanno annunciato il vice-presidente della Giunta regionale Massimo Pompili e l'assessore al personale Marco Di Stefano. Entro gennaio saranno quindi stabilizzati i primi 300, per lo piu' addetti ai servizi essenziali, poi nel corso del 2007 gli altri 600 dipendenti Lazio Service.
Se per Pompili si apre una fase nuova ''con l'obiettivo di raggiungere l'autonomia gestionale della societa' dalla Regione'', per Di Stefano si tratta ''di una vera e propria svolta''. ''Stiamo dando una risposta a chi lavora nell'incertezza - ha aggiunto l'assessore - in controtendenza alle politiche del precariato degli anni passati''.
Lazio Service, creata nel 2001, conta attualmente circa 1000 dipendenti: 94 con contratto a tempo indeterminato, 141 con rapporto interinale e tutti gli altri con contratto a tempo determinato. Plauso dal Presidente Lazio Service Sergio Scicchitano secondo cui la Regione ''e' stata in grado di correggere un'anomalia''.
Soddisfazione e' stata espressa anche da Walter Schiavella della Cgil, Dario Roncon della Cisl e da Lorenzo Dore della Uil. ''Il contratto - ha detto Schiavella - rimane quello dei metalmeccanici. A fine anno valuteremo l'area contrattuale piu' idonea"
Roma, 4 gennaio 2006 - Entro la fine del 2007 circa 600 dipendenti della societa' Lazio Service saranno assunti con un contratto a tempo indeterminato. Lo hanno annunciato il vice-presidente della Giunta regionale Massimo Pompili e l'assessore al personale Marco Di Stefano. Entro gennaio saranno quindi stabilizzati i primi 300, per lo piu' addetti ai servizi essenziali, poi nel corso del 2007 gli altri 600 dipendenti Lazio Service.
Se per Pompili si apre una fase nuova ''con l'obiettivo di raggiungere l'autonomia gestionale della societa' dalla Regione'', per Di Stefano si tratta ''di una vera e propria svolta''. ''Stiamo dando una risposta a chi lavora nell'incertezza - ha aggiunto l'assessore - in controtendenza alle politiche del precariato degli anni passati''.
Lazio Service, creata nel 2001, conta attualmente circa 1000 dipendenti: 94 con contratto a tempo indeterminato, 141 con rapporto interinale e tutti gli altri con contratto a tempo determinato. Plauso dal Presidente Lazio Service Sergio Scicchitano secondo cui la Regione ''e' stata in grado di correggere un'anomalia''.
Soddisfazione e' stata espressa anche da Walter Schiavella della Cgil, Dario Roncon della Cisl e da Lorenzo Dore della Uil. ''Il contratto - ha detto Schiavella - rimane quello dei metalmeccanici. A fine anno valuteremo l'area contrattuale piu' idonea"
La Regione Lazio blocca le assunzioni
La Fials Confsal: «Precari disoccupati e affari in vista per le coop»
09/01/2007 16:23 - (Segnala questo articolo)
La Regione Lazio blocca le assunzioni
«E' ora di dire basta alle continue azioni di propaganda messe in campo dai vertici della Giunta Regionale sulle stabilizzazioni lavorative del personale precario. Infatti arriva proprio dalla Giunta di Piero Marrazzo lo stop categorico e inderogabile all'operazione di regolarizzazione: la delibera n.918 del 21 dicembre 2006 chiarisce che per almeno sei mesi, peraltro rinnovabili, è fatto divieto alle aziende sanitarie locali, alle aziende ospedaliere ed agli altri enti del servizio sanitario di procedere a nuove assunzioni di personale a tempo determinato e di personale a tempo indeterminato. Si precisa nell'atto in questione pure che, rientra nell'esclusiva responsabilità dei direttori generali, garantire il regolare funzionamento delle strutture sanitarie con il personale attualmente in servizio. Mentre quello che si profila all'orizzonte è un vero e proprio business per le cooperative sociali che si guadagneranno gli appalti di tutti quei servizi che necessiteranno di nuova manodopera».
E' quanto dichiara il segretario regionale della Fial Confsal, Gianni Romano, a seguito della divulgazione, da parte dell'Assessorato alla Sanità e dell'Assessorato al Lavoro, della notizia sulla sigla dell'accordo con alcuni sindacati della Funzione pubblica per la risoluzione del fenomeno del precariato e il relativo patto per il superamento delle esternalizzazioni dei servizi sanitari.
«Altro che superamento del precariato e reinternalizzazione dei servizi appaltati all'esterno delle aziende con l'utilizzo di una più che palese intermediazione di manodopera - precisa Romano - Siamo davanti a una notevole contraddizione che darà filo da torcere agli uffici del personale da un lato mentre, dall'altro provocherà una cascata di disservizi a catena che ripiomberanno sulle spalle dei pazienti o peggio degli assistiti in genere. Infatti vincolare i direttori delle aziende sanitarie a mantenere gli attuali livelli assistenziali con il blocco delle assunzioni e con il blocco sul rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza è pressoché impossibile. La realtà è che questa delibera "secretata" ai più è una vera burla di pessimo gusto per tutti quei lavoratori che sono stati invitati a fare un concorso per l'assunzione e, pure se l'hanno vinto a tutti gli effetti, tra poche settimane saranno senza lavoro. Con l'atto siglato dalla Giunta Marrazzo a ridosso di Natale sappiamo bene che non potranno essere ricollocati né i lavoratori dell'azienda ospedaliera Sant'Andrea e quelli dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale per il Lazio e la Toscana. Infatti - conclude Romano - terminato il periodo di assunzione temporanea di otto mesi saranno tra i primi ad ingrassare le file delle liste di disoccupazione. Quanto alla ricaduta pratica su ospedali e ambulatori sarà difficile che data la carenza di personale inquadrato a tempo indeterminato, escludendo i precari, si riescano a fornire i servizi assistenziali odierni e le altre prestazioni d'opera: pulizia, facchinaggio e trasporto. A meno che queste stesse funzioni non verranno affidate agli operatori delle cooperative sociali».
09/01/2007 16:23 - (Segnala questo articolo)
La Regione Lazio blocca le assunzioni
«E' ora di dire basta alle continue azioni di propaganda messe in campo dai vertici della Giunta Regionale sulle stabilizzazioni lavorative del personale precario. Infatti arriva proprio dalla Giunta di Piero Marrazzo lo stop categorico e inderogabile all'operazione di regolarizzazione: la delibera n.918 del 21 dicembre 2006 chiarisce che per almeno sei mesi, peraltro rinnovabili, è fatto divieto alle aziende sanitarie locali, alle aziende ospedaliere ed agli altri enti del servizio sanitario di procedere a nuove assunzioni di personale a tempo determinato e di personale a tempo indeterminato. Si precisa nell'atto in questione pure che, rientra nell'esclusiva responsabilità dei direttori generali, garantire il regolare funzionamento delle strutture sanitarie con il personale attualmente in servizio. Mentre quello che si profila all'orizzonte è un vero e proprio business per le cooperative sociali che si guadagneranno gli appalti di tutti quei servizi che necessiteranno di nuova manodopera».
E' quanto dichiara il segretario regionale della Fial Confsal, Gianni Romano, a seguito della divulgazione, da parte dell'Assessorato alla Sanità e dell'Assessorato al Lavoro, della notizia sulla sigla dell'accordo con alcuni sindacati della Funzione pubblica per la risoluzione del fenomeno del precariato e il relativo patto per il superamento delle esternalizzazioni dei servizi sanitari.
«Altro che superamento del precariato e reinternalizzazione dei servizi appaltati all'esterno delle aziende con l'utilizzo di una più che palese intermediazione di manodopera - precisa Romano - Siamo davanti a una notevole contraddizione che darà filo da torcere agli uffici del personale da un lato mentre, dall'altro provocherà una cascata di disservizi a catena che ripiomberanno sulle spalle dei pazienti o peggio degli assistiti in genere. Infatti vincolare i direttori delle aziende sanitarie a mantenere gli attuali livelli assistenziali con il blocco delle assunzioni e con il blocco sul rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza è pressoché impossibile. La realtà è che questa delibera "secretata" ai più è una vera burla di pessimo gusto per tutti quei lavoratori che sono stati invitati a fare un concorso per l'assunzione e, pure se l'hanno vinto a tutti gli effetti, tra poche settimane saranno senza lavoro. Con l'atto siglato dalla Giunta Marrazzo a ridosso di Natale sappiamo bene che non potranno essere ricollocati né i lavoratori dell'azienda ospedaliera Sant'Andrea e quelli dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale per il Lazio e la Toscana. Infatti - conclude Romano - terminato il periodo di assunzione temporanea di otto mesi saranno tra i primi ad ingrassare le file delle liste di disoccupazione. Quanto alla ricaduta pratica su ospedali e ambulatori sarà difficile che data la carenza di personale inquadrato a tempo indeterminato, escludendo i precari, si riescano a fornire i servizi assistenziali odierni e le altre prestazioni d'opera: pulizia, facchinaggio e trasporto. A meno che queste stesse funzioni non verranno affidate agli operatori delle cooperative sociali».
21.12.06
Il Tar del Lazio: gli insegnanti non di ruolo hanno una diversa età pensionabile
21 dicembre 2006 - Kataweb/cittadinolex
Diversa dai loro colleghi l’età pensionabile per gli insegnanti non di ruolo
(Tar Lazio 12541/2006)
Gli insegnanti non di ruolo che hanno compiuto sessantacinque anni non possono essere esclusi dalle graduatorie permanenti per l'insegnamento per raggiunti limiti di età. I precari, categoria di lavoratori non certo fortunata, lambiscono in età di pensionamento (o di non pensionamento) i magistrati e i professori universitari ordinari.
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha così accolto il ricorso di una insegnante contro il Ministero dell'Istruzione e l'Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio che avevano escluso la ricorrente dalla graduatoria permanente definitiva per l'insegnamento nelle scuole materne e dell'infanzia perché aveva raggiunto i sessantacinque anni, età pensionabile prevista nel settore della scuola.
Secondo i giudici amministrativi il ricorso è fondato in quanto gli insegnanti non di ruolo iscritti nelle graduatorie permanenti non possono essere collocati a riposo d'ufficio al superamento dei sessantacinque anni, ma solo al compimento del settantesimo anno di età, in quanto è diversa la disciplina ad essi applicabile, come già in precedenza affermato dal Tar. (18 dicembre 2006) Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione terza quater, sentenza n. 12541/2006
TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL LAZIO
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Diversa dai loro colleghi l’età pensionabile per gli insegnanti non di ruolo
(Tar Lazio 12541/2006)
Gli insegnanti non di ruolo che hanno compiuto sessantacinque anni non possono essere esclusi dalle graduatorie permanenti per l'insegnamento per raggiunti limiti di età. I precari, categoria di lavoratori non certo fortunata, lambiscono in età di pensionamento (o di non pensionamento) i magistrati e i professori universitari ordinari.
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha così accolto il ricorso di una insegnante contro il Ministero dell'Istruzione e l'Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio che avevano escluso la ricorrente dalla graduatoria permanente definitiva per l'insegnamento nelle scuole materne e dell'infanzia perché aveva raggiunto i sessantacinque anni, età pensionabile prevista nel settore della scuola.
Secondo i giudici amministrativi il ricorso è fondato in quanto gli insegnanti non di ruolo iscritti nelle graduatorie permanenti non possono essere collocati a riposo d'ufficio al superamento dei sessantacinque anni, ma solo al compimento del settantesimo anno di età, in quanto è diversa la disciplina ad essi applicabile, come già in precedenza affermato dal Tar. (18 dicembre 2006) Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione terza quater, sentenza n. 12541/2006
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3.12.06
Sul caso dei precari Lazio Service
COMUNICATO STAMPA -PRECARI LAZIO SERVICE... di Peppe Rossi
TIBALDI SUI PRECARI LAZIO SERVICE: “DEPLORO LA MANCATA PROROGA DEI CONTRATTI IN SCADENZA. L’ENTE RIVEDA TALE DECISIONE”
“Deploro la decisione di Lazio Service relativa alla mancata proroga dei contratti in scadenza. Invito pertanto i vertici della società a ritornare sui propri passi, rispettando quanto previsto nell’accordo del 6 luglio e nell’incontro del 20 novembre. La riunione del 7 dicembre sancisca la coerenza tra quanto dichiarato in tema di stabilizzazione dei lavoratori temporanei e relative decisioni sul futuro occupazionale degli 800 precari”.
Alessandra Tibaldi
Assessora al Lavoro, Pari Opportunità e Politiche Giovanili della Regione Lazio
Roma, 1 dicembre 2006
TIBALDI SUI PRECARI LAZIO SERVICE: “DEPLORO LA MANCATA PROROGA DEI CONTRATTI IN SCADENZA. L’ENTE RIVEDA TALE DECISIONE”
“Deploro la decisione di Lazio Service relativa alla mancata proroga dei contratti in scadenza. Invito pertanto i vertici della società a ritornare sui propri passi, rispettando quanto previsto nell’accordo del 6 luglio e nell’incontro del 20 novembre. La riunione del 7 dicembre sancisca la coerenza tra quanto dichiarato in tema di stabilizzazione dei lavoratori temporanei e relative decisioni sul futuro occupazionale degli 800 precari”.
Alessandra Tibaldi
Assessora al Lavoro, Pari Opportunità e Politiche Giovanili della Regione Lazio
Roma, 1 dicembre 2006
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30.11.06
Atesia, un caso ancora aperto
"Si legge nell'ordinanza 6365 del Tar del Lazio, pronunciata il 22 novembre: l'esercizio di potere di diffida da parte degli ispettori del lavoro 'appare idoneo ad arrecare una lesione concreta ed attuale all'impresa destinataria dell'accertamento... a fronte dei molteplici rischi paventati dalla ricorrente ed alla luce dell'imminente (ancorchè eventuale) mutamento del quadro giuridico di riferimento appare preminente garantire il mantenimento della situazione in essere'. Ma qual è l'imminente mutamento del quadro giuridico di riferimento' che ha condizionato la sospensiva del Tar del Lazio sui provvedimenti presi dagli ispettori?". Così il coordinamento nazionale Rdb Ministero del Lavoro interviene in merito alla vicenda Atesia. "E' l'articolo 178 della Finanziaria 2007 - si legge nella nota - che, se dovesse passare, modificherebbe in peggio il decreto legislativo 10 settembre 2003, 276 (Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro di cui alla legge 14/2/2003 30). Infatti l'art. 69 del decreto legislativo 276 attuativo della legge 30 (Divieto di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa atipici e conversione del contratto) al primo comma recita: 'i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa instaurati senza l'individuazione di uno specifico progetto, programma di lavoro o fase di esso ai sensi dell'articolo 61, comma 1, sono considerati rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dalla data di costituzione del rapporto'. Gli ispettori del lavoro nel loro rapporto, a seguito dell'accesso ispettivo presso l'Atesia, hanno applicato, tra gli altri, gli artt. 61 e 69 di una legge iper liberista come la Biagi che solo al Capo I (lavoro a progetto e lavoro occasionale), offre alcune garanzie ai lavoratori co.co.co. e co. co.pro proprio negli articoli sopracitati". "Potevano durare quegli articoli? - sottolinea Rdb - Certo che no. E così la Riforma Biagi è stata modificata, ma in peggio. Ci hanno, infatti, pensato Cgil, Cisl, Uil con la loro ormai consolidata tradizione di accordi aziendali peggiorativi della legge 30 e con i loro 'avvisi comuni' (es. quello siglato il 4 ottobre
2006 insieme a Confindustria alla presenza di Damiano), e ci ha pensato il Ministro con la sua circolare salomonica (la n.17 del 14 giugno 2006) a predisporre il 'clima giusto' a cancellare gli unici e imbarazzanti articoli della riforma Biagi potenzialmente a favore dei collaboratori a progetto. Questo a seguito dei risultati ottenuti dagli ispettori che, va ricordato, hanno agito in piena autonomia tanto che, secondo qualche illustre personaggio politico del centrosinistra, non hanno avuto la 'creanza' di avvisare per tempo il Ministro del loro operato, spiazzandolo". "Ecco allora l'inserimento nella legge Finanziaria del 2007 dell'articolo 178 - aggiunge la nota - che prevede che mediante accordi sindacali e con atti di conciliazione individuali sottoscritti dai lavoratori, questi vedranno trasformati i contratti di lavoro autonomo in contratti di lavoro subordinato a condizione però di rinunciare a qualsiasi rivendicazione pregressa". "L'Atesia ringrazia - conclude la nota - continuerà a macinare miliardi sulla pelle di migliaia di precari sottopagati e ricattati e a minacciare la chiusura se costretta a rispettare le leggi. Ci auguriamo che l'Unione al Governo dimostri di non essere del tutto subalterna alla Confindustra e che l'articolo 178 sia quindi cancellato dalla Finanziaria o seriamente emendato. Una cosa è certa: la lotta dei precari, di Atesia e non solo, si farà ancora più incisiva: c'è da giurarlo. Noi continueremo a sostenerla".
2006 insieme a Confindustria alla presenza di Damiano), e ci ha pensato il Ministro con la sua circolare salomonica (la n.17 del 14 giugno 2006) a predisporre il 'clima giusto' a cancellare gli unici e imbarazzanti articoli della riforma Biagi potenzialmente a favore dei collaboratori a progetto. Questo a seguito dei risultati ottenuti dagli ispettori che, va ricordato, hanno agito in piena autonomia tanto che, secondo qualche illustre personaggio politico del centrosinistra, non hanno avuto la 'creanza' di avvisare per tempo il Ministro del loro operato, spiazzandolo". "Ecco allora l'inserimento nella legge Finanziaria del 2007 dell'articolo 178 - aggiunge la nota - che prevede che mediante accordi sindacali e con atti di conciliazione individuali sottoscritti dai lavoratori, questi vedranno trasformati i contratti di lavoro autonomo in contratti di lavoro subordinato a condizione però di rinunciare a qualsiasi rivendicazione pregressa". "L'Atesia ringrazia - conclude la nota - continuerà a macinare miliardi sulla pelle di migliaia di precari sottopagati e ricattati e a minacciare la chiusura se costretta a rispettare le leggi. Ci auguriamo che l'Unione al Governo dimostri di non essere del tutto subalterna alla Confindustra e che l'articolo 178 sia quindi cancellato dalla Finanziaria o seriamente emendato. Una cosa è certa: la lotta dei precari, di Atesia e non solo, si farà ancora più incisiva: c'è da giurarlo. Noi continueremo a sostenerla".
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