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21.12.06

Il Tar del Lazio: gli insegnanti non di ruolo hanno una diversa età pensionabile

21 dicembre 2006 - Kataweb/cittadinolex
Diversa dai loro colleghi l’età pensionabile per gli insegnanti non di ruolo

(Tar Lazio 12541/2006)

Gli insegnanti non di ruolo che hanno compiuto sessantacinque anni non possono essere esclusi dalle graduatorie permanenti per l'insegnamento per raggiunti limiti di età. I precari, categoria di lavoratori non certo fortunata, lambiscono in età di pensionamento (o di non pensionamento) i magistrati e i professori universitari ordinari.
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha così accolto il ricorso di una insegnante contro il Ministero dell'Istruzione e l'Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio che avevano escluso la ricorrente dalla graduatoria permanente definitiva per l'insegnamento nelle scuole materne e dell'infanzia perché aveva raggiunto i sessantacinque anni, età pensionabile prevista nel settore della scuola.

Secondo i giudici amministrativi il ricorso è fondato in quanto gli insegnanti non di ruolo iscritti nelle graduatorie permanenti non possono essere collocati a riposo d'ufficio al superamento dei sessantacinque anni, ma solo al compimento del settantesimo anno di età, in quanto è diversa la disciplina ad essi applicabile, come già in precedenza affermato dal Tar. (18 dicembre 2006) Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione terza quater, sentenza n. 12541/2006

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL LAZIO

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14.12.06

Roma: Un giudice condanna il precariato nei call center

Sentenza rivoluzionaria a Roma: a una lavoratrice di telemarketing precaria di un call center Elitel viene riconosciuto il contratto di lavoro dipendente anziché "a progetto".

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-12-2006]

Sembrava troppo rivoluzionaria l'interpretazione degli ispettori del Ministero del Lavoro, che a Roma avevano giudicato illegale l'utilizzo del contratto a progetto (invece di contratti di lavoro dipendente) per i circa 3.000 operatori del call center di Atesia.

Il Tar aveva annullato nei giorni scorsi gli effetti dell'ispezione; ma una sentenza della Magistratura del Lavoro la conferma anche per gli operatori cosidetti "outbound", cioè quelli che fanno le chiamate in campagne di telemarketing.

La circolare del ministro Damiano, poi recepita anche da un accordo (il cosidetto "avviso comune" tra Confindustria e Cgil-Cisl-Uil), stabilisce infatti che solo per i lavoratori che ricevono le chiamate (gli "inbound") non si debba mai applicare il contratto a progetto mentre per i lavoratori del telemarketing l'utilizzo del contratto a progetto dovrebbe essere più facile.

Una lavoratrice del call center Team Promotion (un'azienda che lavora in appalto per l'Elitel) ha vinto la causa contro il suo licenziamento, avvenuto un anno fa, quando la Team Promotion non le aveva più confermato il contratto "a progetto". Il giudice ha dichiarato illegittimo il contratto a progetto che, per le caratteristiche del lavoro svolto, è da considerarsi invece un contratto a tempo indeterminato.

Questa causa potrebbe pesare sull'attuale confronto fra Atesia del gruppo Cos e i sindacati: l'azienda si è impegnata a stabilizzare un buon numero di contratti a progetto (quelli dei lavoratori "inbound") trasformandoli in contratti di apprendistato (che non è comunque a tempo indeterminato), sia pure con orari minori e minori retribuzioni.

Atesia invece non ha sciolto la riserva circa l'impegno, richiesto dai sindacati, a fare altrettanto per i lavoratori "outbound". Ma adesso c'è un precedente.

Pier Luigi Tolardo - Quelli di Zeus