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28.5.07

«Precari, è arrivata l’ora di unirci»

Maria Giovanna Fossati
La responsabile Nidil, Carla Zirottu: il 31 maggio troviamoci alla Satta
NUORO. Arriva al coordinamento del Nidil a 6 anni dalla sua fondazione: Carla Zirottu, nuorese, lavoratrice a progetto all’amministrazione provinciale, nonché assicuratrice in un’azienda privata sempre con un contratto Co.co.co, è la nuova coordinatrice del sindacato dei precari della Cgil: «Faccio due lavori non per ingordigia - spiega Carla Zirottu - ma perché non avendo la sicurezza di un rinnovo contrattuale con il pubblico, ne tengo un altro, per avere continuità nel caso rimanessi senza lavoro».
Per lei si preannuncia un battesimo di fuoco: giovedì 31 maggio il Nidil promuove una grande manifestazione alla Biblioteca Satta dal titolo «Contiamoci». In quell’occasione un movimento trasversale di precari, diversi senza sigle sindacali alle spalle, daranno vita a una manifestazione atipica. Niente introduzioni, nessuno che capeggia il movimento. Chi vorrà parlare salirà alla presidenza sposterà la pietra dalla sedia e si accomoderà per dire la sua: «Il lavoratore atipico non ha identità - spiega Carla Zirottu - non ha un ruolo sociale, siamo tutti sullo stesso piano, eterni ragazzi, persone da proteggere perché potrebbero perdere da un momento all’altro il lavoro. Abbiamo dormito a lungo visto che nel giro di dieci anni sono stai abbattuti tutti i diritti dei lavoratori, faticosamente conquistati da decenni di lotte. È ora di incontrarci e di contarci. In Sardegna non esiste un movimento dei precari che è vivo e in buona salute in diverse regioni d’Italia. Lo spunto ce lo ha dato Giovanni Floris quando ha presentato il suo ultimo libro a Nuoro. Spero che il capoluogo barbaricino sia il punto di partenza di un grande movimento sardo». Carla Zirottu sostituisce Franca Brotzu che ha guidato per 6 anni il Nidil provinciale. Dal suo nuovo ruolo sottolinea alcune difficoltà: «Un precario ha paura - prosegue la neo coordinatrice del Nidil - iscrivendosi a un sindacato potrebbe perdere quelle due lire che guadagna. I datori di lavoro se vedono che rivendichi diritti ti danno il ben servito. Siamo una categoria che ha paura a fare gruppo. Dopo la manifestazione faremo partire un censimento per dare vita a un’organizzazione capace di difendere i nostri diritti».
(28 maggio 2007)

26.2.07

Lavoratori atipici, arriva una carta di servizi

PESCARA. Servizi a prezzi ridotti, dall’ingresso al cinema al biglietto dell’autobus, passando per le polizze assicurative e i prodotti di largo consumo, destinati ai lavoratori atipici. E’ il contenuto di CartAtipica, il progetto realizzato dalla Camera del lavoro precario, coordinata da Ilaria Del Biondo, e sostenuta dagli assessori provinciali alla Qualità della vita e al Lavoro, Sante Di Paolo e Antonio Castricone, che sarà presentato ufficialmente oggi, 24 febbraio, alle 17, al cinema Sant’Andrea di Pescara.

La realizzazione di una carta nominativa (a rilasciarla saranno i Centri per l’impiego della Provincia) destinata ai lavoratori atipici e precari del Pescarese permetterà loro di accedere ad una serie di servizi a prezzi agevolati, anche se non si tratterà di sole convenzioni.
Alla base del progetto – come illustrato questa mattina alla stampa - c’è la necessità di far fronte alle esigenze emerse attraverso il questionario da 38 domande somministrato ad un campione di 380 collaboratori coordinati e a progetto (co.co.co e co.co.pro), titolari di contratti di formazione e lavoro, lavoratori socialmente utili, part-time e tempi determinati, ovvero quanto compongono la variegata galassia del lavoro precario nel Pescarese. Un piccolo esercito di circa 7mila potenziali utenti del nuovo strumento pensato per arginare le difficoltà di chi non ha un impiego stabile.
Nel programma della presentazione ufficiale di domani, alle 18,30 è prevista la proiezione del documentario “Senza la terrà sotto i piedi” per la regia di Stefano Buda (62 minuti, musiche di Anemamè e Gianni Inzaina, interviste di Simona Salvi, Stefano Buda, Marco Di Pietrantonio, Ilaria Capelluti, Gianfranco Castorani).
Si tratta del racconto di una moltitudine frammentata di vite divise tra la precarietà del lavoro che condiziona l’esistenza e la voglia di evadere e divertirsi.
Alle 23,30 chiuderà FestAtipica, al Rude club di via dei Peligni, con il concerto (ad ingresso gratuito) degli Anemamè, formazione nata nella zona frentana nel 2003, caratterizzata dalle contaminazioni folk delle canzoni dialettali abruzzesi e composta da Claudio Toni Di Toro (voce), Vincenzo Di Camillo (sassofono), Gianni De Chellis (chitarra), Francesco Di Toro (fisarmonica, tastiera e cori), Carlo Porfilio (batteria) e Fausto Bomba (basso) più il fonico Silvio Andreoli.
www.cameradellavoroprecario.org

16.2.07

I lavoratori precari dell'Isfol in assemblea permanente

Chiedono l'uscita dal precariato infinito e la continuità dell'Istituto
Comunicato stampa

I lavoratori precari dell’ISFOL, in assemblea permanente da tre giorni, denunciano la gravissima situazione in cui versano i collaboratori interni all’Istituto, privi di contratto dal 31 dicembre 2006.

L’ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) è l’Ente Pubblico di Ricerca, vigilato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, che opera in Italia sui temi della formazione, delle politiche sociali e del lavoro.

Nonostante la rilevanza e l’utilità dei servizi che offre per la costruzione di una economia basata sulla conoscenza e la coesione sociale, l’85% del personale che contribuisce alle ordinarie attività è precario (tempi determinati e Co.co.co).

Da anni, per la realizzazione dei suoi compiti istituzionali, l’Isfol si avvale dell’apporto di centinaia di collaboratori presenti stabilmente in Istituto, per i quali ogni anno si pone il problema del rinnovo contrattuale.

Ad oggi, nonostante gli impegni assunti dall’Amministrazione, i contratti di collaborazione per il 2007 risultano bloccati e non si prospettano soluzioni chiare ed immediate per i rinnovi.

DENUNCIAMO l’irresponsabilità con cui l’attuale vertice dell’Istituto sta gestendo la questione, facendo pagare un prezzo altissimo ai collaboratori interni e pregiudicando non solo la funzione ma l’esistenza stessa dell’Istituto.

CHIEDIAMO pertanto ai vertici dell’Istituto ed al Ministro Damiano di assumere le decisioni che competono loro provvedendo al rinnovo immediato dei contratti, sanando quindi una situazione non oltre tollerabile.

CHIEDIAMO infine l’avvio di un percorso condiviso di stabilizzazione di tutto il personale precario dell’Isfol, condizione necessaria per garantire l’esistenza ed il rilancio dell’Istituto.

I lavoratori precari dell’Isfol in assemblea permanente

4.1.07

Per i precari del Comune di Molfetta stipulato il contratto per tutto il 2007

03.01.2007 ore 08:45:00.

Molfetta - Nessun licenziamento, nessuna brutta sorpresa. E quanto fanno sapere dal Comune di Molfetta. Per i 33 lavoratori socialmente utili e per gli 11 lavoratori in regime di collaborazione coordinata e continuativa, già presenti nell’organico comunale barese, il nuovo anno dovrebbe iniziare nel migliore dei modi. La giunta comunale, infatti, ha reso noto di aver dato mandato agli uffici competenti per provvedere a confermare il loro impiego per tutto il 2007. In particolare, il contratto di lavoro per i lavoratori cosiddetti “co.co.co” sarà stipulato, in aderenza alle normative attuali, fino al 31 dicembre 2007 e con le stesse condizioni economiche precedenti. Una decisione importante visto che lo scorso 29 ottobre gli era stato comunicato l’avviso di scadenza naturale dei precedenti contratti e la conseguente sospensione di ogni attività, suscitando grande preoccupazione fra gli stessi lavoratori. «È un atto di grande coraggio - ha commentato il sindaco Antonio Azzollini -. Di fronte a persone in grande difficoltà e con la voglia di lavorare, in un momento in cui è necessario tenere sotto controllo la spesa pubblica corrente, questa amministrazione comunale si è assunta la responsabilità politica di fare tutto il possibile per dar loro la possibilità di non rimanere improvvisamente senza lavoro. Ora, continuerò a lavorare personalmente affinché il problema del precariato trovi una soluzione positiva e definitiva» aggiunge il primo cittadino di Molfetta che, recentemente, nel corso della discussione della legge Finanziaria al Senato, ha proposto un emendamento in tal senso, respinto però dal Governo. «Mi ha fatto piacere ricevere il sentito ringraziamento da parte dei sindacati rappresentanti dei lavoratori. E’ la prova di una città che va avanti nel segno della civiltà e della laboriosità», conclude Azzolini. La decisione di confermare l’impiego dei “co.co.co.” consentirà così di portare a termine i vari progetti nei quali gli 11 lavoratori erano stati già impegnati da tempo, come segnalato da alcuni dirigenti dei vari settori comunali.

Alghero: Ufficio Protocollo ancora chiuso

Ufficio Protocollo ancora chiuso, riaprirà nei prossimi giorni
Muroni «Nessun disagio per l'utenza»
ALGHERO - Ancora in primo piano la situazione dei collaboratori a tempo. Con una nota stampa l´assessore al personale Antonello Muroni spiega la situazione dell´ufficio protocollo, rimasto chiuso in questi giorni. Resta invece in sospeso, in attesa delle direttiva dalla capitale, la questione dei precari. «La gran parte dei contratti di collaborazione aveva come scadenza il 31.12.2006. Nella fase in cui ci si trova, a cavallo delle festività, nessun servizio del Comune ha subito disagi, tranne l’Ufficio Protocollo che, in coincidenza con la scadenza del contratto del personale a collaborazione, ha registrato l’assenza del personale fisso per motivi di malattia. L’Amministrazione ha comunque attivato tutte le procedure per riprendere con regolarità il servizio e già dai prossimi giorni l’Ufficio protocollo riaprirà al pubblico. Va detto che tuttavia il servizio verso l’utenza viene ugualmente fornito nell’area di ricevimento del pubblico di Sant’Anna». La colpa dei disagi nei servizi e nella gestione del personale, secondo Muroni, è da ricercare nelle leggi del governo di Roma. «I problemi del personale a tempo sono generati dal Decreto Bersani - prosegue la nota - e dalle restrizioni che prevede per questo tipo di contratti, e l’Amministrazione, in attesa di conoscere le norme esplicative della Legge Finanziaria, ha provveduto ad affidarsi ad una agenzia di lavoro interinale. Questa soluzione, una delle poche offerte dal decreto, consente all’Amministrazione di avere il tempo di recepire la Finanziaria per poi procedere all’assunzione a tempo indeterminato, qualora la legge lo consenta, del personale a tempo». Evidentemente i sei mesi trascorsi dalla firma del Decreto Bersani (datata luglio 2006) non sono stati sufficienti, per l´amministrazione comunale, a preparare gli strumenti per evitare disagi ai cittadini e ai dipendenti precari. A questi ultimi, per ora, non resta che affidarsi alla Finanziaria 2006 approvata in dicembre, sperando che i tempi richiesti per recepire le direttive nazionali siano stavolta decisamente più brevi.

30.11.06

Oggi atipici, domani poveri (Panorama)

Per la prima volta emerge un grave rischio sociale: i lavoratori flessibili sono destinati a vivere con stipendi e pensioni irrisori.

Trampolino di lancio verso il mondo del lavoro o trappola a vita? Anticamera per il paradiso di un'occupazione dignitosa e soddisfacente o girone infernale senza uscita e senza speranze? Da almeno 10 anni, da quando cioè cominciarono ad apparire le prime figure di lavoratori cosiddetti atipici ai tempi del governo di Lamberto Dini, economisti e politici si accapigliano sul mondo all'apparenza sfuggente e inafferrabile di flessibili, precari, parasubordinati, cococo, cocopro e simili.
Più che ancorato a statistiche e dati certi, il dibattito finora è apparso orientato dalle appartenenze, dalle ideologie, se non dai pregiudizi. Essere pro o contro flessibilità e lavoro atipico in questo contesto è stato spesso più un atto di fede che una scelta ragionata.

Ora un accurato rapporto dell'Isae (Istituto di studi e analisi economiche) aiuta se non altro a orientarsi meglio. Lo studio effettuato con l'incrocio di una mole notevole di dati Inps e delle 40.386 interviste a base dell'indagine Plus 2005 dell'Isfol, istituto per la formazione del lavoro, non scioglie con un colpo netto il quesito forse irrisolvibile: se il lavoro atipico sia un'opportunità o una condanna. Per la prima volta, però, documenta non a spanne, ma sulla base di un approccio scientifico, la possibile insorgenza di un rischio sociale gravissimo.
Il rischio, cioè, che si stiano creando i presupposti perché in futuro si formino schiere di anziani poverissimi. Una prospettiva sociale preoccupante e per niente scongiurata da quanto stabilito nella Finanzaria 2007 a proposito di regime contributivo per gli atipici, con l'innalzamento della contribuzione dal 20 al 23 per cento, un terzo a carico del lavoratore e due terzi del datore di lavoro.

Il capitolo del rapporto che riguarda le prospettive previdenziali dei flessibili cerca di delineare che cosa succederà a un lavoratore atipico nel momento in cui arriverà in fondo alla sua carriera lavorativa. Il soggetto preso in esame non è un tizio sfortunatissimo, con un salario di ingresso eccezionalmente basso e una vita lavorativa particolarmente negativa e accidentata.
Anzi, il signor X dello studio appare se non tra i più fortunati, almeno al di sopra della media: venticinquenne, ha uno stipendio di ingresso di 14.500 euro lordi all'anno e sulla base delle statistiche Isfol finora disponibili si ipotizza che nell'arco della sua carriera sia perseguitato da una probabilità di disoccupazione pari all'11,3 per cento all'anno.

Cioè si suppone che proprio in quanto flessibile non lavori tutti i 12 mesi, ma il suo impegno sia intervallato da buchi di non lavoro. Si suppone, infine, che per lui l'atipicità sia non una condizione passeggera, ma un vincolo a vita, cioè che non riesca mai a evadere dalla precarietà e a raggiungere un contratto a tempo indeterminato.
Di tutte le ipotesi assunte dai curatori dello studio, questa è l'unica veramente aleatoria, nel senso che dopo un decennio di sperimentazione della flessibilità nessuno è in grado di dire davvero se la società italiana dovrà fare i conti con la figura dei precari a vita oppure se prima o poi anche per ogni atipico ci sarà una qualche redenzione lavorativa.

Dallo studio risulta che in molti casi l'atipicità si configura come una trappola e in moltissimi altri è invece una rapida fase transitoria verso contratti di lavoro migliori. In particolare dal rapporto emerge che «chi è già stato in passato un atipico nel 22 per cento dei casi lo è ancora, mentre nel 45,7 il lavoro atipico è stato seguito da un'assunzione a tempo indeterminato».

Atesia, un caso ancora aperto

"Si legge nell'ordinanza 6365 del Tar del Lazio, pronunciata il 22 novembre: l'esercizio di potere di diffida da parte degli ispettori del lavoro 'appare idoneo ad arrecare una lesione concreta ed attuale all'impresa destinataria dell'accertamento... a fronte dei molteplici rischi paventati dalla ricorrente ed alla luce dell'imminente (ancorchè eventuale) mutamento del quadro giuridico di riferimento appare preminente garantire il mantenimento della situazione in essere'. Ma qual è l'imminente mutamento del quadro giuridico di riferimento' che ha condizionato la sospensiva del Tar del Lazio sui provvedimenti presi dagli ispettori?". Così il coordinamento nazionale Rdb Ministero del Lavoro interviene in merito alla vicenda Atesia. "E' l'articolo 178 della Finanziaria 2007 - si legge nella nota - che, se dovesse passare, modificherebbe in peggio il decreto legislativo 10 settembre 2003, 276 (Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro di cui alla legge 14/2/2003 30). Infatti l'art. 69 del decreto legislativo 276 attuativo della legge 30 (Divieto di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa atipici e conversione del contratto) al primo comma recita: 'i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa instaurati senza l'individuazione di uno specifico progetto, programma di lavoro o fase di esso ai sensi dell'articolo 61, comma 1, sono considerati rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dalla data di costituzione del rapporto'. Gli ispettori del lavoro nel loro rapporto, a seguito dell'accesso ispettivo presso l'Atesia, hanno applicato, tra gli altri, gli artt. 61 e 69 di una legge iper liberista come la Biagi che solo al Capo I (lavoro a progetto e lavoro occasionale), offre alcune garanzie ai lavoratori co.co.co. e co. co.pro proprio negli articoli sopracitati". "Potevano durare quegli articoli? - sottolinea Rdb - Certo che no. E così la Riforma Biagi è stata modificata, ma in peggio. Ci hanno, infatti, pensato Cgil, Cisl, Uil con la loro ormai consolidata tradizione di accordi aziendali peggiorativi della legge 30 e con i loro 'avvisi comuni' (es. quello siglato il 4 ottobre
2006 insieme a Confindustria alla presenza di Damiano), e ci ha pensato il Ministro con la sua circolare salomonica (la n.17 del 14 giugno 2006) a predisporre il 'clima giusto' a cancellare gli unici e imbarazzanti articoli della riforma Biagi potenzialmente a favore dei collaboratori a progetto. Questo a seguito dei risultati ottenuti dagli ispettori che, va ricordato, hanno agito in piena autonomia tanto che, secondo qualche illustre personaggio politico del centrosinistra, non hanno avuto la 'creanza' di avvisare per tempo il Ministro del loro operato, spiazzandolo". "Ecco allora l'inserimento nella legge Finanziaria del 2007 dell'articolo 178 - aggiunge la nota - che prevede che mediante accordi sindacali e con atti di conciliazione individuali sottoscritti dai lavoratori, questi vedranno trasformati i contratti di lavoro autonomo in contratti di lavoro subordinato a condizione però di rinunciare a qualsiasi rivendicazione pregressa". "L'Atesia ringrazia - conclude la nota - continuerà a macinare miliardi sulla pelle di migliaia di precari sottopagati e ricattati e a minacciare la chiusura se costretta a rispettare le leggi. Ci auguriamo che l'Unione al Governo dimostri di non essere del tutto subalterna alla Confindustra e che l'articolo 178 sia quindi cancellato dalla Finanziaria o seriamente emendato. Una cosa è certa: la lotta dei precari, di Atesia e non solo, si farà ancora più incisiva: c'è da giurarlo. Noi continueremo a sostenerla".

28.11.06

Civitavecchia: nasce il Comitato dei lavoratori precari del Comune

Nasce il Comitato dei lavoratori precari del Comune
L'obiettivo è il rinnovo dei contratti e la stesura di un protocollo d'intesa per carare un piano di stabilizzazione

CIVITAVECCHIA - Si è costituito nella giornata di ieri, con la adesione di circa 50 persone, il Comitato dei Lavoratori Precari del Comune di Civitavecchia formato da lavoratori Co.Co.Co – Co.Co.Pro – Tempo Determinato e Vigili Urbani coadiuvati dalle sigle sindacali RDB-CUB Enti Locali e DICCAP-SULPM per gli agenti di Polizia Municipale.
Tra le tante motivazioni che hanno spinto i lavoratori a costituirsi in Comitato c’è la immediata scadenza di tutti i contratti di lavoro, rispettivamente 31 dicembre 2006 per i Tecnici e Amministrativi e 30 Aprile 2006 per i Vigili Urbani assunti a concorso Tempo Determinato.
Numerosi gli uffici comunali che si troverebbero in difficoltà per il mancato rinnovo dei contratti o appalti dei circa 90 lavoratori precari comunali con conseguente disagio anche per i cittadini utenti.
Oltre alla nomina dei suoi rappresentanti, Il Comitato ha deciso di chiedere un incontro a breve termine con il Sindaco e l’Assessore Finanze e Personale finalizzato al rinnovo immediato dei contratti di tutti i lavoratori precari e alla stesura di un protocollo d’intesa per un Piano di Stabilizzazione definitiva o eventuale trasformazione di tutti i contratti a tempo determinato con durata triennale.