Paolo Repetto, 11 dicembre 2006
Si è aperta, al Senato, una grande opportunità di stabilizzazione nell'ambito della pubblica amministrazione e il programma dell'Unione comincia a trovare applicazione concreta. Il fine ultimo è ambiziosissimo: riportare il lavoro a tempo indeterminato al rango di lavoro "normale"
Sconfiggere il precariato, stabilizzare i lavoratori della pubblica amministrazione. Nelle maglie degli emendamenti alla Finanziaria 2007, la sinistra cosiddetta "radicale" ha condotto una battaglia importante (vedremo nei prossimi giorni con quali risultati) al fine di rispondere alle aspettative dell'elettorato dell'Unione. Recentissimamente è stato raggiunto un accordo di maggioranza al Senato (per iniziativa del gruppo Pdci-Verdi, prima firmataria la capogruppo Manuela Palermi) che prevede la costituzione di un fondo per la stabilizzazione dei lavoratori nella pubblica amministrazione centrale. Grazie a quell'intesa, finalmente, si raccolgono i primi frutti dell'impegno utile a valorizzare il lavoro "sicuro" e a dare un segnale contro quella precarietà che impedisce a centinaia di migliaia di persone e alle loro famiglie di arrivare alla quarta settimana del mese.
Bisognerà capire che cosa accadrà nell'aula di palazzo Madama, molto dipenderà da come si confronteranno le varie anime della coalizione (visto che le cronache dei giornali di oggi ci raccontano della "freddezza" del ministro Padoa Schioppa in merito al tema della stabilizzazione) in vista di un risultato definitivo. Per ora possiamo solo limitarci a ricordare qualche passaggio-chiave che ha condotto ad alimentare buone speranze: si cominciò alla Camera, e precisamente in Commissione Lavoro, con l'approvazione di alcuni emendamenti proposti dal presidente Pagliarini del Pdci: emendamenti che ponevano appunto al centro del confronto la condizione dei precari e dei contrattualizzati "a formazione e lavoro" della pubblica amministrazione. In Commissione Bilancio quelle proposte di modifica e integrazione non furono prese in considerazione, ma nel corso del passaggio in aula il segretario Pdci Diliberto le ripresentò, strappando (con un ordine del giorno) l'impegno del governo ad assumerne i contenuti. Poi la Finanziaria è approdata al Senato e arriviamo così ai giorni nostri.
L'accordo al Senato appare come un ottimo segnale; qualcuno dice addirittura che potrebbe essere il primo passo verso la svolta più significativa - all'insegna della valorizzazione del lavoro e della lotta al precariato - degli ultimi anni. Vedremo. Comunque sia (piaccia o non piaccia ai liberisti della coalizione) si è aperta una grande opportunità di stabilizzazione nell'ambito della pubblica amministrazione e il programma dell'Unione comincia a trovare applicazione concreta. Il fine ultimo è ambiziosissimo: riportare il lavoro a tempo indeterminato al rango di lavoro "normale". E' il fine obbligato per chi ritiene che un'occupazione stabile e sicura sia premessa indispensabile per lo sviluppo all'insegna dell'equità e della giustizia sociale.
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11.12.06
7.12.06
Finanziaria: accordo su fondo per la stabilizzazione dei precari della Pubblica Amministrazione
FINANZIARIA: ACCORDO SU FONDO PER STABILIZZAZIONE PRECARI P.A.
Roma, 7 dic. - (Adnkronos) - Un fondo per la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. Questo il tema su cui e' stato raggiunto l'accordo nel corso della cabina di regia che si e' tenuta al Senato. Tra le ipotesi allo studio per la copertura iniziale spunta di nuovo l'utilizzo dei conti correnti silenti. Altre risorse potrebbero essere reperite attraverso i maggiori utili, rispetto a quento stimato, delle societa' statali o a partecipazione statale.
(Sim/Pn/Adnkronos)
Roma, 7 dic. - (Adnkronos) - Un fondo per la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. Questo il tema su cui e' stato raggiunto l'accordo nel corso della cabina di regia che si e' tenuta al Senato. Tra le ipotesi allo studio per la copertura iniziale spunta di nuovo l'utilizzo dei conti correnti silenti. Altre risorse potrebbero essere reperite attraverso i maggiori utili, rispetto a quento stimato, delle societa' statali o a partecipazione statale.
(Sim/Pn/Adnkronos)
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E i Cobas scioperano per i precari (Il Giornale 7/12/06)
«No alle assunzioni decise direttamente dai capi d’istituto»
da Roma
Braccia incrociate nella scuola. Oggi, infatti, i Cobas «sciopereranno e manifesteranno nuovamente (dopo il successo dello sciopero di tutto il lavoro dipendente del 17 novembre con trecentomila manifestanti in piazza) contro i tagli alla scuola pubblica della Finanziaria (migliaia di classi e 50mila posti di lavoro) e i finanziamenti alla scuola privata (150 milioni di euro in più rispetto al governo Berlusconi)».
Tra le altre questioni al centro della protesta, spiega in una nota il portavoce nazionale dei Cobas,
Piero Bernocchi, «l'abrogazione delle leggi Moratti; l'assunzione di tutti i precari, poiché non è affatto sufficiente il mantenimento delle graduatorie permanenti, visto che il governo vuole arrivare all'assunzione diretta del personale da parte dei capi di istituto; il rinnovo del contratto scaduto da un anno, con 300 euro di aumento per docenti e Ata, e per la corresponsione immediata dell'indennità di vacanza contrattuale».
«Anche lo Snals e Gilda - prosegue Bernocchi - dopo mesi di passività, hanno promosso per il 7 lo sciopero: è dunque una buona occasione per far sì che diventi lo sciopero di tutti. È davanti al Senato, conclude Bernocchi «interverranno anche senatori per spiegare gli impegni dei rispettivi partiti nei confronti della politica scolastica del governo e della Finanziaria».
da Roma
Braccia incrociate nella scuola. Oggi, infatti, i Cobas «sciopereranno e manifesteranno nuovamente (dopo il successo dello sciopero di tutto il lavoro dipendente del 17 novembre con trecentomila manifestanti in piazza) contro i tagli alla scuola pubblica della Finanziaria (migliaia di classi e 50mila posti di lavoro) e i finanziamenti alla scuola privata (150 milioni di euro in più rispetto al governo Berlusconi)».
Tra le altre questioni al centro della protesta, spiega in una nota il portavoce nazionale dei Cobas,
Piero Bernocchi, «l'abrogazione delle leggi Moratti; l'assunzione di tutti i precari, poiché non è affatto sufficiente il mantenimento delle graduatorie permanenti, visto che il governo vuole arrivare all'assunzione diretta del personale da parte dei capi di istituto; il rinnovo del contratto scaduto da un anno, con 300 euro di aumento per docenti e Ata, e per la corresponsione immediata dell'indennità di vacanza contrattuale».
«Anche lo Snals e Gilda - prosegue Bernocchi - dopo mesi di passività, hanno promosso per il 7 lo sciopero: è dunque una buona occasione per far sì che diventi lo sciopero di tutti. È davanti al Senato, conclude Bernocchi «interverranno anche senatori per spiegare gli impegni dei rispettivi partiti nei confronti della politica scolastica del governo e della Finanziaria».
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4.12.06
Scuola, arriva la norma "salvasupplenti" le graduatorie diventano a esaurimento
Modificato l'emendamento: le liste che non saranno più cancellate nel giro
di 3 anni, ma congelate in attesa che tutti gli iscritti trovino una cattedra fissa
Scuola, arriva la norma "salvasupplenti"
le graduatorie diventano a esaurimento
E intanto rinviati ai 14 dicembre gli scioperi previsti per l'11 e il 13
di SALVO INTRAVAIA
In arrivo la norma "salvasupplenti" per la scuola. Il governo ha infatti presentato un emendamento al comma 262 della Finanziaria che dovrebbe porre fine alla querelle sulle graduatorie provinciali permanenti (le liste utilizzate il reclutamento del 50 per cento degli insegnanti assunti nella scuola) sollevate all'indomani della presentazione della manovra di bilancio alla Camera.
Il nuovo testo che, secondo le prime indiscrezioni ha già raccolto il parere favorevole di tutte le forze politiche all'interno della maggioranza, e di parte della opposizione, modifica la precedente formulazione - che prevedeva la cancellazione delle graduatorie permanenti a partire dall'anno scolastico 2010/2011 - nella versione più soft delle graduatorie 'ad esaurimento'. "Si vogliono tutelare, da un lato, tutti coloro che hanno maturato aspettative" - spiega Mariangela Bastico, veceministro della Pubblica istruzione. Ma non solo. "Bloccando l'aggiornamento delle graduatorie, tranne per coloro che hanno già intrapreso la strada dell'insegnamento - prosegue la Bastico - e dopo la verifica intermedia entro 18 mesi dall'entrata in vigore della Finanziaria, si vogliono riscrivere le regole per il reclutamento degli insegnanti per evitare di produrre nuovo precariato. L'auspicio è che l'eventuale approvazione dell'emendamento in commissione Bilancio del Senato produca la modifica del testo in aula".
In altre parole le graduatorie permanenti, che al momento vedono presenti a livello nazionale 304 mila insegnanti abilitati, non verrebbero più cancellate nel giro di tre anni ma, anche in vista delle 150 mila assunzioni programmate dal governo Prodi, verrebbero congelate in attesa che tutti gli iscritti trovino una cattedra fissa. Insomma, la modifica metterebbe al sicuro i diritti maturati da coloro che avevano investito sull'insegnamento.
Secondo le prime informazioni gli ultimi a potersi inserire in graduatoria saranno coloro che hanno iniziato un percorso di abilitazione (Ssis e corsi abilitanti riservati) o che sono già in possesso dell'abilitazione all'insegnamento. Dopo, l'esecutivo penserà un nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti, attualmente reclutati per metà attraverso le graduatorie permanenti e per l'altro 50 per cento per mezzo dei concorsi a cattedre banditi ogni tre anni.
I sindacati. Le prime reazioni dei sindacati, che anche per questo motivo hanno proclamato scioperi per dicembre (che ora dovranno essere spostati, ma ci torniamo dopo) sono positive. "Si tratterebbe di un atto di giustizia nei confronti di tutti gli insegnanti che hanno maturato diritti negli ultimi anni e per coloro che hanno già intrapreso la strada dell'insegnamento - dichiara Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola - Ma allo stesso tempo una risposta alle rivendicazioni del sindacato e un importante segnale positivo di continuità per l'intero sistema scolastico nazionale".
Più cauto Massimo Di Menna, della Uil Scuola. "Se verrà approvato, è un fatto sicuramente positivo per chi aspetta da anni l'immissione in ruolo - dice Di Menna - Ma si tratta solo di un punto della vertenza sulla scuola che resta aperta".
"Soddisfatto" Enrico Panini, della Flc Cgil, che valuta l'apertura del governo come "Un primo passo. Occorre vigilare l'iter parlamentare della Finanziaria - aggiunge - per non avere sorprese finali".
Gli scioperi spostati. Slitta lo sciopero della scuola dell'11 e 13 dicembre. Le due giornate di astensione per un'ora dalle lezioni indette da Flc Cgil, Cisl e Uil scuola - l'11 per gli insegnanti della scuola materna, elementare e media e il 13 per quelli del superiore - sono state accorpate in un unico sciopero per giovedì 14 dicembre cui parteciperanno docenti, dirigenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). La decisione è maturata dopo i rilievi sollevati dalla Commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero che ha contestato il mancato rispetto dell'intervallo minimo (7 giorni) fra uno sciopero e il successivo dello stesso comparto. Giovedì 7 infatti scenderà in piazza il personale della scuola aderente a Gilda e Snals.
(4 dicembre 2006)
di 3 anni, ma congelate in attesa che tutti gli iscritti trovino una cattedra fissa
Scuola, arriva la norma "salvasupplenti"
le graduatorie diventano a esaurimento
E intanto rinviati ai 14 dicembre gli scioperi previsti per l'11 e il 13
di SALVO INTRAVAIA
In arrivo la norma "salvasupplenti" per la scuola. Il governo ha infatti presentato un emendamento al comma 262 della Finanziaria che dovrebbe porre fine alla querelle sulle graduatorie provinciali permanenti (le liste utilizzate il reclutamento del 50 per cento degli insegnanti assunti nella scuola) sollevate all'indomani della presentazione della manovra di bilancio alla Camera.
Il nuovo testo che, secondo le prime indiscrezioni ha già raccolto il parere favorevole di tutte le forze politiche all'interno della maggioranza, e di parte della opposizione, modifica la precedente formulazione - che prevedeva la cancellazione delle graduatorie permanenti a partire dall'anno scolastico 2010/2011 - nella versione più soft delle graduatorie 'ad esaurimento'. "Si vogliono tutelare, da un lato, tutti coloro che hanno maturato aspettative" - spiega Mariangela Bastico, veceministro della Pubblica istruzione. Ma non solo. "Bloccando l'aggiornamento delle graduatorie, tranne per coloro che hanno già intrapreso la strada dell'insegnamento - prosegue la Bastico - e dopo la verifica intermedia entro 18 mesi dall'entrata in vigore della Finanziaria, si vogliono riscrivere le regole per il reclutamento degli insegnanti per evitare di produrre nuovo precariato. L'auspicio è che l'eventuale approvazione dell'emendamento in commissione Bilancio del Senato produca la modifica del testo in aula".
In altre parole le graduatorie permanenti, che al momento vedono presenti a livello nazionale 304 mila insegnanti abilitati, non verrebbero più cancellate nel giro di tre anni ma, anche in vista delle 150 mila assunzioni programmate dal governo Prodi, verrebbero congelate in attesa che tutti gli iscritti trovino una cattedra fissa. Insomma, la modifica metterebbe al sicuro i diritti maturati da coloro che avevano investito sull'insegnamento.
Secondo le prime informazioni gli ultimi a potersi inserire in graduatoria saranno coloro che hanno iniziato un percorso di abilitazione (Ssis e corsi abilitanti riservati) o che sono già in possesso dell'abilitazione all'insegnamento. Dopo, l'esecutivo penserà un nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti, attualmente reclutati per metà attraverso le graduatorie permanenti e per l'altro 50 per cento per mezzo dei concorsi a cattedre banditi ogni tre anni.
I sindacati. Le prime reazioni dei sindacati, che anche per questo motivo hanno proclamato scioperi per dicembre (che ora dovranno essere spostati, ma ci torniamo dopo) sono positive. "Si tratterebbe di un atto di giustizia nei confronti di tutti gli insegnanti che hanno maturato diritti negli ultimi anni e per coloro che hanno già intrapreso la strada dell'insegnamento - dichiara Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola - Ma allo stesso tempo una risposta alle rivendicazioni del sindacato e un importante segnale positivo di continuità per l'intero sistema scolastico nazionale".
Più cauto Massimo Di Menna, della Uil Scuola. "Se verrà approvato, è un fatto sicuramente positivo per chi aspetta da anni l'immissione in ruolo - dice Di Menna - Ma si tratta solo di un punto della vertenza sulla scuola che resta aperta".
"Soddisfatto" Enrico Panini, della Flc Cgil, che valuta l'apertura del governo come "Un primo passo. Occorre vigilare l'iter parlamentare della Finanziaria - aggiunge - per non avere sorprese finali".
Gli scioperi spostati. Slitta lo sciopero della scuola dell'11 e 13 dicembre. Le due giornate di astensione per un'ora dalle lezioni indette da Flc Cgil, Cisl e Uil scuola - l'11 per gli insegnanti della scuola materna, elementare e media e il 13 per quelli del superiore - sono state accorpate in un unico sciopero per giovedì 14 dicembre cui parteciperanno docenti, dirigenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). La decisione è maturata dopo i rilievi sollevati dalla Commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero che ha contestato il mancato rispetto dell'intervallo minimo (7 giorni) fra uno sciopero e il successivo dello stesso comparto. Giovedì 7 infatti scenderà in piazza il personale della scuola aderente a Gilda e Snals.
(4 dicembre 2006)
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28.11.06
28/11 Conferenza nazionale di precarietà. La cronaca.
Stamattina, alle prime luci dell’alba (verso le 9) hanno cominciato ad affluire i partecipanti alla Conferenza nazionale di statistica, al Palazzo dei congressi dell’EUR.
Un gruppo di lavoratori (precari e non) si è dato appuntamento all’entrata, dove ha volantinato fino all’inizio della conferenza.
Iniziata la conferenza nell’aula magna con l’intervento del presidente Biggeri, che ha iniziato lamentandosi dei tagli alla ricerca presenti nella Finanziaria 2007 licenziata alla Camera, i precari hanno cominciato ad entrare, in molti portando addosso cartelli che spiegavano la loro condizione: con data di scadenza e (antica) data di ingresso all’Istat.
L’ingresso è stato rallentato dalle forze dell’ordine, che hanno cercato di bloccare l’entrata dei pericolosi lavoratori Istat con dei cartelli appesi al collo. Dopo una trattativa tutti i lavoratori sono entrati e hanno volantinato nella platea, informando giornalisti, politici e dirigenti pubblici della loro situazione.
E’ così che Franco Marini, il presidente del senato, ha iniziato il suo intervento con il nostro volantino in mano. Promettendo che al senato qualcosa cambierà. “Sicurezza e ricerca sono le priorità” - ha detto Marini, fra gli applausi (per la ricerca, un po’ meno per la sicurezza. Anche se a quel punto abbiamo guardato i carabinieri e per un secondo ci siamo chiesti se non dovessimo tentare di allearci…).
Sciolta la plenaria, molti giornalisti si sono interessati alla problematica dei lavoratori dell’Istat, in particolare per quanto riguarda i rilevatori delle forze lavoro. Sono 320, attualmente co.co.co., e in questo momento senza nessun futuro. A gennaio non hanno più un contratto. Sono arrivate le agenzie di stampa e i TG delle 13 (pare) hanno trasmesso la notizia e le immagini.
Preoccupante uno degli stand della conferenza, dedicato alle ricerche low cost. E’ il nostro futuro?
Un gruppo di lavoratori (precari e non) si è dato appuntamento all’entrata, dove ha volantinato fino all’inizio della conferenza.
Iniziata la conferenza nell’aula magna con l’intervento del presidente Biggeri, che ha iniziato lamentandosi dei tagli alla ricerca presenti nella Finanziaria 2007 licenziata alla Camera, i precari hanno cominciato ad entrare, in molti portando addosso cartelli che spiegavano la loro condizione: con data di scadenza e (antica) data di ingresso all’Istat.
L’ingresso è stato rallentato dalle forze dell’ordine, che hanno cercato di bloccare l’entrata dei pericolosi lavoratori Istat con dei cartelli appesi al collo. Dopo una trattativa tutti i lavoratori sono entrati e hanno volantinato nella platea, informando giornalisti, politici e dirigenti pubblici della loro situazione.
E’ così che Franco Marini, il presidente del senato, ha iniziato il suo intervento con il nostro volantino in mano. Promettendo che al senato qualcosa cambierà. “Sicurezza e ricerca sono le priorità” - ha detto Marini, fra gli applausi (per la ricerca, un po’ meno per la sicurezza. Anche se a quel punto abbiamo guardato i carabinieri e per un secondo ci siamo chiesti se non dovessimo tentare di allearci…).
Sciolta la plenaria, molti giornalisti si sono interessati alla problematica dei lavoratori dell’Istat, in particolare per quanto riguarda i rilevatori delle forze lavoro. Sono 320, attualmente co.co.co., e in questo momento senza nessun futuro. A gennaio non hanno più un contratto. Sono arrivate le agenzie di stampa e i TG delle 13 (pare) hanno trasmesso la notizia e le immagini.
Preoccupante uno degli stand della conferenza, dedicato alle ricerche low cost. E’ il nostro futuro?
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