La caduta.
Il governo ha avuto sulla finanziaria la fiducia del Parlamento. Non la nostra.
Michele Corsi, da ReteScuole del 27/12/2006
Un bel film di dieci anni fa che si intitola "L'odio" si apre con una voce fuori campo che dice: "è la storia di uno che si butta da un palazzo di 50 piani. E ad ogni piano mormora: fino a qui tutto bene... fino a qui tutto bene... fino a qui tutto bene..." Mi sono venute in mente queste frasi pensando al governo dell'Unione e alla sua finanziaria. L'Unione ha già tagliato, a pochi mesi dalla sua vittoria, le proprie relazioni con la base sociale che l'ha eletta, con una rapidità sbalorditiva. Precipita: nelle prospettive, nei consensi, nella lucidità, ma mormora tra sé e sé: fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene...
La scuola era stata protagonista di un movimento che ha contribuito grandemente alla sconfitta di Berlusconi, il suo popolo ha votato massicciamente per il centrosinistra, e non era certo scontato. Qualche mese dopo ecco il neoeletto governo votare una finanziaria che taglia sulla scuola quanto la Moratti. Col senno di poi possiamo dirci che la Moratti non era stronza come pensavamo, ma, semplicemente, poco furba: se qualcuno le avesse sussurrato all'orecchio "non tagliare i docenti del tempo pieno, aumenta invece gli alunni per classe!" avrebbe ottenuto risultati maggiori e senza troppi casini. L'Unione taglia in questo modo 50.000 docenti, e le sta andando liscia come l'olio. I personaggi che emettono circolari e declamano discorsi contro il bullismo, sono gli stessi che con la finanziaria lo favoriscono nei fatti: non credo occorra dedicare nemmeno mezza riga al nesso tra classi sovraffollate e diminuzione della qualità dell'insegnamento e della convivenza civile nelle scuole. Fioroni si "indigna" per l'esistenza dei bulli, ma è lui il bullo numero 1: ingolfa le classi e allo stesso tempo aumenta i finanziamenti alle scuole private. Bullismo ministeriale. Napolitano ha decretato il bullismo calamità nazionale, ma la finanziaria che ha controfirmato taglia i finanziamenti agli enti locali, che gestiscono gli edifici scolastici. Bullismo presidenziale. E le scuole che cadono a pezzi non sono una calamità? E poi, cari ministri: che ipocrisia versare lacrime di coccodrillo verso un disabile maltrattato dai propri coetanei, quando nello stesso istante si architetta di tagliare risorse sul sostegno all'handicap! Questi ministri, come i bulli, ti spintonano nelle pozzanghere, dopodiché: i ragazzini bulli si mettono a ridere, i ministri bulli, invece, si indignano perché ti sei sporcato i pantaloni.
I bulli hanno alle spalle famiglie disastrate, restituiscono in malo modo e ai soggetti sbagliati, quel che han subito. Ma i nostri governanti-bulli? Loro non hanno subito niente! Sono i movimenti, scendendo instancabilmente in piazza lungo questi anni, che hanno creato le condizioni per far cadere la destra mentre loro se ne stavano lì belli belli a volteggiare tra un convegno e l'altro, e dovevamo pure pregarli di dire qualcosa di vagamente progressista. E loro: non so, ci penso, vedremo... Li abbiamo eletti, e ora fanno quel che vogliono, cioé quel che sanno fare meglio: preparare le condizioni sociali per il ritorno della destra.
L'Unione ha mentito. E' vero, non aveva promesso l'abrogazione della riforma Moratti, ma c'era scritto qualcosa che ci andava molto vicino, nel famoso programma. All'inizio molti speravano: dal Ministero veniva un "linguaggio" nuovo, anche se pochi fatti. Poi ci sono stati i fatti, e il linguaggio che prima pareva "nuovo" poi, semplicemente, è parso ipocrita. La riforma Moratti sta lì, e nessuno la tocca. La circolare sulle iscrizioni è quasi indistinguibile da quella di un anno fa. L'Unione aveva detto: più soldi alla scuola, "perché i giovani..." "perché il futuro..." "perché..." e ha tagliato nella scuola più che in ogni altro settore, aumentando invece i soldi per le spese militari. Ha mentito. Mi viene da ridere, si fa per dire, quando sento qualcuno dentro l'Unione che si inalbera sui Pacs ed esclama: "i Pacs non c'erano nel programma!" e perché: i tagli alla scuola invece sì?
Quando mi capita di ascoltare qualche esponente della destra gridare frasi volgari e ripugnanti, mi dico: ma da dove sono saltati fuori questi qua? Come mai possono permettersi di dire tutto, di tutto, senza che nessuno del circo mediatico-politico si indigni, si alteri, protesti? Perché possono permettersi di insultare continuamente tutti, lavoratori, insegnanti, immigrati, musulmani, donne, omosessuali, senza che vi sia uno straccio di reazione da parte di chi ci dovrebbe rappresentare? E allora penso. Penso ai balletti sulla Rai e al fatto che tutti i pezzi della destra se ne stanno lì senza che nessuno li tocchi, qualcuno è stato spostato con molte scuse ad incarichi più lucrosi. Penso ai fischi a Prodi: quando era accaduto a Berlusconi i media avevano gridato ad un attacco terroristico. Pazienza: sappiamo in che mani erano e sono. Ma la sinistra? La ricordo perfettamente subito sulla difensiva, a porgere la propria solidarietà al "presidente". Ora che il "presidente" dice a Prodi che i fischi se li merita, nessuno che gridi allo scandalo, nonostante che il carattere più o meno organizzato di quella contestazione fosse palese. E penso ai cori schiamazzanti di quando viene bruciato in manifestazione un qualche simbolo di italianità, negli USA accade regolarmente e nessuno ci trova nulla da ridire, da noi casca il mondo. Ma se la destra dice cose sanguinarie tipo che i musulmani vanno buttati tutti a mare: silenzio. Allora penso: questa destra l'abbiamo creata noi, noi della sinistra. La destra, in ogni paese, non ha caratteristiche autonome, è la risposta politica dei ceti forti alla presenza organizzata della sinistra. Questi ceti, se potessero, farebbero a meno anche di rappresentanza politica. Per questo il loro personale politico, ha la qualità minima indispensabile ad affrontare la sinistra che c'è. E allora ogni sinistra ha la destra che si merita. Rutelli si "merita" Calderoli. Una sinistra che facesse il proprio mestiere, o che fosse semplicemente un po' più sveglia, costringerebbe la destra ad attrezzarsi con partiti e politici che fossero all'altezza del confronto.
Occupano i nostri terreni. La manifestazione della destra a Piazza San Giovanni, ad esempio. Certo, non erano un milione come dicevano. Ma: la sinistra sarebbe in grado di portarne in piazza altrettanti, ora, per difendere il suo operato? Non ci prova nemmeno. Eppure era quel che si doveva fare. Ma tutti sapevano che la base sociale che l'ha votata non sarebbe scesa in piazza per sostenerla, dopo quella finanziaria. Così abbiamo una destra che difende efficacemente gli interessi economici della sua base sociale e una sinistra che... ci dice Fassino: "tranquilli, ora parte la fase due". Così mi sono letto l'intervista dove parlava del rilancio dell'"azione riformista". La fase due sarebbe: privatizzazioni, allungamento dell'età pensionabile, via il tfr.... ma: una cosa, una sola cosa vagamente di sinistra è in grado di pronunciarla questa gente lì?
Non c'è nulla che possa convincere i capi della nostra sinistra che, portando avanti una politica di destra, la sinistra viene sconfitta. Nei fatti: che ci perdono, loro? Questo personale politico rimane sempre in pista: deputati lo sono comunque, anche se all'opposizione, mica ci rimettono la pensione. Per questo, appena un corteo dai toni semifascisti come quello dei poliziotti ha sfilato per Roma, Fassino li ha ricevuti di corsa, e subito si sono trovati i soldi per i loro aumenti. Ma a nulla sono valse le proteste del mondo della scuola per eliminare i tagli. Le lamentele dei ricchi per le tasse sui Suv e la successione, hanno avuto effetto immediato. Ma quando si sono fatti sentire gli operai di Mirafiori, Fassino ha commentato: "gli operai di Mirafiori vanno ascoltati, come tutti, per spiegare meglio il senso dell'azione di governo". "Spiegare"?!? Quando a muoversi sono categorie che fanno riferimento alla destra, non vengono "ascoltate": si fa quel che dicono e punto. Perché Fassino non usa lo stesso tono paternalista verso l'associazione italiana banchieri? Perché il pronunciamento di un vescovo vale sempre più dell'opinione della maggioranza degli italiani? E allora il problema non è solo che alle prossime elezioni vincerà di nuovo la destra, ma che questa alternanza produce, sconfitta dopo sconfitta, uno slittamento a destra del senso comune di questa società. L'altro giorno a scuola dovevo spiegare cos'erano la destra e la sinistra politica, in termini generali, ovviamente, e senza fare riferimento alla situazione italiana. E mi sono scoperto usare continuamente il condizionale: "la sinistra dovrebbe essere quella parte politica che difende..." "dovrebbe fare..." "dovrebbe dire....". Poveretti, chissà cosa avranno capito. Associano la parola "sinistra" alla faccia di Fioroni? Speriamo di no. Ma allora: a cosa l'associano?
Quando mi lamento dell'Unione, mi spiace, intendo tutta l'Unione. E' doloroso, per me, constatarlo perché la sinistra radicale che là si trova incastrata sta sicuramente patendo, ma vedere votata la finanziaria che taglia le risorse alla scuola da Rutelli fino ai deputati ultrarivoluzionari, boh, mi ha fatto un po' impressione. Sì, certo: "non avevamo scelta", "ma allora cosa facciamo, vuoi veder tornare su Berlusconi?" ecc. ecc. conosco i discorsi. Però, compagni, allora qualcosa della vostra fantastica strategia non ha funzionato: nel governo non contate un belìn, e allora ditelo, ditelo che qualche errorino in qualche momentino dovete pur averlo fatto.
A scanso di equivoci: non è che vedo grandi alternative politiche fuori dall'Unione. I cobas, che sono un gruppo sindacal-politico, come essi stessi si definiscono, fanno giuste critiche all'Unione, eppure quando leggo sul loro sito che lo sciopero, al quale ho aderito, è stato uno straordinario successo nella scuola, mi vien da ridere. Sembrano comunicati da Unione Sovietica. Hanno ragione a lamentarsi del carattere antidemocratico delle elezioni rsu, del resto, però, quelle regole c'erano anche nelle due elezioni precedenti, e i cobas diminuiscono costantemente i propri consensi, elezione dopo elezione. Una domandina su qualche errore di metodo circa la loro maniera di costruirsi nelle scuole e di approcciare i movimenti, se la sono fatta? Non potrebbero lasciare da parte per un attimo il trionfalismo da realismo socialista e dire anche qualcosa di sensato? L’attuale criticità antigovernativa della Gilda mi lascia freddo, quando penso che abbiamo dovuto impiegare due anni a convincerla che la Moratti faceva danni nella scuola. Credo poco anche alle scissioni politiche. Mussi si prepara a fondare un nuovo partito? E perché? In cosa si distingue la sinistra ds? Le manine le hanno alzate anche loro, per la finanziaria, pensano di essere più simpatici perché hanno dichiarato in qualche intervista di patire terribili mal di pancia? Scissioni nel prc? In quella giornata di sciopero a un certo punto mi sono trovato circondato da 10 "veri" partiti comunisti, quasi tutti "davvero" rifondati, ognuno con tre militanti di media e l'assicurazione di avere la linea giusta, in esclusiva. Ho pensato: come minimo 9 di loro sbagliano.
Ma si tratta di gente più o meno folcloristica che non ha vere responsabilità in questo casino. Tra i grossi veri responsabili ci sono sicuramente Cgil, Cisl e Uil. E dobbiamo essere consapevoli che se non fosse stato per l'acquiescenza di questi sindacati, la finanziaria non sarebbe passata, e nemmeno i tagli alla scuola. La Cgil è andata avanti giurando che avrebbe proclamato uno sciopero se il governo avesse persistito sui tagli, ha rimandato lo sciopero in prossimità delle elezioni rsu per "incidere di più sulla finanziaria", ha promesso "la più grossa manifestazione a difesa della scuola pubblica", poi ci sono state le elezioni rsu, ha incassato il risultato ed ha disdetto la "grande manifestazione". I tagli, ovviamente, sono rimasti tali e quali. E' un sindacato che per sudditanza politica non porta a casa risultati, ma, in compenso, ci sommerge con una montagna di chiacchiere.
Mi dispiace aver offerto un quadro che può sembrare pessimista. In realtà è solo incazzato. Anche chi come me è da sempre impegnato nei movimenti non può non vedere in faccia la realtà. E cioé che la stanchezza delle lotte contro Moratti - Berlusconi e la contemporanea delusione verso il "nostro" governo hanno prodotto una generale paralisi degli attivisti. Diciamocelo chiaramente: i movimenti non ci sono più. Ma chi conta su questo per tirare un sospiro di sollievo sbaglia di grosso, credo, spero. Ogni società produce i propri anticorpi. Non sono subito visibili al personale politico chiuso nei palazzi. Ma il successo della manifestazione dei precari, il dilagare della presenza dei migranti e di attività legate alla solidarietà con loro, una generale disillusione dei giovani verso chi fa politica ma con una contemporanea maggioritaria propensione verso valori di sinistra (per la seconda volta nella storia d'Italia la Camera, dove votano i giovani, è più a sinistra del Senato), mi dicono che qualcosa nel cuore profondo della società si muove. Questi anni di opposizione autorganizzata anche contro le direzioni del centrosinistra, poi, hanno formato centinaia di migliaia di persone che ora guardano, riflettono, aspettano... Del resto sappiamo che la scuola sarà "obbligata" a riprendersi la piazza e a far sentire la sua voce: Padoa Schioppa esprime in maniera molto limpida il pensiero delle elite: se si vuol diminuire la spesa pubblica i due bubboni da ridurre sono scuola e sanità, non si sfugge. Saremo attaccati di nuovo. E di nuovo al popolo della scuola spetterà l'incombenza di difendere questo presidio di civiltà. Certo, non è automatico. L'alternativa però è lo slittamento sempre maggiore dell'intera società verso destra, l'imbarbarimento dei rapporti, New Orleans dove nessuno ha trovato strano che Bush inviasse marines con mitra spianati invece che aiuti. Sono livelli che in Italia ancora, per poco, non possiamo immaginare, ma che si vivono in tanti altri Paesi, disgregati socialmente, dove va a votare un terzo dei cittadini, perché gli strati più oppressi della società non credono più a nulla. E' quel che non capiscono i nostri dirigenti, quelli che abbiamo eletto.
"E' la storia di una società che sta precipitando e che mentre precipita si ripete per farsi coraggio: fino a qui tutto bene...fino a qui tutto bene...fino a qui tutto bene... il problema non è la caduta - concludeva il film - ma l'atterraggio."
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