Gennaio 3, 2007
Stavolta l’infiltrato è un professore di management statunitense, Jerry Newman, che per qualche mese ha provato i peggiori McJob d’America, praticamente un guastatore in incognito in missione nei fast food, e poi ha scritto un libro: My secret life on the McJob. Lezioni da dietro la cassa, garantiti effetti supersize su qualunque tipo di management, appena pubblicato negli Stati Uniti.
D’accordo, niente di nuovo se non fosse che stavolta l’infiltrato era dall’altra parte del bancone, a friggere patatine e hamburger con un occhio particolare per le condizioni dei lavoratori e il loro rapporto con gli amati/odiati manager: secondo Newman, che ha lavorato in sette ristoranti, da McDonalds a Burger King, il clima e le condizioni di lavoro dipendono radicalmente dal capo di turno.
Incredibile, ma i manager possono arrivare a premiare i dipendenti assegnando loro PIÙ ORE di lavoro invece che un aumento. Il morale dei dipendenti? Direttamente determinato da quello che succede nell’ufficio del boss.
Proprio in questi giorni è uscito anche uno studio dell’Università della Florida sui motivi per cui la gente si licenzia e cambia lavoro, naturalmente negli States: spesso e volentieri la colpa è dei capi e dei capetti, che non si fanno scrupoli nel ricorrere a mezzi sporchi, incentivi illegali, mobbing, richieste di lavoro extra. Il 39 per cento dei settecento lavoratori intervistati afferma che il loro capo ha mentito e non ha mantenuto la sua parola. Il 37 per cento non è stato pagato regolarmente. Il 24 per cento accusa il capo di aver invaso la sua privacy.
Wayne Hochwarter, l’altro professore di management che ha condotto lo studio, sottolinea insomma che «i lavoratori non lasciano il loro lavoro o la loro azienda, ma lasciano il loro capo». I suoi consigli sono fondamentali: lavoratori, fate finta di niente. Minimizzate i danni che vi causa il vostro superiore e datevi da fare. «La cosa più importante è essere visibili sul lavoro. Nascondersi può essere negativo per la vostra carriera, specialmente quando impedisce ai vostri colleghi di riferire il vostro talento e il vostro contributo» alla causa. Il vostro capo non sarebbe per niente soddisfatto.
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