Nuove regole e meno precari nei call center
Il ministro del Lavoro emana una circolare che limita, almeno in parte, la flessibilità selvaggia nei call center.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-06-2006]
Durante la campagna elettorale e anche dopo c'è stato un intenso dibattito ideologico sulla legge Biagi per la flessibilità del lavoro, che ha visto una parte del sindacato e della sinistra ora al governo schierata per la sua abolizione, e un'altra parte del sindacato e del centrosinistra limitarsi a chiederne una revisione nei punti più discussi; gli imprenditori la difendono mentre la destra se ne fa un vanto di averla approvata ed è pronta all'ostruzionismo parlamentare per impedirne la cancellazione o la modifica.
Il nuovo ministro del Lavoro Cesare Damiano ha scelto, molto pragmaticamente, di aggirare lo scoglio di un voto parlamentare, dagli esiti incerti, e di limitare la precarietà, molto diffusa nel settore dei call center, con una circolare amministrativa per l'attuazione della legge Biagi che fissa i limiti per l'istituto del contratto di lavoro autonomo definito "a progetto" e affida agli Ispettorati del Lavoro la vigilanza sul rispetto della circolare, dopo un periodo di "tolleranza" che viene lasciato alle imprese per mettersi in regola.
In pratica, non potrà più accadere che degli operatori di call center possano essere assunti per effettuare attività "in inbound" (cioè che rispondono a servizi telefonici di informazione, assistenza e prenotazione) in cui il datore di lavoro fissa tutto in maniera rigida, dai turni agli orari ai tempi di risposta, cosa e come si deve rispondere al cliente, con controlli molto precisi.
In questo caso il rapporto di lavoro è fortemente e palesemente di carattere subordinato e non si può utilizzare un istituto come il "Co.pro", cioè il contratto di progetto, che dovrebbe lasciare larga autonomia al lavoratore sui tempi e i modi della sua prestazione.
Nel caso di "attività telefoniche in outbound", cioè in cui è l'operatore a chiamare i clienti per offrire loro prodotti e servizi ed è pagato in base al venduto e ai clienti acquisiti, si potrà utilizzare il contratto a progetto, purché i controlli e i tempi non siano stabiliti troppo rigidamente e l'attività non sia svolta dall'azienda in modo continuativo.
Rimane comunque la possibilità per i gestori dei call center di utilizzare e di abusare di istituti come il contratto di lavoro a termine e di lavoro interinale, previsti per legge e non modificabili con una semplice circolare ministeriale.
Pier Luigi Tolardo - Quelli di Zeus
Categorie: call_center giugno2006 damiano legge30 circolare precari
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