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Così ti sfruttano la rete Sky e Cos

Così ti sfruttano la rete Sky e Cos

di Antonio Sciotto

su Il Manifesto del 01/06/2006

Palermo, il call center della Cosmed in rivolta «Cocoprò a cottimo, salari di 230 euro al mese». Flexi-compenso Una telefonata vale 70 centesimi oggi, 45 domani

Storie di ordinaria precarietà dal gruppo Cos, questa volta su un appalto della tv satellitare Sky di Rupert Murdoch. Retribuzioni a cottimo, con salari medi di 230 euro al mese, contrattini rinnovati ogni tre mesi, licenziamenti (o meglio, «non rinnovi») quando una malattia si prolunga qualche giorno in più o devi operarti di tonsillite. Fuori, ovviamente, chi alza la testa e sciopera (o meglio, si «astiene dal lavoro»): molti «ribelli» erano inclusi tra i 34 operatori non rinnovati a maggio, un po' come è accaduto ad Atesia. Ma lì, almeno, è intervenuto il ministero (vedi box accanto). Qui siamo a Palermo, al call center della Cosmed. E altre «teste eccellenti» - chi oggi continua a stare in piazza - potrebbero saltare alla prossima data X, il 31 luglio.
Ma i giovani (o meglio, c'è anche chi ha superato i 30 anni e ha famiglia a carico) non si arrendono: la scintilla che ha provocato le proteste, due settimane fa, è stata la proposta fatta dalla Cos di abbassare il compenso per telefonata. Si sa, il problema è «competere»: e allora si compete meglio se invece dei vecchi 70 centesimi, se ne pagano 45. Questa la cifra offerta a metà maggio agli 800 cocoprò in appalto per Sky: rispondono se ti si rompe la parabola, o se chiedi informazioni sul prossimo abbonamento. A fine mese aprono la busta paga. Sorpresina: Alice ha preso 236 euro a febbraio, Salvatore si deve accontentare di 230. Avrà lavorato con minor lena?
No, il fatto è che non vieni retribuito per tutto il tempo che passi in azienda, ma solo per quello che effettivamente «parli»: «Devi mantenere una media mensile di 3 minuti a chiamata, e se vai sotto il compenso ti viene proporzionalmente decurtato», spiega Salvatore Lachina, uno dei giovani in sciopero. Ma essendo queste chiamate in «inbound» (ovvero in ricezione), potresti anche non ricevere telefonate per parecchio tempo, e tutto il lavoro non parlato, nonostante sia in attesa per conto dell'azienda, è gratuito. Innalza la «competitività».
«La proposta dei 45 centesimi ha provocato un primo sciopero di due giorni - spiega un'altra operatrice, Alice Violante - A quel punto ci hanno offerto due tipi di contratti alternativi: il primo simile all'attuale, e l'altro con 60 centesimi a telefonata, più un servizio "outbound": dovevamo chiamare i clienti per offrire servizi, retribuiti al massimo 4 euro l'ora, ma solo se avessimo realizzato almeno cinque contatti utili, ovvero portato a termine cinque interviste».
Farsi i calcoli di un'eventuale busta paga è davvero un rompicapo, ma secondo gli operatori si sarebbero persi comunque 100 euro. Senza contare che l'azienda, ai colloqui, non presentava più la busta A o la B, come promesso per far rientrare gli scioperanti, ma solo l'ipotesi peggiore. Dunque nuovi scioperi, con la Cgil, cercando di coinvolgere i cocoprò Cosmed in appalto per la Wind. Loro sono messi anche peggio: prendono solo 28 centesimi a telefonata.

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