Stavolta il contenzioso scoppia tra i "montanari" chiamati in causa e quelli che non lo sono stati
di Vincenzo Brancatisano
Il punteggio di montagna crea nuovi guai ai precari della scuola e i Csa di Catania e di Enna chiedono ora l'intervento del ministero della Pubblica istruzione. L'esecuzione del provvedimento con il quale il Cga di Palermo ha confermato l'ordinanza del Tar di Catania, che come abbiamo riferito aveva dichiarato inammissibile il superpunteggio attribuito ai docenti che insegnano sopra i 600 metri, ha imposto ai Csa siciliani di rivedere le graduatorie e di detrarre i punti ottenuti dai precari.
Come si ricorderà, in gennaio il Tar etneo aveva sospeso le graduatorie delle due province ma aveva differito gli effetti della sospensione al 1 settembre 2006 allo scopo di evitare problemi all'attività didattica dell'anno scolastico in corso. Nel frattempo il Miur e i docenti controinteressati ai ricorsi avevano impugnato l'ordinanza davanti al Consiglio di Giustizia Amministrativa, ma erano risultati soccombenti. Il Tar aveva anche inviato gli atti alla Corte Costituzionale perchè si esprimesse sulla questione di costituzionalità della supervalutazione.
Intanto, l'esecuzione del provvedimento giudiziale sta facendo emergere una situazione paradossale che aggiunge sconcerto al clima kafkiano che si respira negli ambienti scolastici ormai da maggio 2004, quando fu emanato il decreto legge, poi convertito nella legge 143/2004, con il quale fu modificata la tabella della valutazione dei titoli anche con l'introduzione dell'ormai famigerato doppio punteggio della montagna, che si estende anche ai docenti che lavorano in carcere e nelle isole minori. La situazione paradossale è legata al fatto che la detrazione dei punti sarà subita soltanto dai controinteressati, cioè dai legittimati passivi nei singoli ricorsi, vale a dire da coloro e solo da coloro che avendo ottenuto il doppio punteggio avevano secondo i giudici causato un danno ai ricorrenti (e solo a essi). Ma, così operando, i controinteressati nei singoli ricorsi, avendo subìto la decurtazione, sono stati superati, durante le operazioni tuttora in corso presso i Csa, non solo dai ricorrenti che hanno vinto la causa, e che erano stati a propria volta superati da chi ora perde i punti, ma anche da tanti altri. E cioè da coloro che hanno mantenuto il doppio punteggio solo perché non sono stati stati chiamati in causa da nessuno dei ricorrenti perché in quel momento non erano balzati loro davanti. La legge 143 dunque è riuscita a introdurre un'ulteriore illogica discriminazione, quella tra "montanari" chiamati in causa e "montanari" non chiamati in causa, discriminazione che alimenterà nuovo contenzioso.
Pare chiaro a questo punto, ma è chiaro da sempre, che solo l'abrogazione retroattiva (e non solo per l'avvenire) del superpunteggio potrebbe sanare la sempre più imbarazzante situazione. Però non tutti i docenti sono d'accordo: coloro che hanno lavorato in montagna in questi anni, confidando nella bontà del superpunteggio ritenuto illegittimo da essi stessi oltre che dalla magistratura e dal buon senso, annunciano a propria volta ricorsi giudiziari nell'ipotesi che l'abrogazione retroattiva finisca per annullare i punti da loro ottenuti. L'ultima parola in merito spetta alla Consulta e forse al legislatore, se davvero esso tradurrà in azioni concrete le tante promesse elettorali. Si ricorderà a tal proposito che sia l'ex ministro Carlo Giovanardi, sia l'attuale viceministro alla Pubblica Istruzione, Mariangela Bastico, hanno firmato poco prima delle elezioni la petizione contro il superpunteggio.
Ci sia concessa una nota di merito per avere azzeccato quasi in pieno, molti mesi or sono, l'investitura della Bastico, ex assessore regionale dell'Emilia Romagna, a futuro ministro dell'Istruzione.
Intanto, come detto, i Csa siciliani hanno scritto una lettera al ministero investendolo formalmente della questione affinchè si faccia carico delle contraddizioni che stanno scaturendo dalla rielaborazione delle graduatorie siciliane. Quanto al citato giudizio presso la Corte Costituzionale, di cui si attendono gli esiti, si è aperta una discussione sull'efficacia temporale dell'eventuale sentenza. Secondo il legale catanese dei ricorrenti, Fabio Rossi, che pure sottolinea l'assurdità della situazione che si è venuta a creare, la sentenza della Corte Costituzionale, che avrebbe valenza nazionale, avrebbe i temuti e sperati effetti retroattivi (cioè a partire dal 2004), altrimenti non potrebbe creare le attese ripercussioni sui procedimenti giudiziari instaurati dai suoi assistiti. Dunque, anche i docenti che sono passati di ruolo grazie al superpunteggio rischiano di perdere il posto di lavoro.
Categorie: precari scuola montagna punteggi tar pubblica_istruzione giugno2006 graduatorie sicilia palermo catania
4 commenti:
Sono anche io una precaria che ha usufruito del doppio punteggio di montagna.. ma ho dovuto scegliere la sede montana solo per non essere superata da altri in graduatoria.. e purtroppo vivo a 60 km dalla scuola.. sono 120 km al giorno..marito e due figli.. e adesso leggo nel vostro sito la parola "retroattività"... ma stiamo scherzando?? e i miei sacrifici? e la legge vigente al momento della scelta che ho fatto?
Sono fra coloro (alcune stime dicono 50.000) che hanno sostenuto notevoli sacrifici per svolgere servizio in scuole di montagna, nel corso degli ultimi tre anni, in seguito ad una legge dello Stato italiano che prometteva il doppio punteggio.
Non sto a disquisire sulla legittimità di tale legge che fin dall’inizio prestava il fianco a molte critiche (non distingueva fra docenti residenti e non residenti; fra città oltre i 600 m di altitudine e villaggi sperduti…). Era comunque una legge dello Stato.
Come migliaia di altri docenti, pur essendo collocata nelle prime posizioni in graduatoria e pur potendo scegliere scuole di pianura, comode e retribuite fino al 31 agosto, temendo di essere scavalcata da altri colleghi, sono stata obbligata a scegliere cattedre in località montane disagiate, lontane dal mio comune di residenza e con contratti meno vantaggiosi sul piano economico. C’è stato addirittura chi ha scelto cattedre con orario non completo ( ergo: con stipendio ridotto, a volte da fame).
Non mi soffermo sui disagi e le fatiche sostenute per prestare servizio in tali sedi (traslochi, spese di affitto, lontananza dalla famiglia…), con pesanti ricadute dal punto di vista psicologico ed economico sulla mia vita privata. Ma non voglio commuovere il pubblico: ho conosciuto tante persone che come me hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo: precari storici di cinquant’anni, giovani madri con tre figli che si sobbarcavano ogni giorno 200 km in macchina…
A fronte di tanti sforzi da parte dei docenti coinvolti, le scuole di montagna hanno ricevuto qualche vantaggio da questa legge?
Di certo hanno sempre avuto in questi tre anni docenti disposti a effettuare supplenze, in luoghi a cui in passato, molti, in buona posizione in graduatoria, preferivano rinunciare, in nome della “comodità”.
Ora, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, si vuole cancellare retroattivamente il doppio punteggio ottenuto da quei docenti che sono ancora precari.
In nome di cosa li si vuole annullare? Questi docenti hanno forse ottenuto il doppio punteggio con l’inganno? O lo hanno ottenuto in modo illegale? Hanno forse rubato qualcosa a qualcuno? E’ per tale ragione che deve essere ripristinato lo status quo? O forse quello che hanno fatto e ottenuto è stato fatto in nome di una legge dello Stato Italiano che ha avuto vigore e forza normativa per ben tre anni?!
Tutti, ora, dai Sindacati al Governo, si preoccupano di garantire i diritti acquisiti di chi è passato di ruolo grazie anche a quella famigerata legge. Ma coloro che, nonostante il doppio punteggio, sono rimasti precari si ritrovano completamente abbandonati a se stessi, in balia degli eventi e delle decisioni prese dall’alto che incombono sui loro destini.
Ancora: non è che questa legge è così invisa alla sinistra perché è figlia della riforma Moratti, del governo di centro-destra?!... Ma chi è partito per la montagna non ha guardato la casacca del legislatore (tale è il nome di chi fa le leggi, ed è neutro, senza colore). La legge era valida e produceva effetti.
Adesso chi ha insegnato in montagna, se non è ancora passato in ruolo ora cosa può fare? Solo guardare la propria posizione retrocedere.
Perché si pensa solo a garantire chi è già di ruolo, pur sempre grazie a quel vituperato punteggio? Gli ancora precari che hanno insegnato in montagna forse non sono degni di protezione e tutela.
Il Governo ora cerca di calmare gli animi con promesse di assunzioni di massa: si citano numeri mirabolanti, 150.000 immissioni in ruolo per distrarre l’attenzione dai problemi urgenti e concreti di chi perderà terreno in graduatoria, vedendo annullati i propri sacrifici con un semplice colpo di spugna!!
PETIZIONE CONTRO ABOLIZIONE DOPPIO PUNTEGGIO
Chi sta vivendo questa ennesima ingiustizia, firmi e faccia firmare la petizione,aderisca al ricorso e partecipi allo sciopero indetto dal COSNIL per il giorno 30 marzo:
http://precaridimontagna.eolieschool.net/pg003.html
http://precaridimontagna.eolieschool.net/home.html
http://precaridimontagna.eolieschool.net/home.html
http://www.orizzontescuola.it/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=2516&sid=40aa3ac426ef0b95bec1fa8a3ace458a
http://www.cosnil.it/
16 Marzo 2007
PETIZIONE CONTRO ABOLIZIONE DOPPIO PUNTEGGIO
Archiviato in: Precariato — Stella70 @ 12:28
Chi sta vivendo questa ennesima ingiustizia, firmi e faccia firmare la petizione,aderisca al ricorso e partecipi allo sciopero indetto dal COSNIL per il giorno 30 marzo:
http://precaridimontagna.eolieschool.net/pg003.html
http://precaridimontagna.eolieschool.net/home.html
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http://www.orizzontescuola.it/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=2516&sid=40aa3ac426ef0b95bec1fa8a3ace458a
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